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Autore: ShedMySkin    13/12/2011    4 recensioni
Sei mai stato tanto innamorato di qualcuno, al punto, di infischiartene di te stesso?
Quando ti guarda, il tuo cuore ha un sussulto.
Se senti il suo respiro sulla tua pelle, brucia tanto da far male.
Hai mai desiderato così tanto una persona, al punto, di smettere di esistere?
Ha mai provato tutte queste sensazioni, pur essendo un vampiro?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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It's stronger than me




~Alec

Rallentai fino a fermare la moto vicino al margine di un bosco fittissimo, tra le cui piante e arbusti si intravedeva un piccolo sentiero fangoso. Girai le schiavi nel quadro e mi voltai a guardare Nessie mentre si toglieva il casco e scuoteva i capelli ramati: il suo profumo mi investì dolcemente lasciandomi quasi assuefatto e intontito; poi scese con innaturale eleganza e si girò verso la piccola stradina che spuntava mettendo le mani sui fianchi.
-Pronto?- chiese poi, girandosi mentre scendevo dal mio mezzo e prendevo il suo casco per riporlo nel sottosella.
-Ovvio Cullen.- risposi, sorridendole mentre la seguivo incuriosito.
-Proseguiremo a passo d’uomo: tanto non abbiamo fretta; così potrò iniziare la mia tortura di domande.- disse, guardandomi con la coda dell’occhio con una luce maligna e sinistra.
Risi alle sue parole.
-Devo aver paura?-
-No, non direi..a meno che tu non abbia qualcosa da nascondere.-
-Tutti hanno segreti a parer mio inconfessabili.-
Lei fece spallucce mentre ci inoltravamo nella vegetazione e prendevamo il sentiero. L’aria all’interno del bosco era densa, pesante: aveva un non so che di antico, come quelle case che rimangono chiuse per secoli. La luce opaca irradiata dalle nuvole biancastre che ricoprivano tutto il cielo filtrava appena tra le fronde degli alberi rigogliosi e c’era tantissima umidità: un umano sarebbe già impazzito in condizioni del genere.
-Perché te ne sei andato dai Volturi?-
Non mi diede nemmeno il tempo di abituarmi alla sua presenza mentre eravamo soli pochi centimetri di distanza che incominciò subito con la prima domanda: dovevo ammettere però che questo suo interessamento alla mia esistenza mi faceva davvero piacere.
-Non c’è una vera ragione.- dissi semplicemente, scavalcando con un balzo rapidissimo il tronco di un albero squarciato quasi sicuramente da un fulmine: la notte prima c’era stato un temporale tremendo e nell’aria potevo avvertire una sorta di leggera elettricità, impossibile dire se era un effetto del fulmine o dell’attrazione tra me e Nessie.
–Diciamo che avevo capito di non stare più bene insieme a loro..avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di un colpo di scena che rendesse la mia esistenza più interessante.- conclusi, sorridendole appena.
-E pensavi di trovare una vita elettrizzante qui a Forks?- mi rispose, con una sorta di sarcasmo pungente misto ad ironia.
-Beh, di certo non sarei potuto andare sulle spiagge della California a prendere il sole, non ti pare?-
Si lasciò andare in una risata mentre coglieva un piccolo fiore bianco da terra e ne accarezzava i petali con le punte delle dita pallide e affusolate togliendo le goccioline di pioggia: quel gesto mi fece quasi impazzire; aveva un’espressione così concentrata da renderla ancora più adorabile.
-Fammi capire..te ne sei andato così senza che loro ti dicessero nulla? Non hanno nemmeno provato a cercarti?-
Sbuffai malinconico ripensando all’incontro con Heidi nel bar o alla faccia di Jane quando le avevo comunicato la mia scelta…
-Aro mi ha lasciato carta bianca, dandomi la possibilità di prendermi “una pausa” da quel mondo che ormai mi andava stretto..ma di certo non si è arreso. Credo che la persona più irritata di tutta questa storia sia mia sorella..- conclusi, senza riuscire ad andare avanti. Il legame che c’era tra me e Jane era inspiegabile: avevamo due poteri che erano l’opposto ma allo stesso complementari. Staccarmi da lei era stata la cosa più difficile ma necessaria per crescere.
-Ti manca?- mi chiese fermandosi di fronte e guardandomi premurosa mentre si lasciava scivolare il fiore tra le dita che raggiunse il suole volteggiando, adagiandosi con grazie su un letto di foglie di svariati colori: un po’ come Nessie, quel fiore così bianco e puro spiccava tra gli orrori del mondo, compresi noi vampiri.
-A tratti ma eih…ho tutta l’esistenza per poterla rivedere.- le risposi facendole un sorrisetto e proseguendo il cammino nonostante sarei rimasto le ore a guardare i suoi occhi color cioccolato riflessi nei miei con così tanta premura.
-E..ti ricordi cos’eri prima di diventare un vampiro?-
