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Autore: Ili_sere_nere    04/12/2011    12 recensioni
Ad Ariel Mones, semplice ragazza italiana, viene proposto uno scambio culturale in una città americana, Mystic Falls - Virginia. Cosa accadrà quando, dopo aver saputo delle strane morti che avvengono in quella cittadina, dopo alcuni strani incontri, capirà che di "umano" e "normale" non vi è poi quasi nulla?
#Storia Ambientata Dopo La Seconda Stagione.Tuttavia, alcuni particolari riguardanti il finale di stagione sono stati cambiati#
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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01


Capitolo 1

 

<< Ariel! Hai esattamente 10 secondi per alzarti dal letto, lavarti, vestirti, farti il letto, fare colazione ed uscire per andare a scuola! Muoviti! >> le urla di mia madre mi destarono dal mio sonno. Brontolai qualcosa mentre mi rigirai a pancia in giù nel letto coprendomi la testa con il cuscino. Sorrisi amando in quel momento il silenzio che si era ricreato. “Sonno, si, io ti amo!” pensai.
<< Ancora in queste condizioni sei? Mamma! Ariel dorme ancora! >> urlò mia sorella, Astrid.
<< Ariel! >> ancora le urla di mia madre seguite dalle risate di mia sorella.
Strinsi forte gli occhi cercando di non avventarmi contro Astrid ma non ce la feci. Mi alzai rapida dal letto e le saltai addosso, facendoci cadere contro il puffo della stanza. << Piccola strega io ti uccido! >> dissi mentre iniziavo a farle il solletico.
<< No sorellona ti prego! >> riuscì a dire tra una risata e l’altra.
<< Ma allora, voi due, mi spiegate che dovete fare, eh? >> disse autoritaria mia madre comparendo sulla soglia della porta. << Sono le 7.58! Astrid, alle 8.15 entri a scuola per il tuo primo anno e tu – disse indicandomi – ti rendi conto che hai 18 anni!? Muoversi e non fatemelo più ripetere! >> e così uscì dalla stanza.
Mettendomi le mani sulle spalle, Astrid mi fece cadere sul pavimento. << Sentito la mamma? >> disse saputella alzandosi.
Presi un cuscino e glielo lanciai contro colpendola in faccia. << Attenta oggi a scuola. Potrei sempre farti fare qualche sbianco al tuo primo anno >> le dissi minacciosa facendola preoccupare.
<< Non lo faresti mai! >>. Ghignai e, tutta innervosita, Astrid uscì da camera mia.
Guardai l’ora e.. “Cazzo!” Erano le 8.05! Iniziamo il primo giorno di scuola, per giunta dell’ultimo anno, con un bel ritardo! Mi misi rapida in piedi e corsi in bagno a lavarmi. Mi vestii e feci il letto, il tutto nel meno tempo possibile. Quando scesi al piano inferiore non feci neanche colazione e corsi verso scuola.
<< Signorina Mones, primo giorno e già in ritardo >> disse sarcastica la professoressa di storia e filosofia.
<< Mi scusi professoressa >> dissi mentre mi accomodavo vicino alla mia migliore amica, Sara. Sara era una delle classiche ragazze bionde, occhi chiari, belle ai cui piedi una immensa fila di uomini era presente ma, nonostante tutto, riusciva a ragionare con la sua testa. Era una ragazza con i piedi per terra che non faceva della bellezza la sua unica e sola arma.
<< Ehi >> sussurrò mentre la professoressa parlava.
<< Ciao Sa >> dissi fingendo attenzione al discorso della prof.
<< Come mai tardi? >>
<< Il sonno mi amava così tanto che non voleva lasciarmi andare via e poi, il letto era geloso che scaldassi qualcun’altro >> dissi come se fosse una cosa normale, come se stessi parlando di due persone reali. Sara ridacchiò a bassa voce.
<< Mones e Immobile, se non siete interessate la porta sapete dove è! >> esclamò la professoressa.
<< Se non siete interessata la porta sapete dove è >> le fece il verso Sara a bassissima voce. << Pensasse a scopare di più invece di stressare noi >> disse trovandomi più che d’accordo.

Cercammo di seguire ogni lezione ma, dopo neanche tre minuti di ciascuna, ci ritrovavamo prese nel parlare o nello scambiare messaggi con le varie amiche.
Grazie a Dio giunse la ricreazione e potemmo, così, scollegare la mente per almeno quindici minuti. Mi recai alle macchinette e presi un bel caffè, fonte di vita e di concentrazione.
<< Abbiamo ripreso le soliti abitudini, eh? >>
Spostai gli occhi verso la bidella. << Lucia, lo hai detto tu stessa. Abitudini >> mormorai mentre presi un bel sorso di caffè.
<< Perciò ti vedrò ogni 3x2 minuti fuori a prendere il caffè? >> Sorrisi innocentemente e mi allontanai con il bicchierino in mano. Scesi nel cortile di scuola e mi andai a sedere sotto l’unico pino presente. Chiusi per un attimo gli occhi, cercando di rilassarmi, quando una voce mi fece sobbalzare.

