Lily
sedeva sul bordo della Perla Nera, le mani fortemente ancorate al legno ei piedi danzanti nell’aria, a
diversi metri dall’acqua profonda dell’Oceano. A mano a mano che il viaggio per
la liberazione di Miss Swann
procedeva, la ragazza si era rapidamente accorta che la vita dei pirati non era
avventurosa e colma d’insidie come quella che era descritta nei romanzi, né gioiosa come quella che ricordava di
aver vissuto nei tre anni in cui era stata su quella nave, prima di diventare
cameriera a Port Royal. Sospirò e guardò in basso, dove le onde s’infrangevano
trasformandosi in bianchi flutti, e il blu profondo dell’acqua era
impenetrabile… A causa di quei maledetti della Marina Britannica, quegli
spocchiosi figli di papà, anche l’equipaggio, che di solito la viziava come una
principessina, non la degnava di un’occhiata, tutto intento a rendere perfetta
Commodoro
si distraeva in altri modi. Uno di questi era dar noia a Lily.
-
Buongiorno Miss Lily. - . Mentre era immersa nei suoi pensieri, la ragazza non
si era accorta che colui che la
tormentava ormai da qualche giorno le si era avvicinato, e non prestò
attenzione all’uomo fin quando non dovette rivolgergli la parola per rispondere
al suo cortese saluto. - Buongiorno, signor Commodoro. - . - Il tempo è
veramente incantevole, non trovate?
- riprese lui, con un linguaggio quasi aulico, guardando davanti a sé. - Sì,
signore. - disse l’altra, confusa sia dall’amabilità dell’ufficiale nei suoi
confronti sia da quella farsa che
continuava da troppo tempo. Il copione si svolgeva uguale ogni giorno:
Commodoro si avvicinava quasi furtivo, le rivolgeva qualche parola di
circostanza, di solito riguardo il
tempo e lo stare attenta alla posizione che assumeva sul bordo della nave, e
poi si limitava a starle vicino tutto il giorno, invitandola persino a sedersi
accanto a lui a tavola. La situazione iniziava a pesarle, e le attenzioni
dell’uomo le davano fastidio. Molto fastidio. - Fate attenzione, mi raccomando.
Non è prudente star seduti in
questo modo. - . Appunto. Ma non aveva altri argomenti più stimolanti? E poi, fare attenzione… figurarsi se lo stava ad ascoltare!
Non badava fin da piccola a tali avvertimenti, neppure se glieli rivolgeva il
capitano Jack Sparrow, figuriamoci
se si curava di quelli che le venivano dati da un uomo che fino a pochi giorni
prima non conosceva! Tuttavia, seppure fastidiosa e noiosa, la ragazza
riconosceva che quell’ “amicizia” avrebbe potuto
apportare qualche vantaggio. Quindi, spesso, alle raccomandazioni di Commodoro,
per non farlo preoccupare ulteriormente, Lily si girava all’interno della
barca, e gli rivolgeva un sorriso gratificante, che considerava più significativo di mille parole.
L’ufficiale si riteneva sempre soddisfatto.
L’odore
di chiuso aleggiava sulla cabina come un fantasma nauseabondo, ma l’occupante
sembrava non accorgersene, chino com’era su
pergamene scolorite e strappate in più punti. Non si rese conto
neppure della porta che si apriva, fino a
quando colei che era appena entrata non si schiarì la voce. - Sì?
- chiese Jack Sparrow, con il
tono vagamente infastidito. - Mi mandano ad avvisarla che la cena è pronta… -
iniziò Lily, sentendosi a disagio sotto lo sguardo indagatore del capitano. - … e che stiamo per attraccare nella prima isola
che si trova sulla nostra rotta. - . - Scott Island, giusto? -
domandò il pirata, non accennando a distogliere lo sguardo penetrante dalla sua
figlioccia. - Sì, signore. - rispose la ragazza, abbassando il capo per non
sostenere lo sguardo del suo “tutore” e sentendo persistere ancora quella
fastidiosa sensazione di imbarazzo.
