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Autore: Emily Kingston    20/12/2011    4 recensioni
Un po' tutti | Una piccola raccolta di momenti natalizi
Christmas Air - George/Angelina
Christmas Trees - Arthur/Molly
Christmas Memories - Sirius/Nuovo Personaggio
Christmas Things - James/Lily
Christmas Nights - Harry/Ginny
Christmas Meetings - Charlie/Nuovo Personaggio
Christmas Babies - Bill/Fleur
Christmas Lights - Ron/Hermione
Christmas Letters - Neville/Luna
Christmas Lunches - Draco/Astoria
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Christmas Lights (Ron/Hermione)

 

Baby, baby I can’t wait
to spend this special time of year
with someone who makes me feel
the special way you do
(Christmas Eve)

 
Ron si richiuse la porta alle spalle, appendendo la giacca all’attaccapanni.
Mosse qualche passo lungo il corridoio, raggiungendo il salotto. Sapeva che sarebbe stato un madornale errore annunciare il suo ritorno ad alta voce, siccome Hermione stava sicuramente o leggendo, o lavorando su qualche scartoffia di lavoro.
Silenziosamente, affacciò il volto al di là dello stipite, dando una breve sbirciata in salotto. In un primo momento, di Hermione sembrava non esserci traccia.
Allarmato, Ron entrò, rimanendo sulla soglia, ed iniziò a scandagliare le stanza con minuzia, assottigliando gli occhi.
Riuscì a capire dov’era solo dopo l’ennesima, attenta analisi, e dovette sbattere le palpebre un paio di volte per essere certo di non stare immaginando tutto.
“He-Hermione?” balbettò, incredulo.
Hermione se ne stava sdraiata sul pavimento, le ginocchia piegate e la testa nascosta sotto all’albero di Natale, con il naso rivolto all’insù.
La ragazza piegò la testa da un lato, quanto bastava per incontrare gli occhi di Ron.
“Oh, sei tornato,” commentò, con scarso interesse.
Ron annuì, avanzando di qualche passo all’interno del salotto.
“Posso sapere cosa stai facendo?” domandò, timoroso.
Hermione non rispose subito, lasciando che un lieve silenzio, interrotto dagli scampanellii e dalla lieve melodia che provenivano dalla strada, calasse attorno a loro.  
“Guardo le luci,” disse, infine, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ah.”
Per qualche altro minuto un lungo silenzio si propagò nell’aria, calando sul salotto dell’appartamento.
“Vuoi venire?” domandò Hermione dopo un po’, senza staccare gli occhi dalle luci dell’albero di Natale.
Ron annuì, avviandosi verso l’angolo del salotto dove Hermione aveva addobbato l’albero. Si inginocchiò sul pavimento e si stese al fianco di Hermione, alzando il naso verso le luci.
“Oh.”
Non avrebbe mai immaginato che stare lì sotto fosse così bello. Guardare le luci dell’albero da quella prospettiva era strano eppure, allo stesso tempo, terribilmente bello. Senza contare che il continuo sfregamento tra la sua spalla e quella d’Hermione ed il calore del suo corpo, gli avevano fatto aumentare il battito cardiaco.
“Sono belle, vero?” domandò Hermione, sorridendo.
Ron annuì, sbattendo le palpebre e continuando a fissare le luci.
Rimasero in silenzio per un po’, con il sottofondo delle carole natalizie che venivano cantate per le vie di Diagon Alley ed il leggero tintinnio del campanelli.
“Stavo pensando che potremmo sposarci,” sussurrò Ron dopo un po’, senza staccare gli occhi dalle luci; il suo apparente disinteresse era, però, tradito dal bruciante rossore che aveva colpito la punta delle sue orecchie e la porzione di collo che fuoriusciva dalla maglietta.
Hermione lì per lì sussultò, ma non rispose, limitandosi ad infilare la sua piccola mano in quella grande di Ron, che la strinse forte.
Quando il battito della ragazza si fu regolarizzato, mentre, invece, il cuore di Ron moriva d’impazienza, Hermione si lasciò andare ad un sorriso.
“Pensavo…pensavo che potevamo avere una casa tutta nostra,” continuò il ragazzo, balbettando un po’ per l’imbarazzo, un po’ per il timore. “Magari potremmo prendercene una nella Londra Babbana, visto che vivere a Diagon Alley non ti piace così tanto. E…e pensavo che..che magari potevamo comprarne una grande, con due bagni, una stanza tutta per te, dove puoi lavorare, ed una camera per i bambini.”
