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Autore: kurinoone    19/12/2011    6 recensioni
[ Harry/Ginny, Dark!Harry, What if...?]
Cosa sarebbe accaduto se Codaliscia non avesse rilevato a Lord Voldemort il nascondiglio dei Potter? E se avesse invece portato Harry da lui?
IN PAUSA
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Disclaimer: Io non possiedo i personaggi di Harry Potter e tutto ciò che può essere riconosciuto appartiene a J K Rowling. Nulla è stato scritto e tradotto a scopo di lucro. Questa storia è ispirata alla fanfic ‘A Shattered Prophecy’ di Project Dark Overlord.
 
Nota della Traduttrice: Innanzitutto, mi scuso per l’orribile ritardo in cui ho caricato il capitolo, siete liberi di picchiarmi! Detto questo, aspetterò con ansia le vostre recensioni perché se ho fatto qualche errore DEVO saperlo e fustigarmi! Ringrazio e i l i s per il suo ottimo lavoro da beta, fatto in pochissimo tempo! E ora, buona lettura!
 
 
 
Capitolo tredici
Tradotto da SereILU
Betato da e i l i s
 

James si voltò per vedere chi fosse entrato nella sala da pranzo. Vide Lily, in mano un altro piatto ancora pieno di cibo. James sospirò.

"Ancora niente?" chiese con una nota di frustrazione nella voce. Lily si limitò a scuotere la testa e poggiò il piatto sul tavolo.

Era da tre giorni che Harry era arrivato al quartier generale, e daallora non aveva toccato né cibo né acqua. Lily e James continuavano a portargli tre pasti al giorno in camera e tornavano ogni volta con il cibo intatto. Harry non aveva parlato con nessuno dopo il disastroso incidente con Moody, era rimasto confinato nella sua stanza e si rifiutava di parlare con chiunque.

"James, non possiamo andare avanti così. Sono passati tre giorni e non ha bevuto nemmeno una goccia d'acqua. Si ammalerà, e non è che sia già molto in forma.” Lily stava diventando isterica. Aveva appena passato gli ultimi quarantacinque  minuti tentando di convincere Harry a mangiare qualcosa.

All'inizio, il ragazzo rispondeva con un 'Lasciami in pace!' o un 'Vattene via!' ma poi aveva semplicemente cominciato ad ignorare tutti e a starsene seduto sul pavimento di pietra della sua stanza. Lily si era accorta delle ombre scure sotto gli occhi del figlio e l'espressione esausta sul suo viso, ma non era riuscita a convincerlo a mettersi a letto e stendersi.

James la guardò stancamente.

"Cosa vuoi che faccia, Lily? Che vada di sopra e lo costringa a mangiare? Pensi che sia questo che dovremmo fare?" James non voleva perdere il controllo con Lily, ma sapeva che la situazione di Harry stata sfuggendo al loro controllo.

La prima volta che aveva rifiutato il cibo, James aveva liquidato il fatto con un 'mangerà quando avrà fame'. Tuttavia, erano passati tre giorni, Harry non mostrava segni di cedimento e il padre stava cominciando a preoccuparsi.

"Non prendertela con me, James! Non è il momento di attaccarci a vicenda. Dobbiamo risolvere questo problema insieme." Gli rispose Lily con rabbia.

James sospirò di nuovo e si alzò dalla sedia. Avanzò verso la moglie e la abbracciò.

"Scusa, Lils, ma davvero non ho idea di cosa fare con Harry. Il Ministro non ha ancora dato nessuna risposta a Silente, i Mangiamorte continuano a creare il caos nella loro ricerca di Harry e noi abbiamo un ragazzo in vena di suicidio, di sopra, che non ha intenzione di ascoltare quello che vogliamo dirgli." concluse, e entrambi sedettero sul divano e si persero nei loro pensieri.

Solo allora un Sirius dall'aria preoccupata entrò nella stanza. Guardò James e sembrò impallidire.

