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Autore: Writer96    14/12/2011    33 recensioni
Hagrid regala ad Harry un album pieno di foto dei suoi genitori. Ma quale storia si cela dietro ogni foto?
#1
"-Signorina Evans, si avvicini al Signor Potter, la prego. La foto è di coppia...- disse Silente, sorridendo maliziosamente nel pronunciare l’ultima parola."
#2
- Io vado a mettere questa al sicuro. Diventerà una testimonianza storica e la vedremo presto nei libri di Storia della Magia, sotto la voce L’estinzione della guerra Potter-Evans... e la conseguente nascita della tribù Evans in Potter! -"
#3
"-Quale posto è più romantico del parco sotto la pioggia ed il gelo?- domandò, sarcasticamente, Sirius."
#4
"Insomma Lily, basta di usare il mio cognome come se fosse un insulto. Ci saranno dei problemi quando sarà il tuo, dopo..."
.
La domanda ora è: cosa ne verrà fuori?
-Writ
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
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#8  La polvere che rende tutti isterici forse ha a che fare con l'età di Babbo Natale
 







James diventava euforico, a Natale.

A dire il vero era euforico sempre, ma a Natale cominciava a dare di matto e rideva per qualunque cosa, meglio ancora se questa cosa sarebbe stata ritenuta assolutamente normale in altri contesti.

Ma, ripeto, James era euforico a Natale.

Anche baciare Lily, quindi, diventava qualcosa di assurdo e da un paio di giorni il ragazzo aveva cominciato a supplicare le persone in giro di scattar loro una foto, intaccando i nervi già spossati della ragazza e arrivando a stressare lo stesso Peter che era scappato via dopo che per la prima volta James gli aveva fatto notare come la sua mano e quella della ragazza fossero perfettamente intrecciate.

-Una foto, Lily. Una sola, una testimonianza che gridi a coloro che verranno dopo di noi Se ci credi puoi fare tutto! Dai, tesoro. Non ti sto chiedendo niente di assurdo, solo di baciarmi di tua spontanea volontà mentre qualcuno scatta una foto...- la pregò lui un giorno, poco dopo aver finito di fare i compiti. Lei alzò lo sguardo, inarcando il sopracciglio come ogni volta che lui diceva qualcosa di particolarmente assurdo.
Il che capitava spesso.

-Non è spontaneo se mi chiedi di farlo, non credi? E poi ne hai milioni di foto, per Godric. Milioni, tesoro, milioni. Cosa ti cambia se ne hai una in più. E poi ho due occhiaie che fanno paura e i capelli sporchi e un maglione orribile. Dai James. Sii ragionevole...- provò a contestare Lily. Ma la parola “ragionevole” non si poteva associare a James, non sotto Natale. E così la ragazza non si stupì più di tanto quando lui fece uno strano verso e si sporse verso di lei, premendole velocemente le labbra sulla bocca.

Non sbuffò nemmeno, Lily. Rimase lì sorridendo fino a quando Sirius non riemerse da una macchina fotografica enorme e si mise a tossicchiare. James era raggiante e continuò a sorridere in maniera ebete anche mentre Lily gli tirava due o tre scappellotti di fila cercando di farlo ragionare.

-Fumo. Morgana e i suoi slip osè, James! Una macchina fotografica meno vecchia?- tossicchiò Sirius, porgendo la foto all’amico con molta reticenza.
-Remus non mi ha prestato la sua. Ha detto che ero diventato pazzo a furia di fare foto. Dice che Lily e il Natale non sono una buona accoppiata...- provò a giustificarsi James, agguantando la foto e guardandola con avidità.

Oggettivamente parlando, ne avevano di migliori.
Per esempio, ne aveva un paio dove era Lily a baciare lui.
Anche quelle in cui lo picchiava erano molto carine.
Ma questa foto andava bene lo stesso. C’erano lui e Lily, lì dentro.  E per quanto rischiasse di suonare melenso, James espresse comunque il suo pensiero.
Perché lo sanno tutti che James Potter diventa particolarmente scemo in compagnia di Lily a Natale.

-Ti amo più degli slip di Merlino e di Morgana, Evans.-

                                                                               ****

-Aberforth!  Abe! Ab! Corri, corri, è incredibile, meraviglioso, strepitoso!- la porta del locale si aprì di botto, mentre un esagitato James Potter entrava correndo nella Testa di porco, facendo voltare quei pochi clienti che lo guardarono sospettosi da sotto i loro veli, cappucci o mantelli.

Era strana, la gente che stava lì.
O forse era normale, in un modo tutto suo, in un mondo tutto suo.
La clientela della Testa di Porco era l’altro lato della medaglia, quello dello spessore, che non era né buono né cattivo. Semplicemente stava lì, un po’ a metà a guardare il mondo che era indeciso quanto loro.

-Potter. Perché non mi stupisco più nel trovarti qui in un giorno infrasettimanale?- borbottò il barista, riscuotendo il ragazzo dalle sue riflessioni. James arrossì e sorrise imbarazzato e cominciò a dondolare sul posto come una primina alla sua prima lezione.

