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Autore: RobTwili    18/12/2011    13 recensioni
Lui: Francis 'Frank Fagotto' Hudson.
Lei: Ashley Foster
Lui: Capitano de 'I Matematicici', Capitano de 'Gli elettroni spaiati' e suonatore di Fagotto nella banda del liceo.
Lei: Capitana indiscussa delle Cheer-leader, Capo volontaria del progetto 'Le infermiere della scuola'.
Lui: Innamorato di lei fin dall'asilo.
Lei: Non sa nemmeno che lui esiste.
Ma se, improvvisamente le loro strade si incrociassero? Potrebbe Francis, con molte difficoltà, compiere la vendetta di tutti i nerd facendo capire che l'aspetto non è tutto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
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«Ti serve qualcosa?» chiese Ashley, voltandosi appena per guardare Alex, dietro di noi.
«Come volevasi dimostrare, ho sempre ragione. Tu e lo sfigato ve la fate da… inizio anno? E uscite allo scoperto solo ora?» ghignò, incrociando le braccia al petto.
«C’è qualche problema?» tornò a domandare Ash, spostandosi sulla sedia per guardare Alex.
«Sì. Tu. Sei una bugiarda che mi ha tradito». La squadra di football alle spalle di Alex sghignazzò, aspettando la risposta di Ashley.
«Fatti gli affari tuoi» sbottò lei, prima di guardarmi cercando di sorridere.
«Gli affari miei? Tutto qui è affare mio, nel caso non l’avessi notato» disse, con arroganza.
«Togliti quell’aria da dio. Non sei nessuno. Né qui, né fuori da questo liceo. Impara a conviverci, Alex, o sarà troppo tardi, dopo il diploma». La voce di Ashley era calma, sembrava non essere nemmeno arrabbiata.
«Non puoi rispondermi così» sibilò, avvicinandosi di un passo e puntandole il dito contro.
«Certo che posso. Non sei più il mio ragazzo. Da sei mesi. Quindi, vedi di mettertelo bene in testa: hai preferito Kathrina a me? D’accordo, l’ho accettato. Ti sei rifatto una vita? Ottimo, non ti ho ostacolato. Smettila di intralciare la mia vita, però. Sto con Francis, ci sono problemi?» chiese, a voce forse un po’ troppo alta, visto che quasi tutti i tavoli vicini si zittirono, per guardare la scena.
«Stai con… stai con Frank Fagotto?» sogghignò, tenendosi una mano sulla pancia, come se fosse stata una battuta divertente.
«Francis, si chiama Francis» precisò Ashley.
Non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo, più che altro non riuscivo a crederci.
Ashley mi stava difendendo.
«Fa lo stesso. Sempre lo sfigato del gruppo di fisica rimane» liquidò la faccenda con un gesto della mano.
«A-a-almeno io so-so-sono rimasto ca-capitano» mormorai, prima di accorgermene.
Sentii quattro paia di occhi fissarmi stupiti. Mac, Zac, John e Ashley continuavano a sorridere guardandomi.
«Ba-ba-ba-ba-ba-ba-ba-ba-ba-balbetti sempre?» ribatté lui, causando una risata generale dalla squadra dietro di lui.
«No. So-so-so-solo quando pa-pa-parlo con gli st-st-stupidi». Di nuovo, mi ritrovai a rispondere prima di pensare.
«Vuoi che ti picchi?» sibilò Alex, avvicinandosi pericolosamente a me con il pugno alto.
«Vattene, dico sul serio. Lasciami in pace e smetti di prendertela con loro». Ashley si alzò, fronteggiando Alex.
«Hai visto i cartelloni? Non ti interessa più diventare reginetta? Lo ripetevi sempre, ricordi? ‘Oh, amore, voglio diventare reginetta, balleremo io e te’. Non ti ricordi?» la schernì.
«Le persone cambiano» ribatté, stringendo i pugni.
«Allora ti saluterò da sopra il palco. Ti dedicherò la mia corona di re. Se vuoi ti concederò un ballo» scherzò, sollevando l’ilarità della squadra ancora una volta.
«Potresti offrirle un lento» azzardò Luke, dandogli una pacca cameratesca sulla spalla.
«Accetterò volentieri, dopo averti dato un calcio così forte che dovrai cambiare il tuo nome. E ora, scusatemi». Spintonò Alex, prima di prendermi per mano.