"Felpato, che succede?" James si era raddrizzato immediatamente alla vista della preoccupazione sul volto dell'amico. Sirius passò accanto a James e si sedette, ancora con quell'espressione preoccupata sul viso.

"Nulla, Ramoso. Solo stanchezza, immagino." Mentre parlava, Sirius continuava a fissare il pavimento. James divenne subito sospettoso. Sirius non avrebbe mai ammesso di essere stanco, mai.

"Felpato, c'è qualcosa che non va. Dimmelo."

Sirius sospirò sonoramente e si voltò verso i due amici.

"Okay, ma promettetemi che non darete di matto così da rendere la situazione ancora peggiore." guardò James e Lily, serio. Entrambi sembravano voler discutere su quel punto, ma poi annuirono, ansiosi. Sirius continuò.

"Ebbene, sono stato da Harry dopo che Lily se n'era andata. Volevo solo vedere se riuscivo a farlo ragionare. Comunque, ho notato che sembra davvero malato. Voglio direi, non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti e non mi rispondeva affatto. Neanche con un 'esci'. Così ho usato l'incanto Gondume, solo per essere certo che stesse guarendo
bene e che non ci fossero problemi di cui non eravamo a conoscenza.” fece una pausa, non certo di poter continuare.

"Cos'è successo? Cos'hai trovato?" chiese Lily, la voce bassissima.

Sirius guardò entrambi e rispose, tristemente.

“Non sta prendendo nessuna delle pozioni che gli abbiamo dato. Non c'è traccia di sollievo dal dolore o di ricostituzione muscolare e... beh, sembra anche che non dorma. Pare che non chiuda occhio dalla prima notte che è stato portato qua." concluse Sirius con malagrazia.

James sedeva con i pugni serrati e la furia nei suoi occhi fece sì che Sirius rimpiangesse immediatamente la decisione di avergli parlato. Lily boccheggiava, e sedeva con la mano davanti alla bocca. Aveva sospettato che Harry passasse notti insonni, ma non aveva mai pensato, neanche per un secondo, che si stesse deliberatamente privando di sonno negli ultimi tre giorni.

Senza preavviso, James si alzò dal divano e si diresse verso l'armadio delle scorte. Lo aprì e tirò fuori diverse bottiglie. Quando alla fine trovò quella che stava cercando si incamminò verso la porta. Sirius e Lily, in piedi, gli bloccavano l'uscita.

"James! Dove stai andando? Cosa vuoi fare?" chiese Lily, bloccandogli il passaggio.

"Qualcosa che avrei dovuto fare da molto tempo." In risposta, James sibilò. Cercò di aggirarla, ma trovò Sirius a impedirglielo.

"Ramoso, rilassati. Amico, avevi promesso che non avresti dato di matto."

James si limitò a spingerlo via bruscamente.

"Spostati, Felpato, ne ho abbastanza! Chi pensa di essere per torturarsi così? Metterò fine a questa cosa, ora!"

Dopo quelle parole, James riuscì a farsi strada oltre la porta e in cima alle scale. Irruppe nella stanza di Harry sbattendo la porta.

Harry sollevò la testa di scatto e fissò l'immagine sfocata di James. Era da un po' che faticava a costringersi a restare sveglio, e i suoi occhi lacrimavano a quello sforzo. Era, di nuovo, seduto a terra con la schiena rivolta verso la parete, senza però toccarla. Si era intenzionalmente scelto una posizione scomoda, avendo capito che, in quel momento, restare sveglio in una posizione comoda sarebbe stato impossibile. Ogni notte se n'era rimasto sul pavimento, diligentemente, e aveva lottato con forza contro il sonno che cercava disperatamente di avvolgerlo.

Harry era convinto che, nel momento in cui si fosse addormentato, Moody gli avrebbe somministrato a forza il Veritaserum. Sapeva che la pozione della verità avrebbe funzionato anche se non fosse stato cosciente. Era riuscito a non mangiare e a non bere nulla, neanche le pozioni che gli avevano portato, per paura di venire soggiogato dalla pozione. Era determinato a non dare alcuna informazione riguardo a suo padre. Le conseguenze non gli importavano.

