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Autore: arty98    24/12/2011    1 recensioni
Il nostro eroe, Artemis Fowl, è di nuovo nei guai: toccherà al Popolo salvarlo dalla "maledizione".
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 
 
NEL LABORATORIO DI POLLEDRO
Polledro una volta era il tecnico della LEP, ma ora aveva un laboratorio tutto suo e ne era più che contento; si stava giusto rallegrando di questa cosa mentre collaudava un nuovo tipo di computer, quando qualcuno suonò alla porta dell’edificio, Polledro guardò nello schermo del suo PC: era Spinella con un altro elfo che non riuscì a identificare, così decise di chiedere.
- Chi è? -
- Sono io, Polledro, non mi vedi o adesso hai anche paura ad aprire la porta a un’amica? – rispose Spinella con la solita punta di sarcasmo che le tingeva la voce e che sapeva avrebbe permesso al centauro di riconoscerla.
- Ciao, Polledro, come va? – chiese poi Artemis un po’ dispiaciuto dal fatto che il tecnico non l’avesse riconosciuto.
- Artemis? Mi sembri cambiato… - commentò Polledro mentre faceva accomodare i suoi amici nel laboratorio; Spinella, che adesso voleva delle spiegazioni, intervenne:
- Artemis è stato colpito da un dardo contenente un incantesimo molto potente che l’ha reso una creatura magica, ma senza magia; siamo venuti qua per sapere se avevi qualche idea di come farlo tornare normale. -
- Bè, io di magia non me ne intendo, ma potrei vedere con delle analisi di che incantesimo si tratta, ma ora non ho qui niente a portata di mano, per fare delle indagini. Mi procurerò qualcosa per domani, intanto Artemis potrebbe stare in un hotel… -
- No, starà da me, per evitare che qualcuno lo scopra; sempre che a lui stia bene, s’intende - disse rivolta in parte ad Artemis che annuì perplesso, senza riuscire a dir nulla.
 
 
A CASA DI SPINELLA
Entrarono in casa circa alle cinque e un quarto, era una casa normalissima, tranne per il fatto che si trovasse sotto terra; anche se si conoscevano da più di cinque anni, Artemis non aveva mai visto la casa di Spinella: una bella abitazione di due piani con un salotto ampio con mobili di legno e alcuni dettagli verdi, il colore preferito dell’elfa. La cucina s’intravedeva grazie ad una finestra che dava sulla sala da pranzo, era anche quella di varie tonalità di verde.
- Che cosa vorresti mangiare per cena, Arty? - gli chiese Spinella interrompendo i suoi pensieri, cosa che questa volta non gli diede troppo fastidio
- Non lo so, fai tu - rispose cercando di apparire il più cortese possibile;
- Vado a fare la spesa, ti dispiace rimanere in qua? Non ci metterò molto e non voglio rischiare che qualcuno sappia cosa ti è successo. -
- Ok - rispose Artemis, allibito dal fatto che avesse risposto con un monosillabo;
- Fai quello che vuoi, sarò di ritorno a breve. – disse Spinella uscendo.
Artemis non sapeva cosa significasse quel “fai quello che vuoi”, allora decise di darsi un’occhiata in giro. In un portaoggetti sul tavolino accanto alla porta d’ingresso si trovava il Fa-tutto di Spinella, quello che aveva recuperato cinque mesi prima, quando erano tornati indietro nel tempo per cercare il lemure(1) le era stato regalato da sua madre, prima che morisse a causa dei Fangosi. Lì a fianco si trovavano alcune fotografie di sua madre, Coral Tappo, e di Spinella quando era ancora piccola (circa trenta anni, calcolando che adesso ne ha ottanta più o meno), e una sua foto, che Spinella gli aveva fatto un po’ di tempo prima.
Si chiese se aveva fatto bene ad accettare l’invito dell’amica.
 
Spinella si stava dirigendo verso il supermercato, dove aveva deciso di comprare della simil-verdura per fare una ratatouille; ma in questo momento non era concentrata su cosa preparare per cena, ma si chiedeva se avesse fatto bene a chiedere ad Artemis di passare la notte a casa sua, alla fine decise di ignorare il problema, tanto Artemis aveva detto di sì, no?
 
