CAPITOLO 68
UN
TANTO ATTESO RITORNO ALLA NORMALITA’
Nelle
settimane seguenti James passò molto tempo a letto. Lui
diceva di stare bene ma
i genitori erano irremovibili. Anche gli amici, dal canto loro, non
volevano
correre rischi.
"Tu
non ti muovi da qui, intesi?" scandiva continuamente Sirius, tra il
preoccupato
ed il minaccioso mentre alle spalle Hermione, Ginny e Zhoana ridevano
dell’espressione risentita del ragazzo costretto a letto e di
quella
incredibilmente seria dell’amico.
"La gamba è messa male, non devi fare sforzi." Gli faceva eco Regulus, dando man forte al fratello maggiore.
Mai come
quella volta i due sembravano più
uniti e concordi che mai, con gran scorno del cercatore oggetto delle
loro
premure. Erano adorabili insieme, ed ancora più adorabile
era vedere che
Regulus si fosse integrato alla perfezione nel gruppo, ma era davvero
terribile
essere l’oggetto delle loro premure. Da quando James era
ricoverato i due
fratelli non si erano mai mossi da San Mungo, riscoprendosi
più uniti ed
affiatati che mai. Entrambi erano stati allontanati dalla propria
famiglia e
per entrambi i Potter avevano significato un nuovo inizio. James era un
fratello tanto per Sirius quanto per Regulus. La sua salute era una
priorità
per tutti e due.
"Quei
tre sono proprio un bel trio. Bizzarro forse, ma bello." ripeteva
Frank,
quando li vedeva scherzare insieme. Tre fratelli, diversi ma
incredibilmente
uniti. Era questo quello che sembravano al primo sguardo.
"Sei
geloso?" Chiedeva in rimando Remus, fissando divertito Frank. L’altro
fingeva di pensarci su per un po’, poi scoppiava a ridere.
"Un
po', ma in fondo io ho te come orsacchiotto personale." rispondeva
l'altro, alzando le spalle e stringendo a sé
l’amico.
"Orsacchiotto?"
chiese una volta la versione più adulta di Sirius, perplesso
da quella strana
conversazione. L’uomo era comparso alle spalle dei due
ragazzi con tanta
discrezione che loro non si erano nemmeno accorti.
"Non
ti piacciono gli orsi?" chiese Frank, cercando di capire cosa
intendesse
dire il mago più adulto. L’altro aveva sorriso ed
aveva alzato le spalle.
L’espressione di Sirius non lasciava pensare nulla di buono
al povero
licantropo. Lo conosceva da abbastanza tempo per averne abbastanza
paura.
"Beh,
a me si. Il fatto è che credevo che Moony preferisse i
lupi." disse Sirius
alzando le spalle, provocando la rabbia di Remus e le risate di tutti,
persino
di Regulus che era venuto a conoscenza di tutti i dettagli di quella
storia da
relativamente poco tempo.
Chi
non conosceva il gruppo di amici non sarebbe mai riuscito ad indovinare
l'avversione
e la rivalità che aveva tenuto lontano Regulus tanto a
lungo. Sia per James che
per Sirius, e anche per tutto il resto della compagnia, adesso Regulus
era solo
il fratellino piccolo di Sirius. Quello da proteggere e da prendere il
giro.
Tutti quanti i dissapori del passato erano stati spazzati via. All' ex
Serpeverde, nonostante non lo ammettesse ad alta voce, quel ruolo
piaceva e non
protestava. Non in modo plateale, almeno. Così mentre il
gruppo rideva un altro
Serpeverde restava in disparte, chiedendosi se un giorno anche lui come
Regulus
sarebbe stato accettato nel gruppo.
Dopo
la famosa e segretissima notte, Piton e Potter non avevano
più parlato ma era
evidente che il loro rapporto aveva fatto degli evidenti passi avanti.
James
aveva chiesto ad Harry cosa fosse accaduto, ed il figlio aveva
raccontato tutti
i dettagli di quella strana storia che si era conclusa con la morte di
Bellatrix.
Sirius
e Remus avevano fatto diverse ipotesi aiutati da Ron e Frank per
giustificare
la pacifica convivenza dei due acerrimi nemici, una più
strampalata dell'altra,
ma nessuna era davvero riuscita a spiegare perchè quei due
avessero smesso di
guardarsi in cagnesco e di insultarsi alla prima occasione utile. James
sorrideva, alzava gli occhi al soffitto e faceva finta di non capire.
