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Autore: sihu    28/12/2011    12 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 68

UN TANTO ATTESO RITORNO ALLA NORMALITA’

 

Nelle settimane seguenti James passò molto tempo a letto. Lui diceva di stare bene ma i genitori erano irremovibili. Anche gli amici, dal canto loro, non volevano correre rischi. 

"Tu non ti muovi da qui, intesi?" scandiva continuamente Sirius, tra il preoccupato ed il minaccioso mentre alle spalle Hermione, Ginny e Zhoana ridevano dell’espressione risentita del ragazzo costretto a letto e di quella incredibilmente seria dell’amico.

"La gamba è messa male, non devi fare sforzi." Gli faceva eco Regulus, dando man forte al fratello maggiore. 

Mai come quella volta i due sembravano più uniti e concordi che mai, con gran scorno del cercatore oggetto delle loro premure. Erano adorabili insieme, ed ancora più adorabile era vedere che Regulus si fosse integrato alla perfezione nel gruppo, ma era davvero terribile essere l’oggetto delle loro premure. Da quando James era ricoverato i due fratelli non si erano mai mossi da San Mungo, riscoprendosi più uniti ed affiatati che mai. Entrambi erano stati allontanati dalla propria famiglia e per entrambi i Potter avevano significato un nuovo inizio. James era un fratello tanto per Sirius quanto per Regulus. La sua salute era una priorità per tutti e due.

"Quei tre sono proprio un bel trio. Bizzarro forse, ma bello." ripeteva Frank, quando li vedeva scherzare insieme. Tre fratelli, diversi ma incredibilmente uniti. Era questo quello che sembravano al primo sguardo.

"Sei geloso?" Chiedeva in rimando Remus, fissando divertito Frank. L’altro fingeva di pensarci su per un po’, poi scoppiava a ridere.

"Un po', ma in fondo io ho te come orsacchiotto personale." rispondeva l'altro, alzando le spalle e stringendo a sé l’amico.

"Orsacchiotto?" chiese una volta la versione più adulta di Sirius, perplesso da quella strana conversazione. L’uomo era comparso alle spalle dei due ragazzi con tanta discrezione che loro non si erano nemmeno accorti.

"Non ti piacciono gli orsi?" chiese Frank, cercando di capire cosa intendesse dire il mago più adulto. L’altro aveva sorriso ed aveva alzato le spalle. L’espressione di Sirius non lasciava pensare nulla di buono al povero licantropo. Lo conosceva da abbastanza tempo per averne abbastanza paura.

"Beh, a me si. Il fatto è che credevo che Moony preferisse i lupi." disse Sirius alzando le spalle, provocando la rabbia di Remus e le risate di tutti, persino di Regulus che era venuto a conoscenza di tutti i dettagli di quella storia da relativamente poco tempo. 

Chi non conosceva il gruppo di amici non sarebbe mai riuscito ad indovinare l'avversione e la rivalità che aveva tenuto lontano Regulus tanto a lungo. Sia per James che per Sirius, e anche per tutto il resto della compagnia, adesso Regulus era solo il fratellino piccolo di Sirius. Quello da proteggere e da prendere il giro. Tutti quanti i dissapori del passato erano stati spazzati via. All' ex Serpeverde, nonostante non lo ammettesse ad alta voce, quel ruolo piaceva e non protestava. Non in modo plateale, almeno. Così mentre il gruppo rideva un altro Serpeverde restava in disparte, chiedendosi se un giorno anche lui come Regulus sarebbe stato accettato nel gruppo.

Dopo la famosa e segretissima notte, Piton e Potter non avevano più parlato ma era evidente che il loro rapporto aveva fatto degli evidenti passi avanti. James aveva chiesto ad Harry cosa fosse accaduto, ed il figlio aveva raccontato tutti i dettagli di quella strana storia che si era conclusa con la morte di Bellatrix.

