Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Lumik Lovefood    09/12/2011    3 recensioni
[SOSPESA, GUARDA PROFILO]
"Mi chiamo Magda Chécova. Sono una ragazza russa che vive nell'ex Monastero Vorkov, che ora è diventato un Centro per il Recupero di Giovani Problematici ed ospita ragazzi e ragazze di ogni età e con qualunque tipo di problema. Qui dentro, noi recuperiamo la nostra individualità e la nostra vita. Molte storie s'intrecceranno e molti problemi che sembravano superati, riaffiorano prepotentemente nelle nostre vite. Il passato sembra difficile da dimenticare ma non può essere nemmeno cambiato. Se siete interessati alle nostre storie, potete leggere le seguenti pagine scritte da un ragazzo del Centro... Chissà se riuscite ad avere abbastanza fegato per continuare?"
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU, Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

If you really know me...

- "Just this time and then nothing..." -










Si annoiava. A morte.
Era sempre pronta a buttarsi a capofitto nel divertimento, se esso c'era realmente. Alla prima vista di noia e rottura di scatole, lei era la prima invece ad abbandonare il campo.
Quando aveva cinque anni, era sempre stata considerata una bambina solare, sveglia e che metteva allegria col primo sguardo.
A quattordici anni il suo mondo era completamente cambiato: veniva descritta come una poco di buono dalle sue compagne, il bastian contrario della situazione, sempre pronta a contraddire Ledia nei suoi metodi e nelle sue parole.
Decisamente una vita di merda. Soprattutto quello che ne seguì dopo.
Odiava aspettare ed annoiarsi, in primo luogo.
Ora si trovava a girovagare per i corridoi freddi dell'ex Monastero da sola perché Boris aveva un lavoro da fare e Yuri è un vecchio per quanto riguarda il divertimento: aveva sempre qualcosa di meglio da fare, ovvero niente!
Con il ragazzo nuovo che aveva appena conosciuto, Kai, non ci avrebbe nemmeno provato: si vedeva lontano un miglio che non era adatto al divertimento... O almeno, non “ora”...
Desiderava ardentemente conoscerlo di più, non solo perché era un gran figo, ma anche perché era più forte di lei, doveva farsi i cazzi degli altri a qualsiasi costo. E non solo in senso metaforico.
Decise, anche se non le piaceva per niente l'idea, di andare a scocciare un po' Yurij e magari di farsi un po' d'affari di Hiwatari. Dopo un po' raggiunse la camera del russo e vi entrò dentro senza bussare o annunciarsi a chi vi alloggiava, scatenando una reazione da parte del ragazzo pressoché immediata.
“Non sai bussare?”
Magda inarcò un sopracciglio “Cosa che tu hai gentilmente fatto mentre io ero in bagno, eh?”
Yurij sbuffò sonoramente e continuò a leggere beatamente il libro che aveva tra le mani seduto sul suo letto, senza degnare di un altro sguardo la ragazza. Lei, però, non si scompose più di tanto e si sedette anch'essa sul letto, inchiodando la figura del rosso coi suoi occhi e non emettendo fiato.
“Che vuoi?” chiese lui, spazientito “E' da un po' che schiamazzi!”
“Quale ironia, Pepper... Hai il ciclo?”

Di solito, non vieni a scocciarmi quando sei sola...” puntualizzò lui distogliendo gli occhi dal libro “Come dici tu: “Sei l'ultima persona che scoccerei, dato che non dai alcuno stimolo nel farlo!”... O sbaglio?”
E' vero... Ma questa volta mi annoio proprio!” sbuffò lei stendendosi sul letto trasversalmente “E poi... Vorrei chiederti una cosa...”
Yurij non lo disse a chiare parole, ma il fatto che il suo sguardo volse in alto, significava che quella scocciante domanda poteva farla, e per questo Magda continuò a parlare.
“Quel Kai, c'entra qualcosa con la morte di quel ragazzo... Sergej...”
Nemmeno avesse detto una blasfemia contro di lui, Yurij divenne paonazzo e sbatté a terra il libro che aveva in mano, urlando “Tu che diavolo ne sai di Sergej, eh?”
Magda si alzò dal letto e cominciò a sentirsi a disagio: non aveva mai visto così nervoso Yurij, nemmeno quando ebbe quel periodo.

Ecco, io... Stavo camminando per i corridoi... Ed ho incontrato Hiwatari che fissava la porta della sua stanza...” balbettò nervosa cominciandosi ad abbassare freneticamente le maniche della felpa lungo le mani “Non sono andata a cercarlo di proposito se è questo quello che insinui...”
“Te l'ho detto e te le ripeto: 'sta lontana da quel cazzo di Hiwatari, chiaro?” sibilò a pochi centimetri dal suo viso “E' russo elementare, dovresti capirlo.”

