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Autore: kannuki    31/12/2011    2 recensioni
Doveva cominciare a mettersi delle regole tipo 'non si mangia fuori pasto' e 'niente junk food'. Soprattutto, doveva ricordarsi di rispettarle.
PROLOGO della serie BRAVE NEW WORLD
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Bennet, Sylar
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brave New World'
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Mi sono accorta, scrivendo, che la storia si inserisce perfettamente nella serie Brave New World. L'ho accorpata alle altre per comodità del lettore.
Doralice: un altro what if, che non ci bastano mai. A ricordare bene, nella serie il famoso 'bacio' era già avvenuto, mi sono presa un bel po' di libertà. Le discrepanze le noti su Brave New World, dove Claire è ancora incavolata come un picchio. Le licenze poetiche ce le prendiamo sempre, massì...
Kasumi: a me Lydia piaceva molto, era un bel personaggio. Difficile dire che Sylar era interessato a Gretchen. Ha commentato anche con un 'che spreco' in direzione delle due ragazze. Le stava solo prendendo in giro.
Buona lettura!



Odiava la Casa degli Specchi. Dopo tutto quello che aveva visto sul suo passato, Sylar era ancora un po' disgustato da se stesso e per come aveva reagito. Aveva perso il controllo e si era vomitato sui vestiti. Aveva piagnucolato e si era lasciato fare il lavaggio del cervello da Samuel. Aveva permesso alla sgualdrina di toccarlo. Doveva ancora capire a che diavolo serviva quel potere ma per ora ne aveva abbastanza della faccia di Claire sul suo braccio. Empatia tatuaria. Che cazzo di potere! Doveva darci un taglio e cominciare a mettersi delle regole tipo 'non si mangia fuori pasto' e 'niente junk food'. Soprattutto, doveva ricordarsi di rispettarle.

Dai, è fichissimo!”

Non mi sento molto bene... Gretchen, dai... voglio tornare a casa!”

Sylar si spostò verso il lato in ombra della carrozza e attese a braccia incrociate. La seduta con Lydia doveva averla sconvolta. Brava, infilati nella Casa degli Orrori... cretina, pensò ascoltando le lamentele della ragazza e le incitazioni dell'amica.

Claire cedette, avanzò sugli scalini e un rastone di colore che si presentò come Damien la accompagnò dentro. Fermò Gretchen sulla porta. “Uno alla volta.”

La ragazza tornò sul piazzale, sedette su un tronco lavorato messo apposta lì per le lunghe attese e Sylar le comparì alle spalle. Era stufo della sua presenza. Non centrava niente in quel posto. Gretchen si voltò in quell'istante, lo fissò e cadde a terra. Studiare quel libro di medicina era davvero servito a qualcosa, allora...

***

Perchè sei qui?”

Ho bisogno di risposte.”

Siete in molti a cercare verità, questa sera.”

Claire si lasciò prendere la testa fra le mani e chiuse gli occhi dietro suo suggerimento. “Che cosa vedrò?”

Il passato. Il presente. La chiave nel mezzo. L'origine di tutto.”

Claire aprì gli occhi. Era seduta al centro della stanza e si rifletteva in mille specchi. Le sue iridi azzurre si contrassero e si mescolarono con il nero delle pupille. Strinse le dita attorno alle ginocchia e aprì leggermente le labbra.

Sua madre. Quella vera.

Suo padre, Noah.

L'eclissi.

Il catalizzatore che ospitava e che aveva passato a Hiro Nakamura.

L'aggressione di Sylar.

Gli intrighi di Angela

Il bacio di Gretchen.

Era tutto lì? Diciannove anni e nulla da dichiarare? Che scopo aveva la sua vita? Claire allacciò le mani attorno alle gambe. Dondolò per un istante e sospirò, puntando i palmi a terra. Damien era comparso di nuovo alle sue spalle. Claire ringraziò a bassa voce, aprì la porticina e scese gli scalini stancamente. Non era arrivato neppure all'ultimo, che la persona che sedeva sul tronco si alzò con uno scatto e le fu quasi addosso.

Che cosa hai visto?”

Claire ficcò uno sguardo quasi assente negli occhi di Sylar. Scosse la testa allargando una mano sola. L'altra era stretta attorno alla passatoia di ferro e non si azzardava a lasciarla. “Niente.”

Come niente? Che aveva fatto la dentro, dormito?