Uscimmo dalla mensa sotto gli occhi stupiti di tutti.
La stretta della mano di Ash diventava più forte a ogni passo; non riuscivo a smettere di ricambiare, stringendole sempre più forte la sua.
Quando chiudemmo la porta dietro di noi, Ashley si appoggiò al muro, socchiudendo gli occhi e respirando pesantemente.
«Va tutto bene?» chiesi, avvicinandomi a lei.
Annuì, non smettendo di stringere la mia mano.
La porta della mensa si aprì; sentii distintamente il respiro di Ashley fermarsi.
«Ragazzi, tutto bene?» mormorò Mac, non appena Zac richiuse la porta alle loro spalle.
«Che spavento» ansimò Ashley, portandosi una mano al cuore.
«Scusate. Abbiamo aspettato un attimo e poi siamo usciti. John è rimasto dentro per vedere che cosa succede. Come stai?» tornò a chiedere Mac, accostandosi ad Ashley.
«Bene. Adesso tutti lo sanno. Non era questo quello che avevo in mente, mi dispiace Francis» sussurrò, cercando di scusarsi anche con lo sguardo.
«Non fa niente» risposi, lasciando appena la presa sulla sua mano.
«Oh, scusa» bofonchiò imbarazzata, ritirando il braccio.
«Ragazzi, sta per finire l’ora. Vi consiglio di spostarvi da qui. Se usciranno e vi vedranno… non è una buona idea» suggerì Zac, sbirciando attraverso la porta.
«Andiamo». Presi la mano di Ashley di nuovo, per portarla via da lì.
Non volevo che si sentisse obbligata a parlare di nuovo con Alex o Luke, l’avevo già messa anche troppo nei guai.
«Dove?» mormorò, non riuscendo a trattenere un sorriso.
Non risposi, continuai a camminare verso l’uscita della scuola.
Sentii il suono della risata di Ash quando mi fermai davanti alla panchina sotto la grande quercia.
«Qui non ci troverà nessuno» scherzò, sedendosi.
La imitai, rimanendo però in silenzio.
Non sapevo che cosa dire, non dopo quello che avevo detto in mensa.
Come mi era venuto in mente di offendere Alex in quel modo?
«Grazie» bofonchiò, alzando appena il volto per guardarmi.
«Per cosa?» chiesi, confuso.
«Per quello che hai fatto in mensa, per quello che hai detto. Hai avuto coraggio. Non dovevi farlo, non volevo obbligarti». Sembrava stupita, ma c’era anche qualche altro sentimento dentro ai suoi occhi. Qualcosa che non riuscivo a classificare.
«Deve sm-smetterla» dissi, stringendo i pugni.
«C’è solo una cosa che non mi è piaciuta» mi confidò, abbassando lo sguardo, triste.
«Cosa?». Qualcosa che avevo detto, di sicuro.
«Hai detto ad Alex che balbetti solo con gli stupidi. Vuoi dirmi che sono una stupida? Per questo balbetti con me?». Si morse un labbro, fissandosi le mani.
«I-i-i-io… no» cercai di spiegare. Come potevo dirle che balbettavo con lei perché mi piaceva e non perché ero spaventato da lei. «I-i-i-in verità i-i-io…». Mi sistemai gli occhiali che erano scesi sul naso.
Mi stavano tremando le mani.
«Francis» ridacchiò appoggiando la schiena alla panchina. «Ti stavo prendendo in giro». Si spostò un ciuffo di capelli dietro la schiena, mentre la guardavo confuso.
«Come?» chiesi, guardandola mentre si avvicinava a me.
«So che non balbetti con me per lo stesso motivo» disse, spostandomi un ciuffo di capelli dalla fronte.
«Ho capito che balbetti con Alex perché hai paura. Ma sono sicura che non balbetti con me per lo stesso motivo». Il suo viso si avvicinò ancora di più al mio, costringendomi a spostarmi un po’ più indietro.
«S-s-s-s-sì» balbettai, cercando di deglutire a vuoto.
«Tu non ti rendi conto di come diventi quando sei spaventato» mormorò, inclinando il viso di lato.
«Come di-divento?» chiesi, curioso.
Dopo aver sorriso, appoggiò le sue labbra sulle mie.
Spalancai gli occhi sorpreso, quando mi resi conto che Ashley mi stava baciando, di nuovo.