Piton non
ne parlava proprio. Se interrogato sbuffata, dichiarando che essere
costretto
ad avere a che fare con un branco di Grifoni era già
abbastanza brutto senza
che questi si mettessero in testa l'idea di fare domande assurde. Anche
Regulus
aveva provato a parlarne con Severus in privato, facendo leva sulla
lealtà alla
vecchia casa a cui erano appartenuti, ma questi l'aveva zittito subito.
Insomma, il mistero sembrava essere destinato a rimanere tale tra lo
stupore
generale del gruppo e il sollievo di Lily, non più costretta
a dover scegliere
tra il ragazzo che amava, e da cui avrebbe avuto un bellissimo figlio,
e il suo
migliore amico che aveva definitivamente voltato le spalle ai
mangiamorte.
Harry qualche idea in proposito di quel cambiamento così
apparentemente assurdo
l’aveva, ma preferiva tenerla per sé e discuterne
solo con Neville, Hermione,
Ginny, Ron e Sirius.
“Deve
essere completamente impazzito, tutto qui.” Aveva sbuffato
Ron, alzando le
spalle. Non aveva mai avuto una bella opinione di Piton e nemmeno la
sua fine
da eroe gli aveva mai fatto cambiare del tutto idea.
“Hai la stessa sensibilità di un comodino, Ron!” lo aveva ripreso la sorella, incrociando le braccia come a sottolineare il suo disappunto.
Hermione
aveva
sorriso di quella lite, tralasciando la discussione tra i due fratelli
e
concentrandosi sull’espressione concentrata ed assorta di
Harry.
“A
cosa pensi?” Aveva chiesto la riccia, appoggiando una mano
sulla spalla di
Harry.
“Gli
credo, tutto qui.” Aveva risposto Harry, pulendosi gli
occhiali.
“Secondo
te possiamo fidarci davvero di Piton?” Aveva chiesto Ron,
sospettoso.
“Beh, si. Piton è sempre stato innamorato di Lily. Nel nostro tempo a capito di averla persa solo quando lei è morta. In questo, forse, lo ha capito prima..” iniziò a spiegare Harry, riflettendo sulla discussione che avevano avuto Severus e Lily dopo la sparizione di James.
Parlando
con la ragazza Piton si
era dovuto rendere conto che non ci sarebbe mai stato spazio per lui
nel cuore
di Lily. Non come compagno, almeno. Tanto valeva mettere i suoi
sentimenti e
l’orgoglio da parte e cercare di esserle amico.
“Si, ma come ti spieghi che tuo padre non abbia mai fatto battute cattive in proposito?” Aveva chiesto Ginny, sospettosa.
Quello era
il punto che lasciava
tutti di sasso. James non sapeva nulla del pentimento di Piton. Prima
della sua
sparizione erano nemici giurati e tutti si erano aspettati che una
volta
ritrovato il cercatore la loro rivalità sarebbe ripresa.
Invece, a sorpresa, i
due avevano preso ad ignorarsi o a parlarsi con educazione e distacco.
“Credo che ne abbiano parlato..” ipotizzò Harry, alzando le spalle e cercando con lo sguardo Sirius.
Era stato
proprio a lui a esporgli per primo quell’idea. Una
chiacchierata, segreta e della quale nessuno dei due avrebbe mai
accennato
nulla, nella quale avevano sistemato ogni cosa. Ad Harry era sembrata
l’idea
migliore. Hermione si stette un po’ a pensare, poi
annuì decisa.
“Questo
spiega tutto. Anche il fatto che sia James che Severus siano restii a
parlare
del loro rapporto.” Aveva detto la riccia, sorridendo.
“Severus?
Lo hai davvero chiamato per nome!” aveva esclamato Ron,
incredulo.
“Geloso?”
Lo aveva preso in giro Ginny, mentre vedeva il fratello diventare
paonazzo.
“Certo
che si!!!” Era esploso Ron, cominciando ad urlare insulti e
frasi sconnesse tra
le risate degli amici.
Dopo il ritrovamento di James, Harry ed Hermione avevano stabilito che la caccia agli Horcrux andava sospesa.
Prendersi
cura del ragazzo aveva la priorità su
tutto. La morte della versione adulta di Bellatrix, inoltre, era di
sicuro un
buon auspicio ed anche un vantaggio. Erano rimasti solo loro a sapere
cosa li
aspettava il futuro.
L'unico progresso che avevano fatto in relazione alla loro ricerca consisteva nell'aver trovato un modo per lasciare il castello senza destare sospetti. Nessuno avrebbe mai sospettato che le punizioni del nuovo, strambo, professore di Difesa Contro le Arti Oscure, vale a dire Sirius Senior, si tenevano ben lontano dalle mura del castello.