Entrò dalla porta d’ingresso e vide il suo amico ancora in piedi, con la giacca e con un’espressione che pareva dire “vi prego, chiedetemi di sedermi da qualche parte”; Spinella lo guardò con fare interrogativo e disse:
- Sei rimasto lì in piedi per tutto il tempo? Ti avevo detto di fare ciò che volevi. -
Artemis arrossì e annuì con un flebile cenno del capo, poi si riprese e si offrì di aiutarla, l’elfa accettò il suo aiuto e dopo aver cenato, si prepararono per andare a letto, ma rimasero svegli sul divano del soggiorno fino all’una di notte.
 
 
IL MATTINO DOPO
L’indomani mattina il primo a svegliarsi fu Artemis, ma decise di rimanere sdraiato nel “suo letto” fino a che non si fosse accorto che Spinella era sveglia…
 
Spinella si svegliò presto, ma per non disturbare artemis rimase a letto aspettando la sveglia; appena suonò bussò alla porta della camera in cui aveva dormito Artemis per vedere come stava; lo trovò seduto sul letto, ma senza l’espressione di chi si è svegliato da poco; allora le venne un dubbio e chiese:
- Per caso eri già sveglio? - Artemis non seppe cosa rispondere e nella confusione dei suoi pensieri annuì ma si accorse che non sarebbe stato carino dirlo e pensò che all’amica avrebbe dato fastidio, ma poi si accorse che rideva;
- Anche io ero già sveglia da un po’ – anche Artemis si mise a ridere.
Mangiarono velocemente e  si diressero verso il laboratorio di Polledro, che  per loro sfortuna si trovava proprio dalla parte opposta della città; arrivarono lì in tre quarti d’ora.
Ancora prima che tutti e due fossero entrati nel laboratorio il centauro cominciò a spiegare che cosa aveva preparato per la analisi di Artemis, senza ovviamente tralasciare nessuna noiosa spiegazione a riguardo.
- Ti preleverò un campione di sangue per saperne di più sull’incantesimo, non ci vorrà molto… - detto questo gli infilò un siringa nel collo e Artemis quasi svenne dal dolore; subito dopo Spinella gli mise una mano sul collo e sussurrò “guarisci” per risanare il collo dell’amico, rimase ferma lì finché Polledro non le si avvicinò per continuare le analisi.
La conclusione fu che solo la strega che aveva fatto diventare Artemis un elfo, avrebbe potuto farlo tornare umano, ma l’incantesimo non permise a Polledro di individuare la strega.
- Scusate, ma io non so ancora che cosa sia successo ad Artemis quella notte. – Spinella e Artemis si guardarono per un momento e sorrisero, si erano scordati del fatto che Polledro non ne sapesse niente.
- Artemis mi ha detto che stavano tornando a casa la sera, quando da un cespuglio nel parco qualcuno sparò un dardo. -
Il cervello di Polledro superò quello di Artemis:
- Ma è ovvio, pensateci un momento. – i due elfi si voltarono verso il centauro, il quale vedendo che entrambi avevano l’espressione di chi sta guardando un problema algebrico troppo difficile (il che è strano, visto che uno dei due è Artemis Fowl), continuò:
- Da dietro un cespuglio qualcuno spara una freccia, un cespuglio cresce dove c’è terra e… -
A poco a poco i loro visi si illuminarono e la soluzione fu raggiunta da Artemis che continuò la frase:
- … e dato che non c’era la luce del sole l’agguato può essere stato teso solo da un nano e… -
Spinella si inserì nella conversazione:
- … e dove c’entra un nano, Bombarda Sterro può fare al caso nostro! – Polledro e Artemis annuirono all’unisono.
 
(1) = Artemis e Spinella nel 7° libro erano tornati indietro nel tempo per salvare un lemure il   cui liquido cerebrale avrebbe salvato la madre di Artemis da una malattia grave…
 
  
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