Sono una normalissima e noiosa diciannovenne con un superpotere” annunciò con voce incredula.

Sul noiosa non ne avevo dubbi” commentò raddrizzando la schiena. “Nessuna scoperta sensazionale?”

Claire scosse la testa. Era destinata a gloriose imprese? Col cazzo, pensò sedendo sul tronco. Aveva solo un potere. Ficcò le mani fra le cosce chiuse e guardò l'erba calpestata dai molti visitatori. “Tu che cosa hai visto?”

Un mucchio di schifezze.”

Immagino...”

Mh, neppure lui le aveva fatto quell'effetto, pensò tirando su la manica. La sua faccia era ancora lì. Le mostrò l'avambraccio. “Perchè credi abbia il tuo muso stampato qui?”

Perchè non hai alcuna fantasia” mormorò assente “perchè vuoi farmi delle domande e credi io abbia le risposte. Te lo dico fin da adesso... non ho alcuna risposta. Ne per me, ne per te. Siamo come siamo... siamo speciali, tu sei un testa di cazzo ed io ho un potere inutile.”

Il tuo potere è una figata. Comunque vaffanculo” borbottò dondolando una gamba. “C'è gente che ammazzerebbe per averlo. Guarda me.”

Ricambio il sentimento da poco espresso e aggiungo un fottiti di tutto cuore.

Mh, era simpatica quando non frignava. “Prima che isterizzi, ho sedato la tua amica. Sta dormendo nel carrozzone blu.”

Hai fatto bene, mi stava procurando solo un enorme mal di testa” annunciò tirando le gambe contro il seno. “Perchè hai preso il potere di Lydia?”

Per capire. Perchè avevo fame. Perchè chi cerca di usarmi fa una brutta fine.”

E dai... non l'hai uccisa perchè è una bella figa.”

Sylar sghignazzò e le mollò una gomitata leggera che Claire non incassò. Aveva messo molti centimetri fra loro quando si era seduto e stava quasi per cadere dal tronco.

Anche io ho visto il tuo brutto muso nei tatuaggi. Pensa un po' che shock averti in testa ventiquattro ore al giorno.” Forse non doveva dirlo ma da quando era uscita dalla carrozza non riusciva a smettere di parlare e aveva un principio di isteria nella voce. “Era acido, vero?”

Il tono? Parecchio” ammise soppesandola con un'occhiata. “Ok... scusa!”

Scusa cosa? L'aveva rincorsa per tutta casa e le aveva aperto la testa. Claire non rispose ma continuò a scrutarlo con le sopracciglia aggrottate e una smorfia sulle labbra. “Ti alleerai con Samuel per la dominazione del mondo?”

E tu passerai il resto della tua vita a fare i giochi di prestigio e a tagliarti gli arti per mostrare alla gente come ricrescono?”

Perchè devi essere sempre così stronzo?”

Sylar ringhiò nella sua direzione “sto cercando di essere gentile con te, non farmene pentire.”

Tu usi la gente e ti approfitti dei più deboli!”

Ho avuto una buona scuola, quella di tuo padre e Angela” sbottò alzandosi in piedi e prendendola per la spalla “andiamo a fare un giro nella Casa degli Specchi, ti mostro il mio passato!”

Non farti toccare.

Non voglio vederlo!” sbottò divincolandosi e finendo bloccata a metà aria. “Rimettimi a terra!”

Ti posso costringere con la forza, Claire.”

Non pronunciare il mio nome, mi fai venire i brividi!” esclamò con la voce strozzata. “Io ti odio e non voglio avere nulla a che fare con te!”

Sai che novità! Sylar la lasciò andare solo quando furono chiusi dentro da Damien. Claire cercò di sbloccare la porta ma la maniglia sembrava saldata. Aveva paura a scrutare dentro la mente di quel pazzo, ma forse avrebbe scoperto qualcosa da usare contro di lui. Claire scivolò a terra quando gli specchi raccontarono la sua storia. Si mise a piangere senza ritegno dopo le prima battute e raggelò quando scoprì l'intromissione di suo padre in quella faccenda.

L'aveva già visto ma gli faceva un certo effetto. Il Quinto diceva 'non uccidere'. E tutti gli altri che aveva infranto? Sylar battè le palpebre e osservò la ragazza. Si sentì in colpa per averla coinvolta in tutto quello e si accorse che non aveva poi tanto senso. Quel che aveva fatto non poteva rimetterlo a posto. Poteva solo andare avanti. Le porse la mano e Claire l'accettò mentre premeva l'altra contro la bocca e si asciugava gli occhi. “Mi spiace, Gabe...”

