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Autore: Krona    05/12/2011    1 recensioni
La guerra continua ed i combattenti non possono evitare lo scontro, poiché obbligati dalle divinità a combattere. Ma due giovani dello stesso schieramento sono stanchi di questa spirale infinita e tentano una via di fuga da tale universo di violenza. Ce la faranno?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi dirigo piano verso il luogo ove si riposa il mio superiore; mi ha dato appuntamento lì per concordare il piano malefico al quale vuole sottoporre gli avversari.

Cammino in questa caotica ripetizione di scalini e sale enormi: eh sì, noi servi del male abbiamo molte più ricchezze, soprattutto  materiali, dei paladini di Cosmos.

Finalmente giungo nel corridoio giusto; riconosco le pessime influenze estetiche di Kefka già da distante.

Perché diamine addobba così riccamente di festoni colorati e di inutili sfarzi questo già regno di opulenza?

Inciampo infatti su uno dei rimasugli che lo hanno stancato.

Maledet...?!

Le mie imprecazioni contro la simpatica persona si ritirano d'un tratto per la sorpresa.

Sotto di me giace semi addormentata la serva di quell' ignobile idiota, Terra Branford: i capelli oro, sparpagliati sul pavimento; il corpetto bianco mezzo strappato; la faccia truccata per coprire i segni di maltrattamento, a prova dell' inadeguatezza del suo padrone nei suoi confronti.

Tetre e sfuocate immagini e rabbia invadono la mia mente, al solo pensiero di cosa passa aver sopportato questa ragazza.

Come, come può essere un fiore talmente delicato alla mercè di un verme del genere?  Il mantello zaffiro, segno della nobiltà mi farebbe piuttosto presagire il contrario, che sia lei la regnante e lui il ciambellano di corte, ed invece...

Probabilmente è sotto qualche incanto che le blocca la volontà, poiché gli occhi, appena socchiusi, non sprizzano per nulla vita; intessuto così abilmente da quel clown, lo ha occultato in maniera così abile che non si potesse sciogliere così facilmente: riesci anche ad essere furbo quando vuoi, Kefka.

Intanto però dopo questi puliti ed innocenti ragionamenti mi ritrovo ancora così, in quella posizione così... Così... Imbarazzante.

Diamine! Sono ancora sopra di lei! Perché diavolo non mi sposto??

Un dubbio atroce mi perfora il cranio: ma davvero voglio spostarmi?

Prendo una ciocca di capelli e la avvicino al mio viso: chi, che cosa potrebbe fermarmi dal possederla, per appagare una mia sete inappagata?

Non mi basterebbe nulla per attuare questa voglia ma...

Non voglio, nonostante il mio lato più recondito reclami la sua parte.

Non voglio, perché mi renderebbe uguale, persino peggio di questa gente che mi attornia: non posso mutare questo perfetto candore per uno sporco desiderio.

L'odore che emana Terra non è come il nostro: lei sa di... buono e puro, come il paesaggio che ti leva il fiato appena arrivi alla meta, come la neve che scende placida nelle fredde notti d'inverno, come la presenza di qualcuno da amare nella tua vita che ti supporterà per sempre.

"Terra... Forse sei tu l'Angelo che salverà la mia anima." dico per scherzo al mio cuore rassegnato.

È infatti impossibile ritenere solo che Lei possa essere venuta per uno come... Me.

"Kuja... Perché nascondi la tua vera natura?"

No, non è uno dei miei soliti monologhi; è stata lei a parlare.

Ora infatti mi guarda con occhi vitrei che però riescono lo stesso a scavarmi dentro l'anima; la sua mano accarezza la guancia per asciugarmi le lacrime ed un sorriso fa capolino su quel viso martoriato: l'incantesimo di Kefka, anche se ben strutturato, non ha bloccato del tutto questa ragazza...

"Terra..."

Le mie dita stavolta si dirigono verso la fronte e spostano dei ciuffi dorati ribelli con dolcezza.

"Energiga"

I lividi del pagliaccio scompaiono attraverso l'incantesimo di cura che ho lanciato; almeno lenirò il suo dolore fisico fino alla prossima volta.

Se solo potessi fare di più...

"Terra, per un po' non andarti a cacciarti nei guai, eh? Per il momento posso solo fare questo, per te..."

Perché ho pronunciato il suo nome con così tanto affetto?