Sirius e Remus avevano fatto diverse ipotesi aiutati da Ron e Frank per giustificare la pacifica convivenza dei due acerrimi nemici, una più strampalata dell'altra, ma nessuna era davvero riuscita a spiegare perchè quei due avessero smesso di guardarsi in cagnesco e di insultarsi alla prima occasione utile. James sorrideva, alzava gli occhi al soffitto e faceva finta di non capire. Piton non ne parlava proprio. Se interrogato sbuffata, dichiarando che essere costretto ad avere a che fare con un branco di Grifoni era già abbastanza brutto senza che questi si mettessero in testa l'idea di fare domande assurde. Anche Regulus aveva provato a parlarne con Severus in privato, facendo leva sulla lealtà alla vecchia casa a cui erano appartenuti, ma questi l'aveva zittito subito. Insomma, il mistero sembrava essere destinato a rimanere tale tra lo stupore generale del gruppo e il sollievo di Lily, non più costretta a dover scegliere tra il ragazzo che amava, e da cui avrebbe avuto un bellissimo figlio, e il suo migliore amico che aveva definitivamente voltato le spalle ai mangiamorte. Harry qualche idea in proposito di quel cambiamento così apparentemente assurdo l’aveva, ma preferiva tenerla per sé e discuterne solo con Neville, Hermione, Ginny, Ron e Sirius.

“Deve essere completamente impazzito, tutto qui.” Aveva sbuffato Ron, alzando le spalle. Non aveva mai avuto una bella opinione di Piton e nemmeno la sua fine da eroe gli aveva mai fatto cambiare del tutto idea.

“Hai la stessa sensibilità di un comodino, Ron!” lo aveva ripreso la sorella, incrociando le braccia come a sottolineare il suo disappunto. 

Hermione aveva sorriso di quella lite, tralasciando la discussione tra i due fratelli e concentrandosi sull’espressione concentrata ed assorta di Harry.

“A cosa pensi?” Aveva chiesto la riccia, appoggiando una mano sulla spalla di Harry.

“Gli credo, tutto qui.” Aveva risposto Harry, pulendosi gli occhiali.

“Secondo te possiamo fidarci davvero di Piton?” Aveva chiesto Ron, sospettoso.

“Beh, si. Piton è sempre stato innamorato di Lily. Nel nostro tempo a capito di averla persa solo quando lei è morta. In questo, forse, lo ha capito prima..” iniziò a spiegare Harry, riflettendo sulla discussione che avevano avuto Severus e Lily dopo la sparizione di James. 

Parlando con la ragazza Piton si era dovuto rendere conto che non ci sarebbe mai stato spazio per lui nel cuore di Lily. Non come compagno, almeno. Tanto valeva mettere i suoi sentimenti e l’orgoglio da parte e cercare di esserle amico.

“Si, ma come ti spieghi che tuo padre non abbia mai fatto battute cattive in proposito?” Aveva chiesto Ginny, sospettosa. 

Quello era il punto che lasciava tutti di sasso. James non sapeva nulla del pentimento di Piton. Prima della sua sparizione erano nemici giurati e tutti si erano aspettati che una volta ritrovato il cercatore la loro rivalità sarebbe ripresa. Invece, a sorpresa, i due avevano preso ad ignorarsi o a parlarsi con educazione e distacco.

“Credo che ne abbiano parlato..” ipotizzò Harry, alzando le spalle e cercando con lo sguardo Sirius. 

Era stato proprio a lui a esporgli per primo quell’idea. Una chiacchierata, segreta e della quale nessuno dei due avrebbe mai accennato nulla, nella quale avevano sistemato ogni cosa. Ad Harry era sembrata l’idea migliore. Hermione si stette un po’ a pensare, poi annuì decisa.

“Questo spiega tutto. Anche il fatto che sia James che Severus siano restii a parlare del loro rapporto.” Aveva detto la riccia, sorridendo.

“Severus? Lo hai davvero chiamato per nome!” aveva esclamato Ron, incredulo.