Ma perché non lo posso sapere?”
Perché non sono fatti tuoi!”
Vivo anch'io qui dentro!” urlò Maz completamente pervasa dall'ira. Chi diavolo si credeva di essere quell'Ivanov?
Non c'entra un cazzo. Fuori dalla mia stanza!” sbraitò a sua volta Yurij, ormai rosso in viso come i suoi capelli.
No! Se non me ne parli tu, lo chiederò a Boris!”. Forse con un ricatto avrebbe ceduto un poco, e invece...
“Non ci provare... Sei solo una puttana! Va' via!”
Maz fissava Yurij con lo sguardo vuoto, non avrebbe mai voluto sentire quelle parole, specialmente da lui, lui che sapeva quasi tutto di lei. Uscì di corsa dalla stanza del rosso, senza voltarsi indietro e sbattendo la porta.
Il rosso si portò una mano in fronte, forse aveva un po' esagerato, ma sapeva che Magda non era il tipo da portare rancore all'infinito... Magari tra tre settimane, le era già passato tutto. Forse. Lanciò poi uno sguardo alla porta.



Kai era steso sul letto con gli occhi chiusi e cercava in tutti i modi per non pensare alle parole urlanti e rosse d'ira di Ivanov.
Ti ricordo che se non fosse stato per te, a quest'ora...”
Quanta cazzo di ragione aveva quell'uomo? Troppa! Gli facevano male eccome, quelle parole: erano come lame taglienti che il rosso gli aveva lanciato contro il cuore, già morto di suo, e che lo facevano sanguinare copiosamente.
Come scordarsi quel giorno? Come scordare le urla che, puntualmente, si facevano largo nel suo cervello e che rimbombavano poi nelle orecchie e nella testa? Come dimenticare lo sguardo ceruleo del compagno, ridursi a pagliuzze minuscole per il terrore?


Kai, non dovresti guidare in queste condizioni...”
“'Sta zitto, Sergej! Mi urti le orecchie!”

Almeno rallenta!” continuò il ragazzone schiacciandosi sul sedile.
Hiwatari però non sentiva ragioni e continuava a pigiare su quel pedale che sembrava non avere mai fine. Sembrava non dargli mai abbastanza adrenalina!
Sentì un urlo rimbombargli in testa, un urlo provenire da molto lontano... E il muro sempre più vicino.


Kai Hiwatari si ridestò da quel ricordo con uno scossone violento grazie da dei passi che camminavano furiosamente per il corridoio fuori la sua stanza. Si alzò dal letto a malavoglia e si affacciò dalla sua camera per controllare.
Vide quella ragazza, Magda forse, che camminava come una furia per il corridoio: sembrava che stesse marciando coi pugni serrati e l'espressione tutt'altro che amichevole. Scrollò le spalle in segno di disinteresse e richiuse la porta. Poté giurare di aver visto i suoi occhi più bagnati degli occhi di una persona normale.



Maz si buttò pesante sul letto e cominciò a piangere a dirotto, cercando di coprirsi gli occhi con il braccio. Diavolo, perché quell'idiota gli ha detto proprio quelle parole? Sapeva benissimo che gli facevano male...
Si alzò dal letto ed andò al bagno, soffermandosi a vedere la sua figura riflessa nello specchio: gli occhi erano gonfi e rossi, il mascara le era colato su una guancia e le aveva sporcato le palpebre, facendola sembrare un panda. Si portò una mano sulla guancia e se l'accarezzò lievemente, scendendo poi sul collo. Si aggiustò i capelli con una mano e tornò a sedersi sul letto.
Che vita di merda. Che vita passata a nuotare nella merda più assoluta e puzzolente.
Sbattuta da una casa famiglia ad una famiglia vera e propria, poi era passata da Ledia al Centro con una velocità che non si era nemmeno resa conto che avesse un problema, un problema serio.
Pensava che quel dolore era davvero piacevole e che le attenuava il dolore psicologico che aveva.
Prese da sotto il letto una scatolina di latta e l'aprì mettendosela sulle gambe. Passò un dito sul contenuto che conteneva e, dopo averlo contemplato per un po', decise di prenderne uno.
Si sedette a terra e si portò su una manica della felpa azzurra che aveva addosso e tolse il polsino rosso che solitamente usava, scoprendo il polso chiaro da cui si potevano vedere dei filamenti violacei e verdognoli più o meno nitidamente, attraversati trasversalmente da delle fitte linee argentee e lievemente rigonfie e da alcune dalla sfumature rosa acceso.
Un luccichio metallico, colpì i suoi occhi chiari.
“Solo per questa volta... Solo per questa volta... Solo per questa volta e poi basta...” mormorava tra se e se, stringendo un oggetto affilato in un pugno stretto e tremante.
E lo fece. La lama le squarciò la pelle come se fosse burro, ma non sentiva dolore, non sentiva niente. Dopo aver tagliato per varie volte la sua pelle, pulì il cutter dal suo sangue rosso vivo e lo riposizionò accuratamente nella scatola di latta, riponendola poi sotto il letto, noncurante del sangue che le usciva colante dal suo polso.
Si risedette a terra ed appoggiò la schiena contro il letto. Ora stava già un po' meglio.