Come mi hai chiamato?”

Ce l'hai un nome, usalo!” singhiozzò alzando il braccio sinistro e mostrandogli l'orologio che portava. “Tu non sei una stupida marca, i tuoi poteri non ti possiedono!”

Mi sa proprio di sì...” mormorò abbassando di nuovo il braccio e stringendole ancora la mano.

Puoi dominarli.”

Tu ci riesci?”

Il mio non è fastidioso come il tuo. Si ignora facilmente.”

Io non posso ignorarlo”

Tu hai la sindrome della primadonna!” esclamò ficcandogli un dito nel torace. “Il mondo non ruota attorno a te!”

Ti stacco quel dito, se non la finisci” ringhiò.

Ricresce, sai?” esclamò premendo più a fondo.

Sylar afferrò l'altra mano e se la strappò di dosso. Claire fece un paio di passi indietro, sbattè contro uno specchio e per un momento temette di essere risucchiata come nei peggiori film horror. “Mi hai fatto male.”

Posso fartene molto di più” borbottò vergognandosi un po' a prendersela con una ragazzina. Ma non riusciva a chiudere la bocca e Claire era invulnerabile alle sollecitazioni fisiche. Se fosse uscito di lì, in quel momento, avrebbe fatto una strage. “Dammi la bussola.”

Claire lo guardò con un bel 'no' pronto sulla lingua.

Dammela!”

La ragazza frugò nelle tasche e la gettò a terra sicura che non potesse andare in pezzi. Invece, quando urtò il pavimento, il rivestimento saltò via e ago e perno schizzarono ai lati opposti. Claire si morse un labbro. E adesso chi lo sentiva?

Stupida” sibilò. Non era stato in grado di capirla, sarebbe riuscito ad aggiustarla?

Claire fece rapidamente due passetti indietro e drizzò la schiena quando si sedette ad osservare la bussola. Lo fissò attentamente quando lo vide assorto, i lineamenti distesi. “Che cosa non riesci a capire?”

Il suo funzionamento” ammise con voce flebile mentre i pezzetti volteggiavano in aria.

Non funziona come tutte le altre bussole” borbottò a mezza bocca. “Quando Samuel me l'ha data, mi ha detto di concentrarmi sul circo e che la bussola mi avrebbe portato da lui.”

Mh! E' stato il circo a venire da me” sussurrò riadagiandoli a terra. “Quindi il segreto è concentrarsi sulla 'casa dolce casa'?”

Nel mio caso. Nel tuo?”

Perchè doveva stuzzicarlo dopo aver provocato il disastro? Sylar le rivolse un'altra occhiata cattiva che non scalfì la superficie impenetrabile di Claire. “Tuo padre ti ha sculacciato poco, da piccola!”

Claire spostò lo sguardo sulla manica arrotolata e notò che il tatuaggio era sparito. La chiacchierata che avevano avuto era bastata a scongiurare l'avvertimento di Lydia. “Io resto qui” annunciò spostandosi all'indietro. “Non torno a casa.”

Fa come ti pare” mormorò continuando a strofinare un labbro in cerca di una soluzione.

Dove hai messo Gretchen?”

Mh?”

Gretchen. Alta, carina, lunghi capelli castani...”

Nel carrozzone blu dei fuochi d'artificio.”

Ma sono quasi tutti blu!” esclamò abbassando le spalle. “Per favore, puoi essere normale per un fottuto istante?”

Sono normale.”

Claire alzò le sopracciglia e gli occhi al cielo.

Sono pieno di sentimenti.”

Ne provo anche io qualcuno, in questo momento!”

Fammi indovinare!” esclamò allegro. Non riusciva a smettere di infastidirla, lo divertiva vederla prendere fuoco. “Rabbia, fastidio...”

Continua, stai andando bene” ringhiò incrociando le braccia. “A proposito, che cosa le hai fatto? Niente di definitivo, spero.”

Sta solo dormendo. Non sono così spieta...”

Claire scoppiò a ridere. Era isterica ma rise lo stesso. Le tremava anche la voce.

Ripara la bussola ed io ti porto da lei.”

Claire smise di ridere, sussurrò fra se e lo guardò dubbiosa. “E come?”

Comincia a provare” le ordinò con un sorrisetto. “Io vado a sgranocchiare qualcosa.”

