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Autore: ausel dawn    25/12/2011    1 recensioni
"Perché suoni? Per favore, spiegamelo.. voglio solamente capire cosa ti spinge a far parlare quella Chitarra, quello che ti dà la forza che io forse non avrò mai!"
"E' semplice Henriette, mi tiene in vita, sono in un filo sospeso nel mio cuore, forse troppo profondo a causa del drastico vuoto che ci accomuna, senza di Lei non potrei vivere.. è tutto quello che veramente possiedo e non posso lasciarmi scappare via il mio unico amore..
Capisci? E' importante, troppo.."
"E io? Io sono importante?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian May, John Deacon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sentì la porta poco più davanti a lui aprirsi.
Doveva certamente trattarsi della tanto attesa Veronica, poteva vedere il suo amico sudare dall'emozione. Brian si allarmò vedendo John sempre più euforico.
Certo, anche il chitarrista aveva avuto delle fidanzate, sicuramente, molto più belle di Veronica, ma non ebbe mai potuto chiamarle Giulietta e lui mai fu un Romeo, il passato del ragazzo consisteva in relazioni dalla breve durata, non era mai stato un tipo molto romantico, d'altronde un uomo di scienza non può avere dentro sé un animo razionale e in contrapposizione uno molto più emotivo, poteva concedersi tale scappatoia solo quando destreggiava la sua amata chitarra.
Dall'altro lato della porta vide una figura alta e snella avanzare mentre parlava con una ragazza né alta né bassa.. in quest'ultima riscoprì la compagna del bassista, anche se non si ricordava di aver mai visto l'altra ragazza.
Sembrava alta poco meno di lui, molto magra e dei capelli abbastanza arruffati contornavano i lineamenti delicati del visino della donna, se non fosse stato per il colore di quest'ultimi la misteriosa figura poteva essere scambiata per una Dea.. il rosso non si addiceva proprio alla ragazza. Pareva troppo posata, timida e discreta per possedere un colore così acceso e molto conturbante. Brian era quasi stregato da quella figura e soprattutto dai demoni che le imprigionavano la testa.. a casa sua le rosse erano l'opposto della donna.
 
-Veronica!-
 
Sentì John urlare mentre correva verso la misteriosa figura.. doveva essere diventato cieco, la ragazza non assomigliava neanche minimamente alla compagna dell'amico..la misteriosa figura era molto più bella, Brian poteva descriverla solo in questo modo, era una vera bellezza, non che provasse sentimenti per quella figura, ma era un uomo, non poteva non accorgersi della straripante scia luminosa che emanava il corpo della rossa.
La ragazza non fece tempo a girarsi che si trovò il bassista lanciato verso di sé, spostarsi era inutile.
John era intento in effusioni amorose mentre la ragazza aveva una faccia alquanto disperata.
Brian la vide sussurrare qualcosa all'amico e sentì questo bofonchiare uno
 
-Scusa Henriette-
 
Il mistero fu svelato: la ragazza si chiamava Henriette, sulle prime non si ricordava di aver mai sentito un nome così originale, ma successivamente si innamorò di una parola così dolce e calma, sembrava il suono di una chitarra perfettamente accordata, riuscì sintetizzare il concetto in questo modo mentre ripeteva nella sua testa il nome Henriette.
In quel nome il colore rosso calzava a pennello, ma poteva sentire anche una luce fievole staccarsi dalla parola.. calma ed euforia catalizzati in un nome.
Rivolse lo sguardo verso la scenetta alquanto comica e trovò l'amico stretto a Veronica, non provava sentimenti precisi per quella ragazza, delle volte era simpaticissima e molto amichevole, mentre altre, avrebbe voluto cacciarla dagli studi.
Veronica era sempre presente mentre loro cercavano di comporre o anche semplicemente di stringere un legame, sia tra di loro che con la musica.
Ormai era diventata la Yoko Ono dei Queen, e quei quattro ragazzi dovevano ancora scrivere la storia.
Posò lo sguardo su Henriette e poté percepire il suo imbarazzo, non era mai stato una cima nel capire le persone, ma in quel momento poteva realmente percepire i sentimenti della ragazza, forse perché erano le sue stesse emozioni (?).
 