Stava diventando un’abitudine.
Una bella abitudine.
Bellissima, a dire il vero.
Socchiusi gli occhi lentamente, lasciando che le nostre labbra giocassero.
«Francis» soffiò sulle mie labbra, fermandosi all’improvviso.
«Sì? C’è qu-qualcuno?» articolai a fatica, tenendo gli occhi chiusi per paura di aprirli.
Sentii una risatina da parte di Ash, prima che accarezzasse di nuovo le mie labbra con le sue.
«No, peggio. Devo dirti una cosa che non ti ho detto questa mattina». Sembrava preoccupata.
«Ok» bisbigliai, sedendomi meglio sulla panchina.
«Ecco… ieri sera, quando io e Eric siamo rientrati, mi ha chiesto chi eri. Ho cercato di non dirglielo, ma alla fine ho dovuto. Ha chiamato subito Chris, e credo che te l’abbia detto. Il problema è che dopo ha avvertito papà». Alzò lo sguardo, puntandolo nel mio.
«Tu-tu-tuo padre sa di… me?» sbottai, sgranando gli occhi per la sorpresa e la paura.
«Sì. E non è finita. Ha detto che vuole conoscerti» farfugliò talmente piano che faticai a sentirla.
«Vu-vu-vuole conoscermi?». Mi portai le mani tra i capelli, impaurito.
Voleva uccidermi, poco ma sicuro.
Russell Foster non avrebbe mai accettato uno come me, per sua figlia.
A Russell Foster piacevano i tipi atletici, quelli come Alex.
Che cosa poteva avere in comune con il capitano degli Elettroni Spaiati?
«Sì, ma stai tranquillo. Gli ho detto che per il momento non sono sicura, così sono riuscita a guadagnare un po’ di tempo. Il problema però è se andremo al prom assieme…».
Il prom.
Sarei dovuto passare a casa sua per accompagnarla al ballo.
Di solito erano i genitori ad aprire la porta.
Il signor Foster mi avrebbe aperto la porta?
Sì, quella per il paradiso, però.
«Francis, tranquillo, c’è tempo…» mormorò Ashley, sorridendomi per rassicurarmi.
«Sia-sia-siamo ad aprile. Il prom è tra due mesi» le ricordai, cercando di calmare il mio respiro.
«Francis, non ha mai ucciso nessuno» ridacchiò, stringendo la mia mano con la sua.
«Sì, ma…» cercai di spiegarle.
Come avremmo fatto a vederci?
Non potevo andare a casa sua: mi avrebbe ucciso.
E se fosse venuta lei da me e ci fosse stato Chris? Avrebbe chiamato Eric, e l’avrebbe saputo anche suo padre.
«Non ci sono problemi. Faremo le Star Wars Night da Mac, oppure da te, quando saremo sicuri che Chris è al College. Ci ho pensato questa notte». Sorrise, rilassata.
Lei era rilassata, io invece… preoccupato.
Sì, mi sentivo egoista, per la prima volta.
«Sicura?» chiesi, sistemandomi di nuovo gli occhiali.
«Certo. E sai che cosa ti dico? Che questa sera ci troviamo per guardare un bel film. A casa di Mac, visto che Chris non è ritornato al College» propose, alzandosi dalla panchina senza lasciare la mia mano.
«Devo passare a prenderti?» domandai, alzandomi a mia volta.
«Sì. E non morirai, se è quello che stai pensando» ghignò, fermandosi davanti al portone d’entrata della scuola. «Andiamo?» mi incitò, guardando il corridoio diffidente.
«Sì. Ci vediamo alla fine delle lezioni?» proposi, appoggiandomi al vetro d’entrata.
«Ti aspetto» mormorò, sfiorando le mie labbra con le sue.
Senza aggiungere altro, aprì il portone per entrare.
Possibile che per lei fossero normali tutti quei baci?
Cercai di levarmi quel pensiero dalla mente con una scrollata di spalle, poi, dopo un respiro profondo, aprii la porta per entrare.
Mac mi stava aspettando; aveva uno strano sorriso.
«Che c’è?» sbottai, aprendo il mio armadietto per prendere i libri.
«Stai scherzando? Non hai capito?» chiese, stupita.
«Mac, cosa dovrei aver capito?». Non avevo voglia di risolvere indovinelli in quel momento.