- Bene… - mormorò l’uomo. - … Bene… - ripeté di nuovo. Un grande sbadiglio gli
deformò il viso per un momento, poi uscì dalla
cabina per dirigersi verso la cucina dove era radunati
tutti gli occupanti della nave. Ordinò alla ciurma di lasciar perdere il pasto preparato dal cuoco di
bordo: chi avesse voluto mangiare doveva scendere a Scott Island. - Ad
eccezione di te, Lily. - continuò, rivolgendosi in tono più sommesso verso la
ragazza che l’aveva seguito.
- Dovrai rimanere qui... - .
- Ma perché… - iniziò la
figlioccia, quando un’occhiata del capitano le gelò il sangue. - Sai bene il
perché. E non osare
contraddirmi! - le rispose Jack
Sparrow, avviandosi a gran passi verso il ponte per vedere di persona chi
sarebbe sceso. Per quanto lo riguardava, aveva deciso di rimanere sulla nave. Che fare?
Passare
il ponte travestita da
maschio non aveva funzionato, come al solito il capitano l’aveva riconosciuta.
Supplicarlo, piangere e urlare erano valsi a poco, solo a strappargli una
parola: “No”. Eppure lei
voleva scendere! Voleva vedere come era
cambiata l’isola dopo tanti anni, come erano diventate le persone che aveva
conosciuto! - Se vuoi, Lily, potrei acconsentire a farti scendere se qualcuno
ti scortasse e ti proteggesse per le vie della città... - aveva buttato lì,
beffardo, il suo “tutore”, sapendo che nessuno della ciurma avrebbe fatto una
cosa talmente temeraria e stupida: perché Lily, e ogni pirata lo sapeva, era in
grado di difendersi da sola, aveva sempre con sé la sua catena micidiale… Senza
contare che tutti i membri dell’equipaggio erano legati ad un patto di assoluta fedeltà al capitano: se
uno solo di essi avesse provato a trasgredire un ordine o ad andare contro Jack
Sparrow sarebbe stato subito lasciato a terra dai suoi compagni! La ragazza non
poteva chiedere a nessuno di accompagnarla, dunque… Stava per rassegnarsi quando le balenò in
mente un’idea: il capitano aveva detto “qualcuno”, non aveva specificato
l’origine di questo accompagnatore! Poteva essere anche Will, o uno della Marina Britannica… Scartando
immediatamente l’idea del fabbro, troppo legato a Sparrow per infrangere una
sua sola regola, Lily si decise risoluta verso l’unica sua speranza, felice di
aver sopportato tutti i giorni l’estenuante dialogo di Commodoro.
La
porta del Capitano della Marina Britannica era sorvegliata da un ragazzo che
alcune volte era stato nella locanda dove Lily serviva da cameriera. Aveva pressappoco la stessa età della ragazza,
così, evitando i convenevoli soliti negli ambienti di città, non si fece
scrupolo di chiamarlo per nome. - Harry… - . - Ciao Lily. - rispose lui,
sorridendole. La situazione in cui si trovavano, soli, senza nessuno intorno, permetteva ad entrambi di parlarsi
come due pari, senza le solite differenze tra uomo e donna che la giovane
odiava tanto. - Non scendi? - chiese lei,
con tono ingenuo, decidendo di prendere l’argomento alla larga. -
No. Vorrei tanto, più che altro per mangiare, ma il Commodoro mi ha ordinato di stare qui a
sorvegliare la sua cabina. - rispose il ragazzo, con un sospiro evidente . - Come mai? - domandò Lily, il
viso che esprimeva innocenza allo stato puro. Era lo stesso atteggiamento che usava quando il capitano Jack
Sparrow si mostrava adirato o sorpreso per delle conoscenze della “una ragazza
di buona famiglia non deve assolutamente sapere”. - Non dovrei dirlo a nessuno
- esitò Harry. - … Ma… -
abbassò la voce per non farsi sentire - Oh, beh, si sta facendo un bagno! -
esclamò, sembrando quasi che si liberasse da un grosso peso. - Capisco. - sorrise
Lily, mostrando complicità. Poi, come se si fosse ricordata all’improvviso di
una cosa importante, chiese: - L’acqua è già dentro? - . - Sì. Ma perché me lo chiedi? - le
rispose il giovane uomo della Marina Britannica, incuriosito dalla domanda. -
Sai… - iniziò la ragazza - … Mi è appena venuto in mente che il signor
Commodoro mi aveva parlato della sua intenzione di farsi un bagno, e mi aveva
chiesto se ero disponibile ad aiutarlo con l’acqua, visto che io non faccio mai
nulla sulla nave… - continuò con una voce quasi da bambina, sapendo che nessuno
avrebbe potuto pensare che un viso così ingenuo potesse mentire facilmente.