“Geloso?” Lo aveva preso in giro Ginny, mentre vedeva il fratello diventare paonazzo.

“Certo che si!!!” Era esploso Ron, cominciando ad urlare insulti e frasi sconnesse tra le risate degli amici.

Dopo il ritrovamento di James, Harry ed Hermione avevano stabilito che la caccia agli Horcrux andava sospesa. 

Prendersi cura del ragazzo aveva la priorità su tutto. La morte della versione adulta di Bellatrix, inoltre, era di sicuro un buon auspicio ed anche un vantaggio. Erano rimasti solo loro a sapere cosa li aspettava il futuro.

L'unico progresso che avevano fatto in relazione alla loro ricerca consisteva nell'aver trovato un modo per lasciare il castello senza destare sospetti. Nessuno avrebbe mai sospettato che le punizioni del nuovo, strambo, professore di Difesa Contro le Arti Oscure, vale a dire Sirius Senior, si tenevano ben lontano dalle mura del castello. 

Quando Sirius aveva esposto la sua idea Harry gli era letteralmente saltato al collo e Remus aveva ammesso che era un piano perfetto, ben studiato. James, ancora mezzo morto, aveva subito aggiunto che con un professore dalla loro parte avrebbero anche potuto fare tutti gli scherzi che volevano, risultando impuniti. Piton e Lily non erano stati contenti di quell'uscita, Zhoana e gli altri si, ma Sirius aveva lo stesso preferito non pronunciarsi. Harry sapeva bene quale era la visione del padrino della questione, ma non era certo che Hermione avrebbe approvato.

L'affetto degli amici, ben felici di saltare numerose ore di lezione per fargli compagnia, della famiglia ed in particolare di Lily fecero si che James recuperasse le forze in fretta. Era passata solo qualche settimana ma già i brutti momenti passati erano ormai un ricordo e già il cercatore riteneva quel riposo forzato insopportabile. Ogni volta che incrociava la madre, il padre o uno dei guaritori li pregava di poter tornare al castello. Ogni volta che sentivano quella richiesta, loro alzavano le spalle, scuotevano la testa, sorridevano e alla fine lasciavano la stanza. James lo trovava snervante ma cercava di non darlo a vedere troppo. 

"Avanti James, è ancora presto." Commentava lo sventurato di turno, provando a farlo ragionare. 

James sbuffava, ma alla fine li lasciava fare. Immaginava che anche loro dovevano avere passato dei momenti terribili quando non avevano sue notizie. In particolare Sirius. Sia la versione più giovane che quella adulta. Dietro quell'aria spensierata riusciva chiaramente a vedere la disperazione che aveva provato. Per Harry, poi, doveva essere stato angosciante. Alla sola idea di perdere suo padre James impazziva di dolore, non riusciva proprio a capire come aveva fatto suo figlio ha sopportare tutto questo per la seconda volta.

Quando finalmente gli annunciarono che stava per lasciare l'ospedale, James non poteva quasi credere alle sue orecchie. Chiese conferma un paio di volte, poi si diede alla pazza gioia sotto lo sguardo preoccupato della madre, quello divertito del padre e quello assolutamente esaltato di Sirius. Leggermente in disparte, appoggiati ad una parete, c'erano Tom e Al. Nonostante la loro presenza fosse più che discreta non era sfuggita a James. 

"Hanno licenziato tuo padre o c'è qualcosa che io non so?" Chiese James, rivolto ad un altrettanto perplesso Frank che fissava il padre da lontano. 

"Non chiedere a me, io ne so meno di te." Rispose l'altro, alzando le mani e scrollando le spalle. 

L'uomo, forse in risposta alle parole del figlio, sbuffò, incrociò le braccia e si voltò dalla parte opposta. Era evidente che per qualche bizzarra ragione non aveva la minima intenzione di muoversi da lì, quasi fosse di guardia a qualcosa.

"Credono ci sia ancora pericolo. Secondo Bob sono paranoici, ma Al ha la testa dura e Tom lo segue." Spiegò la versione adulta di Sirius sorridendo appena. 

