Poche parole prima di
iniziare un nuovo capitolo…
Non so se continuerò
questa ff…ma vedete scrivere per me è una vera
passione e vedere che il proprio lavoro è apprezzato solo da 2-3 persone
demoralizza parecchio…vedere che il numero delle recensioni non aumenta
trasmette una tristezza unica…per questo credo che la lascerò incompleta…mi ero
ripromessa di continuarla perché a qualcuno sicuramente sarebbe piaciuta…per
questo mi scuso con le poche persone che si sono appassionate a questo mio
scritto, che provano emozioni leggendolo come io ne provo scrivendolo…fatemi
sapere cosa ne pensate…
Niiral
IL REPARTO PROIBITO
La giornata era passata velocemente. Troppo velocemente. In men che non si dica era arrivata l’ora di cena. Chiara velocemente posò le sue cose nella Torre di Grifondoro. Subito dopo la cena si sarebbe dovuta presentare allo studio, se si poteva chiamare tale lo sgabuzzino in cui il custode Gazza trascinava i ragazzi beccati ad insudiciare il castello. Per tutto il giorno aveva bellamente ignorato Sirius. Di certo non sarebbe andata da lui dicendogli che quella parola le era uscita senza che lei avesse potuto minimamente bloccarla. Stranamente il ragazzo non si era visto a cena, forse per la prima volta da mesi. Chiara mangiò in silenzio, raggiunta poco dopo da Lily e successivamente da James. Finito si diresse verso una delle peggiori serate che avrebbe mai potuto trascorrere.
***
Quella mattina…
Dopo che Chiara fu uscita dalla Sala Grande, Sirius si affrettò a raggiungere James.
«Ehi Sir, cos’è questa faccia pensierosa? Problemi di cuore?» disse James accennando all’entrata della Sala.
«In un certo senso…anche se non mi stancherò mai di dirti che io non sono innamorato di quella lì…mi ci diverto solo un pochetto!» rispose, assumendo la solita faccia maliziosa.
«Farò finta di non aver sentito!» disse Lily tappandosi le orecchie.
«Però mio caro amico, non mi sembra che lei sia così disposta a divertirsi insieme a te, o sbaglio?» disse James, dando una gomitata amichevole all’amico.
«Dai tempo al tempo…io non ho fretta. Nessuna resiste al fascino di Sirius Black! Tienilo a mente Ramoso» disse addentando una fetta di pane tostato.
«Me lo segnerò Felpato!» disse James bevendo del succo di zucca.
Dopo qualche attimo di silenzio Sirius decise di riprendere la parola.
«Che punizione è toccata alla Williams?» chiese con un’ostentata indifferenza.
«Ah non la invidio per niente. Maggie questa volta non si è proprio risparmiata. Da qui a un mese, ogni sera dovrà fare tutto quello che Gazza le dirà…e sai quanto Gazza odia gli studenti. Sarà sicuramente spietato. Non oso immaginare cosa le farà pulire o cercare.» sulla faccia del cercatore si era formata una smorfia di disgusto. Sirius si immerse un attimo nei suoi pensieri. Un’idea gli balenò nel cervello. Si avvicinò a James in modo che nessuno lo sentisse.
«Ramoso, mi devi fare un favore…»
«Dimmi Sirius.»
«Questa sera ho bisogno del mantello dell’invisibilità, è veramente importante!»
«Certo potrei sapere il motivo? Centra per caso una moretta di nostra conoscenza?»
«In un certo senso…ma non ti preoccupare saprai tutto a tempo debito. Grazie sei un vero amico!»
Continuarono a mangiare in silenzio.
***
Quella sera non era sceso a mangiare. Strano per un tipo
come lui, per cui il cibo è una delle poche ragioni,
per cui vale la pena vivere. Sirius camminava
nervosamente nella Sala Comune. Si era ripetuto mentalmente il suo piano circa
una decina di volte. Si era stupito di se stesso: sembrava tutto perfetto.
Avrebbe avuto con se il Mantello di James e
Si incamminò coperto dal Mantello verso lo sgabuzzino, che Gazza si ostinava a chiamare ufficio.
Si bloccò davanti la porta. Ora bisognava solo aspettare che lei arrivasse.
***
Chiara si dirigeva, o meglio si trascinava verso il suo infausto destino. Per sua fortuna era stata solo una volta nell’ufficio di Gazza. Ricordava che la sua attenzione si era soffermata soprattutto sulle catene messe in bella vista su una delle pareti. Erano lucide e ben oliate, bramose di essere usate su qualche studentello. Immersa nella visione di Gazza che la obbligava a provare quelle catene per vedere se funzionassero bene, si accorse a malapena di essere arrivata a destinazione. La porta davanti a lei era sudicia. Appena arrivata si sentì addosso una brutta sensazione. Si sentiva osservata. Si guardò intorno ma ai suoi occhi tutto parve normale. Tirò un sospiro e bussò. Fu invitata ad entrare.
La stanza era come se la ricordava. Enormi scaffali di metallo polverosi, ingombri di oggetti confiscati e di fascicoli ingialliti e mangiati dai topi, occupavano tutte le pareti tranne una che mostrava in bella vista le catene lucide.
Chiara si sedette sull’unica sedia presente. La sentì scricchiolare sotto di lei. La brutta sensazione non l’aveva abbandonata.
«Bene, sei arrivata cara la mia delinquentella! Allora perché sei in punizione?» Gazza aveva esordito con quella sua voce roca ed odiosa.
«Non credo che sia affar suo…si preoccupi solo del suo lavoro!» Gazza divenne livido.
«Piccola insolente, ti faccio vedere io!» si alzò dal tavolo ma si bloccò quando una serie di scartoffie caddero da uno scaffale. Si girarono entrambi in quella direzione, ma non capivano chi o cosa avesse provocato la caduta dei fascicoli.