- Non mi ricordo il mio cognome, ma so di essere vissuto nella Londra del 1700: io,un normalissimo ragazzo di 18 anni, e mia sorella, una tenera fanciulla di 16, venimmo condannati al rogo perché avevano notato che eravamo… diversi nonostante la nostra umanità. Mentre appiccavano il fuoco durante la nostra condanna io mi concentrai per far sì che non sentissi il fuoco bruciare la mia pelle: mi ero rassegnato al mio destino, accettando la morte…in Jane invece scattò qualcosa che la cambiò per sempre: desiderò a tal punto far provare ai nostri esecutori lo stesso dolore che ci stavano infliggendo che divenne poi il suo talento quando diventò una vampira. Fu Aro a trasformarci, quando credendoci morti ci buttarono in una fossa comune destinata ai delinquenti e alle presunte streghe. Da quel momento in poi sono entrato a far parte del corpo di guardia dei Volturi.- conclusi, sbirciando la sua reazione con la coda dell’occhio: il suo volto era rivolto verso il basso con un’espressione di pura tristezza.
-E’ davvero terribile quello che ti hanno fatto…-
-Alla fine non lo è stato.- le dissi sinceramente e notando la sua espressione allibita mi affrettai a spiegarle- come ti ho già detto, io mi concentrai per non sentire dolore e così fu…non ho sentito nessun fuoco se non quello della trasformazione.-
Annuì piano evidentemente a corto di parole mentre camminando ci eravamo impercettibilmente più vicini. L’esistenza del licantropo non mi preoccupava più di tanto: avrebbe avuto pane per i suoi denti.
-Cavoli…e in tutti questi secoli non hai mai avuto una compagna?- mi chiese, con una nota in più di curiosità che mi fece sorridere.
-Parecchie!- risposi ridendo, mentre notavo la sua faccia sconvolta.
-Era una domanda seria Alec.- puntualizzò lei, altezzosa senza degnarmi di uno sguardo mentre continuavo a sghignazzare appena dietro di lei.
-Sono serissimo infatti.-
Nessie si girò a guardarmi con uno sguardo severo: le dava forse fastidio? Soddisfatto del risultato attenuto decisi che avevo tirato la corda fin troppo: le diedi una leggera carezza sulla fronte mentre la sorpassavo e dissi:
-L’unica relazione più o meno seria che ho avuto è stata con una vampira del corpo di guardia dei Volturi: si chiama Heidi.. ma era più un legame fisico, è durato solo qualche decina di anni.- conclusi, alzando le spalle indifferente.
-SOLO!?- mi chiese lei, incredula.
-Beh..su più di 300 anni di esistenza cosa saranno mai due o tre decine di anni?-
-Quindi hai fatto il ragazzo serio per quarant’anni e per i restanti secoli hai fatto la..prostituta?- concluse lei, ridendo. –Complimenti non c’è che dire!-
-Davvero molto spiritosa!- le dissi mentre la prendevo tra le braccia facendo due giri su me stesso e poi lasciandoci cadere su uno spiazzo di erba asciutta che aveva sopra di se uno squarcio tra le fronde degli alberi che mostrava il cielo: le nuvole biancastre se ne stavano andando lasciando posto a uno sfavillante azzurro.
-E cos’hai in mente per il resto della tua esistenza?- chiese, dopo qualche minuto in cui rimanemmo in contemplazione del cielo.
-Il bello è proprio questo: vivere alla giornata, senza regole…cogliendo l’attimo.- Girai il mio viso verso il suo: mi sorpresi di quanto ci eravamo fatti vicini. Potevo vedere ogni singola venatura di colore dei suoi occhi color cioccolato, ogni singola piccola lentiggine chiara sul suo volto candido e sentire ogni singolo suo respiro che si infrangeva sulle mie labbra.
Ci avvicinammo sempre di più, di millimetro in millimetro mentre avevo nel petto un’impazienza snervante: c’era una tensione nell’aria quasi palpabile, quell’attimo di incertezza, stupore, timore e meraviglia che precede il primo bacio con una persone per la quale provi sentimenti incomprensibili..mai sperimentati prima.
Proprio mentre il suo viso era a un soffio dal mio le squillò il cellulare, facendo andare in mille pezzi quell’atmosfera magica che si era creata: come un elefante che passa in mezzo a una cristalleria. Sussultammo entrambi a sentire l’odioso suono della suoneria mentre lei, socchiudendo gli occhi come per scacciare dalla mente pensieri poco opportuni, estrasse il cellulare dalla tasca destra dei jeans e rispose rivolgendo il viso verso il cielo che si stava rannuvolando di nuovo.
-Eih Jake.-
Jake doveva essere il cane.
Anche se non avrei dovuto, rimasi in ascolto della telefonata infuocato dalla gelosia, mentre ero apparentemente impegnato a studiare un albero alla mia sinistra.
-Amore! Dove sei? Ho provato a chiamarti a casa ma non mi rispondevi..-
-Sì..sono andata un pochino a caccia e ho appena finito. Tra un’oretta vieni da me, ok?-
-Va bene, non c’è problema. Ti ricordi della grigliata da Jared?-
Nessie si portò una mano al viso: capii che avrebbe preferito una serata insieme a Tiffany Banks e quelle oche piuttosto che andare alla grigliata di quel tizio.
-Mi ero completamente dimenticata! Mm..comunque sì, non c’è problema posso resistere per una serata.- Sentii una risata sommessa dall’altra parte del telefono.
-Sei incredibile mostro…allora ci vediamo tra poco..-
-Perfetto.-
-Ti amo.-
-..anche io.- e riagganciò, sospirando mentre riponeva il telefono in tasca per poi guardarmi con una sorta di dolore indecifrabile negli occhi mentre si avvicinava con lentezza calcolata al mio viso..