«Tutta la scuola sa che tu e Ashley siete assieme. E tu l’hai difesa fronteggiando Alex davanti a tutti. Francis, riesci a capire quello che hai fatto?». Era elettrizzata.
«Sì, una cosa stupida. Poteva tirarmi un pugno, o peggio. Se avesse preso un bicchiere di succo ai mirtilli e me l’avesse tirato addosso? Non riesco a capire cosa mi sia successo. Non ho più ragionato» spiegai, richiudendo l’armadietto.
«Sei geloso e protettivo con Ash, non vuoi che la gente la ferisca. È normale». Sorrise appena, camminando al mio fianco.
«Perché? Con te non è così». Non riuscivo a capire.
«Perché io sono tua amica, lei è la tua ragazza. Ma c’è una cosa che mi ha stupito più di questo» sussurrò, quando ci sedemmo sui nostri banchi, di fianco a John e Zac.
«Cosa?» le domandai, sorpreso.
Cosa l’aveva stupita più del mio comportamento strano?
«Se ne sono accorti tutti. Tu no?» ghignò Zac, punzecchiando il fianco di Mac con una matita.
«Cosa?» tornai a chiedere, guardando i loro volti uno alla volta.
Sorridevano tutti, felici.
«Forse lo capirai questa sera. Ash mi ha detto che guardiamo un film da me» bisbigliò Mac, mentre il professore cominciava la lezione.
 
«Mamma, esco» strillai prendendo le chiavi della macchina.
«Dove vai, moccioso?» chiese Chris, continuando a mangiare un pacchetto di patatine sopra al divano.
«Da Mac. Guardiamo un film» risposi, sistemandomi gli occhiali.
«Vai al cinema con Ashley? Userai la vecchia tecnica dello sbadiglio o è sorpassata per te?» ghignò, alzandosi per avvicinarsi a me.
«Vado da Mac a vedere un film, non vado al cinema con Ashley». Non era nemmeno una bugia, quindi non c’era pericolo che capisse che stavo mentendo.
«Sicuro?» continuò, avvicinandosi a me, per guardarmi bene.
«Vado da Mac a vedere un film, vuoi venire a vedere Star Wars e la vendetta dei Sith?» domandai, sicuro che avrebbe rifiutato.
«No, per carità. Questa sera rimango a casa, tanto devo partire domani mattina presto» mormorò, ritornando a distendersi sul divano, con uno sbuffo.
«Bene, io vado. Ci vediamo dopo». Mi chiusi la porta alle spalle, mentre, con una quantità indefinita di patatine in bocca, grugniva il suo saluto.
Salii in macchina con un sospiro, felice che non dovesse uscire con Eric.
Quando arrivai davanti a casa di Ashley, mi accorsi che mi stava aspettando sotto il portico.
Vide la mia macchina fermarsi e cominciò a camminare velocemente per raggiungermi.
«Ciao Francis» mi salutò, salendo in auto con un sorriso.
«Ciao» risposi, prima di partire.
Continuava a guardarmi, come se volesse dire qualcosa. Qualche istante dopo parlò. «Sei arrabbiato?».
«No, perché?». Rallentai, aggrottando leggermente le sopracciglia, confuso.
«Ho fatto qualcosa di male?» ritentò, tenendo la cintura di sicurezza tra le mani, senza però agganciarla.
«No. Perché me lo chiedi?». Non riuscivo a capire il perché di tutte quelle domande.
Cominciò a ridere, appoggiando il capo sul sedile.
«Che c’è?» domandai, frustrato.
Prima faceva domande a caso, poi cominciava a ridere da sola…
«Puoi accostare un attimo?». Lasciò la cintura di sicurezza, avvicinandosi a me.
«Stai male?» ansimai, frenando bruscamente.
«No. Ti spiego una cosa, quando devi salutarmi, non si dice solo ‘Ciao’. Dopo devi aggiungerci questo». Avvicinò il suo viso al mio, cominciando a baciarmi.
Lasciai il volante, rispondendo al bacio.
Speravo solo di aver azionato il freno a mano.
Portai la mia mano dietro la nuca di Ashley, avvicinandola a me.
«Ok, fermo» soffiò sulle mie labbra, prima di accarezzarle di nuovo con le sue. «Dobbiamo andare da Mac». Stava sorridendo.