Inoltre tutti avevano visto i dialoghi mattutini di Commodoro e Lily, ma si
erano tenuti sempre a debita distanza… Dunque non potevano neppure immaginare
che gli argomenti erano
sempre gli stessi. - Però si era dimenticato di dirmi quando intendeva farlo, così ero venuta a
chiederlo ora… Mi sembrava un buon momento… Sai, sono scesi tutti, nessuno
potrebbe dargli fastidio… - disse ancora. Poi, senza alcun preavviso: - Dai,
Harry, fammi entrare… E’ lo stesso Commodoro che voleva che io lo aiutassi… -
sorrise, guardando supplichevole il giovane e sfoderando il più avvenente dei
sorrisi. - Ma… - iniziò lui,
visibilmente a disagio. - Ti prego! - esclamò lei. Senza altri indugi, la porta
le fu aperta. Quando voleva, Lily sapeva essere estremamente convincente.
Commodoro
era già dentro la tinozza per il bagno, l’acqua calda che gli cullava il corpo
e la mente. Il cigolio della porta che si apriva lo adirò non poco, perché non voleva essere disturbato,
almeno non in quel piccolo momento di quiete che era riuscito a ritagliarsi
solo per sé, ma tenendo gli occhi ben chiusi per evitare alla sensazione di
appagamento di scivolare via, si limitò a chiedere con voce brusca : - Sì,
Harry? - . - Non sono Harry, signor Commodoro. - rispose quietamente la voce di
Lily, facendo sobbalzare l’ufficiale della Marina Britannica che si affrettò a
coprire le sue parti basse, anche se immerse in acqua, e ad aprire gli occhi. -
Miss… Miss… Miss Lily! -
riuscì a balbettare, tra lo sconcertato, l’adirato… e, in fondo, anche se non
voleva ammetterlo con se stesso, il compiaciuto. - Sì, signor Commodoro? -
domandò Lily, mostrando tutta l’innocenza possibile. - Pensavo che Harry le
avesse detto che… che… -
masticò l’uomo, lo sguardo da tutt’altra
parte e il viso arrossato. - Sì, me l’ha detto. Ma io ho pensato che avrei potuto aiutarvi… con
l’acqua e la schiena, ad esempio… - iniziò Lily, camminando verso la tinozza e
mettendo ancora più in agitazione l’animo dell’uomo. - Suvvia, dopotutto sono
cresciuta prima in un bordello e poi trai pirati, non sono cose di questo tipo
ad impressionarmi! - continuò, vedendo Commodoro che cercava di prendere, senza
successo, un asciugamano troppo distante, per coprirsi del tutto. L’uomo cessò
di fare i suoi inutili tentativi e la guardò. - Si rilassi… - sussurrò lei,
avvicinandosi del tutto e prendendogli dalla mano la spugna. Iniziò a passarla
sulla schiena dell’ufficiale, che quasi automaticamente chiuse gli occhi e
cominciò ad assaporare di nuovo le sensazioni dell’acqua calda e del massaggio
che Lily effettuava con la
spugna.