Harry osservò James mentre si precipitava verso di lui e rudemente lo tirava in piedi prendendolo per un braccio. Harry trasalì alla presa ferrea sul suo braccio e si sentì alzare dal pavimento mentre James lo tirava su e lo trascinava sul letto. L'uomo lo gettò violentemente tra le coperte, reggendo in mano una piccola pozione viola, che Harry riconobbe come la Pozione Sonno senza Sogni.

"Bevi!" ordinò al ragazzo ormai esausto.

Harry scosse lentamente la testa. James perse del tutto la pazienza, lo costrinse con forza a distendesi sul letto. Harry lottò per liberarsi, ma veniva sopraffatto. James aprì la pozione e, mentre stava per versarla nella bocca del ragazzo, Harry sollevò una mano all'improvviso e fece volar via la bottiglia dalla mano di James. Infuriato, guardò la bottiglia rovesciasi e il suo contenuto spargersi sul letto. Ormai, Lily e Sirius avevano oltrepassato la porta e osservavano la scena.

James mise Harry a sedere, tenendolo per il colletto del vestito. Frustrato, gli urlò contro.

"Qual è il tuo problema! Vuoi morire? Perché ti stai facendo del male?" strillò.

James lasciò andare Harry e sollevò una mano per passarsi le dita tra i capelli, come faceva sempre quando era molto arrabbiato o nervoso. Di riflesso, Harry chiuse gli occhi e si allontanò da lui, evidentemente convinto che James avesse alzato la mano per colpirlo.

James si bloccò a metà del suo gesto. Aveva visto Harry allontanarsi da lui. 'È convinto che io stia per colpirlo!' pensò con orrore. Dentro di sé, si sentì sconvolgere al solo pensiero. Anche Lily e Sirius avevano visto la reazione di Harry e il loro cuore precipitò verso il basso. Lentamente, James abbassò la mano e avvertì tutta la sua rabbia abbandonarlo mentre guardava suo figlio da vicino.

Gli occhi di Harry erano cerchiati da ombre scure. Le labbra erano asciutte e screpolate visto che lui non aveva permesso ad una singola goccia d'acqua di oltrepassarle. Era molto pallido e sembrava sull'orlo di un collasso. Gli era difficile respirare e si teneva una mano su un fianco, a stringere convulsamente il costato.

L'espressione di James si raddolcì mentre comprendeva in quale orribile stato si trovava suo figlio. Stavolta parlò a Harry con calma, determinato a dimostrargli che non voleva fargli alcun male.

"Harry, ti prego, devi capire. Se non mangi e non bevi niente, soprattutto se non bevi queste pozioni, ti ammalerai gravemente." James abbassò la voce e gli parlò dolcemente, ma il ragazzo semplicemente lo ignorò. "Se pensi di poterci ricattare in questo modo così che ti lasciamo fare, allora ti sbagli. Puoi lasciarti morire di fame per tutto il tempo che vuoi. Non ti rimanderò da quel mostro!"

Sentendo chiamare il proprio padre un mostro, Harry guardò James e gli lanciò un'occhiata assassina. Gli parlò con voce secca e rauca.

"Non è questo che sto facendo."

"Cosa?" chiese James, confuso dalla risposta di Harry.

"Ricattarvi. So che non vi importa niente di me." disse Harry a voce bassa.

James aprì la bocca per ribattere, ma fu interrotto da Lily che si era precipitata verso il letto.

"Harry, questo non è vero! Certo che ci importa di te, a tutti noi!" disse, dalla sua posizione accanto a James.

Harry alzò gli occhi stanchi verso di lei. Dal suo sguardo si capiva che non le credeva. James provò con un approccio diverso.

"Se non ci stai ricattando, allora cosa stai facendo? Perché ti stai facendo questo?"

Allora udirono un grido provenire dal piano di sotto.