«Non capisco, prima mi dici che devo salutarti, quando lo faccio mi fermi» borbottai, ricominciando a guidare.
«Ti spiegherò…» mormorò criptica, prima di agganciarsi la cintura di sicurezza.
Quando arrivammo a casa di Mac, mi accorsi che c’era la macchina di Zac, ma non quella di John.
Zac venne ad aprire, prima ancora che avessimo il tempo di bussare.
«John e Hannah non vengono. Mi sembra di aver capito che c’era il compleanno del papà di Han e John è dovuto andare» spiegò il mio amico, mentre lo seguivamo per andare a sederci sul divano.
«Ciao ragazzi» salutò Mac, appoggiando una pila di DVD sul tavolino. «Non so quale scegliere, pensavo a questo» propose, sventolando il DVD di una commedia romantica di qualche anno prima.
«Mi piace quel film» disse Ash entusiasta, sorridendo felice.
«Allora guardiamo quello, non l’ho mai visto» accettai, divertito dalla sua felicità.
Ashley si avvicinò a me, sorridendo.
«Vada per quel film» borbottò Zac, distendendosi sul divano.
Mentre Mac inseriva il disco nel lettore DVD, mi avvicinai al divano per sedermi.
Ashley si mise di fianco a me, decisamente molto più vicina della sera prima.
«Spegni la luce Mac» borbottò Zac, portandole un braccio attorno alle spalle.
«Ragazzi, posso?» chiese Mac, guardandoci.
«Certo» rispondemmo assieme io e Ashley, prima di cominciare a ridere.
Dopo aver spento la luce, Mac tornò a distendersi sul divano, appoggiando la schiena al petto di Zac.
Ashley, al mio fianco, si avvicinò un po’ di più, appoggiandosi a me.
Voltai leggermente il viso per sorriderle, impacciato.
Non sapevo che cosa fare.
Senza dire nulla, prese il mio braccio e se lo portò attorno alle spalle, appoggiando il capo sulla mia spalla.
Mi irrigidii involontariamente, guardando le immagini sullo schermo del televisore.
In quella stanza c’era tutto quello di cui avevo bisogno: i miei due migliori amici e la mia… Ashley.
«Sta fermo» ridacchiò Mac, tirando una gomitata sullo stomaco a Zac.
«Auch! Ti stavo solo facendo il solletico» si lamentò, massaggiandosi.
«Sai che soffro il solletico» ribatté, portando il braccio lungo il fianco per ripararsi.
Zac le morse un braccio, facendo ridere sia me che Ashley: la scenetta era davvero divertente.
«Zac» strillò Mac, cercando di colpirlo, invano, con una nuova gomitata: Zac le aveva bloccato le braccia.
«Gne gne gne. Non puoi più farmi male» scherzò, facendo innervosire Mac.
«Scommettiamo?» propose, un ghigno sadico sul viso.
«Quello che vuoi» rispose Zac, felice di avere la vittoria in pugno.
Mac allungò la gamba per poi ritirarla, colpendo lo stinco di Zac con un calcio.
«Mac» urlò, spingendola giù dal divano per massaggiarsi la gamba.
«Sei uno stupido» strillò, non riuscendo a trattenere una risata.
«Mi hai fatto male, io non ti ho morso così forte» piagnucolò lui, massaggiandosi la gamba.
«Shh! È la fine del film, voglio vedere se i due protagonisti si mettono assieme» cercai di zittirli, mentre Ashley appoggiava le labbra contro la mia spalla per soffocare una risata.
«Francis! Non hai visto che mi ha spinto giù dal divano?» chiese Mac, puntando il dito contro Zac, che continuava a massaggiarsi la gamba.
«Perché lei mi ha tirato un calcio! È stata legittima difesa» borbottò Zac, mettendosi a sedere.
«Tu mi hai morso, per questo ti ho tirato il calcio» si difese Mac.
«E la tua gomitata? È iniziato tutto da te. Diglielo Francis! Ditele che è colpa sua se ho dovuto spingerla giù dal divano! Diteglielo!». Si alzò in piedi, avvicinandosi a noi.
«Ragazzi, dai…» mormorai, divertito dalla scena. Sembravano due bambini.
Ashley non riuscì a nascondere una risata, probabilmente irritando Zac.
«Non c’è niente da ridere! Dille che è colpa sua, Ashley! Ha iniziato lei, sì o no?». L’aveva presa sul personale, questo era chiaro.
