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Autore: JooJoo    23/12/2011    1 recensioni
Giulia incontra il suo primo amore dopo nove anni. Il suo Professore di matematica.
Perché faceva sempre lo stesso effetto? Era una stupida cotta adolescenziale, no?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero tornata da Edimburgo il 3 Gennaio come previsto, anche se avevo una gran voglia di mandare tutti al diavolo e trasferirmi in quella bellissima città.
Purtroppo la routine era tornata e con essa lo stress quotidiano. Era questo il brutto delle vacanze, quando ritorni a casa stai peggio di quando sei partita.
Quindi, quei giorni li passai con un gran muso lungo, stile pubblicità di costa crociara, e un po' di malinconia...
Ovviamente dopo qualche giorno questa depressione post-vacanza mi è passata. Anzi, me la son fatta passare. Non potevo lavorare con una faccia da zombie e ringhiare a tutti i clienti... no, decisamente non potevo farlo.
Da domani riprenderò il mio lavoro, per giunta con i turni la mattina, un trauma.
Non sono mai stata mattiniera, adoro stare a letto fino a tardi e no, non me ne vergogno.
Comunque, volente o nolente, da domani mi alzerò alle 5 del mattino per circa sei mesi consecutivi. Che gioia!

Un po' perché non c'era niente da fare, e un po' perché quel poco che c'era da fare non avevo voglia di farlo, mi coricai presto.

