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Autore: Krizia    21/12/2011    5 recensioni
Saaaaaaaaaaaaaaaaaalve a tutti! Sono tornata con una piccola fanfic, un'altra NaLu; ero ispirata da un litigio che ho avuto io stessa così mi son detta "potrei reprimere la mia rabbia scrivendo!" Cosa che ho fatto :D che dire? è corta,ma spero che vi possa piacere; è già completa,ma lascerò IN CORSO nel caso in cui un giorno mi venga voglia di proseguire la storia....vi starete chiedendo il perchè....beh,leggete e lo scoprirete ;) enjoy it! :)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Happy, Loke, Lucy Heartphilia, Mirajane, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un semplice flashback di Lisanna, uno stupido paragone improvvisato tra la persona più importante della sua vita e quella che lo è stata un tempo, uno stupido errore che poteva trasformarsi in qualcosa di molto più grande. E doloroso.
“N-non è qui?” il sibilo di Natsu che Mirajane avvertì appena.
“No, non l’abbiamo vista in gilda, si è allontanata da voi?”
“Io mi sono allontanato da lei….n-non avrei dovuto…ero certo…sarebbe tornata qui” una frase, un senso, un pugno nello stomaco; Natsu si era sentito privare di tutte le sue forze nel realizzare il senso della frase che aveva appena pronunciato, riusciva a percepire il sudore freddo sulla sua fronte, poi si voltò di scatto, fissando l’oscurità della serata.
“A-aspetta Natsu, calmati, tranquillo; non è stata qui Lucy, ma questo non vuol dire che sia successo qualcosa; magari è solo andata a casa”
Natsu spostò lo sguardo dalla finestra alla ragazza, mise a fuoco ciò che gli aveva appena detto e poi balzò dalla sedia alla velocità della luce correndo fuori dalla gilda, seguito come sempre dal suo inseparabile nakama Happy.
 
“Natsu…” il suo richiamo sembrava più un lamento.
“Che c’è Happy?” chiese Natsu mentre continuava a correre avendo intrapreso la strada che li avrebbe condotti all’appartamento di Lucy.
“Perché abbiamo lasciato Lucy sola? Non eravamo usciti per lei?” fu una domanda che trafisse in pieno il cuore di Natsu; lui era uscito per lei, per farla stare meglio, invece l’aveva lasciata da sola, probabilmente a piangere. Si sentiva un mostro e il suo silenzio fu la conferma che Happy cercava; non doveva chiederlo; stava già male Natsu. Sfondò la finestra della camera di Lucy notandola chiusa, quando in realtà la biondina la lasciava sempre aperta per lui e cominciò a cercarla in ogni stanza quando infine provò, anche se invano, a fiutarne l’odore con le narici. Nulla. Lei non era in casa. E probabilmente non ci era nemmeno passata. Doveva trovarla. A tutti i costi.
“Vieni Happy, torniamo nella foresta” disse il Dragon Slayer prima di riprendere a correre. Cercò la maga degli spiriti stellari per tutto il bosco, lo perlustrò in ogni dove, fiutò anche ma nulla, quando ad un tratto si ritrovò il nastro di Lucy a terra davanti a lui.
“DANNAZIONE!” Ringhiò ad alta voce emanando fiamme da entrambi i pugni per la rabbia mentre teneva stretto tra le mani l’unico oggetto che lo avvicinava a Lucy, il suo nastrino.
Happy e Natsu tornarono alla gilda senza poter colmare il vuoto delle domande dei suoi nakama. “Hai trovato Lucy?” le uniche tre parole che da ben cinque giorni si sentiva ripetere dalla gilda intera. Ogni volta che gli veniva posta questa domanda era come se lo trafiggessero al cuore, avrebbe voluto rispondere che era lì con lui, che la stava abbracciando proprio in quel momento, ma invece ogni volta doveva pronunciare le solite dolorose parole “Ancora no”
I giorni passavano e le notizie erano sempre le stesse. Nessuno aveva saputo nulla. Nessuno aveva visto nulla. Lucy non c’era e Natsu stava male. Da morire. Si sentiva responsabile, gli mancava, gli mancava il suo sorriso dolce, il suo profumo delicato, il suo respiro sulle labbra quando dormivano abbracciati, gli mancava dannatamente troppo. Non ce la faceva più. Nessuno nella gilda aveva provato a confortare Natsu, tutti sapevano che aveva un modo tutto suo di elaborare le emozioni, e questa, doveva essere la più forte che il ragazzo avesse mai affrontato, dopo la scomparsa di Igneel. Era fin troppo evidente quanto il Dragon Slayer fosse provato dalla situazione, motivo per il quale il Master stesso aveva chiesto di non disturbare Natsu in questo periodo.
