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Autore: Emily Kingston    24/12/2011    2 recensioni
Un po' tutti | Una piccola raccolta di momenti natalizi
Christmas Air - George/Angelina
Christmas Trees - Arthur/Molly
Christmas Memories - Sirius/Nuovo Personaggio
Christmas Things - James/Lily
Christmas Nights - Harry/Ginny
Christmas Meetings - Charlie/Nuovo Personaggio
Christmas Babies - Bill/Fleur
Christmas Lights - Ron/Hermione
Christmas Letters - Neville/Luna
Christmas Lunches - Draco/Astoria
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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ChristmasLetters(Neville/Luna)

 

    Rudolph the red-noses reindeer
Had a very shiny nose
And if you ever saw it
You would even say it glows
(Rudolph the red-noses reindeer)

     
 

Neville sospirò, osservando la condensa del suo respiro dissolversi nell’aria.
Nonostante il pungente freddo di Dicembre, aveva tentato la coraggiosa impresa di studiare sul prato innevato del cortile; un po’ perché erano secoli che non vedeva una neve così bianca e luminosa, un po’ perché dentro non aveva nulla d’interessante da fare.
Senza Harry e Ron che gironzolavano per i corridoi, che ridevano sguaiatamente la mattina prima di andare alle lezioni, o che bevevano insieme a lui, Seamus e Dean qualche Burrobirra trafugata nelle cucine, Hogwarts era diventata silenziosa e stranamente triste.
L’unica cosa che ormai tirava su di morale Neville, era studiare Erbologia.
Ogni tanto gli capitava di scambiare due chiacchiere con Ginny o con Hermione oppure, in rari casi, perfino con Luna; anche se quando si trattava di lei per lo più erano balbettii.
Da quando, durante la battaglia, aveva detto ad Harry e Ginny di essere innamorato di lei, incontrarla e parlarle era diventato sempre più imbarazzante.
Richiudendo il libro con un colpo secco, Neville si stese sulla neve, ignorando il freddo che penetrava attraverso i vestiti, e chiuse gli occhi, aprendo e chiudendo braccia e gambe contemporaneamente.
“Lo sai che rischi di morire?”
Neville aprì gli occhi, scontrandosi con il limpido azzurro del cielo.
“Mio padre dice sempre che fare gli angeli della neve è una cosa molto pericolosa, c’è il rischio che la neve ti congeli il cervello.”
Il ragazzo abbassò lo sguardo, incontrando la figura di Luna che lo fissava con la pesante sciarpa di lana avvolta attorno al collo. Aveva le gote arrossate dal freddo e le labbra screpolate e Neville pensò che fosse proprio carina.
Senza preoccuparsi della mancata risposta di Neville, la ragazza si sedette a terra, incrociando le gambe ed appoggiando le mani sui piedi.
“Lo sapevi che i babbani credono che un signore vestito di rosso porti i regali ai bambini la notte della vigilia di Natale?” disse, dopo un po’, fissando la superficie ghiacciata del Lago Nero.
Neville scosse il capo.
“Me l’ha raccontato mio padre,” spiegò, dondolandosi un po’ sulle gambe. “Questo signor Babbo Natale, come lo chiamano i babbani, deve essere una persona molto importante.”
Neville si sedette, annuendo anche se lei non lo stava guardando.
“E’ anche molto potente, riesce a portare un regalo a tutti i bambini del mondo in una sola notte.”
Luna sembrava veramente colpita dall’operato di Babbo Natale tra i babbani.
“Ma, Luna, hai detto che è una credenza,” osservò Neville, imbarazzato.
“E allora?”
“Be’, allora…allora vuol dire che questo Babbo Natale non esiste, che i babbani credono che esista anche se non è vero,” spiegò, arrossendo sulle gote paffute.
Luna lo guardò con gli occhi spalancati, studiando la sua espressione.
“E perché?”
Neville arrossì ancora di più, schiarendosi la gola, imbarazzato.
“Ehm…im-immagino che…be’…che i babbani se lo siano inventato per fare felici i bambini,” ipotizzò. “Non credo che abbiano mai visto un Babbo Natale vero.”
Luna non disse nulla, si limitò a guardarlo in silenzio, con la testa appena piegata verso sinistra.
“Solo perché non l’hanno mai visto non vuol dire che non sia reale.”
Neville rimaste per un attimo stordito dalle parole di Luna.
Era una capacità, quella di riuscire a dire le cose più vere senza rendersene conto, che Luna aveva sempre avuto. E ogni volta, nonostante tutto, Neville rimaneva affascinato da ciò che usciva dalla sua bocca.
“Forse hai ragione,” disse dopo un po’.
Luna si voltò verso di lui e Neville abbozzò un sorriso.
“Sai, papà mi ha anche detto che i bambini babbani scrivono una lettera a questo Babbo Natale, per dirgli quali regali desiderano.”
Neville la guardò con interesse, annuendo ogni tanto mentre lei gli raccontava ogni particolare di quella credenza tipicamente babbana.
“Be’, ora sarà meglio che vada,” esclamò, sbattendo le palpebre, “ e faresti meglio ad andare via anche tu, le pulci della neve potrebbero attaccare il tuo cervello se resti troppo al freddo.”
Neville la guardò, stordito e lei, abbozzando un sorrisetto, gli accarezzò il dorso della mano prima di saltellare via, verso il castello.
 
Quella sera la sala comune era pressoché deserta e l’aria era riempita solo dal flebile scoppiettare delle ultime fiamme nel camino. Neville se ne stava accovacciato sulla poltrona più vicina al fuoco, con una pergamena appoggiata sulle ginocchia e gli occhi che scorrevano febbrili ogni riga.
Sospirando alzò lo sguardo e, constatando che era già mezzanotte passata, gettò la pergamena tra le fiamme prima di risalire in dormitorio.
Neville era ormai già sparito nel buio delle scale a chiocciola quando il fuoco aveva iniziato a consumare la pergamena.
Le fiamme si spensero poco dopo e sulle ceneri del focolare rimase la pergamena di Neville, bruciacchiata sui bordi ma ancora leggibile.
 
Caro Babbo Natale,
quest’anno, se non hai troppi impegni, vorrei che tu potessi portarmi una Luna. Non importa che sia proprio l’originale, puoi anche portarmene una simile ma non proprio uguale.
Però, se puoi, vorrei proprio che tu mi portassi una Luna, una un po’ distratta e con la testa tra le nuvole. Mi serve una Luna, questo Natale, perché ho bisogno di lei.
Quindi, caro Babbo Natale, vorrei una Luna quest’anno, se tu potessi portarmela.
 
La firma non si leggeva più ed anche il contenuto era un po’ confuso per via del carbone, ma quando gli Elfi domestici, la mattina seguente, consegnarono la lettera a Luna insieme al resto della spazzatura che avevano racimolato nelle varie sale comuni, lei sapeva perfettamente chi fosse il mittente di quella singolare missiva.



Author's Corner
Okay, non so quanto questo capitolo possa essere soddisfacente; quando si tratta di Neville e Luna ho sempre paura di sbagliare qualcosa perché entrambi, Luna soprattutto, non sono personaggi facili da caratterizzare.
Spero, però, di averli resi abbastanza bene :D
Data la mia perplessità su questo capitolo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Grazie a tutti e tanti auguri,
Emily.

 

   
 
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