 
 
 
Era quasi disgustata da quella scena, piccoli baci,e sussurri che parevano carezze da quanto potenti erano.
I secondi scorrevano senza sosta, ma a lei sembravano passati anni, la sua invidia si accresceva, per pochi attimi pensò che quell'abbraccio fosse per lei, inutili debolezze di un cuore vuoto, non poteva pensare che qualcosa le dovesse essere dovuto, chi era lei?
Girò lo sguardo da tutt'altra parte e i rumori divenivano più forti. Sentì delle piccole risatine provenire da un ragazzo alto poco meno di lei e con una dentatura che poteva far invidia a quella di un cavallo, sbuffi di un ragazzo biondo, sembrava il duro della situazione, invece più avanti a lei proveniva il silenzio, mai lo sentì più puro, un ragazzo poco più alto di lei se ne stava immobile a fissare la scena, era riccio, Henriette sperava che fossero naturali dei capelli così disordinati. Se fossero stati da soli gli sarebbe corsa incontro pronta per scompigliarli o anche solo accarezzarli. Il ragazzo aveva degli occhi verdi, un po' scuri, uguali a quelli di Denise, in perfetto contrasto con quella chioma. Non capì mai se fu solo un caso poter vedere due opposti distanziati solo da una fronte perfettamente liscia, ma infondo lei non era molto dissimile.  Henriette, guardando sempre più a fondo quegli occhi capì che il ragazzo non faceva trasparire nessuna emozione, mai la ragazza vide un così grande concentrato di calma e di vuoto prima di quel momento, il ragazzo l'affascinava, di questo era sicura.
Il suo sguardo rincontrò i fidanzatini che ormai si erano staccati, ma che comunque continuavano ad essere uniti nel loro animo.
 
-Ehm.. scusate se vi disturbo, ma potreste anche respirare qualche volta-
-Oh Roger, non rovinare questo momento!-
 
Il biondo, chiamato Roger, e il dentone parlarono, aveva ragione, il primo era il classico  duro forse anche scontroso che lasciava trasparire solo rabbia. L'altro era quello più docile e più simile alla mammina di turno.
Una coppia formidabile.
 
-Comunque.. non credete di dover far accomodare la nostra ospite..-
 
Disse il cavallo guardando Henriette, aveva degli occhi così simili a quelli della ragazza, magnetici, che nascondevano mille emozioni.. forse lo stereotipo che aveva creato Henriette non era del tutto esatto, in quegli occhi in cui poteva riscoprire i suoi ricordi capì che il ragazzo non era poi così dissimile a lei.
 
-Oh, sì, scusatemi.. io sono Henriette-
 
Disse la ragazza avvicinandosi un poco, ormai aveva tastato il territorio.
 
-Sì, volevo portarla con me, è una mia vecchia amica, John la conosce..-
 
Aggiunse Veronica come per avvertire la band del significato di quella intrusione "nemica". Le sembrava quasi di essere l'animaletto personale dell'amica, anche se ormai ne era abituata.
Sapeva che Veronica le voleva bene e anche lei contraccambiava, ma alcune volte alla ragazza sembrava di essere Leporello, il suo unico compito era quello di scrivere sull'amica, di renderla migliore.. personaggio “importante”, ma non il più acclamato.
Henriette si avvicinò al cavallo e gli strinse la mano
 
-Freddie-
 
Fu la risposta, era molto giulivo e presentava uno sguardo rassicurante, ma con un velo di tristezza, ormai la ragazza era sempre più convinta che quel ragazzo nascondesse dei segreti, poteva ritrovare un fratello scomparso in  quello sguardo.
La stretta che esercitava Freddie era abbastanza forte, sembrava che volesse dimostrare qualcosa.
Dopo averlo lasciato si girò, trovando il duro che la guardava leggermente in cagnesco
 
-Roger-
 
Avrebbe voluto ucciderlo, la guardava con una strafottenza incredibile, le sembrava di essere inferiore a quel biondo, il ragazzo sapeva veramente mettere in soggezione le persone. Però Henriette rimase stupita del fatto che la stretta fu leggera, impercettibile, di solito i più duri e prepotenti avevano delle strette che ti rompevano la mano.. Roger aveva uno sguardo basso, non voleva farsi vedere, sarebbe stato un buon soggetto, ne era convinta.
Cercò poco più avanti al biondo e incontrò quel ragazzo tanto misterioso che le sorrideva, era veramente bello quando lasciava intravedere qualche emozione, anche se quegli occhi non riuscivano a dare certezza a quel sorriso. Si fece avanti il ragazzo, notava sicurezza in quell'azione.
 
-Brian..-
 
Disse timidamente guardandola negli occhi. Il ragazzo era in contrapposizione, mostrare timidezza guardando una ragazza negli occhi, inusuale.
Poteva sentire la mano di Brian flebile, sembrava una carezza o un sussurro.
Non voleva più sciogliere le corde che si erano create tra i loro occhi, il giorno e la notte, la serenità e la tempesta, ormai c'erano solamente loro due in quella stanza.
Erano stretti, avvolti da quelle corde, ormai nudi, si percepivano senza vedersi, solo tocchi leggeri tra due mani ormai esauste, silenzio.. una svolta incredibile.
 
-Oh, cara, se vuoi puoi sederti, sai?-
 
Disse Freddie facendole mollare la mano di Brian e in contemporanea sciogliendo il legame che Henriette sognava da così tanto tempo.
Era solo un sogno, anche se non capiva il perché di quell'immagine estasiante.
 