Le parole del vecchio Malocchio gli suonavano sempre in testa.

- Vigilanza costante! -

Ne avevano parlato anche la sera prima e anche lui aveva convenuto con l'idea dei due auror, anche se Bob continuava a scuotere la testa perplesso. Bellatrix era morta, tutta quella brutta storia era finita con lei. Sirius, tuttavia, riteneva che se la vita gli aveva insegnato qualcosa era che la prudenza non era mai troppa, specie quando si parlava di James. Quel ragazzo era una vera e propria calamita per guai, quasi peggio di suo figlio Harry. O meglio, a guai se la cavavano alla pari ma Harry era sempre stato più fortunato quando si trattava di uscirne. A parere suo, inoltre, ad essere in pericolo erano tutti i ragazzi al castello, non solo James. L’assurdo comportamento di Bellatrix doveva avere messo in allarme il suo signore e modificato in modo forse irreversibile ed imprevedibile il futuro. Qualunque cosa sarebbe dovuta accadere, avrebbe avuto luogo molto prima di quanto loro pensassero. Era tempo di essere vigili e di agire con la giusta prudenza.

"Meglio controllare una volta in più e piangere una in meno." Li liquidò Tom, lasciando la stanza infastidito per andare a fumare uno dei suoi sigari dopo essersi accertato che Al fosse ancora al suo posto, vigile come suo solito. Sirius a quelle parole aveva annuito ed aveva abbassato la testa, Robert non aveva trovato nulla da obiettare.

 ***

Mentre sistemava le sue cose nella valigia, niente più di una vecchia sacca riempita alla meglio delle poche cose che gli amici avevano portato dal castello, James si fermò per un istante. Si sedette sul bordo del letto, ancora disfatto e si fermò a riflettere sul fatto che era da un bel po' che non rimaneva solo. Da quando gli auror lo avevano trovato non era mai stato da solo un momento. Tutti temevano che se si fossero distratti un attimo sarebbe successo ancora una volta qualcosa di brutto. I primi ad arrivare erano stati i suoi genitori, poi subito dopo Lily, Harry, Sirius ed infine gli tutti altri. Per giorni fuori dalla sua porta si erano accalcate un numero impressionante di persone, molte delle quali erano perfetti sconosciuti o curiosi, sia di giorno che di notte. Volti sconosciuti e facce amiche. Persino Tom ed Al, i fedeli compagni di avventura del padre, non lo avevano lasciato un momento. L'unica che non aveva mai visto era quella strana bambina di cui non riusciva a ricordare il nome. Sapeva che era stata lei a salvarlo, eppure riusciva a malapena a ricordare il suo viso. Stava quasi per alzarsi, quando la vide ferma sulla porta.

"Ma allora non eri un sogno, sei vera." Mormorò James, sorridendo per quello strano caso del destino. 

La piccola abbassò la testa, imbarazzata. Sembrava spaesata, quasi come se non fosse mai stata in quel posto. Improvvisamente James ricordò che la piccola era babbana.

"Mi hanno detto che stavi bene, ma io non gli volevo credere. Volevo vederlo con i miei occhi." Replicò la piccola, sforzandosi di usare un tono normale e di ignorare tutte le cose che volavano, si spostavano e facevano cose strane intorno a lei. 

Certo, aveva sempre creduto che la magia esistesse, ma esserci completamente immersa era tutta un’altra storia. Era piacevole, si, ma anche parecchio inquietante.

"Grazie per quello che hai fatto per me." Sussurrò James, grato. 

Era ancora vivo. Aveva riabbracciato sua madre, baciato Lily e scherzato con i suoi amici. Tutto questo grazie a quella piccola, spaventata, bambina che gli stava di fronte con le mani strette nelle tasche.

"Sono io che devo ringraziarti. Mi hai dimostrato che i maghi esistono, che mio nonno non era pazzo." Disse lei, alzando lo sguardo. 

