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Autore: more_    05/12/2011    14 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-When you love someone, and they break your heart 
Don’t give up on love, have faith, restart 
Just hold on, hold on 

 

Inserii cautamente le chiavi di casa nella fessura e le girai verso sinistra tre volte, poi spinsi diverse volte la porta verso l’interno dato che era difettosa. Ero appena tornata a casa dopo aver accompagnato Nathan all’asilo e aver fatto la spesa. Entrai in casa stando attenta a non far sbattere le buste piene di roba dovunque e mi affrettai per arrivare in cucina.
Le buste mi caddero dalle mani quando in cucina trovai Louis completamente nudo che mangiava una carota come se fosse niente, non aveva assolutamente niente addosso. Divenni più rossa di una lucina di Natale mentre lui si paralizzò spalancando gli occhi.
«Oh cazzo!» gridai mettendomi le mani davanti agli occhi e voltandomi dall’altra parte. Perché non lo ricordavo così perfetto?
«Dovrei gridare io» ribatté lui balbettando.
«Copriti ti prego» supplicai rimanendo ancora con le mani sugli occhi. Sentii dei passi avanzare verso di me frettolosamente.
«Okay, vado in camera. Non aprire gli occhi fin quando non te lo dico io» mi disse e io annuii. Capii che stava iniziando a salire le scale quando sentii dei passi pesanti «Ora puoi» mi gridò dal piano di sopra, liberai gli occhi dalle mie mani e mi guardai intorno, le mie guance scottavano ancora. Tirai un sospiro e presi le buste da terra, appoggiandole sul tavolo, subito dopo presi una tazza di caffè amaro per eliminare un po’ la tensione. Louis entrò di nuovo in cucina, vestito, e si avvicinò al tavolo. Notai un certo rossore sulla sua faccia.
«Scusami per prima» disse sedendosi su una sedia e mettendosi le mani nei capelli.
«Ma ti pare normale andare in giro per casa nudi?» gli chiesi acida appoggiando la tazza di caffè sul tavolo «sei parente a Harry per caso?» continuai pensando alla scena che era avvenuta tre anni prima con Harry.
Louis mi guardò confuso e poi scosse la testa sorridendo «A casa mia facevo così, e oggi pensavo fossi solo. Non credevo che tu saresti arrivata così presto» spiegò battendo le dita sul tavolo.
«Non farlo mai più, neanche quando sei solo altrimenti credo che mi verrà un infarto un giorno di questi» dissi minacciandolo appoggiando la testa sul palmo di una mano. Louis abbozzò un sorriso e appoggiò una mano sul petto, proprio vicino al cuore.
«Io lo giuro» disse scoppiando a ridere «e poi hai visto un bel ragazzo, no?» mi chiese vantandosi. Lo guardai per una manciata di secondi alzando il sopracciglio “si okay, sei padre natura in persona” pensai ma subito scacciai quella fastidiosa frase dalla mia testa.
«Ne ho visti di più belli» conclusi con un ghigno avviandomi verso il salotto. 
«Hey» mi chiamò prima che io potessi varcare la porta della cucina «ti va di fare due passi?»
Due passi, con lui. Non mi sembrava veramente una buona idea «Io non lo so» dissi titubante voltandomi verso di lui.
«Dai, per conoscerci meglio» ansimò alzandosi dalla sedia e venendomi incontro. La sua mano avvolse il mio polso, e mi trascinò con lui. Al tocco della sua pelle con la mia ebbi un brivido che attraversò tutta la mia schiena, per poi morire nella nuca. Avete presente quando odiate una persona così tanto da aver dimenticato ogni ricordo piacevole con essa? Ecco, in quel tocco ricordai esattamente tutta la delicatezza che ebbe nei miei confronti quella sera. L’avevo completamente rimorsa, era stata soffocata da ogni sentimento di rancore e odio profondo, lui per me era diventato un mostro approfittare, e avevo rimosso quel senso di completezza che si creò dentro di me con lui affianco. Ero innamorata, ed ero stata delusa.
Mi lasciai trasportare dal passo sicuro e deciso di Louis, che non intendeva lasciarmi il braccio. Non proferì parola, perché ogni pensiero lucido e sano moriva ogni volta che guadavo la sua stretta sul mio polso.
«Andiamo al parco?» mi chiese aprendo il portone di casa, per poi voltarsi verso di me. Balbetta un ‘va bene’ e poi guardai nuovamente la sua mano, che era scivolata fino alla mia. Un pallore di colore rosso si impadronì del mio viso.
«Scusami» disse Louis notando il mio imbarazzo e ritraendo la sua mano dalla mia e portandola nella tasca dei pantaloni. Perché l’aveva lasciata? Mi sentivo così stranamente bene prima a contatto con lui.
Dieci minuti dopo ci trovavamo al parco, sulla stessa panchina del giorno prima, solo che questa volta affianco a me c’era il ragazzo che mi aveva messo incinta, e non mio cugino. Chi se lo sarebbe mai aspettato.
«Da quanto vivi qui a Londra?» mi chiese dopo un interminabile silenzio imbarazzante.
«Quattro anni» risposi sospirando «ero al primo mese di gravidanza quando mi sono trasferita qui. Tu?» gli chiesi. In effetti sapevo così poco di Louis, quasi niente.
«Un anno» ammise «mio padre ha voluto che io venissi qui con lui»
«Mio padre mi ha costretta a venire qui, infondo è stata una buona idea»
«Come è successo?» mi chiese dopo. Lo guardai confusa e poi collegai tutto, sospirai e guardai in basso.
«E’ successo» commentai senza fare nessun accenno sul dove e sul quando, e pregai che non me lo chiedesse.
«Insomma, una ragazza come te intelligente e con un bel caratterino, non si fa mettere incinta da un’idiota a soli sedici anni» mi disse con un sorriso amaro. Il fatto che si fosse chiamato ‘idiota’ da solo mi fece abbastanza bene, ero soddisfatta.
«Ero innamorata, e quando sei innamorata fai di tutto Louis, anche degli errori» risposi. Nominare il suo nome alla luce del sole, senza temere che qualcuno mi sentisse, mi fece uno strano effetto.
«E chi è questo coglione che ti ha fatto questo?» altro senso di soddisfazione nel sentire quella parola, sorrisi “si, eri un fottutissimo coglione Louis”
«Un coglione, ero innamorata di un coglione» dissi guardandolo negli occhi, come se gli volessi veramente fargli arrivare il concetto che il coglione era lui, che ce l’avevo esclusivamente con lui.
«E ora sei innamorata?» mi chiese poco dopo. Ma cosa me lo chiedeva a fare se lui dell’amore non ne aveva mai capito niente?
«No, ora non lo sono» conclusi scuotendo la testa.
 