<< Signorina Mones? >>
Aprii gli occhi. << Si? >> A parlare era stato il vice preside. << Ehm, posso fare qualcosa per lei? >>
<< Non appena suona la campanella, potrebbe raggiungermi in presidenza? >>
Spalancai gli occhi. << Io.. Ehm.. Cosa.. Si.. Cosa ho fatto? >> chiesi colta dal panico.
<< Oh, ma non si preoccupi. Le voglio solo mostrare una cosa. E con noi ci sarà la professoressa di Inglese, Martiis >>
<< O-ok, come vuole >> dissi mentre si allontanava e pochi secondi dopo mi ritrovai Sara accanto.
<< Che voleva Hitler da te? >>
<< Con questo sono cinque anni che chiami Costantini Hitler >>
<< E che è colpa mia? Piccolino, capelli neri a leccata di vacca, baffetti.. se non assomiglia ad Hitler lui! Detta pure legge! >>
Roteai gli occhi. << Certe volte mi chiedo come faccia ad essere tua amica >> dissi sospirando.
Un suo braccio mi cinse le spalle. << Perché sai che tu ed io siamo anime gemelle. Ma comunque, che voleva? >>
<< Che vada in presidenza a fine ricreazione >>
Corrugò la fronte. << Che hai combinato? >>
<< Bella domanda, Saretta. Bellissima domanda >>


Quando la campanella suonò, come mi era stato chiesto, mi recai in presidenza. Bussai ed attesi che mi venisse concesso il permesso per entrare. Permesso che non tardò ad arrivare. Aprii lentamente la porta, timorosa di quello che c’era nascosto.
<< Ehm.. è permesso? >> chiesi titubante.
<< Signorina Mones entri pure. La stavamo aspettando >>
Come entrai, oltre al vicepreside, c’era anche la professoressa di Inglese. << Voleva parlarmi? >>
<< Mones si segga pure – feci come mi disse – E’ a conoscenza che ogni anno la scuola attua uno scambio culturale della valenza di un anno con scuole americane >>. Annuii. << Bene, quest’anno io e la professoressa qui presente, scandagliando la lista di tutti i possibili candidati, abbiamo deciso di dare a te questa opportunità >>
<< Ma.. Ho gli esami di Stato! >>
<< Oh, ma non si preoccupi. Quest’anno in America ti varrà anche qui in Italia >>
Inarcai leggermente un sopracciglio. << Ah >>
Il vicepreside aprì il cassetto della sua scrivania prendendo al suo interno un fascicolo. << Prego, legga pure >>
Afferrai il fascicolo aprendolo. Al suo interno c’erano tutte le notizie sulla scuola in questione, i corsi, gli orari e notizie sulla città. La scuola si chiamava Robert E. Lee e si trovava a Mystic Falls, Virginia. Lessi un po’ velocemente ciò che vi era scritto. << E quando dovrei partire? >>
Ci fu uno scambio di sguardi tra il vicepreside e la professoressa. << Dopo domani >>
<< Cosa? >> dissi sconvolta.
<< Il biglietto è già stato prenotato >>
<< Ma.. Ma.. Non ho una casa! >> esclamai allibita.
<< La scuola americana ha pensato anche a questo trovandoti un appartamento poco distante dalla  scuola >>

<< E’ una occasione unica, Mones. Non puoi sprecarla così >> disse la professoressa.
Guardai ancora una volta il fascicolo e alla fine sospirai. << D’accordo. Accetto >>
<< Brava Mones, non se ne pentirà >>

Mi alzai in piedi e, salutando, uscii dalla presidenza. Ad aspettarmi c’era Sara.
<< Allora? >>
<< Mi hanno offerto un anno in America. “Scambio culturale” >> dissi ripetendo le parole del preside.
<< E’ stupendo! >>

Roteai gli occhi. << Certo, andiamo in un posto in cui non conosci nessuno a studiare – sospirai – Dai andiamo che voglio tornare a casa >>




Spazio Autrice ( sempre per modo di dire )

Buongiorno e Buona Domenica!
Come state? Io sto a pezzi.. Tanto mal di testa e tanta stanchezza dovuti al fatto che questa mattina mi sono alzata presto per andare a fare l'arbitro ad una partita di pallavolo.. Pffff..
Ma va beh... Allora, primo capitolo.. E' un po' cortino ma tranquille.. i primi sono così ma poi diventano lunghetti xD Inoltre sto scrivendo il Cap14 ù.ù
Cooomunque.. Capitolo tranquillo come ci si aspettava.. Unico fatto di importanza è quello semi conclusivo, ovvero il momento in cui viene comunicato ad Ariel del viaggio-studio..
Cosa accadrà nel prossimo? Beh, vedrete Ariel alle prese con qualche "strano" incontro ;)
Volevo ringraziare le 12 splendide persone che hanno recensito, grazie mille! Ringrazio anche chi semplicemente a letto, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha messo tra gli autori preferiti! Grazie!! Vi ricordo che per qualunque cosa, spoiler, informazioni, momenti scero potete trovarmi nei contatti sotto elencati.. Per le informazioni sulle storie, invece, c'è il gruppo su Fb :)
Non mi resta che dirvi che spero vi sia piaciuto e di leggere le vostre opinioni.. E che..  Ora scappo a studiare xk oggi pomeriggio ho un'altra partita ç___ç
A domenica ;)

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