Natsu sbatté un pugno sul tavolo quando all’improvviso si aprirono le porte della gilda. Fu il primo a voltarsi e ciò che vide gli fece spalancare gli occhi. Era Loki che teneva tra le braccia il corpo di Lucy ferito e privo di sensi. “Che è successo?” si fiondò su di lui urlando e strappandogli Lucy dalle braccia.
“Lucy….Lucy sono io, sono Natsu…per favore apri gli occhi così mi potrai sgridare” la voce di Natsu si abbassava di tonalità man mano che realizzava quanto il corpo della ragazza fosse bianco e freddo.
“Che le è successo?” urlò rivolgendosi di nuovo contro Loki ma quest’ultimo scrollò le spalle in segno di ignoranza.
“Non lo so. Nessuno di noi spiriti lo sa, quel che è certo è che dev’essere successo qualcosa, perché improvvisamente Lucy ha sprigionato tutta la sua energia magica aprendo tutti i portali di noi spiriti...dev’essere stato uno sforzo che il suo corpo non è stato in grado di reggere, per questo motivo ora è ridotta così”
Natsu ascoltava attentamente quanto gli esponeva Loki mentre stringeva a sé Lucy, per non farla cadere ma soprattutto perché ne aveva un disperato bisogno. La sentiva respirare, ma il suo era un respiro a malapena percettibile, che gli faceva capire che era ancora viva.
“Ora ci sono io Lucy, ti riprenderai e dopodiché ti risveglierai per sgridarmi come al solito” sussurrò Natsu all’orecchio della ragazza, intenerendo l’intera gilda e cercando di dar speranza soprattutto a se stesso.
Cominciò ad incamminarsi verso l’uscita della gilda quando una voce familiare lo richiamò “Ehi Natsu! Dove vai con Lucy in quello stato?” domando Gray
“Vado da Porlyuska” rispose freddamente per poi allontanarsi dalla gilda.
Non appena fu arrivato la stessa Porlyuska si spaventò per le condizioni in cui si presentava il fisico di Lucy; pallido, freddo, con un respiro irregolare, dimagrito; dopo averla visitata uscì dalla sua stanza per la prima volta con uno sguardo di comprensione verso Natsu.
“Cos’ha?”
“Torna domani”
“Devo sapere” rispose a tono Natsu stringendo i pugni che ripresero ad emanare fuoco per la rabbia e i sensi di colpa.
“Non devi sentirti in colpa Natsu” perfino Natsu notò che Porlyuska era troppo indulgente stavolta. Perfino lui comprese che non era un buon segno. “Quando si rimetterà?” chiese, aggrappandosi ad un’ultima speranza.
“Lucy non ha agito di sua spontanea volontà. E’ stata costretta a sprigionare la sua energia magica. Dev’essere incappata in un artefatto della Lost Magic dal nome SUSPIRIA PROFUNDIS; è un’ incantesimo in grado di auto attivarsi alla presenza di un mago; SUSPIRIA PROFUNDIS è famoso come incantesimo proprio perché priva il mago della sua energia magica racchiudendola nel prisma dal quale è capace di auto attivarsi; evidentemente Lucy si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato” disse Porlyuska con un tono di voce più pacato e sensibile, apprendendo anche lei appieno il significato delle parole che stava per pronunciare.
“Non esistono ancora cure mediche o incantesimi reversibili a questo, Natsu e tu sai che vuol dire essere privato della propria energia magica” disse con un tono di voce più basso.
Natsu scattò dalla sedia gettandosi sulla maga “Ma che stai dicendo? Lei è Lucy! La mia Lucy! Si riprenderà!” urlò fiondandosi nella stanza della biondina. Le si avvicinò con gli occhi umidi ma incapaci di versar lacrime perché si rifiutava ancora di accettare la verità, Lucy era lì, così vicina a lui, poteva ammirare di nuovo la sua bellezza, poteva toccare i suoi capelli, accarezzarle la guancia e avvertire il suo respiro, sebbene appena percettibile.
Si sentiva maledettamente in colpa, l’aveva lasciata sola per via di un flashback provocato involontariamente. Si concesse di far scendere le lacrime silenziosamente mentre premeva con forza il corpo di Lucy al suo, stringendolo con tutta la forza che aveva come se potesse donarle la sua vita con quel piccolo gesto. Restò tutta la notte in quella posizione con lei e sapere che Lucy, la sua Lucy, era lì, con lui, viva ma incapace di vivere la sua vita, era la tortura più straziante che il cuore di Natsu avesse mai provato.
  
  
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