~Nessie

Continuai a guardarmi nello specchio del bagno, dritta negli occhi disgustandomi della mia stessa slealtà nei confronti del ragazzo che amavo. Sospirai lentamente l’aria umida e calda che proveniva dalla doccia bollente appena accesa: avevo paura che l’odore di Alec si sentisse ancora.
A ripensare a lui un esercito di farfalle invase il mio stomaco, facendomi venire quasi un capogiro. Non mi erano mai piaciute le farfalle e dal quel momento le trovavo ripugnanti.
Mi buttai sotto l’acqua bollente, sperando di lavarmi via anche i sensi di colpa: si dice che tutte le domande esistenziali ti assalgono proprio mentre sei sotto la doccia. “Gli umani ogni tanto la sanno lunga!” pensai tra me e me mentre mi insaponavo i capelli e il corpo in modo frenetico. All’improvviso mi sembrò che il suo profumo trasudasse dai pori della mia pelle e che non me ne sarei mai liberata del tutto, come se fosse una cosa mia: mi sentii come sotto mille tonnellate di cemento armato o ferro e mi appoggiai alla parete fredda di marmo, resa appena tiepida dall’acqua caldissima, scivolando giù fino ad avere le ginocchia al petto. Avevo mentito anche alla mia famiglia, mettendola in una condizione quasi mortale e terribile: sentii i battiti del mio cuore accelerare in preda all’ansia.
Era tutto troppo per me, non riuscivo a sopportarlo.
Ero nel baratro e quello che tanto mi opprimeva era il senso di colpa che tanto desideravo togliermi di dosso. Come potevo solo pensare di provare interesse per un ragazzo che non fosse Jacob Black?
Lui, la mia anima gemella? Come potevo mettere in dubbio il potere dell’imprinting e il mio amore incondizionato?
Come potevo mettere a rischio la mia famiglia per uno sconosciuto?
Mi accorsi che stavo respirando freneticamente: le tonnellate di cemento aumentavano sempre di più. Non riuscivo a togliere dalla mente il viso di Alec: la sua bocca, il suo sorriso, la sua voce, il suo respiro dolce..la sua pelle, il modo in cui mi guardava poi era qualcosa di inspiegabile.
Era come se fossimo davvero legati da qualcosa di profondo ed esclusivo, incatenati dallo stesso crudele destino che ci ha fatti incontrare ponendomi di fronte a un bivio: uno scrittore diceva che nelle decisioni più importanti nella vita non poteva esserci segnaletica, qualcosa che ti aiutasse a prendere la decisione giusta..2 a 0 per gli umani!
Alla sola idea di non poter più parlare con Alec venni attraversata da un dolore devastante perché sentivo che non avevo ancora avuto abbastanza di lui per poterlo capire o meglio per capire l’assurda chimica e attrazione che c’era di noi. Mi sentivo come un meteorite attratto dall’orbita potentissima di un pianete: volente o nolente non potevo continuare il mio percorso senza entrarci a contatto. Ma la vera domanda era: ne sarei uscita?
Impossibile dirlo..
Forse l’amore che provavo per Jacob era solo il riflesso del suo che era così potente da bastare per entrambi o forse vedevo più semplicemente in Alec il mezzo più semplice per evadere da quella realtà che ormai mi andava stretta e da cui speravo disperatamente di uscirne un giorno. All’improvviso la porta scorrevole del bagno si aprì..
-Nessie?-