Appena entrai in ufficio notai un pila di fogli, tutti ordinati a dovere sulla mia scrivania, mi avvicinai ad essa con passo felpato e controllai sin da subito di cosa si trattava.
«E’ il lavoro che mi hai chiesto di fare ieri. Ho scelto le lettere, le ho catalogate, e ho scritto qualche bozza come risposta» disse una voce alle mie spalle. Mi girai di scatto spaventata e vidi Il ciuffo all’insù di Zayn e il suo ammaliante sorriso.
«Ah sei tu» gli dissi levandomi la giacca, per poi sedermi sulla mia sedia. Presi i fogli e li controllai uno ad uno, sembrava tutto a posto. Era bravo il ragazzo «Bel lavoro Malik!» gli dissi entusiasta «Per caso hai raccolto tutto questo materiale su una chiavetta?»
«Esatto!» esclamò avvicinandosi a me «eccola qui» disse porgendomela. Gli sorrisi e la presi dalle sue mani, notai che si abbassò verso di me e si appoggiò con i gomiti sulla mia scrivania.
«Mi  sembra che ora un appuntamento me lo merito» disse con voce rauca. Mi venne da ridere, era così divertente quel ragazzo.
«Zayn, Zayn, Zayn» incominciai appoggiando una mano sulla sua spalla «sei davvero un ragazzo molto carino, ma ho già un altro bambino a cui badare» continuai facendo finta di dispiacermi.
«Oh, scusami, non sapevo fossi già impegnata» rispose tirandosi su dalla scrivania.
«No, che hai capito? Ho veramente un bambino, si chiama Nathan» esclamai felice sorridendogli. Zayn spalancò gli occhi e mi guardò confuso e stupefatto.
«Tu hai un bambino?» mi chiese meravigliato «Hai si e no vent’anni!» continuò dopo ancora più meravigliato.
«Ne ho venti e mio figlio ne ha tre e mezzo. E’ una cosa così strana?» gli domandai offesa.
«No ma.. come è successo?» la stessa domanda in un solo giorno, wau.
«Sai com’è, due persone si ubriacano e finiscono a letto. E’ successo proprio così»
Zayn sospirò e poi incrociò le braccia al petto, appoggiandosi sulla sua scrivania.
«Io voglio ancora uscire con te» ammiccò dopo convinto. Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi di nuovo, non si arrendeva mica.
«Domani sera alle venti. Okay?» dissi infine per farlo felice. Sul suo volto si dipinse un bel sorriso.
«Sul serio?»
«Ti sembro una che scherza?» gli chiesi amaramente guardandolo male, così tanto da intimorirlo.
«No» rispose imbarazzato. Ci guardammo per una manciata di secondi e poi scoppiammo a ridere all’unisono. 

 




 

___________
Salve bella gente :D:D
Eccomi qui con il nuovo capitolo.
Come avete ben capito in questo punto della storia Mylène e Louis iniziano ad avvicinarsi.. ma STOP! C'è Malik di mezzo :3
Vorrei ringraziarvi tutte per le meravigliose recensioni. Siete tanto belle çwç
Rigrazio anche tutte le persone che hanno messo questo storia tra le preferite e le seguite. 
GRAZIE :D 
Un bacio :* 

   
 
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