L’appuntamento
– Ore 20.30
Qualcuno si stava schiarendo la voce.
Qualcuno sulla soglia della porta che Remus, per
l’impeto di soccorrere Tonks, aveva lasciato aperto.
Remus si trovava a faccia in giù, sopra Tonks, che
gli stringeva forte le braccia al collo, mentre con le braccia tentava di
mantenersi in equilibrio sul pavimento. Girò leggermente il volto in direzione
dell’uscio e cercò di mettere a fuoco la figura che si stagliava nella luce
dell’ingresso.
Era una persona alta. Che stava sghignazzando. Ed
aveva il colore inconfondibile dei capelli Weasley.
- Ciao Charlie. – disse Tonks, sotto di lui, senza la
minima traccia di impaccio.
- Ciao Tonks. Remus. Scusate se ho disturbato il
vostro idillio, ma… - e Remus si rese conto che non potevano continuare a
rimanere in quella posizione “decisamente sconveniente”. Tanto che tentò di
balzare in piedi.
Non ricordandosi che le braccia della ragazza erano
ancora avvinghiate al suo collo. E finendo per essere attirato ancora di più
verso il pavimento – e il volto di lei – dal gesto.
- Ouch! Ehm. Ninfadora. Ti scoccerebbe lasciarmi il
collo? Dovremmo alzarci. – disse alla ragazza, che ora lo guardava
sorridendo.
- Ehm. Se proprio insisti. Mi piaceva la posizione. –
gli disse lei di rimando con un occhiata eloquente. Ma fu subito fulminata dallo
sguardo di lui che, imbarazzato per la situazione, sembrava sul punto di volersi
smaterializzare immediatamente.
- Calma Moony.
E’ solo uno dei Weasley. Probabilmente Molly era preoccupata che Tonks
incendiasse la casa. E aveva ragione! –
Fortunatamente le parole di Sirius in quel momento
sembrarono calmarlo, più che ricordargli che stava per diventare pazzo, visto
che continuava a sentirlo nella sua testa.
- Charlie, allora, a cosa dobbiamo la visita? – stava
chiedendo Tonks, che nel frattempo si era rialzata e si stava avviando verso
l’ospite inatteso.
Remus, che si era appoggiato alla tavola per lo
stordimento degli ultimi minuti, iniziò il conto alla rovescia, meccanicamente:
‘Dieci, nove, otto, sette, sei…’
Tonks scavalcò saltando il tavolino per arrivare
all’ingresso e nel farlo inciampò sul vaso di vetro che vi era stato appoggiato,
lanciandolo con un calcio proprio in direzione di Charlie.
‘… Tre, due, uno’ completò Remus nella sua testa,
proprio mentre il vaso si infrangeva alle spalle di Charlie che – benedetto
ragazzo! – si era preventivamente scansato, nascondendosi dietro la porta
dell’ingresso.
- OPS! Scusa, Charlie, non volevo! – disse Tonks
cercando, malamente, di rimanere in piedi in mezzo ai vetri frantumanti del
vaso.
Remus non ci pensò molto, estrasse la bacchetta e
riparò il vaso, richiamandolo a sé con un – Accio Vasum – per sottrarlo alla furia
della ragazza. Ma mentre lui faceva quello, Tonks inciampò nei propri piedi e
sarebbe piombata a terra nuovamente, se Charlie non l’avesse acchiappata al volo
prendendola per la vita.
Remus spalancò gli occhi a quella vista. Le sue iridi
ambrate si assottigliarono sempre di più mentre fissava la scena ed una rabbia
sorda gli saliva alla gola sotto forma di uno strano
ringhio.
- Calma,
Amico. Non te la ruba mica. …Moony, mi senti? Smettila immediatamente di fare il
lupo geloso e torna in te! -
La voce di Sirius aveva letteralmente urlato nella
sua testa, facendo sì che la rabbia si sciogliesse come era venuta, mentre Remus
si guardava attorno spaurito.
Era la prima volta che il Lupo prendeva il
sopravvento sulla sua razionalità in un periodo così lontano dalla luna piena. E
Remus si ritrovò a sudare freddo per quello che si rendeva conto, la ragazza
causava in lui.
Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Espira.
I due erano ancora molto vicini
e…
‘Charlie Weasley, vuoi togliere le mani da Ninfadora,
Porcaccia
Remus si trovava ora con due paia di occhi che lo
fissavano sconvolti e non ne capiva la ragione. Charlie si era staccato
immediatamente da Tonks, ed un sorriso sornione gli stava illuminando lo
sguardo.
Tonks, invece, sembrava radiosa. Soprattutto quando
parlò:
- Sei geloso? Remus Lupin, sei geloso di ME? – mentre
diceva queste parole si stava nuovamente muovendo verso di
lui.
Remus volse lo sguardo prima verso l’uno e poi verso
l’altra. E poi realizzò.
- Ho… Ho parlato ad alta voce? – chiese con un
gemito.
E a quel punto il giovane Weasley non resse più.
Scoppiò in una risata liberatoria e gutturale, piegandosi in due mentre si
reggeva con le mani lo stomaco.
Nel frattempo Ninfadora si era diretta verso Remus e,
inciampando di nuovo, gli era finita fra le braccia. Non che questo disturbasse
Remus. Anzi.
Amava stringerla fra le braccia. Amava sentire il
dolce profumo di lei – lavanda? – che gli riempiva le narici.