-Oh, certo, grazie.. siete gentilissimi.-
 
Si sedettero tutti quanti sparpagliati nei due divani di color rosso fuoco.
La ragazza nemmeno si accorse di avere il riccio vicino.
 
-Allora, che lavoro fai?-
 
Freddie era sicuramente il più curioso tra i quattro, un ragazzo dalla parlantina facile.
 
-Ah, quante domande.. comunque, faccio la psicologa diciamo e riesco a capire i pensieri di una persona guardandola.-
 
La ragazza sfoderò il suo sorriso più raggiante e  notò Brian vicino a lei molto incuriosito dalla risposta appena data.
 
-Wow, e ti piace?-
-Beh, sì, molto-
 
Henriette continuava a sorridere come non ebbe mai fatto, fu la prima volta che ricevette così tante attenzioni, tutte dalla stessa persona.
Quel Freddie cominciava a far trasparire la sua vera essenza in un modo così naturale in presenza..
 
-Beh, allora vediamo cosa sai fare.. guardandoci dicci che strumento suoniamo-
 
I pensieri di Henriette furono interrotti da uno scontroso e scettico Roger, il ragazzo la faceva sempre più adirare.
Anche se la ragazza non si faceva scoraggiare da tale richiesta..
 
-Oh, beh, cominciamo da te Roger, sei quello più duro, che cerca quasi sempre di litigare con le persone per dimostrarsi quasi superiore, e forse tutto questo è causato da.. boh, che ne so.. genitori non presenti o fatti simili.. quindi ti do la batteria, mi sbaglio?-
 
Henriette molto velocemente si impose al batterista facendo uscire qualche risatina dalle bocche dei compagni.
Roger rimase senza parole, mostrandosi domato di fronte a tutti gli altri.
Le sembrò di essere stata un po' troppo dura, ma aveva paura di essere inferiore e quindi non accettata.. in quel contrattacco Henriette mostrò tutte le sue insicurezze.
 
-Bene, non sbaglio..
Allora, John fa il bassista, lo sapevo già, ma si può notare anche dalla sua timidezza e in musica il basso non è uno strumento che esegue molte note, suona il battere-
 
Notò il bassista diventare in po' rosso e rannicchiarsi nel collo dell'amata.
Brian continuava ad osservarla, notando che la ragazza se ne intendeva un po' di musica.
 
-Poi, Freddie, beh, sembri quello con la parlantina più facile, ti vesti in modo un po' più appariscente e infondi sicurezza nelle persone parlandogli, sei il cantante sicuramente-
 
Il cavallo sorrise nascosto un po' dai capelli e fece un espressione più o meno divertita, non lasciava trasparire nessuna insicurezza o timidezza.
 
-Invece tu Brian.. sei il chitarrista, sono andata per esclusione-
 
Mostrò un sorriso per nascondere il suo imbarazzo. Era vero, la ragazza non trovava nessuna apparente emozione in quegli occhi così caldi e rassicuranti, ma al loro interno intrappolati da fiocchi di neve.
Brian era un enorme enigma che Henriette doveva assolutamente svelare.. anche se era proprio per questo suo difetto o pregio (dipende dai punti di vista) che la ragazza voleva averlo vicino.
Mentre i ragazzi ridevano Henriette non riusciva a darsi pace, doveva trovare dei segni in quell'uomo!


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Goodnight, ho aggiornato (per vostra sfortuna).
Allora, diciamo che questo può essere considerato un capitolo importante,
come il contrario.
Qui i due protagonisti finalmente si incontrano,
ma il feeling tra i due inizia a crearsi in modo abbastanza confusionale.
(come quasi sempre sarà è.é).
Capitolo scritto sempre in modo abbastanza mediocre,
anche se l'ho riletto in dieci giorni (diciamo che sto cominciando a fare progressi),
e più lungo di una facciata rispetto al precedente (cinque facciate).
Allora, si comincia a parlare di un nuovo personaggio
(indovinate chi..), e si cerca quasi sempre di capire come si sentono i vari protagonisti,
d'altronde se scrivo in questo modo è perché Henriette è psicologa.
Oh, e oltre a fare questo lavoro ho scritto che capisce le emozioni della gente guardandole,
beh sarebbe tipo "Lie to me" (non so se lo conoscete.. ve lo consiglio).
Dimenticavo.. Leporello è un personaggio del "Don Giovanni" di Mozart (opera favolosa a mio avviso).
Il suo compito sarebe quello di scrivere le conquiste amorose di Don Giovanni..
più o meno quello che fa Henriette per Veronica.
Credo di aver detto tutto. 
Come sempre vi invito a recensire, sia per consigli, "reclami", opinioni o semplicemente per "lodare" la mia schifezzina.
Bye!
 

 
 
 
 
 
 
 
   
 
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