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Autore: shiemi01    30/12/2011    6 recensioni
Allora sono nuova, ho deciso di iniziare a scrivere questa ff è la prima.Narra di una ragazza di nome Ginevra,una piccola e aggraziata ragazza di 15 anni,che appare come dire umana,normale ma in fondo non lo è,è un essere magico e speciale.Una ragazza che secondo alcune leggende non ha un'anima,ma se lei dimostrasse il contrario?Cosa farebbero i produttori dei libri delle leggende?Dovranno riscrivere tutto dall'inizio?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, a quest'ora dovrei solo vergognarmi, lo so, non stò venendo ai miei doveri, quindi concludo brevemente con delle scuse. Mi dispiace molto, se non vorrete recensire o leggere vi capisco è praticamente passato un secolo da quando avete visto una parola impressa su una pagina di efp.
A quest'ora di sicuro vi starete chiededendo..''Ma come non era morta?'' bè no eccomi qui, sono resuscitata. Il capitolo non è dei migliori anzi mi sembra quasi non abbia un senso. Spero mi perdoniate un'altra volta ancora. Questa volta non prometterò di aggiornare presto perchè non ne sono sicura per niente! Vi mando un bacio...grazie mille per tutto, per ogni cosa che fate e mi dite,oggi rileggendo le vostre recensioni mi è venuta la forza per trovare il tempo e scrivere il capitolo.

5.Quinto capitolo

La mattina successiva mi alzai riposata e di bell’aspetto.
Mi specchiai nello specchio di bronzo, ornato da una pianta a me molto cara: l’edera.
Scendeva sinuosa fra i rilievi dello specchio, cresceva lentamente senza far rumore, silenziosa, sentiva tutto, quasi come me, presente ma allo stesso tempo assente.
Mi fermai in cucina , mi sedetti alla sedia imbottita di stoffa verde a righe rosa , mi avvicinai al tavolo, presi il libretto delle giustificazioni e cercai di inventare una scusa plausibile…
Arrivata a scuola parcheggia quasi subito, apri la portiera e quello che mi si parò davanti mi sorprese.
Davanti a me in tutto il loro fascino si protendevano cercando di dar baci, abbracci e domandandomi del perché la mia essenza, Marylin e Shirley.
Mentre entravamo nell’atrio della scuola, con loro al mio fianco, sentii su di me uno sguardo meravigliato, quasi felice, un’aura azzurrina e bianca, era lui.
Julian Green.
Bello, alto, possente come sempre, quegli occhi verdi magnetici come due calamite e i capelli leggermente sbarazzini lo rendevano affascinante, quasi etereo, a risvegliarmi dal mio stato di quasi ‘’incoscienza’’ ci furono le due ragazze.
Mi trascinarono nell’aula di inglese.
Quella mattina avevamo compito…PERFETTO! Pensai fra me e me in toco sarcastico.
Dovevo ricordarmi di farmi dare i loro numeri, cosi avrei potuto sentirle quanto volevo e soprattutto chiedergli i compiti.
Il professore forse quel giorno arrabbiato, distribuì subito il questionario da completare.
Era un quiz sulla flora e fauna della Florida, ero fortunata per questa volta, mi sarei dovuta rimettere in pari e iniziare a  studiare.
Voglio prendere sul serio questa avventura, mi sento di essere legata a questo posto.
Finito il quiz, mi rimangono altre due ore di scuola e poi si va in mensa.
Solo pensare di poter toccare cibo mi rende felice, forse dovrei fare colazione più spesso la mattina, o forse non sono abbastanza forte in questo posto, la scuola, sembra quasi che mi normalizzi, che i miei bisogni tornino ad essere umani e deboli. A meno che…
No, no scaccia subito quel pensiero era qualcosa di ‘’illegale’’ quasi impossibile, poi era una specie di codice, quasi un legge, ritenuta sacra.
Per cercare di non torturare i miei pensieri  mi diressi verso la classe del signor Brown. Sarei rimasta in quell’aula tutto il resto della giornata, mi spostavo solo per andare a seguire la lezione di inglese.
Il professore come al solito, si mise comodo nella sua sedia, si sistemò gli occhiali per la quinta volta, ed era entrato solo da 5 minuti…
Se avessi  avuto gli occhiali avrei potuto aver paura di essere diciamo ‘’ contaminata’’ dal suo tic.
La voce del professore tuonò nell’aula, richiamò la classe all’attenzione e pronunciò una frase che destò stupore e paura fra gli alunni…: oggi avrebbe interrogato.
-Signor Green sarebbe cosi gentile, da venire qui all’interrogazione?- i due si guardavano in modo particolare quasi legati da un filo trasparente che li univa. Mi davano una strana sensazione.
-Si certo.- rispose lui in modo secco e annoiato. Il ragazzo ero molto sicuro di se avanzava fiero nell’aula e tutte lo guardavano con aria adorante, quasi fosse venuto Dio in terra.
Mi venne quasi un moto di stizza, una piccola punta di gelosia.
Julian si posizionò vicino alla cattedra sostenendo il suo peso sulle mani poggiate svogliatamente sulla cattedra.
Lui fece un’esposizione brillante, mi sarebbe anche servita per recuperare le lezione perse… ma niente, ero completamente rapita dal suo volto, dalla sua suadente voce, che le parole non avevano senso.
Finì anche questa lezione durata ben due ore, mi soffermai sull’uscio della porta della classe.
Stavo aspettando Marilyn e Shirley.
Mi senti posare sulla maglietta a mezze maniche color pesca una mano calda, era quella del cacciatore.
-Scusa Ginevra potresti farmi passare?- chiese scandendo le parole, manco fossi una ritardata.
-Si certo, passa!- replicai io arrabbiata.
Arrivarono le mie compagne, mi presero sotto braccio e vollero sapere tutti i particolare di quello che succedeva tra Ginevra e Julian.
Mi, anzi ci prendevano come una  telenovela da seguire, non dicevano neanche fra te e lui, no usavano i nomi…
Bè almeno avevo delle amiche, me ne andai spensierata e sorridente dopo aver sbollito la rabbia in mensa.
Quando quest’ultima si riaccese di nuovo, nel bel mezzo della mensa Julian Green e Allegra Wilson si stavano baciando.
Mia sorella, la parente con cui avevo un legame di sangue più stretto, aveva rubato la mia preda, il mio amore. Ora lei avrebbe visto la vera Ginevra, l’ ondina cattiva, feroce, che non ammetteva errori.
Aveva violato il codice.

  
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