Yurij uscì dalla sua stanza, con uno strano presentimento sulla pelle. Marciò in fretta verso la stanza di Magda, sicuro che quella incosciente avesse fatto qualcosa. Sapeva di aver sbagliato parole, ma gli sembrava strano che la ragazza non si era messa ad urlare come al suo solito, agitandosi come una scimmia. Era troppo, troppo strano.
Mentre camminava a passo svelto, passò davanti alla camera di Hiwatari, beccandolo proprio nel momento in cui il ragazzo stava uscendo da essa. Si bloccò all'improvviso.
Lo sguardo del rosso era pieno d'ira e odio, ma sapeva fin troppo bene che non poteva permettersi il lusso di perdere tempo ad insultare Hiwatari, lo avrebbe fatto prossimamente.
Kai, a sua volta, guardava Yurij con l'indifferenza più totale essendo conscio delle emozioni negative che provava nei suoi confronti. Sicuramente Yurij voleva andare in camera di quella ragazza, forse per consolarla oppure per farci una botta, dato che le sembrava tipo. Chissà che legame avevano quei due...
Scollò le spalle per liberarsi di quei pensieri inutili e camminò tranquillo in direzione di Yurij, che fece altrettanto, seppure con una certa rigidità in corpo e lo sguardo assottigliato fino a diventare lame azzurre. Quando si ebbero spalla a spalla, si rivolsero uno sguardo di odio puro e Yurij diede una spallata non indifferente a Kai, chi si ritrovò a barcollare lievemente prima di riprendere l'equilibrio, in primo luogo perché arrivò inaspettata e poi perché non si sarebbe mai immaginato che il rosso avesse tutta quella forza, nonostante avesse un corpo molto più esile di Boris o Sergej.
Sergej...
Di nuovo a quel nome pensò.
Yurij non si scompose a tornò a marciare verso la stanza di Magda.
Una volta di fronte alla porta, l'aprì violentemente e si ritrovò la stanza vuota e la cosa non lo convinceva nemmeno un po'. Entrò nella camera e si guardò intorno, stupito di non vedere la figura della rossa guizzare come un'anguilla alla vista di lui dentro la sua stanza.
Oltrepassò il letto e sgranò gli occhi per la sorpresa: Magda era seduta a terra ed aveva una mano coperta interamente di sangue, non sapeva nemmeno se era cosciente o no.
Spaventato, la prese in braccio e la condusse dentro al bagno e le lavò la ferita. Il contatto con l'acqua fredda la fece risvegliare dal suo apparente dormiveglia.
“Che ci fai qui?” chiese Magda con la voce impastata, ma il rosso non le rispose.
Dopo averle lavato per bene la ferita, gliela disinfettò e la fasciò con un po' di carta igienica, premendo fortemente sulla ferita affinché non uscisse più sangue e l'accompagnò a stendersi sul letto.
“Non rompere.” sibilò velenosa la ragazza, togliendosi di dosso la stretta del russo e premendosi da sola il polso.
Yurij la fissò con gli occhi pieni di risentimento “Sei un'incosciente. Tanto vale che ti suicidi!”
“Se volessi veramente farlo, non mi limiterei ai polsi e lo sai...” enunciò superba come se stesse raccontando cosa aveva mangiato la sera precedente.
Il rosso le guardò il polso rassegnato mentre lei si stava rimettendo il polsino su di esso. Maz alzò il viso e fissò negli occhi il ragazzo.
Yurij abbassò lievemente il capo e gli occhi verso il basso per poi riposarsi nuova,ente su di lei.
Magda sapeva che era il suo modo per chiederle scusa senza pronunciare la parola “scusa”.
“Non fa niente...” disse poi stringendo di più il suo polso.
Sentiva le ferite emanare un calore che, stranamente, la rincuoravano e la facevano sentire viva.















Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. In realtà non ho molto da dire... Spero di non avervi urtato la sensibilità con la parte di Magda... Se fosse il contrario, perdonatemi! Vorrei ringrazie le persone cha hanno recensito il capitolo precedente, spero di poter accontentare le vostre aspettative e di poter fare degli aggiornamenti "umani"! =)

Alla prossima!
Un bacione dalla Lu! =*

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Lumik Lovefood