-Ma questa volta ce l’ho un buon motivo. E poi domani cominceranno le vacanze di Natale, e Lily e io andiamo da qualche parte insieme, e poi lei e Remus si coalizzeranno e mi metteranno sotto a studiare, cosa che non dovrei nemmeno fare, ma insomma...- disse lui, tutto d’un fiato e appoggiandosi ad uno degli sgabelli. Aberforth lo guardò inarcando un sopracciglio e posò sul bancone un bicchiere che teneva in mano prima.

-Lily?- domandò poi, guardandolo mentre si issava sullo sgabello cercando di nascondere qualcosa dietro la schiena. Era tenero, il ragazzo. Ab non l’avrebbe mai ammesso, ma a quel giovanotto voleva una strana forma di bene.

-Ti rovino la sorpresa. Ti ricordi quando ti ho parlato del mio sogno più grande?- domandò James, mettendo sul bancone un paio di falci che indicavano la richiesta di una burrobirra corretta con sconto della casa.

-Volare fino alla luna sulla tua scopa?- domandò l’uomo mentre una strega con un naso esageratamente grande e un mento ancor più prominente pagava una strana bevanda fumante e verdognola che non aveva un’aria invitante.

-No. Anche se un giorno lo farò, lo sai. Andiamo. Puoi indovinarlo, te ne ho parlato così tante volte!- si imbronciò James sorseggiando la sua burrobirra e accarezzando con il pollice e l’indice un angolo ormai mezzo rotto della foto.

-Ah, ecco. Quella Lily era Lily Evans, che sciocco, non l’avevo capito. Il tuo sogno più grande è ripopolare il mondo con lei, vero?- commentò sarcasticamente l’uomo sedendosi finalmente di fronte al ragazzo, che stava cominciando a sudare nonostante fosse inverno e fuori stesse cominciando a nevicare.

-Stavi bluffando! Te ne ricordavi eccome, vero? Volevi farmi ammettere di essere stato molto stressante riguardo a lei, eh? Ah, ma non ci riuscirai, Ab. Mai. Anche perché sono venuto a darti questa bella notizia e a dimostrartela, quindi non potrai prendermi in giro, oh no. Ah.-  Gongolò James, mentre l’altro alzava gli occhi al cielo sospirando in maniera depressa. Tra tutti i possibili clienti abituali, lui era andato a scegliersi quello più instabile mentalmente per fare amicizia.
Se lo ricordava ancora, a tredici anni, seduto lì davanti con gli occhi che brillavano mentre decretava che quello era il posto migliore del mondo e cercava di corromperlo per farsi dare un FireWhiskey a furia di caramelle comprate da Mielandia. Insieme a lui, quegli altri tre sciagurati, che completavano il quartetto delle meraviglie.

-Dovrei chiederti Che bella notizia, James? E poi dirti che no, assolutamente, non sei stressante. Ma immagino che per dirti questo ci sia quella povera ragazza della tua fidanzata, Lily Evans, quindi mi limiterò a dirti Oh, non vedo l’ora di sapere che mi hai portato!- esclamò burbero l’uomo, sorridendo però affettuosamente davanti allo sguardo stupito di James, che posò una foto a faccia in giù sul bancone e la spinse verso di lui senza smettere un attimo di chiedersi come mai tutti si accorgessero che lui e Lily stavano insieme senza che loro ne facessero parola. Lei aveva imparato ad annuire comprensiva ogni volta che lui le esprimeva questo suo dubbio, ma c’è da dire che in effetti questo avveniva circa quindici volte al giorno perciò lei era stata obbligata a farsene una ragione.

-Ma che bel retro di foto, Potter, sono entusiasta. Chi è il grande fotografo?-
-Spiritoso. Girala...-

Aberforth girò la foto con cautela e dovette strizzare gli occhi per vedere cosa vi era raffigurato su. James che baciava di scatto Lily e lei che alzava gli occhi al cielo scostandosi dalla fronte una ciocca di capelli.

Erano quelli i momenti in cui l’uomo sentiva di più la mancanza di una donna, accanto a lui. Non che non l’avessero voluto. Essere il fratello del grande Albus Silente gli aveva conferito una certa importanza, nonostante sapesse parlare meglio di capre che di Quidditch. Ma questo alla gente non importava, perché lui era un Silente, fratello proprio di quel Silente, sì, quello famoso. E lui avrebbe potuto anche dire che il cielo era diventato rosa e che un uomo aveva adottato un drago al posto del suo gattino, tanto loro gli avrebbero comunque dato ascolto.

Questo Aberforth non lo tollerava. Albus sì, lui era fatto per questo mondo. Aveva quel giusto tocco di malizia, quella giusta capacità di dire la cosa esatta al momento esatto ed apparire geniale sempre. Albus era un uomo coraggioso nella sua paura, nella sua codardia. Scopriva i segreti della gente con abilità per non essere obbligato a rivelare i suoi.