"Potter! Black! Scendete, dobbiamo parlare."

La voce di Moody echeggiò nella stanza e James vide Harry irrigidirsi immediatamente. I suoi occhi scattarono verso la porta e le sue mani erano chiuse a pugno. Sembrava tremare leggermente e non distolse gli occhi dalla porta. Per un attimo, James rimase confuso dalla sua reazione. James sapeva che Harry non aveva paura di Moody, ma la sua reazione alla sola voce di Moody sembrava quasi dolorosa.

"Harry, ma che..." James si interruppe.

All'improvviso, tutto aveva un senso. Il loro ultimo incontro, Moody che cercava di costringerlo a prendere il Veritaserum, Harry che non mangiava e non beveva niente, neanche le pozioni che gli portava Lily. Il suo rifiuto di dormire, la tensione alla voce di Moody. Harry aveva paura che Moody lo drogasse! Aveva paura di dormire, nell'eventualità in cui Moody potesse drogarlo, aveva paura di mangiare o bere, soprattutto le pozioni, nell'eventualità in cui queste venissero corrette con la Pozione della Verità.

'Merlino, cosa ti ha fatto Moody' pensò James mentre la rabbia lo assaliva al ricordo del comportamento di Moody verso Harry. James espirò lentamente per calmare i nervi prima di parlare.

"Harry, hai paura che qualcuno possa correggere il tuo cibo o le tue bevande?" James vide Harry voltarsi lentamente verso di lui.

James vide la risposta nei suoi occhi esausti e respirò a fondo.

"Harry, perché pensi che permetteremmo a qualcuno di mettere qualcosa di pericoloso nel tuo cibo? Dovresti fidarti di noi, siamo i tuoi genitori. Non permetteremo a nessuno di farti del male."

Harry lanciò un'altra occhiata di diffidenza a James e Lily. James decise che doveva dare a Harry qualche prova, così che potesse credergli, anche se in minima parte. Estrasse la bacchetta e ancora una volta vide il figlio irrigidirsi. Anche Lily lo guardava allarmata. James li ignorò, puntò la bacchetta verso la porta, e disse con voce chiara.

"ACCIO VERITASERUM!" tutte insieme, sette bottiglie di Veritaserum volarono oltre la porta e atterrarono sul letto dove Harry e James sedevano.

Harry sembrava confuso. Si ritirò leggermente più indietro, non certo di cosa James volesse fare con tutte quelle bottigliette. Udirono un aspro grido dal piano di sotto e la voce di Moody tuonò. "Che sta succedendo qui? Cos'è che è appena volato fuori dalla mia borsa?"

Allora, James puntò la bacchetta verso le bottiglie e mormorò un altro incantesimo.

"REDUCTO"

Le bottigliette di infransero e il liquido si riversò sulle coperte. Harry guardò James, la sorpresa chiaramente dipinta sul suo volto. James asciugò le coperte con un incantesimo.

"Vedi Harry, ora non c'è più neanche una singola goccia di Veritaserum in questa casa. Puoi andare a dormire tranquillo. In più, non ci sarà Veritaserum in nessun cibo o bevanda, neanche nelle pozioni. Se vuoi, posso fare l'incantesimo 'Ingreto' sul tuo cibo, così che ti mostri tutti gli ingredienti. In questo modo potrai stare completamente
tranquillo." James guardò Harry e quasi sorrise all'espressione di sorpresa dipinta sul suo bel viso.

"Dormi ora, Harry, altrimenti non guarirai mai. Ti porterò un'altra fiala di pozione soporifera per aiutarti."

James osservò mentre Harry scivolava sotto le coperte. James i voltò e puntò di nuovo la bacchetta verso la porta.