«Svizzera. Non mi metto in mezzo» sentenziò Ashley.
«Peggio dei bambini» sussurrai, portandomi una mano davanti agli occhi.
«Sei tu che mi hai fatto il solletico. Logico che se mi istighi io rispondo» brontolò Mac, puntandogli un dito contro il petto.
«Mi stai provocando? Perché tanto perdi. Sei una nanetta, e io sono un uomo» replicò, avvicinandosi di un passo a Mac per farle notare la differenza di altezza.
«Che ne dici se andiamo? Tra un po’ cominciano a baciarsi» ghignò Ashley, sfiorandomi involontariamente il collo con la punta del naso.
«Sì, credo sia meglio». Ci alzammo dal divano, mentre Zac e Mac continuavano a sfidarsi con gli sguardi.
«Ci vediamo domani a scuola, buona serata» salutai, avvicinandomi, con Ashley, alla porta d’entrata.
«A domani» sibilò Mac, senza smettere di guardare Zac.
«Notte» borbottò Zac, imitando Mac.
«Mac, ricordati che tua mamma ritorna questa sera» ridacchiò Ashley prima di chiudere la porta alle nostre spalle.
«Sono come due bambini» sospirai, mentre ci avvicinavamo alla mia macchina.
«Io trovo che siano carini assieme» sorrise Ashley, entrando in auto.
«Quando fanno così sembra che abbiano cinque anni, non quasi diciotto» constatai, avviando il motore.
«Forse è vero, ma sono spontanei, e non sono cambiati, nonostante adesso siano assieme» mi spiegò, mentre svoltavo a una curva.
«Sono quasi convinto che non cambieranno mai, nemmeno al College» ammisi, scuotendo la testa preoccupato.
«Magari è una cosa bella. Alcune persone, quando cambiano si migliorano, altre invece sono perfette così come sono, e non hanno l’esigenza di cambiare». Fece spallucce, quando accostai la macchina davanti a casa sua. «Meglio che entri subito, non so se mio papà è ancora sveglio» disse, slacciandosi la cintura di sicurezza e avvicinando il suo viso al mio.
«Entra subito» borbottai, impaurito. Ashley cominciò a ridere, prima di prendere il mio viso tra le mani.
«Grazie, per tutto. E, il tuo cambiamento, quello che hai fatto oggi, sappi che è bellissimo» mormorò, confondendomi.
«Che cambiamento?». Non mi sembrava di essere cambiato.
Ero sempre lo stesso.
Sempre io, Francis.
«Dici sul serio?» chiese, stupita e divertita.
«Sì, che cambiamento?» tornai a chiedere.
Sorrise, prima di darmi un veloce bacio.
«Perfetto» sussurrò, prima di sfiorare di nuovo le sue labbra con le mie.
Prese la sua borsa dal cruscotto e aprì lo sportello per scendere.
«Ashley, aspetta. Non hai risposto alla mia domanda» insistei, curioso.
Volevo sapere davvero che cosa vedeva di diverso in me.
«Mi piace la tua voce» disse alla fine, sorridendo.
Chiuse la portiera e, senza voltarsi cominciò a correre verso la porta di casa.
«La mia voce?» borbottai, tra me e me.
Le piaceva la mia voce?

 
 
 
 
 
Salve ragazze!
Eccoci con un nuovo capitolo dei nerd!
Allora, non ho praticamente nulla da dire, se non ringraziare ancora una volta The Carnival che mi ha fatto un altro video sui nerd che è a dir poco Figherrimo!
il primo era sulla storia completa, questo invece riguarda solo Ash e Francis…
Lo trovate QUI (guardatelo, davvero!) e QUI c’è il trailer della storia.
 
Nel gruppo è stato deciso che la OS di natale sarà un Ash pov, ora c’è da decidere quale scena (se la stanno giocando Stanford e il primo bacio). Avete tempo per votare fino a martedì sera.
QUESTO è il link del gruppo spoiler e QUI c’è il mio profilo.
Grazie infinitamente a chi continua ad aggiungere la storia ai preferiti/seguiti/da ricordare. Siete tante tante tante. E grazie davvero anche a chi lascia un commentino per farmi sapere che ne pensa!

Ci vediamo la prossima settimana per il prossimo capitolo!



   
 
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