Ab non aveva mai avuto una donna che, accanto a lui, fosse davvero sincera, davvero interessata.
E l’unica che aveva avuto e amato davvero era morta, portata via da loro fratello e dalla sua codardia coraggiosa. Ariana avrebbe apprezzato quella foto. Le piacevano tanto, le foto. E le storie d’amore, oh le storie d’amore. Lei ne andava matta.

-Ab? Ci sei? Sei sotto shock? Sai, anche io ero sotto shock i primi tempi. Poi mi sono abituato. Anche perché, per una settimana, l’abbiamo tenuta segreta la storia, capisci? Ah, ma ora, che stiamo ufficialmente insieme... Dai, tienila tu, questa. Potrai mostrarla agli altri clienti che diranno....-

-Chi è questo cretino che regala foto della sua fidanzata ad un povero barista?- completò Aberforth, bloccando James e il suo ennesimo sproloquio. Quel ragazzo non faceva altro che parlare, dannazione. Parlava, parlava, parlava. E non taceva mai, no, nemmeno per un secondo. A furia di andare avanti così, sarebbe diventato muto. A forza.

-... Ma che cliente affezionato che rende partecipe il caro Ab della sua vita felice!- lo corresse James, cominciando a dondolarsi sullo sgabello e afferrandosi con molta nonchalance al bancone poco prima di cadere. Aberforth sbuffò e allungò una mano per colpirlo scherzosamente.

-Senti, Potty, ti ringrazio per la foto e per la grande chiacchierata, ma ora credo che tu debba rientrare. Oppure puoi affittare una stanza qui, ma paghi anche per i topi...-
-Mm. Credevo fossero compresi nel servizio in stanza...-
-Credevi male, piccoletto. Sparisci. E di’ a quella poveretta che ha tutto il mio sostegno morale...- disse Aberforth mentre il ragazzo si alzava, sempre sorridendo come un ebete. Chissà perché le persone andavano in giro a dire che l’amore rendeva più belli. Ad Ab, quel ragazzotto pareva soltanto molto stupido in quel momento. Stupido ma felice, gli concesse.

-Tornerò, sai che lo farò. Ti porterò una foto di nostro figlio, non sarà bellissimo?- urlò James aprendo la porta e beccandosi una folata di vento che trasportava neve in faccia. Chiuse gli occhi e cominciò a imprecare quella gli colò giù per il colletto, coprendo così la risposta sicuramente sarcastica del barista.

Mentre se ne andava, Aberforth rimase a guardare la solida porta di legno che lentamente si chiudeva.
Non era una persona romantica e dubitava di riuscire a diventarlo, un giorno. Ma c’erano persone che lui stimava per il loro amore e per il loro modo di dimostrarlo, come quel Potter che l’aveva rimbambito a furia di chiacchiere su Lily Evans.
Ed altre, come suo fratello, che aveva smesso di stimare nel momento in cui avevano dimostrato di tenere più a un bene superiore che a quello dei propri cari.
Posò la foto in una mensola che fosse abbastanza riparata dalla polvere ma anche abbastanza nascosta ai suoi clienti.
Che non pensassero che lui era un tipo che si faceva abbindolare da certe cose...

                                                                               ****

Aberforth sbuffò mentre cercava di decifrare gli scarabocchi di Hagrid. Chiedeva una foto per un certo Harry... qualcosa.
Pettor. Pattor. Patter.
Potter.
Qual cognome saltò immediatamente agli occhi del vecchio barista, così come il nome di James e quello di Lily che seguiva. Il guardiacaccia voleva ricostruire un passato a quel ragazzino, realizzò e dovette respirare più a fondo per evitare di commuoversi. La morte di James Potter era stato uno dei pochi eventi significativi degli ultimi anni che l’avesse colpito.
Si ricordava ancora la posizione di quella foto che gli aveva portato nel Dicembre ’77.
La tirò giù e soffiò sulla polvere che vi si era accumulata sopra, prima di ficcarla rudemente in una busta che affidò nuovamente al gufo.

Guardò la polvere che si era depositata sul bancone liso e che aveva raggiunto la foto nonostante tutte le precauzioni e pensò che alla fine succedeva sempre così. La polvere e il tempo prendevano tutto.
Anche la felicità.

Ariana gli sorrise dal suo ritratto.




Oh mammina. Sono riuscita a scriverlo il capitolo, sì!
Sono felice, anche se non è bello bello.
Ma non importa.
Vorrei dire solo due paroline in croce.
James sarà anche maturo, ma io me lo immagino pazzo, isterico e innamorato al suo primo Natale con Lily.
E sospetto che fosse davvero amico con Ab.
So che magari il fatto che non ricordi il nome può suonare strano, ma penso ad Ab come ad un uomo che cerca sempre una giustificazione nei suoi sentimenti.
Ah, un'altra cosa.
Non è innamorato di sua sorella. Le vuole solo molto bene. Ed è terribilmente furioso con Albus.
Ok, ci siamo.
Hope you'll enjoy it.
Writ
   
 
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