In quegli occhi James ci lesse molte cose. Spavento, smarrimento ma anche molta tenacia e tanta gratitudine.

"Forse un giorno anche tu scoprirai di avere dei poteri come i miei e ci rivedremo ancora." Ipotizzò James, frugando nella sacca per trovare uno dei boccini che portava sempre con sé. 

Voleva lasciare qualcosa che le provasse che non era pazza, che quel mondo che aveva sempre sognato e di cui il nonne le aveva a lungo parlato esisteva per davvero.

"Forse, oppure sono destinata ad essere una delle poche babbane privilegiate che sanno dell'esistenza del vostro mondo. A me va bene anche così." Sospirò la piccola, osservando incuriosita l’oggetto che il mago le porgeva. 

Era decisamente strano. Una sorta di pallina dorata, ma con delle piccole ali. Lo prese delicatamente e questo cercò di scappare via. Subito chiuse le mani, e questi parve immobilizzarsi per qualche istante.

"Sei strana tu. Hai fatto di tutto per scoprire l'esistenza dei maghi ed ora dici che non ti importa poi tanto fare parte di questo mondo?" osservò James, mentre la piccola giocava con il boccino dorato.

"Ti fa molto male la gamba?" chiese Merry, lasciando perdere il boccino e tornando a guardare il ragazzo che le stava davanti. In fondo aveva insistito tanto per sapere se il suo amico mago stava veramente bene come le avevano raccontato.

"Zoppico un po', ma in breve tempo tornerò in forma." Rispose James, indicando le stampelle appoggiate alla parete vicino al letto. I guaritori avevano detto che avrebbe dovuto usarle per qualche settimana, poi sarebbe tornato come nuovo.

"Adesso ci dobbiamo salutare." Sospirò la bambina, guardando l’orologio. Avrebbe voluto rimanere in quella stanza a parlare con quel bizzarro ragazzo tutto il giorno ma si stava già facendo troppo tardi.

"Tieni, prendi questo." Esclamò James, passando alla piccola un pezzetto di pergamena stropicciata a mal ridotta.

"Cosa c'è scritto?" chiese Merry, curiosa. James sorrise.

"Questo è il mio indirizzo. Se quando compi undici anni degli strani tizi bussano alla tua porta e ti dicono che sei una strega, mandami un gufo." Spiegò James, sicuro che prima o poi si sarebbero vista ancora, magia o meno.

"Cercherò di tenerlo a mente." Rispose la bambina, riponendo il foglio sgualcito con cura nella tasca della giacca rossa che indossava.

 ***

La notizia dell’imminente ritorno di James si era diffusa velocemente al castello. Tutti quanti, Serpeverde esclusi, aspettavano con trepidazione il ritorno del capitano di Grifondoro. Si diceva che qualcuno aveva persino deciso di organizzare una grande festa per l’occasione. Gli unici di cattivo umore erano gli amici più vicini al ragazzo. Il gruppo dei malandrini, infatti, non aveva ottenuto il permesso di andare a San Mungo quel giorno.

"Il signor Potter sta per tornare al castello, quindi lo aspetterete qui. Questa è la mia ultima parola." Aveva detto la Professoressa McGranitt, con poco tatto, prima di allontanarsi.

I ragazzi non furono per niente felici di quelle parole, ed il loro amico ancora meno di loro.

“Siete una delusione, vi aspettavo a San Mungo!” esclamò James appena arrivato a mo’ di buongiorno. 

Ancora prima che avesse finito di parlare  Lily e Sirius erano già scattati in piedi, seguiti a ruota da Harry. Tre secondi dopo il ragazzo con le stampelle era stato praticamente aggredito dall’affetto delle persone a lui più care.

“Avremmo voluto, ma Madama Minnie non era dello stesso parere!” spiegò Sirius, sbuffando. 

Non si era preoccupato per nulla di nascondere il tono di amarezza nella sua voce.