Perché ho dentro me questo irrefrenabile desiderio di salvarti?

"Kuja, che stai facendo?"

Kefka, serissimo, ci sta guardando e non sembra contento della situazione.

Ora sì che sono messo male.

 

"Kefka! Ma quanto tempo!"

esclamo senza troppa cura, mentre mi rialzo tenendo la ragazza ancora vicina a me.

Nonostante la paura che mi provoca Kefka, nonostante la situazione non giochi proprio a mio favore, sento che grazie al contatto con Terra posso cavarmi da questo impaccio.

Inoltre sono il migliore attore sulla piazza: devo solo calibrare bene le parole.

"Kuja, levati subito di lì." urla il clown con rabbia, avvicinandosi pericolosamente.

"Ai suoi ordini, capo"

Mi sposto dal muro, senza però lasciar andare la ragazza; Probabilmente, anzi certamente, è solo un'impressione effimera ma per un'attimo ho come avvertito la mano di Terra appoggiata sul mio petto stringersi di più, come se non volesse tornare dal suo padrone.

Che cosa hai dovuto sopportare da questo emerito malvagio?

Con quale atroce gabbia ha incatenato le tue ali, dolce passerotto?

"Kuja, non hai capito? Mollala subito."

"Intendi lei? Perché? Vuole chiaramente stare con me in questo momento!"

Dove ho trovato il coraggio di dire una frase del genere?

O meglio... L'incoscienza?!

"Su, voi due!! Smettetela di battibeccarvi! Siamo tutti nella stessa barca, o sbaglio?"

A parlare è stato Tidus, l'unico guerriero di Chaos che prende questo conflitto eterno con allegria; l'unico che non attacca con elaborate strategie gli avversari, poiché con la mente rivolta verso il suo fatale avversario: Jecht, suo padre.

Mentre il ragazzo lancia la palla in testa al clown, mi ritrovo a pensare a quali profonde ferite stia causando questo conflitto: io che dovrei combattere contro mio fratello; Golbez che, nella mia stessa situazione, tenta invano di evitare la lotta; Tidus contro il suo genitore...

Perché questo dissidio ci contrappone alle persone cui vogliamo più bene? Perché non possiamo semplicemente ritornare a casa?

"Non fuggire, Kuja. Se siamo stati allontanati dai nostri mondi, un motivo oltre alla guerra ci sarà. Forse dobbiamo solo trovare insieme la via di casa, aiutandoci a vicenda..."

La voce di Terra risuona nei miei pensieri limpida, mentre la sua fragile mano stringe impercettibile la giacca : le ha sussurrate così piano che avrei potute ritenerle fugaci impressioni di sogno.

"Terra, come posso... liberarti?" chiedo, mentre le riallaccio il fiocco che già da prima era slegato.

"Solo la presenza di due maghi forti come o più di Kefka può sciogliere la Corona di Schiavitù che incatena il mio spirito: uno dovrà levare la tiara, mentre l'altro dovrà immobilizzarmi, dato che sicuramente il mio carceriere avrà predisposto che io liberi tutta la mia forza per fermare tale processo... Ma non sei obbligato a farlo, Kuja! Io non vorrei che ... Che tu o qualcun altro venisse ferito a causa mia!"

Una lacrima scende mentre mi rivela l'ubicazione della chiave della sua gabbia: riesce a preoccuparsi degli altri, nonostante la sua situazione.

"Terra, so che sembrerà strano che uno sconosciuto come sono io ti dica una cosa del genere ma prova a riporre fiducia in me. L'hai detto tu: solo l'aiuto reciproco potremo ritornare nei nostri nidi dai nostri cari. Quindi ti chiedo solo di aspettare ancora un po' e dopo potrai spiccare il volo, dolce prigioniera"

Interrompo il contatto fisico tra di noi, staccandomi dal suo tremante corpo; mi stringe ancora il palmo della mano sinistra e, prima di dirigersi verso Kefka, il quale rincorre Tidus con rabbia inaudita, mi sussurra qualcosa all'orecchio.

Quelle parole, così ingenuamente impregnate di un folklore antico, provocano in me un ribollire senza tregua all'altezza del cuore: mi convinco ancora di più che devo mantenere questa promessa.

La nostra promessa.

"Allora ti aspetto, mio cavaliere"

  
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