La voce preoccupata di Jacob mi rimbombò in testa lasciandomi frastornata senza riuscire ad emettere suono.
Dopo mezzo secondo aprì anche la porta vetro della doccia e mi guardò in ansia: non avevo la minima vergogna del mio corpo con lui, ormai lo conosceva alla perfezione con tutte le volte che ci eravamo amati o che mi ero lasciata amare da lui.
Senza dire una parola mi prese tra le braccia, spegnendo il getto d’acqua, mi avvolse in un asciugamano e mi mise a letto sdraiandosi accanto a me mentre il suo petto diventava il mio rifugio sicuro mettendomi al riparo da pensieri orribili.
-So che sei preoccupata per la tua famiglia ma vedrai che andrà tutto alla grande, non succederà nulla di male e torneranno presto …Adesso forza, vestiti e andiamo fuori, almeno provi distrarti!-
Mi limitai ad annuire mentre i miei occhi si riempivano di lacrime e il mio cuore andava in mille pezzi diventando consapevole delle reali conseguenze delle mie azioni come farebbe un cristallo che cade su un duro pavimento di pietra.
-Telefono per avvisare che tardiamo.-sussurrò Jake, con il le labbra a fior di pelle sulla mia fronte per poi estrarre il cellulare ed uscire dalla stanza mentre io mi misi a sedere con il viso tra le mani rigato di lacrime che sembravano tracciare solchi incandescenti sulla mia pelle.
Un suono mi riportò alla realtà: il mio cellulare vibrò, segno che mi era arrivato un messaggio. Lo presi dal comodino, tremante, sperando che fossero i miei genitori che mi annunciavano il loro imminente ritorno.

“So cosa nascondi. Vediamoci domani alla caffetteria di Forks alle 20 in punto: ti pregherei di venire da sola e di non tardare o il tuo segreto sarà sulla bocca di tutti con conseguenze devastanti.”

[Continua..]



Ta da da dann..e adesso cosa succederà? Ma soprattutto…chi è che si nasconde dietro il messaggio che è arrivato a Nessie?
Intanto ringrazio di cuore chi ha recensito:
MaryCarry: Spero che ti sia piaciuto il nuovo chap ;) Comunque anche io adoro Jane Austen, è una delle mie scrittrici preferite e per quanto riguarda Alec..penso che sia il ragazzo cattivo che tutte in fondo in fondo desideriamo, pur stando con un Jacob che è il prototipo del ragazzo che presenteresti ai tuoi genitori per fare un grande figura! Grazie mille per la recensionee
HelenCullen: ahah sei incredibile non ho mai nemmeno visto la somiglianza con uno spermatozoo! Comunque anche io ho aggiornato un po’ tardi perché la scuola in questo periodo mi tiene davvero occupata rubando quasi tutto il mio tempo libero.. Per la tua gioia ho lasciato il capitolo un po’ in sospeso, vedremo nel prossimo se hai ragione o meno e cosa succederà. E , per la cronaca, io sono una ferma sostenitrice dell’amore a prima vista: trovo che il colpo di fulmine sia una cosa spettacolare che colpisce e segna nel profondo se colto e fatto maturare ;)
stezietta w: ahah grazie mille sei carinissima :) Mi dispiace di avervi fatto aspettare e di lasciarvi ancora un pochino in sospeso, ma giuro che ho in serbo per i nostri personaggi un po’ di cattiverie, colpi di scena e torture psicologiche che lasciaranno tutti col fiato sospeso fino alla fine.


Un abbraccio e al prossimo chapp ♡
  
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