Lo stomaco si aprì come una caverna e fece un discreto rumore. Claire sentì una punta di imbarazzo. “Portami un...”

La porta era già sbattuta e aveva troncato le sue parole. Ma perchè continuava a farsi manipolare da Sylar?

***

Inopportuno. Era l'unica parola che gli veniva in mente quando lo guardava. Samuel pulì le mani su uno straccio e lo ficcò in tasca, impossibilitato a salire i gradini del suo carrozzone occupati da uno stravaccato Sylar intento a divorare un panino più grosso della sua mano. Una Pepsi ghiacciata giaceva sul gradino più basso. Ne prese la cannuccia in bocca e mandò giù un boccone. “Il baracchino del kebab è proprio buono!” farfugliò. “Ah, cavolo! Ho dimenticato di prendere uno per Claire!”

Samuel gli suggerì di andare prima che smontassero tutto. “A proposito. Dov'è?”

Nella Casa degli Specchi. Sta aggiustando la tua bussola.”

Ne ho tante altre.”

Proprio quello che voleva sapere. Sylar gettò la carta oleata per terra e finì la Pepsi in un lungo sorso. Lasciò la confezione fra i piedi di Samuel e si allontanò mugolando una canzoncina.

L'uomo calciò la sporcizia con rabbia. Aprì la porta del carrozzone e frugò nei cassetti in cerca di un'altra bussola. Quando la trovò, la spolverò con cura. Era l'unica rimasta.

Grazie.”

Sylar lo colpì alla nuca e Samuel stramazzò in terra. Le boccette di inchiostro si rovesciarono sul legno ma molte rimasero chiuse. Sylar le guardò a lungo prima di chinarsi a raddrizzarle. Solo per curiosità alzò la manica. La faccetta di Claire era tornata. L'uomo sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Eppure pensava che la chiacchierata fosse bastata. Che doveva fare? Mettersi in ginocchio e chiedere perdono?

Samuel, non trovo più...”

Lydia si fermò all'ingresso del carrozzone, lo scialle scivolò da una spalla, indietreggiò di un gradino e si guardò dietro. “L'hai ucciso?”

Sylar scosse la testa e le mostrò l'avambraccio. “Perchè continua ad apparire?”

Hai avuto modo di parlare con lei?”

Ci siamo insultati un pò. Era sparito ma è riapparso nell'ultima mezz'ora...”

Tu sai cosa significa.”

No, non lo so” dichiarò un po' seccato che dessero per scontato che non potesse avere dei limiti.

Lydia mantenne il volto impassibile ma si fece cauta e attenta a non contrariarlo. “I tatuaggi a volte sbagliano. Le ossessioni influiscono sul processo di visualizzazione.”

Sylar alzò appena le sopracciglia. Lui ossessionato da Claire? I fatti dimostravano il contrario.

Le hai fatto qualcosa e non riesci a perdonarti”. Lydia tacque quando lo vide passare dal divertimento all'incredulità fino ad sostare sulla delusione. Non gli piaceva la risposta ma era l'unica che aveva. “Claire è spaventata.”

Sai che novità! Ha paura della sua stessa ombra!” sbottò riallacciando la manica. “Riportala a casa.”

Non posso abbandonare il circo.”

E' ancora aperto il chiosco del kebab?”

Lydia scosse la testa, gli indicò un redivivo e lamentoso Samuel con un cenno del mento e Sylar si defilò con uno sbuffo.

***

Non era mica agli arresti domiciliari. E poi doveva trovare Gretchen. Claire chiuse il cartone della pizza ormai vuoto, pulì le mani sui jeans e si voltò in tutte le direzioni alla ricerca di un cestino della spazzatura. L'attendevano un laccio di liquirizia e uno alla fragola. Quale per avrebbe aggredito per primo?

Non ti avevo assegnato un compito?”

La liquirizia sarebbe andata bene per strangolarlo, decise ficcando l'estremità fragolosa in bocca. “Non sono la tua schiava.”

Non ancora. Ho parlato con Lydia, sembra che debba farmi perdonare da te.”

Ah ah! Auguri!” rise masticando il laccio alla fragola.

Sylar si rese conto di un grosso limite: riusciva a mantenere la pazienza solo per tre minuti. “Ascolta, bellezza. Non intendo passare la vita con la tua faccia stampata sul gomito! Accetta le mie scuse e falla finita!”

  
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