«Alzati in piedi!» ordinò Gazza. La ragazza obbedì.
«Forse così ti passerà la voglia
di scherzare con la magia. Dovrai pulire tutta
***
Sirius l’aveva vista avvicinarsi alla porta. Era molto avvilita. Ad un certo punto la ragazza cominciò a guardarsi intorno, come se volesse cercare qualcuno nascosto nel buio. Sirius pregò perché non si accorgesse di lui, e le sue preghiere furono esaudite. Entrò nello stanzino seguendo Chiara. Il suo sguardo si posò su tutti gli oggetti a partire dalle catene per finire ai fascicoli, in cui da qualche parte era stato menzionato anche lui. Ascoltò attentamente la conversazione. Chiara come al solito non si era fatta intimidire dall’uomo, ma lui si era alzato minacciosamente. A quel punto senza pensare, rischiando di far saltare la sua copertura diede una spallata ad uno scaffale facendo cadere una pila di fogli. Subito dopo si sentì trafiggere da due paia di occhi. Sperò con tutto il cuore che Gazza non si avvicinasse allo scaffale, perché a quel punto lo avrebbe sicuramente urtato. Ma Gazza non aveva la minima intenzione di avvicinarsi alla struttura. Aveva sputato la sua sentenza. Chiara avrebbe dovuto pulire di notte senza magia il Reparto Proibito. Il Reparto Proibito; di notte.
***
Chiara dopo aver ricevuto la notizia della sua punizione fu
accompagnata da Gazza in biblioteca. Le fu dato uno straccio, una scopa ed una
lanterna, visto che
***
Sirius era entrato nella stanza subito dopo Chiara. Un’ondata di freddo lo colse in pieno. Gli si rizzarono i peli sulla nuca. Non era mai entrato nella Sezione Proibita di notte. Prese la bacchetta in mano. La vide avanzare titubante. Il mantello frusciava vicino alle sue caviglie. La seguì cercando di esser il più silenzioso possibile. La ragazza posò la lanterna su un tavolo e cominciò a pulirlo.
***
Non riusciva a capire. Nella stanza c’era solo lei, eppure sentiva qualcosa frusciare dietro di lei. Cercò di non pensarci. Poi lo sentì chiaramente. Un sospiro proprio dietro di lei. Sirius si era avvicinato troppo.
«Chi c’è?» chiese impaurita, ma riuscì solo a sentire il vento che le soffiava nelle orecchie. Indietreggiò fino ad urtare uno scaffale da cui cadde un libro. Per un attimo pensò di lasciarlo dov’era, ma il libro la chiamava. Stava per toccarlo, quando qualcosa la cinse da dietro e le tappò la bocca. Chiara presa da panico urlò con quanto fiato aveva in gola. Qualcosa la sollevò da terra e la trascinava verso l’uscita. Si divincolò, cercò di aggrapparsi al tavolo, colo solo risultato di far cadere la lanterna che si spense. Ora era al buio. Venne trasportata fuori dalla biblioteca.
Sirius la mise a terra e si scoprì il volto. Al vederlo Chiara smise di urlare.
«Oh! Finalmente Williams! Credevo non l’avresti più finita!» Chiara a quel punto cominciò a tempestargli il petto di piccoli pugni, lacrime di frustrazione scendevano calde a bagnarle le guance.
«Razza di idiota! Ti pare questo il modo di comportarti! Non sai lo spavento che mi hai fatto prendere! Ti odio!» Sirius allora la prese e l’abbracciò carezzandole la testa.
«Dai ora è tutto finito! Ero venuto per parlare un po’ da solo con te visto che ormai è diventato impossibili, dopo i fatti di ieri!» Chiara accortasi della stretta del moro, si allontanò spingendolo via. Si asciugò le lacrime con una manica e lo guardò in tralice.
«E di cosa dovremmo parlare di grazia? Spero per te che sia una cosa importante, perché altrimenti non giustificherò il fatto che hai interrotto la mia punizione e mi hai fatto quasi stramazzare al suolo colta da un infarto!» Sirius sorrise. Era ancora la solita persona.
«Ti volevo parlare di quello che mi hai detto questa mattina in Sala Grande!» Chiara abbassò lo sguardo.«Oh!»
«Oh?! È questo il meglio che sai dire?»
«Be’che ti aspettavi? Che dopo che ti avevo chiesto scusa noi saremmo andati d’amore e d’accordo? Ho fatto un errore colossale, me ne rendo conto, ed ho chiesto scusa. Cos’altro devo fare?» Chiara si sentiva a disagio.
«Quindi non stavi scherzando quando lo hai detto!» si informò Sirius.
«Certo! Che razza di persona credi io sia?» Chiara aveva messo le mani sui fianchi e lo guardava offesa.
«Dai torniamo alla Torre!» le disse sorridendo Sirius tirandola per un braccio.
«Mi dispiace Black, ma io devo finire di pulire
«Tu hai veramente intenzione di tornare la dentro?» chiese incredulo Sirius.
«Devo o Gazza me la farà pagare.»
«Oh andiamo! Quel posto di notte farebbe accapponare la
pelle a Silente in persona. Domani parlerai con
Chiara gli rivolse un sorriso. Sirius si sentì mancare la terra sotto i piedi. Si diressero senza dire una parola alla Torre di Grifondoro. Dopo essersi sorbiti una ramanzina da parte della Signora Grassa per l’ora tarda, si diressero verso i rispettivi dormitori. Arrivata in cima, Chiara si girò notando con immenso piacere che Sirius la stava guardando salire.
«Buonanotte…Sirius.»
«Buonanotte Chiara.»
Entrambi quella sera si addormentarono con il sorriso dipinto sulle labbra.