Ron pensava di stare per morire.
Ci pensava da un po’, in effetti, ma l’idea era ancora solo un vago e nebuloso disegno nella sua testa; non aveva neanche comprato un anello!
Sentiva un caldo pazzesco addosso ed aveva una voglia matta di scavare una buca e buttarvisi dentro, senza uscirne mai più, possibilmente.
“Penso che sia un’ottima idea.”
Ron sbatté le palpebre un paio di volte: aveva detto di sì?
“E’…è un sì questo?” biascicò.
Hermione annuì, facendo oscillare la matassa di ricci sparsa sul pavimento.
“Miseriaccia!” imprecò Ron, euforico. “Merlino, non ho neanche un maledetto anello.”
Hermione ridacchiò, voltando il capo verso di lui.
“A questo possiamo rimediare,” sorrise ed allungò una mano verso l’alto, afferrando una delle decorazioni e staccandola dal ramo dell’albero.
Era un ciondolo a forma di pupazzo di neve con un largo buco in corrispondenza della pancia.
Ron arrossì, ma l’afferrò.
“Quindi…sì, insomma, sei sicura che mi vuoi sposare?” farfugliò, tenendo il ciondolo a qualche centimetro dalla sua mano.
Hermione sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Certe abitudini sono dure a morire, pensò con una punta di dolcezza.
“Sì, Ron, sono sicura,” rispose, avvicinando la mano al ciondolo per incoraggiarlo.
Ron inspirò ed infilò il dito di Hermione nel foro del ciondolo: le calzava a pennello.
“Ma, sei proprio sicura, sicura?” chiese di nuovo, ansioso.
Hermione sospirò, esasperata, ed alzò il viso per dargli un piccolo bacio.
“Sicura, sicura.”
“Non è che poi all’improvviso spunta fuori Krum e te ne scappi con lui, vero?”
“Nemmeno l’arrivo di dieci Viktor Krum potrebbe farmi cambiare idea.”
Ron riprese a respirare con regolarità, un po’ rassicurato.
“Ma se-”
“Niente ‘ma’,” lo interruppe Hermione, “tu vali più di tutti i Viktor del mondo, Ron, e devi ficcarti in quel tuo piccolo cervellino che io sto con te ed è con te che voglio stare.”
“Niente Viktor, quindi,” disse Ron, avvicinandosi al volto di Hermione.
Lei sorrise.
“Niente Viktor.”
Ron le rivolse un piccolo sorriso, di quelli un po’ sbilenchi che le rivolgeva spesso ad Hogwarts, quando si guardavano di sfuggita.
“Quindi sei proprio sicura, sicu-”
Hermione lo sapeva che Ron odiava essere interrotto quasi quanto lei, soprattutto quando stava dicendo qualcosa che lui riteneva di vitale importanza, ed Hermione sapeva altrettanto bene che tutte le domande paranoiche che Ron le stava rivolgendo erano tra le cose che il ragazzo giudicava di vitale importanza.
“Mi hai interrotto,” borbottò Ron, imbronciato.
Hermione non rispose, lo baciò di nuovo, questa volta passando le dita tra i suoi capelli e lasciando che lui le avvolgesse la vita con le braccia, stringendola a sé.
“Sei convinto, adesso,” ansimò Hermione, a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Sì,” sussurrò Ron, in risposta, lasciandole un piccolo bacio sulla bocca, “le tue argomentazioni sono state abbastanza convincenti.”
Hermione sorrise, furba, chiedendosi da quando Ron utilizzasse parole come ‘argomentazioni’. Avrebbe voluto chiederglielo, domandandogli anche come mai avesse esteso il suo vocabolario ma il bacio che ne seguì le tolse le parole di bocca, annullando qualsiasi pensiero coerente.
In quel momento l’unica cosa che riusciva a percepire era Ron.
Ron, ovunque, sopra e dentro di lei, in ogni particella del suo corpo, dentro ogni vena.
C’era solo Ron. E le luci di Natale.



Author's Corner
Bon soir, avete visto come sono stata brava! :D
Vi avevo promesso questo capitolo entro stasera et voilà, eccolo qui!
Be', censurando tutti i soliti bla,bla,bla che scrivo nel commento finale, volevo solo ringraziare chi ha recensito i capitoli precedenti ed augurare a tutti una buona lettura, sperando che il capitolo soddisfi le vostre aspettative.
Un bacio a tutti,
Emily.

 

   
 
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