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Autore: Lules    18/12/2011    2 recensioni
-Sei fradicia-, le disse, sovrastando il rumore dell’acquazzone.
-Non sei messo molto meglio di me-.
Lui balzò giù dalla scopa, e si riparò anche lui sotto l’ombrello. Erano vicinissimi.
-Dobbiamo smetterla di litigare…-, mormorò.
Lily chinò il capo, sospirando.-Scusami, davvero. Sono una stupida… mi dispiace tanto-.
James le prese il volto tra le mani,lasciando cadere l’ombrello.
E poi accadde.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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LILY E JAMES.


La settimana seguente Lily prese a mangiare poco.
 
James cominciò ad avere strani comportamenti, come il saltare ogni volta che una ragazza con i capelli rossi passava nell’area del suo Radar-Acchiappa-Lily o il nascondersi dietro a statue / colonne / alberi o qualsiasi altra cosa fosse abbastanza grande per coprirlo dalla visuale di ragazze biondine.

Mandy Midgen, dal canto suo, non raccontò ne alla Rotscild ne alla Fischer di quei due pazzi che si erano urlati addosso nello spogliatoio; preferì pensare che entrambi fossero affetti da una grave forma di vaiolo di drago non ancora identificata, che colpiva dall’interno e pian piano spappolava il cervello del malcapitato.
 
Ciò che feriva di più Lily era  il fatto che quella sera lui non l’aveva seguita,non aveva cercato di chiarirsi con lei, e non l’aveva fatto nemmeno nei giorni successivi,anzi, tendeva ad evitarla il più possibile. Una strana cantilena la assillava ogni ora della giornata: “Sei una stupida, è colpa tua, non è vero,la colpa èsua! E’colpa tua stupida, hai creato tu questo caos, non è vero, è lui che ha tiratola corda…!”. Ovviamente,nel suo profondo, Lily sapeva benissimo di aver fatto una grandissima stupidaggine ad attaccare in quel modo James. In fin dei conti lui non le aveva fatto niente, non era mica colpa sua se la Midgen aveva deciso di avere un’improvvisa cotta per lui….”Sì, ma lui l’ha appoggiata!”.

James, al contrario di Lily, aveva una solo una domanda che gli faceva perdere la testa. “Che diavolo ho fatto?!”

Una domenica mattina, circa una settimana e mezzo dopo la litigata, Lily si svegliò di colpo e completamente. Tremava come una foglia, e si accorse pochi secondi dopo di avere il viso inondato dalle lacrime. “James..”, sussurrò. E così, prese una decisione.
 