Quando
Sirius aveva esposto la sua idea Harry
gli era letteralmente saltato al collo e Remus aveva ammesso che era un
piano
perfetto, ben studiato. James, ancora mezzo morto, aveva subito
aggiunto che
con un professore dalla loro parte avrebbero anche potuto fare tutti
gli
scherzi che volevano, risultando impuniti. Piton e Lily non erano stati
contenti di quell'uscita, Zhoana e gli altri si, ma Sirius aveva lo
stesso
preferito non pronunciarsi. Harry sapeva bene quale era la
visione del
padrino della questione, ma non era certo che Hermione avrebbe
approvato.
L'affetto
degli amici, ben felici di saltare numerose ore di lezione per fargli
compagnia, della famiglia ed in particolare di Lily fecero si che James
recuperasse le forze in fretta. Era passata solo qualche settimana ma
già i
brutti momenti passati erano ormai un ricordo e già il
cercatore riteneva quel
riposo forzato insopportabile. Ogni volta che incrociava la madre, il
padre o
uno dei guaritori li pregava di poter tornare al castello. Ogni volta
che sentivano
quella richiesta, loro alzavano le spalle, scuotevano la testa,
sorridevano e
alla fine lasciavano la stanza. James lo trovava snervante ma cercava
di non
darlo a vedere troppo.
"Avanti James, è ancora presto." Commentava lo sventurato di turno, provando a farlo ragionare.
James
sbuffava, ma alla fine li lasciava fare. Immaginava
che anche loro dovevano avere passato dei momenti terribili quando non
avevano
sue notizie. In particolare Sirius. Sia la versione più
giovane che quella
adulta. Dietro quell'aria spensierata riusciva chiaramente a vedere la
disperazione che aveva provato. Per Harry, poi, doveva essere stato
angosciante. Alla sola idea di perdere suo padre James impazziva di
dolore, non
riusciva proprio a capire come aveva fatto suo figlio ha sopportare
tutto
questo per la seconda volta.
Quando
finalmente gli annunciarono che stava per lasciare l'ospedale, James
non poteva
quasi credere alle sue orecchie. Chiese conferma un paio di volte, poi
si diede
alla pazza gioia sotto lo sguardo preoccupato della madre, quello
divertito del
padre e quello assolutamente esaltato di Sirius. Leggermente in
disparte,
appoggiati ad una parete, c'erano Tom e Al. Nonostante la loro presenza
fosse
più che discreta non era sfuggita a James.
"Hanno
licenziato tuo padre o c'è qualcosa che io non so?" Chiese
James, rivolto
ad un altrettanto perplesso Frank che fissava il padre da
lontano.
"Non chiedere a me, io ne so meno di te." Rispose l'altro, alzando le mani e scrollando le spalle.
L'uomo,
forse in risposta alle parole del figlio, sbuffò,
incrociò le braccia e si voltò dalla parte
opposta. Era evidente che per
qualche bizzarra ragione non aveva la minima intenzione di muoversi da
lì,
quasi fosse di guardia a qualcosa.
"Credono
ci sia ancora pericolo. Secondo Bob sono paranoici, ma Al ha la testa
dura e
Tom lo segue." Spiegò la versione adulta di Sirius
sorridendo
appena.
Le
parole del vecchio Malocchio gli suonavano sempre in testa.
-
Vigilanza costante! -
Ne
avevano parlato anche la sera prima e anche lui aveva convenuto con
l'idea dei
due auror, anche se Bob continuava a scuotere la testa perplesso.
Bellatrix era
morta, tutta quella brutta storia era finita con lei. Sirius, tuttavia,
riteneva che se la vita gli aveva insegnato qualcosa era che la
prudenza non
era mai troppa, specie quando si parlava di James. Quel ragazzo era una
vera e
propria calamita per guai, quasi peggio di suo figlio Harry. O meglio,
a guai
se la cavavano alla pari ma Harry era sempre stato più
fortunato quando si
trattava di uscirne. A parere suo, inoltre, ad essere in pericolo erano
tutti i
ragazzi al castello, non solo James. L’assurdo comportamento
di Bellatrix
doveva avere messo in allarme il suo signore e modificato in modo forse
irreversibile ed imprevedibile il futuro. Qualunque cosa sarebbe dovuta
accadere, avrebbe avuto luogo molto prima di quanto loro pensassero.
Era tempo
di essere vigili e di agire con la giusta prudenza.