Amava…
- Ehm. – di nuovo il colpo di
tosse.
Stavolta i due si girarono verso l’ospite, ma senza
lasciarsi. ‘Non ci penso nemmeno a lasciarla andare, prima che finisca ancora
tra le braccia di qualcun altro’, pensò Remus.
- Charlie. – disse a voce bassa ma perfettamente
udibile – Qual buon vento? -
- Veramente… - iniziò il ragazzo, arrossendo
leggermente. Remus aggrottò la fronte. – Veramente non ho un vero motivo per
essere qua. – ammise il giovane, mentre con un dito si strofinava nervosamente
il naso. – Se non il fatto che mesi fa mia madre mi ha chiesto di passare sempre
a controllare Tonks prima di rincasare. Credo che… - ma fu interrotto dalla
risata sguaiata che usciva dalle labbra di Tonks.
Stavolta era il suo turno di starsene piegata a
ridere. Mentre i due uomini la fissavano sconcertati.
‘Che Molly fosse un tipo ansioso, lo sapevo. ‘ stava
pensando Remus ‘Ma arrivare al punto di far controllare Ninfadora da uno dei
suoi figli… ‘ E poi realizzò il motivo del riso di Tonks.
Fissò Charlie, abbastanza scocciato, prima di
parlare.
- Sperava forse che voi due vi… insomma, che vi
piaceste? – Era abbastanza arrabbiato con Molly, e lo si sentiva nella sua voce.
Come poteva aver pensato di far accasare Tonks con uno dei suoi figli, quando
sapeva benissimo che lui… che lui…
- Guarda che
Molly sapeva soltanto che Tonks era innamorata di te. Ma non conoscevano la tua
posizione, o sbaglio, Moony? –
Ah! La voce della saggezza! Da quando Sirius era
diventato la voce della saggezza?
- In realtà… - stava ricominciando Charlie – penso
proprio che quelle fossero le intenzioni di mia madre. Ma io la accontentavo
solo perché ci tengo a Tonks. Come AMICO, ovviamente, non fraintendere… - il
ragazzo lo stava ora guardando come si aspettasse uno sbotto furioso da parte
sua.
Remus ci pensò su. Lui che era la quintessenza della
calma, in una serata aveva mandato all’aria tutta la sua compostezza. E tutto a
causa di una ragazza. Una ragazza che stava ancora ridacchiando seduta ai suoi
piedi.
- Direi che però da OGGI non mi dovrò più preoccupare
per lei, vero Remus? – Charlie, vedendo che l’uomo non aveva reagito alle
proprie parole, sembrava aver ritrovato l’esuberanza. – E che per stasera vi ho
disturbato abbastanza! Ciao! – disse smaterializzandosi all’improvviso, senza
lasciare il tempo a nessuno di controribattere.
Inspira. Espira. Inspira.
Espira.
Tonks ancora stava ridacchiando. Remus la guardò
dall’alto e poi allungò la mano per aiutarla ad alzarsi. E quando lei fu in
piedi, la attirò a sé.
Tonks aveva smesso di ridere. Ma i suoi capelli erano
virati sul rosso, segno del profondo imbarazzo che provava nello stare
abbracciata a lui, con la testa appoggiata contro il suo petto.
E Remus non aveva assolutamente nessuna voglia di
lasciarla andare.
‘Avrei potuto perderla’ si stava dicendo ‘se solo il
piano di Molly fosse andato a buon fine. E se solo lei non fosse così tanto
testarda, come è. E tutto perché non avevo il coraggio di… ‘ Di cosa non aveva
il coraggio?
- Di lasciarti
andare, Moony. Di capire che anche la tua felicità ha importanza. Di accorgerti
che le persone non hanno paura di te, nonostante quello che sei, perché tu –
l’UOMO – sei una persona per bene. Che ha diritto di essere felice. Come ora.
-
- Scusami, Ninfadora. – disse Remus ad alta
voce.
Lei alzò lo sguardo scostandosi leggermente. Lo stava
guardando con aria dubbiosa.
- Di cosa, Remus? – non si era arrabbiata per il
nome. ‘Strano.’
- Di non aver capito prima che non sono in grado di
vivere senza di te. Cioè, sì, sono in grado. Ma non è vita, quella. E’… tirare avanti. –
- Remus John Lupin, cosa stai cercando di dirmi? –
chiese Tonks maliziosa.
Remus la guardò fisso prima di rispondere. Uno
sguardo che sembrò durare un eternità.
Poi piegò leggermente la testa, mentre faceva passare
una mano sulla nuca della ragazza e la attirava a sé. Per darle un lungo,
dolcissimo bacio.
- Questo. – le rispose infine.
Ma nessuno dei due sembrava ascoltare l’altro. E
stavolta fu lei a baciarlo.
Ore più tardi, Remus si trovava sdraiato sul divano
verde acido di lei. Lei era rannicchiata fra le sue braccia, con le gambe
accavallate con quelle di lui. E dormiva.
Era bello guardarla dormire. Lo faceva sentire in
pace con il mondo.
‘Grazie di tutto, Padfoot.’ disse nella sua
testa.
Ma nessuno rispose, stavolta.
Perché non aveva più bisogno del sostegno dell’amico.
Aveva trovato la sua strada. La sua felicità.
FINE.