"ACCIO POZIONE SOPORIFERA" la pozione violacea sfrecciò nella sua mano. Si voltò per dare a Harry la pozione, ma scoprì che il ragazzo, esausto, si era già addormentato.

xxx

Le cose migliorarono leggermente dopo quel giorno. Harry si stava riprendendo adesso che prendeva tutte le pozioni e assumeva piccoli pasti giornalmente. Ancora non mangiava tanto quanto James e Lily avrebbero voluto, ma era comunque meglio di prima. Parlava ancora poco e se ne stava sempre nella sua stanza. Tuttavia, Sirius gli aveva
mostrato la biblioteca dei Black e Harry era subito corso a vederla.

Aveva deciso che, se proprio era costretto a restare lì, allora si sarebbe buttato sulla lettura e sugli studi. James e Lily erano davvero felici per il suo comportamento, nonostante Harry fosse ancora risentito verso di loro.

Erano passati esattamente sette giorni dall'arrivo di Harry al quartier generale, e la prima riunione dell'Ordine stava per
cominciare. Silente aveva finalmente ricevuto la risposta del Ministro riguardo al futuro di Harry e questa sarebbe stata rivelata all'intero ordine, quella sera.

James e Lily erano incredibilmente preoccupati, cosa sarebbe successo? Quale destino avrebbe atteso Harry? C'erano speranze per lui?

Soprattutto però, si sentivano orribilmente in colpa per l'aver ignorato Damien. Solo una volta avevano fatto apparire i loro visi nel fuoco del camino della Tana per vedere se Damien stesse bene. Damien si stava davvero divertendo dai Weasley ma continuava ad essere piuttosto sospettoso a causa di questa lunga vacanza con loro. Aveva cercato di discutere col Signore e la Signora Weasley riguardo a cosa stesse succedendo, ma gli erano stati utili esattamente come James e Lily.

James stava misurando il pavimento a grandi passi mentre Sirius e Lupin lo guardavano divertiti.

"Ramoso, ti sentirai male se continui, vieni qui e siediti." Scherzò Sirius mentre James gli lanciava un'occhiata infastidita. Anche Lupin ridacchiò, ma lanciò a James uno sguardo di comprensione.

"Arriveranno presto, Ramoso, abbi pazienza. Sono sicuro che se fosse stata una notizia davvero brutta, Silente non avrebbe deciso di rivelarla di fronte a tutti senza prima parlarne a te e Lily."

A quelle parole James si fermò e guardò Lupin. Sospirò e dopo essersi avvicinato si sedette.

"Immagino tu abbia ragione, ma perché non è semplicemente venuto qui a parlare con noi prima della riunione? Voglio dire, dopotutto siamo i genitori di Harry, non pensi che dovremmo sapere il suo futuro prima di chiunque altro?" James si passò ancora una volta le dita tra i capelli spettinati.

Lily entrò nella stanza e sorrise nervosamente ai tre Malandrini. Si diresse verso James.

"Glielo hai detto?" chiese, tranquilla.

James sembrava confuso.

"Ehm... dire cosa... a chi?" chiese stupito. Una nota di seccatura comparve negli occhi di Lily.

"Hai detto a Harry di restare in camera sua stasera durante la riunione?" chiese.

"Oh, quello. Beh, sì, cioè no, non ancora."

Sirius e Lupin non poterono evitare che due ghigni comparissero sui loro visi. Amavano quando James perdeva l'uso della parola di fronte a Lily. Ma non quando gli occhi verdi di Lily bruciavano nei loro.

"James, hai detto che l'avresti fatto, mancano solo dieci minuti all'arrivo degli altri. Per favore, vai a dirglielo."

"Lils, tesoro, pensi davvero che sia necessario? Voglio dire, potremmo semplicemente chiudere a chiave la porta senza spiegare niente a Harry, potrebbe persino non accorgersene..." James si fece piccolo piccolo davanti all'espressione rabbiosa di Lily e mormorò qualcosa sul fatto che sarebbe andato subito a parlare con Harry e lasciò la stanza.


James bussò alla porta della stanza di Harry e la aprì trovandolo seduto sul letto, intento a leggere un libro sulle Arti Oscure. ‘Perfetto' pensò James con rabbia. Avrebbe dovuto dire due parole a Sirius sul contenuto della biblioteca.