Alle nove in punto Lily scese a fare colazione, da sola. La sala Grande era praticamente vuota; la maggior parte degli studenti dormiva ancora. Sapeva perfettamente bene che James la domenica mattina, in quel periodo dell’anno, aveva gli allenamenti di Quidditch, quindi non si stupì di trovarlo da solo seduto al tavolo di Grinfondoro, con i capelli più scompigliati che mai, un’aria afflitta di chi vorrebbe essere ancora tra le coperte, mentre cercava invano di infilarsi in bocca una forchettata di bacon a occhi chiusi.
Lily si passò una mano tra i capelli, prese fiato e marciò nella sua direzione. Arrivata esattamente di fronte a lui, indugiò un attimo, e dovette fare uno sforzo per non tornare indietro. James aveva ancora gli occhi chiusi, ma captò il movimento davanti a lui e li spalancò di colpo. Quando si vide Lily davanti, il bacon che stava masticando gli andò di traverso e iniziò a tossire, senza riuscire a respirare.
-Anapneo!-, scandì Lily un millesimo di secondo dopo, e James tornò a respirare, rosso in volto. Lei si lasciò cadere pesantemente sulla panca.
-Ciao.
James la fissò stralunato. –Cia…o-.
-Come stai?
-Be…bene. Cioè, in realtà no, stavo per morire soffocato…
Lily sorrise brevemente. –Meno male che c’ero io-.
-Se non ci fossi stata tu non mi sarei neanche ingozzato.
-Beh, se ti do fastidio tolgo il disturbo…
James la bloccò.-No! Cosa…cosa c’è?-.
-Volevo solo dirti…che… io… volevo parlare-.
James alzò le sopracciglia.-E di cosa, per l’esattezza? Del fatto che ci ignoriamo da quasi due settimane?-. Lily arrossì violentemente.-Più o meno-.
-Allora?-.
-Allora cosa?-.
-Non mi devi delle scuse?-.
-Delle scuse?-.
-Pensavo che fosse questo quello che dovevi dirmi-.
Lily  lo guardò, arrabbiata. –No, non era per questo che sono venuta qui-.
-E per cosa, allora?!-,ribattè James, offeso,-per ribadire il concetto che sono un perfetto idiota? Lo so già, grazie-.
Lily era allibita.
-Sono un idiota, sì, perché non sono venuto da te prima per chiarire la situazione. Ma non mi incolpo per nient’altro che questo-, continuò il ragazzo,-e non ti farò delle scuse per qualcosa che non ho fatto! Sei arrivata nello spogliatoio e hai iniziato a sbraitarmi contro, hai fatto tutto da sola!-.
Lily sentì un groppo salirle in gola. Si sforzò di non piangere. James aveva maledettamente ragione.
-Beh, ho sbagliato…
-Ti turba tanto dire semplicemente “mi dispiace”?
-Senti, sto cercando di scusarmi con te!-.
James battè un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare due ragazzini del secondo anno, che strisciarono velocemente il più lontano possibile dai due. –La verità è che sei troppo orgogliosa per ammettere che PER UNA VOLTA non è colpa mia!
Lily si alzò di scatto, adirata. Ormai le lacrime le scendevano lungo le guance, ma non le importava più di tanto.
-Non urlare…
Anche James si alzò. Lily vide con chiarezza la maturità e l’ardore nei suoi occhi nocciola. Senza aspettare che il ragazzo aggiungesse qualcosa, corse via.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
Quel pomeriggio Lily non potè fare a meno di scendere al campo di Quidditch. Diluviava,ma una forza irresistibile la attirava in quella direzione. Si sedette più in fondo che potè sugli spalti, mentre la squadra di Grinfondoro si allenava con costanza. Dopo due ore, i giocatori planarono fino a terra, e anche lei si alzò, gettandosi la borsa in spalla. Scendendo James la vide, e i loro sguardi si incrociarono per un brevissimo istante. Poi lui si gettò la scopa sulla spalla e si raggiunse i compagni negli spogliatoi.
Lily, affranta, si avviò verso il castello, sotto una pioggia battente. Ovviamente il cappuccio della mantella non la riparava affatto, anche la borsa di cuoio cominciò ad inzupparsi. In pochi minuti era completamente fradicia. Mentre goffamente cercava di evitare le pozzanghere e raggiungere almeno un albero sotto al quale ripararsi, sentì il capo improvvisamente libero dalla pioggia. Alzando di scatto lo sguardo, potè notare un James fradicio almeno quanto lei in sella alla scopa, il quale reggeva un ombrello rosso proprio sopra il suo capo. Lui le sorrise, gentile, e,-possibile?!-,con dolcezza.
-Sei zuppa-, le disse, sovrastando il rumore dell’acquazzone.
-Non sei messo molto meglio di me-. 
Lui balzò giù dalla scopa, e si riparò anche lui sotto l’ombrello. Erano vicinissimi.
-Dobbiamo smetterla di litigare…-, mormorò.
Lily chinò il capo, sospirando.-Scusami, davvero. Sono una stupida… mi dispiace tanto. Tu non hai fatto niente-.
James le prese il volto tra le mani,lasciando cadere l’ombrello.-Potrei anche perdonarti, sai?...
E poi accadde. Fu un bacio lento e profondo, e ognuno dei due potè comprendere l’altro, entrargli dentro. I fili dei loro pensieri presero a correre insieme e diventarono una cosa sola.
Lily si aggrappò alla schiena del ragazzo, incurante delle sue dita che premevano troppo forte.
James si staccò da lei e la guardò negli occhi, quei bellissimi occhi verdi. –Conosci qualche incantesimo che impedisca al mio cuore di uscirmi dal petto?-.
Lily rise insieme a James. Poi lui si fece serio.
La baciò di nuovo, con un diverso ardore, più violento di prima.
-Ti amo, Lily Evans-. 
Il cuore di Lily ebbe un sussulto. Una lacrima invisibile le corse lungo la guancia sinistra. Poi sorrise.
-Anche io, James Potter-.
Un’unica sagoma si stagliava sotto la pioggia, adesso.
 Lily e James.

Ciao bellllllllissimi! sono stra gasata, questo capitolo mi ha fatta emozionare, quindi spero che piaccia anche  a voi! so che il bacio sottolapioggia è banale, ma dopo aver visto una fan art di Burdge-Bug ho avuto l'ispirazione! (non è finita la ff, la continuerò, prometto!) baci, a prestissimo
  
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