“Sirius, è pur sempre una professoressa.” Lo riprese Alice, con fare severo.

“Stronza..” specificò Frank, stupendo tutti. 

Di solito il ragazzo era decisamente più pacato nei modi, in particolare quando si trovava alla presenza di suo figlio e della sua ragazza.

“Frank, ti ci metti anche tu?” chiese Lily, sbuffando, senza staccarsi dal collo di James.

Le risate dei ragazzi furono presto interrotte da una voce solenne e conosciuta.

“Beh, che succede qui?” chiese il professore di Pozioni, comparendo improvvisamente da un corridoio buio.

“Sono appena tornato dal San Mungo, Professor Lumacorno.” Spiegò James, sorridendo. 

Era talmente felice di essere tornato al castello che persino parlare con il responsabile della casa di Serpeverde non era una scocciatura. Non appena lo vide, l’uomo sorrise.

“Sono felice che tu stia meglio. Quello che ti è successo è terribile. Dimmi della tua gamba..” mormorò Lumacorno, facendosi scuro in volto.

“Zoppicherò ancora per qualche settimana.” Rispose James, sorridendo.

“Non si faccia incantare, le stampelle sono solo una scusa per poter arrivare tardi alle lezioni e non essere punito.” Replicò Remus, cercando di alleggerire l’atmosfera.

“Remus!” lo riprese Sirius, sbuffando. Con gran sorpresa di tutti, l’uomo sembrò divertito da quell’uscita e si mise a ridere insieme ai ragazzi.

“Siete davvero divertenti per essere dei Grifoni, anche se qualche Serpe si è unita al gruppo. Signor Black, Signor Piton, credo che la vostra decisione a lungo andare risulterà essere la migliore che potevate prendere.” Aggiunse il professore, studiando attentamente i volti dei ragazzi presenti. 

I due interessati annuirono appena, imbarazzati da quella frase.

“Lo credo anche io, signore.” Annuì Harry, pensieroso. 

L’uomo fissò il ragazzo, poi guardò l’orologio. Era tempo di tornare alle sue pozioni.

“Bene, ora vi lascio. Mi raccomando, non fare troppo rumore. A quest’ora dovreste essere già nella vostra sala comune.” Sorrise Lumacorno, allontanandosi con la stessa discrezione con la quale era arrivato.

“Oh Merlino, ha ragione.” Esclamò Hermione. Se qualcuno li avrebbe trovati in corridoio nessuno avrebbe tolto loro una bella punizione.

“Tranquilla Hermione.” Cercò di calmarla Ginny.

“Dite che qualcuno ci punirà?” Chiese ancora la ragazza, frenetica.

“È proprio quello su cui contavo..” esclamò Harry, con fare misterioso.

“Geniale!” commentarono Sirius e Ron all’unisono.

Quasi fosse stato chiamato, un uomo uscì dall’ombra.

“Ecco dei fastidiosi ragazzi disubbidienti. Prego, nel mio ufficio. Da domani sera per il prossimo mese siete in punizione.” Esclamò il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, nascondendo appena un sorriso soddisfatto.

“Ora si comincia a fare sul serio.” Esclamò Frank, facendo un occhiolino a Neville.

La caccia era aperta.

Angolo dell'autrice:

NON POSSO DIRE MOLTO, SOLO CHIEDERE SCUSA. NEGLI ULTIMI MESI IL PORTATILE - CON TUTTI I CAPITOLI E LE MIE STORIE PRECENTI E FUTURE -  MI HA ABBANDONATO. HO PROVATO A SALVARE ALMENO IL DISCO RIGIDO CON I DATI.. MA NIENTE. INSOMMA, SONO STATA ABBONDANTEMENTE PUNITA PER IL MIO ESTREMO RITARDO. SIATE GENTILI CON ME! :D


CERCHERò DI RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO, PROMESSO.

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE, NONOSTANTE TUTTO, SONO ARRIVATI ANCORA UNA VOLTA A LEGGERE FINO QUI!

  
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