"Hey Harry, volevo solo farti sapere che oggi ci sarà una piccola riunione di sotto."

"Okay" rispose Harry senza nemmeno alzare gli occhi dal suo libro.

"Si tratta solo di alcuni dell'Ordine e non voglio che sappiano che tu ora sei qui."

"Ok" rispose di nuovo Harry con voce annoiata.

"Ho paura che dovrò chiudere la porta a chiave."

"Va bene".

"Solo fino alla riunione, quando se ne saranno andati tornerò ad aprirla."

"Come vuoi."

"Okay, ora vado."

"Va bene."

"Ti sto chiudendo dentro".

"Fallo".

Dal tono della sua voce, James capiva che era arrabbiato all'idea di venire chiuso a chiave. A dire la verità lo sarebbe stato anche James se fosse stato nella stessa situazione. James chiuse la porta dopo aver lanciato un'ultima occhiata a Harry, che non aveva ancora alzato gli occhi dal suo libro. James chiuse la porta con un sospiro. La toccò con la bacchetta e mormorò l'incantesimo per chiuderla a chiave.

James odiava mentire ad Harry, la maggior parte dei membri dell'Ordine sapeva che era là, ma questo non significata che ne fossero felici. La maggior parte era d'accordo con Moody. Pensavano che Harry non dovesse subire un trattamento speciale solo perché era un Potter. James scese le scale lentamente, perso nei suoi pensieri così deprimenti. Era meglio tenere Harry lontano, per la sua stessa sicurezza.

Quando James entrò nella stanza che avrebbe ospitato la riunione dell'Ordine, scoprì che la maggior parte era già arrivato, ad eccezione della famiglia Weasley. Sorrise fugacemente in direzione di Lily e annuì per assicurarle che Harry era al sicuro di sopra. In risposta anche lei sorrise. I loro sorrisi erano appena spariti dai loro volti quando all'improvviso dal camino eruppero fiamme verdi e Damien apparve, insieme all'intera famiglia Weasley.

"Hey mamma, hey papà."

Damien si avvicinò ai suoi stupiti genitori e li abbracciò velocemente.

"Che c'è, non siete felici di vedermi? E' la prima volta questa settimana." Damien fissava l'espressione sbalordita sui loro visi. Lily si riprese subito.

"Certo che siamo felici di vederti. E' solo che non ce lo aspettavamo."

Velocemente lo abbracciò e lo baciò sulla fronte. Damien arrossì e mormorò qualcosa del tipo 'non in pubblico'. Lily gli sorrise. Il figlio più giovane le era mancato nell'ultima settimana ed era felice di vederlo di nuovo, ma era comunque nervosa. Harry era a pochi metri di distanza e Damien nemmeno sapeva di lui. Lanciò a James uno sguardo preoccupato ma lui sembrava immerso in una conversazione con il signor Weasley.

Velocemente Molly fece uscire tutti i ragazzi dalla stanza. Li portò nelle stanze al secondo piano e gli vietò di uscirne. Nell'istante in cui se ne andò, i sei ragazzi: Fred, George, Ron, Damien, Hermione e Ginny iniziarono un'altra vera e propria riunione.

"Allora, cosa pensate sia successo stavolta?" chiese Ginny mentre insieme a Hermione si sedeva su uno dei letti della grande stanza.

"Deve essere una cosa grossa, non ho mai visto così tante persone ad una riunione, prima." disse Fred mentre sedeva su una delle sedie, poggiando i piedi sul tavolo.

"Sì, in effetti non organizzavano riunioni da un po'. Forse vogliono solo aggiornarsi sui recenti attacchi" suggerì Hermione pensierosa.

"No, questa è una riunione importante." disse George con un ghigno.

"Cosa te lo fa dire?" chiese Damien seduto sull'altro letto insieme a Ron.

"Ho sentito mamma parlarne con papà stamattina, diceva che la riunione sarebbe stata "determinante per il futuro" e che "è meglio che Silente sappia cosa sta facendo giocando a questo gioco così pericoloso."