"Meglio
controllare una volta in più e piangere una in meno." Li
liquidò Tom,
lasciando la stanza infastidito per andare a fumare uno dei suoi sigari
dopo
essersi accertato che Al fosse ancora al suo posto, vigile come suo
solito.
Sirius a quelle parole aveva annuito ed aveva abbassato la testa,
Robert non
aveva trovato nulla da obiettare.
"Ma allora non eri un sogno, sei vera." Mormorò James, sorridendo per quello strano caso del destino.
La piccola
abbassò la testa, imbarazzata. Sembrava
spaesata, quasi come se non fosse mai stata in quel posto.
Improvvisamente
James ricordò che la piccola era babbana.
"Mi hanno detto che stavi bene, ma io non gli volevo credere. Volevo vederlo con i miei occhi." Replicò la piccola, sforzandosi di usare un tono normale e di ignorare tutte le cose che volavano, si spostavano e facevano cose strane intorno a lei.
Certo,
aveva sempre creduto che la magia esistesse, ma esserci
completamente immersa era tutta un’altra storia. Era
piacevole, si, ma anche
parecchio inquietante.
"Grazie per quello che hai fatto per me." Sussurrò James, grato.
Era ancora
vivo.
Aveva riabbracciato sua madre, baciato Lily e scherzato con i suoi
amici. Tutto
questo grazie a quella piccola, spaventata, bambina che gli stava di
fronte con
le mani strette nelle tasche.
"Sono io che devo ringraziarti. Mi hai dimostrato che i maghi esistono, che mio nonno non era pazzo." Disse lei, alzando lo sguardo.
In quegli
occhi James ci
lesse molte cose. Spavento, smarrimento ma anche molta tenacia e tanta
gratitudine.
"Forse un giorno anche tu scoprirai di avere dei poteri come i miei e ci rivedremo ancora." Ipotizzò James, frugando nella sacca per trovare uno dei boccini che portava sempre con sé.
Voleva
lasciare qualcosa che le provasse che non era
pazza, che quel mondo che aveva sempre sognato e di cui il nonne le
aveva a
lungo parlato esisteva per davvero.
"Forse, oppure sono destinata ad essere una delle poche babbane privilegiate che sanno dell'esistenza del vostro mondo. A me va bene anche così." Sospirò la piccola, osservando incuriosita l’oggetto che il mago le porgeva.
Era
decisamente strano. Una sorta di pallina dorata, ma con delle piccole
ali. Lo
prese delicatamente e questo cercò di scappare via. Subito
chiuse le mani, e
questi parve immobilizzarsi per qualche istante.
"Sei
strana tu. Hai fatto di tutto per scoprire l'esistenza dei maghi ed ora
dici
che non ti importa poi tanto fare parte di questo mondo?"
osservò James,
mentre la piccola giocava con il boccino dorato.
"Ti
fa molto male la gamba?" chiese Merry, lasciando perdere il boccino e
tornando a guardare il ragazzo che le stava davanti. In fondo aveva
insistito
tanto per sapere se il suo amico mago stava veramente bene come le
avevano
raccontato.
"Zoppico
un po', ma in breve tempo tornerò in forma." Rispose James,
indicando le
stampelle appoggiate alla parete vicino al letto. I guaritori avevano
detto che
avrebbe dovuto usarle per qualche settimana, poi sarebbe tornato come
nuovo.
"Adesso
ci dobbiamo salutare." Sospirò la bambina, guardando
l’orologio. Avrebbe
voluto rimanere in quella stanza a parlare con quel bizzarro ragazzo
tutto il
giorno ma si stava già facendo troppo tardi.
"Tieni,
prendi questo." Esclamò James, passando alla piccola un
pezzetto di
pergamena stropicciata a mal ridotta.
"Cosa
c'è scritto?" chiese Merry, curiosa. James sorrise.
"Questo
è il mio indirizzo. Se quando compi undici anni degli strani
tizi bussano alla
tua porta e ti dicono che sei una strega, mandami un gufo."
Spiegò James,
sicuro che prima o poi si sarebbero vista ancora, magia o meno.
"Cercherò
di tenerlo a mente." Rispose la bambina, riponendo il foglio sgualcito
con
cura nella tasca della giacca rossa che indossava.
"Il
signor Potter sta per tornare al castello, quindi lo aspetterete qui.
Questa è
la mia ultima parola." Aveva detto
I
ragazzi non furono per niente felici di quelle parole, ed il loro amico
ancora
meno di loro.
“Siete una delusione, vi aspettavo a San Mungo!” esclamò James appena arrivato a mo’ di buongiorno.