-
In realtà pensavo fosse sceso… - disse la ragazza, interrompendo il silenzio
fattosi troppo gravoso. - No, non mi piacciono queste isole poco conosciute -
rispose Commodoro - abitate solo da gente di bassa lega… Senza offesa nei
vostri confronti, ovviamente. Intendevo pirati,
prostitute e… - l’uomo si fermò di nuovo, ricordandosi solo in
quel momento che la giovane donna era vissuta proprio in mezzo alla gente che
stava denigrando. - Nessuna offesa,
non si preoccupi. - lo interruppe Lily, evitando che lui continuasse con la
lista delle persone che detestava. Alla sua affermazione seguirono alcuni
attimi di silenzio, dopo i quali l’uomo si decise a parlare. - E lei? Come mai non scende?
Sbaglierò, ma mi sembrava
piuttosto desiderosa di abbandonare, anche solo per un attimo, la vita di mare.
Sul bordo della nave era piuttosto insofferente. - . Caspita, che occhio aveva
avuto! E dire che lei si era
sempre vantata di saper mascherare bene le sue emozioni, i suoi pensieri! Era
davvero così facile leggerla, come un libro aperto? Oppure, senza che lei se ne fosse accorta, Commodoro
l’aveva fissata più di una volta, notando i suoi piccoli gesti… La bocca storta
in un moto di noia, il ciuffo sfuggito dalla coda che attorcigliava su un dito
o tirava leggermente… Possibile che queste minuzie avessero suggerito
all’ufficiale della Marina Britannica il suo stato d’animo? Straordinario… -
Effettivamente sì. - ammise Lily, smettendo di passare la spugna sulla schiena
dell’uomo e aggiungendo acqua calda alla tinozza. - Ma il capitano mi ha categoricamente vietato di
scendere… E immagino che lei sappia che non posso fare altro che ubbidirgli. -
aggiunse, mostrando un’aria afflitta da cane bastonato, gli occhi offuscati da
una tristezza non solo fittizia. - Ma…
è intollerabile! Limitare la libertà di una persona in un modo talmente
barbaro… Miss Lily, parlerò immediatamente con Jack Sparrow, non mi pare giusto
che… - Commodoro si era talmente
infervorato che solo quando si trovò la mano della ragazza sulla
bocca si ricordò che sulla Perla Nera le pareti non erano molto solide e
potevano facilmente far trapelare le sue parole. - Non servirebbe a nulla -
rispose la ragazza, liberando la bocca dell’uomo - ho il permesso di scendere
solo se accompagnata… Comunque
la ringrazio per il pensiero. - . Tuttavia,
appena pronunciate quelle parole, Lily si accorse facilmente dallo sguardo
fermo di Commodoro che aveva già fatto la sua scelta.
-
Lily… no! - disse il capitano Jack
Sparrow, ancora a guardia sul ponte, mettendosi davanti alla sua protetta per
impedirle di scendere. - Perché
no? - chiese lei, mostrandosi sorpresa dal divieto. - Forse perché indosso
vestiti maschili? - continuò, non avendo ricevuto una risposta alla sua prima
domanda... e poi era estremamente
divertente vedere l’uomo che mano a mano che procedeva con le parole cercava di
mostrarsi calmo! - Forse perché non hai un
accompagnatore, come ho stabilito che dovesse essere per farti scendere… -
sibilò il pirata, cercando di fare del sarcasmo. - L’accompagno
io Sparrow. Così non correrà pericoli. - lo raggiunse una voce perentoria, alle
spalle del pirata… un’odiosa voce. Commodoro era appena arrivato, vestito di
tutto punto e pronto a scendere con Lily. Un leggero sorriso diabolico sul
volto angelico della ragazza e un ciao-ciao con la mano fecero capire immediatamente a Jack Sparrow che
questa volta si era incastrato da solo.