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Forse non era così brutto come pensavo. Lavorando la mattina avevo tutta la sera libera per distrarmi e uscire con gli amici e le mie giornate diventavano sorprendentemente più lunghe.
Osservare la mia città alle prime luci dell'alba era indescrivibile. Come ascoltare il silenzio prima del frastuono o guardare il pezzo iniziale di un film d'azione.
Poi il bar la mattina si riempe di gente di tutti i tipi. Ci sono quelli che son sempre di fretta, anche se hanno mezz'ora di anticipo, quelli che cercano di far conquiste a qualsiasi ora usando le più scuse più stupide per approccuarsi all'altro sesso, quelli che discutono ininterrotamente di politica, di donne e di calcio, e poi loro... la nuova generazione. Sembravano tutti uguali. Vestitivano allo stesso modo, parlavano allo stesso modo e perfino si comportavano tutti allo stesso modo.
Alcune volte assisto a delle scenette assurde. Figli che dicono quel che devono fare ai genitori, e genitori che si fanno sottomettere dai propri figli...
io le volte che ho risposto bruscamente a mia madre me ne sono pentita amaramente, chiedendo scusa subito dopo. Ma non per paura di possibli punizioni, no. Chiedevo subito scusa perchè mi sentivo in colpa parlando in quel modo a mia madre, una donna che porta avanti marito figli e lavoro, insieme.
Perciò ho tanto rispetto per lei, perché io verrei diventare almeno la metà della donna che è.
Ma questo i giovani d'oggi non riescono proprio a capirlo, trattano le persone come se fossero oggetti e vivono la vita come se fosse un videogioco.
Ovviamente non sono tutti così, infatti io conosco ragazzi maturi per la loro età, e anche io lo ero.
Proprio quel giorno, c'erano dei ragazzi al bar, sui sedici anni, che discutevano del loro capodanno.
-"Non puoi capire che cosa ho fatto a capodanno Stiz, ho bevuto così tanto da rischiare di rimanerci secco! E poi mi son fatto questa tipa alla disco, minchia Stiz, la dovevi vedere..."-
-"Cazzo, a me è capitata una cessa che viene nella nostra scuola, dopo te la faccio vedere... comunque, me la son fatta lo stesso... non potevo rimanere senza una ragazza a capodanno!"-
-"Hai fatto bene, e che le hai detto poi?"-
-"E che le dovevo dire? Dopo che abbiamo finito le ho detto di non cercarmi mai più perché era una racchia!"-
Risero di quella ragazza e poi andarono via, guadagnandosi una delle mie occhiate peggiori.
Ma davvero i ragazzi erano tutti così, interessati solo al sesso e non a conoscere delle persone che potevano farle innamorare?
-"Hai sentito quei due ragazzi? Credo che la ragazza cessa sia entrata nel bar e abbia sentito che cosa dicevano. E' scappata via in lacrime!"-
-"Si gli ho sentiti, due decerebrati"- risposi alla mia collega Barbara.
-"Anche mio fratello parla così con i suoi amici delle ragazze. Secondo te sono tutti uguali?"- mi chiese scherzando Barbara.
-"bah... secondo me si."- dissi -" Ed è per questo che non trovero mai il ragazzo adatto a me."-
Mi voltai per servire il prossimo cliente e indovinate un po' chi era? Nientepopodimeno che Veronesi.
-"Quindi hai intenzione di rimanere single a vita, Giulia?"- mi chiese lui con la faccia da mandrillo.
-"Professore!"- sobbalzai io -"Che ci fa ANCHE qui?".
Alzò un sopracciglio e rispose -"No, non è mia intenzione perseguitarti se è quello che hai capito. Più che altro che ci fai TU qui. Io faccio colazione in questo bar da settembre e non ti ho mai vista." -"Ho-o iniziato i turni di mattina."- risposi io -"E comunque non intendevo dire che lei mi perseguita... anzi..."- Lo sapevo, ero diventata rossa come un pomodoro e la mia collega mi guardò come a dire - Chi è questo Signore?- con una faccia che non prometteva nulla di buono.
-"Non mi hai risposto al messaggio di auguri... Scommetto che avevi cose molto più interessanti da fare." disse lui.
-"E' verooo! Mi scusi Professore ma mi sono completamente dimenticata"- oh, che fugura. Dopo quella notte non avevo più pensato al messaggio del Prof... forse ero troppo brilla ber ricordarlo.
-"Non ti preoccupare, piuttosto, mi devi raccontare come hai passato il capodanno!"- disse lui ridendo.
-"Oh, bene bene. Sono stata davvero fortunata... ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da parecchio tempo e abbiamo passato la serata insieme in un locale."-
-"Avevi intenzione di passare il capodanno da sola?"- chiese lui sorpeso.
-"Bhe, si. Sono partita con l'idea di staccare la spina, semplicemente trascorrere pochi giorni per riposarmi."
-"Problemi di cuore scommetto..."
Io non risposi, feci solo un sorriso tirato. Mi accorsi che altri clienti stavano aspettando da un po', così chiesi -"Allora, cosa prende?"- per velocizzare la fila.
-"Un caffé, grazie".
-"E comunque"- riprese ancora lui -"tutte le generazioni sembrano omologate, ma ti do ragione sul fatto che questa è la peggiore che io abbia mai visto"-
-"Io non ero uguale agli altri... io ero io, e basta!"- risposi con una voce da finta offesa.
-"Si, è vero... tu sei stata sempre diversa dagli altri!E meno male"- disse lui, provocandomi un leggero imbarazzo, ma poi aggiunse -"Eri così imbranata che se tutti fossero stati come te la scuola sarebbe crollata in due minuti."
Come non detto... Risi a quella battuta, ricordandomi com'ero nove anni fa... un totale disastro. Non che adesso non lo fossi eh!
-"Ecco il suo caffé."- dissi. Non mancai di notare che lo prendeva senza zucchero. Ma come faceva?
Lui sembrò leggermi nel pensiero perchè mi disse -"Odio lo zucchero, e qalsiasi cosa dolce... bhè, tranne il cioccolato fondente."-
-"Lo immaginavo..."- feci io, palando più con me stessa che con lui.
-"Sentiamo un po', per quale motivo tu l'avresti immaginato?"- mi chiese lui.
-"Si vede lontano un miglio che lei non è un tipo da zucchero o da cioccolato bianco come me. Era sempre così... acido."- risposi io, al che lui rise.
-"Si, hai ragione. E comunque l'avevo immaginato che tu eri una ragazza da cioccolato bianco... si vede lontano un miglio." e mi fece l'occhiolino.
Sembrava un altra persona al di fuori delle mura della scuola e questa cosa mi faceva paura. Perchè questa 'nuova persona' mi piaceva ancora di più.
-"Allora a rivederla Signorina Rovatelli"- disse lui scherzado.
-"Si, arrivederci"- risposi io pensierosa.
Uscì dal bar voltandosi un ultima volta per sorridermi e poi scuotere la testa.
Cosa significava quel gesto? Anche il professore combatteva contro i miei stessi torimenti? No, credo proprio di no.
Come può un uomo come lui pensare ad una ragazza come me? Troppo semplice, troppo imbranata per ricevere quel tipo di attenzioni da lui... o almeno così pensavo.
-"Ma chi era quel tipo?"- mi chiese Barbara.
-"Il mio ex professore di matematica"- risposi io ancora guardando la porta.
-"Bah... non so che rapporto hai con lui ma ti posso assicurare che ha un gran effetto su di te."
-"Si vede così tanto?"- chiesi io disperata.
-"SII."
  
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