Tutti guardarono George che fece un inchino scherzoso.

"Come hai fatto a sentire queste cose?" chiese Ron guardando il fratello, colpito.

"Con queste!" George mostrò qualcosa che sembrava un cordoncino color carne. Era molto lungo e non assomigliava a nulla che avessero mai visto.

"Wow, che cos'è?" chiese Damien scendendo da letto ed avvicinandosi a George per dare un'occhiata da vicino.

"Orecchie Oblunghe." disse lui orgoglioso mentre Fred gli sorrideva e ammiccava.

"Le ho fatte scivolare sotto la porta della camera da letto e ho sentito l'intera conversazione, beh, almeno fin quando Percy il Perfetto non è arrivato e mi ha detto di andarmene, stupido imbecille!" George aveva davvero una brutta faccia ora.

"Ma sapevi che non avresti dovuto origliare comunque..." cominciò Hermione ma si interruppe alle espressioni suoi visi di Damien e Ron.

"Mmh, 'decidere il futuro', 'gioco pericoloso', di che potrebbero parlare?" chiese Ginny con un'espressione curiosa sul bel viso.

"Beh, sorellina, perché non andiamo a scoprirlo?" Fred si alzò ed estrasse cinque paia di orecchie oblunghe passandone un paio a ognuno.

"Wow, sei venuto preparato." commento Hermione.

"Beh, la casa non è infestata dai Pixy proprio all'inizio della riunione per puro caso." Fred e George soffocarono le risate davanti alle espressioni sui visi degli altri quattro.

"Siete... siete stati voi!" Ginny non sapeva se essere arrabbiata o felice.

"Ma come faremo a liberarcene?" chiese Ron.

"Non preoccuparti, sono solo temporanei, una volta che si sarà esaurito l'enzima attivo spariranno." Fred si inchinò di nuovo mentre Ginny e Damine cominciarono a battere le mani in segno di approvazione.

"Le... avete inventate voi, wow, questa è magia davvero avanzata, come...?" Hermione fu interrotta dal suono di grida provenienti dal piano di sotto.

Tutti e sei si guardarono e corsero alla porta.

xxx

Harry era furioso. Nell'istante in cui James aveva lasciato la stanza, era sceso dal letto e si era avvicinato alla porta il più
silenziosamente possibile. Udì il magico click della serratura che veniva chiusa. Harry aspettò alcuni minuti. Sentì il suono di sei o sette persone farsi rumorosamente strada verso il secondo piano. Quando fu sicuro che non ci fosse più nessuno, fece un passo indietro e posò una mano sulla porta. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla magia che sigillava la porta. Studiava la magia senza l'uso della bacchetta da quando aveva quattordici anni e l'aveva usata tante volte. Lasciò
che il potere fluisse attraverso le sue dita per neutralizzare la magia intorno alla porta. Dopo un minuto, la porta si aprì.

Harry non poté evitare di sorridere. Stava tornando a casa. Sapeva che con così tante persone alla riunione dell'Ordine le protezioni sarebbe stata più leggere. Sapeva che le famiglie dei membri spesso venivano alle riunioni ma non venivano attivamente coinvolti nell'incontro. Aveva appreso queste informazioni studiando l'Ordine l'anno precedente. Sapeva che i non-membri dell'Ordine non sarebbero potuti entrare o uscire di casa con le protezioni alzate, e così avevano
dovuto abbassarle temporaneamente. Questa era l'occasione che Harry stava aspettando.