Ancora
prima che avesse finito di parlare
Lily e Sirius erano già scattati in piedi,
seguiti a ruota da Harry. Tre secondi dopo il ragazzo con le stampelle
era
stato praticamente aggredito dall’affetto delle persone a lui
più care.
“Avremmo voluto, ma Madama Minnie non era dello stesso parere!” spiegò Sirius, sbuffando.
Non si era
preoccupato per nulla di nascondere il tono di amarezza
nella sua voce.
“Sirius,
è pur sempre una professoressa.” Lo riprese Alice,
con fare severo.
“Stronza..” specificò Frank, stupendo tutti.
Di solito
il ragazzo era decisamente più
pacato nei modi, in particolare quando si trovava alla presenza di suo
figlio e
della sua ragazza.
“Frank,
ti ci metti anche tu?” chiese Lily, sbuffando, senza
staccarsi dal collo di
James.
Le risate
dei ragazzi furono presto interrotte da una voce solenne e conosciuta.
“Beh,
che succede qui?” chiese il professore di Pozioni, comparendo
improvvisamente
da un corridoio buio.
“Sono appena tornato dal San Mungo, Professor Lumacorno.” Spiegò James, sorridendo.
Era
talmente felice di essere tornato al castello che persino parlare con
il
responsabile della casa di Serpeverde non era una scocciatura. Non
appena lo
vide, l’uomo sorrise.
“Sono
felice che tu stia meglio. Quello che ti è successo
è terribile. Dimmi della
tua gamba..” mormorò Lumacorno, facendosi scuro in
volto.
“Zoppicherò
ancora per qualche settimana.” Rispose James, sorridendo.
“Non
si faccia incantare, le stampelle sono solo una scusa per poter
arrivare tardi
alle lezioni e non essere punito.” Replicò Remus,
cercando di alleggerire
l’atmosfera.
“Remus!” lo riprese Sirius, sbuffando. Con gran sorpresa di tutti, l’uomo sembrò divertito da quell’uscita e si mise a ridere insieme ai ragazzi.
“Siete davvero divertenti per essere dei Grifoni, anche se qualche Serpe si è unita al gruppo. Signor Black, Signor Piton, credo che la vostra decisione a lungo andare risulterà essere la migliore che potevate prendere.” Aggiunse il professore, studiando attentamente i volti dei ragazzi presenti.
I due
interessati annuirono appena, imbarazzati da quella frase.
“Lo credo anche io, signore.” Annuì Harry, pensieroso.
L’uomo
fissò il ragazzo, poi
guardò l’orologio. Era tempo di tornare alle sue
pozioni.
“Bene,
ora vi lascio. Mi raccomando, non fare troppo rumore. A
quest’ora dovreste
essere già nella vostra sala comune.” Sorrise
Lumacorno, allontanandosi con la
stessa discrezione con la quale era arrivato.
“Oh
Merlino, ha ragione.” Esclamò Hermione. Se
qualcuno li avrebbe trovati in
corridoio nessuno avrebbe tolto loro una bella punizione.
“Tranquilla
Hermione.” Cercò di calmarla Ginny.
“Dite
che qualcuno ci punirà?” Chiese ancora la ragazza,
frenetica.
“È
proprio quello su cui contavo..” esclamò Harry,
con fare misterioso.
“Geniale!”
commentarono Sirius e Ron all’unisono.
Quasi
fosse stato chiamato, un uomo uscì dall’ombra.
“Ecco
dei fastidiosi ragazzi disubbidienti. Prego, nel mio ufficio. Da domani
sera
per il prossimo mese siete in punizione.” Esclamò
il nuovo professore di Difesa
Contro le Arti Oscure, nascondendo appena un sorriso soddisfatto.
“Ora
si comincia a fare sul serio.” Esclamò Frank,
facendo un occhiolino a Neville.
La caccia era aperta.
Angolo dell'autrice:
NON POSSO DIRE MOLTO,
SOLO CHIEDERE SCUSA. NEGLI ULTIMI MESI IL PORTATILE - CON TUTTI I
CAPITOLI E LE MIE STORIE PRECENTI E FUTURE - MI HA
ABBANDONATO. HO PROVATO A SALVARE ALMENO IL DISCO RIGIDO CON I DATI..
MA NIENTE. INSOMMA, SONO STATA ABBONDANTEMENTE PUNITA PER IL MIO
ESTREMO RITARDO. SIATE GENTILI CON ME! :D
CERCHERò DI RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO, PROMESSO.
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE, NONOSTANTE TUTTO, SONO ARRIVATI ANCORA UNA VOLTA A LEGGERE FINO QUI!