Uscì dalla stanza e si guardò velocemente intorno. Non c'era nessuno. Si diresse alle scale e cominciò a scenderle lentamente e silenziosamente. Raggiunse il fondo e rilasciò il fiato che stava trattenendo. Strisciò silenziosamente verso la porta. Sapeva che sarebbe stato un enorme rischio; non aveva la bacchetta e non era ancora guarito. Si fermò per un attimo vicino alla stanza della riunione. Sapeva che probabilmente la porta era stata incantata con un Silencio così che nessuno potesse origliare. Harry strisciò verso la porta e la raggiunse in un paio di minuti. Mise la mano tremante sulla
maniglia e la spinse. Quasi pianse di gioia quando la porta si aprì e sentì l'aria fresca soffiare in segno di saluto. Non aveva messo piede fuori per sette giorni e la sensazione di essere all'aria aperta quasi lo stordiva.

Harry aveva appena mosso un passo fuori dalla porta quando avverti la forte stretta di una mano sulla sua spalla. Harry fu tirato dentro violentemente prima di avere anche solo la possibilità di voltarsi e scoprire chi lo avesse preso. La porta venne chiusa a chiave con un colpo di bacchetta e Harry girò su se stesso per finire faccia a faccia con un James Potter infuriato. Harry sbatté le ciglia, sorpreso. Non lo aveva nemmeno sentito avvicinarsi, come aveva fatto ad afferrarlo? All'improvviso Harry si sentì invadere dalla furia. James Potter aveva rovinato il suo piano di fuga, lo aveva fermato prima che potesse andarsene da quell'orribile posto e tornare a casa.

James strattonò Harry lontano dalla porta e sibilò.

"Vai di sopra! Ora!"

Harry provò a liberarsi dalla sua presa ma James gli puntò contro la bacchetta. Questo non calmò l'ira crescente che sentiva Harry.

"Lasciami andare!" urlò.

"Vai di sopra!" James afferrò con violenza il braccio di Harry e lo strascinò su per le scale

Harry urlò di nuovo e cercò di liberare il braccio dalla mano di James.

"Lasciami andare! Lasciami andare, Potter!"

James arrivò davanti alla stanza di Harry e ce lo spinse dentro rudemente. Entrò e si chiuse la porta alle spalle.

xxx

Damien e i suoi cinque amici aprirono la porta e si gettarono nel corridoio fiocamente illuminato. Potevano udire delle urla dal piano di sotto. Guardarono oltre la balaustra in tempo per vedere James Potter trascinare un ragazzo verso una stanza. Damien vide suo padre spingere rudemente l'adolescente nella stanza prima di entrare a sua volta e chiudere la porta. I sei ragazzi aveva visto solo la schiena di quel ragazzo e la luce fioca non aveva permesso loro di individuare
i suoi tratti. Si guardarono e strisciarono silenziosamente di nuovo nella loro stanza.

"Che diavolo è successo?" chiese Ron guardando Fred e George come se quello fosse un loro piano.

"Chi era quel ragazzo?" chiese Ginny un po' preoccupata.

"Sì, e perché tuo padre è stato così rude con lui, sembrava gli stesse facendo male." chiese Hermione a un Damien molto confuso.

"Non lo so, mio padre non farebbe mai del male a nessuno apposta, non capisco." rispose Damien a voce bassa.

"Beh, c'è solo un modo per scoprirlo, Damien, hai portato la mappa?" chiese Fred.

Damien estrasse un foglio di pergamena completamente bianco. La sfiorò con la bacchetta e sussurrò:

"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni a casa Black."

Il foglio di pergamena bianco si riempì all'improvviso con una mappa dettagliata della casa. L'unica sezione della mappa che rimase vuota era quella della stanza dove si teneva la riunione. Quando Sirius aveva dato quella mappa a Damien gli aveva spiegato che era importantissimo che qualunque cosa avesse a che fare con l'Ordine rimanesse segreta, anche i suoi membri.

I sei ragazzi esaminarono velocemente la mappa nella speranza che l'identità di quel misterioso ragazzo venisse rivelata. Videro la stanza nella quale si trovavano. C'erano sei puntini con i rispettivi nomi accanto. Esaminarono la stanza sotto di loro e riconobbero i due puntini al suo interno. Damien sentì il mondo fermarsi quando lesse il nome vicino a quello di suo padre.

Harry James Potter.
 
   
 
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