Xxx
13
Agata si rigira la matita tra le mani da mezz'ora. Ha gli occhi piccoli, da gatto, e dita sottili. Al vecchio che la osserva, appoggiato sull'uscio della stanza, sembra quasi autistica e per quanto ne sa, potrebbe benissimo esserlo. Oppure é solo un po' scema.
« Questa va bene. »
« Fantastico. »
« Vai fuori ora. »
Il tono secco arriva inaspettato.
Il vecchio alza un sopracciglio, perplesso. Ma non appena Agata si volta a guardarlo, con quei suoi occhietti scuri ed inquietanti, gira i tacchi.
La matita é assolutamente identica a tutte le altre e Agata lo sa benissimo. Almeno il vecchio é fuori dai piedi e lei si decide finalmente ad iniziare il disegno.
Disegna quello che vuoi, le é stato detto. Ammazza qualcuno, tanto per essere certi che il giochino funzioni ancora. Ed é allora che l'idea la colpisce; una buona idea, come non ne aveva da tempo.
Quando chiama il vecchio non aspetta di vedere la sua rezione. Tende il disegno come se volesse liberarsene e gira la faccia. Ha scarabocchiato un'auto, completamente nera, e un uomo sospeso a mezz'aria. Attorno all'uomo, vortica una serie di cifre in ordine sparso.
« Cosa diavolo sono questi numeri? »
« Sta contando. Fino a tredici. »
« E dopo che succede? »
Agata storce il naso.
« E' un disegno. Cosa vuoi che succeda? »
Altra carta straccia – questo pensa lui, glielo legge in faccia prima che esca.
Passano due, tre secondi. Dalla stanza accanto arriva una bestemmia.
Agata si lascia cadere sul letto a peso morto. Chiude gli occhi con un sogghigno, cullata dalle imprecazioni del vecchio. Di sicuro ha appena lanciato il disegno nel camino. Di nuovo.
« Questa va bene. »
« Fantastico. »
« Vai fuori ora. »
Il tono secco arriva inaspettato.
Il vecchio alza un sopracciglio, perplesso. Ma non appena Agata si volta a guardarlo, con quei suoi occhietti scuri ed inquietanti, gira i tacchi.
La matita é assolutamente identica a tutte le altre e Agata lo sa benissimo. Almeno il vecchio é fuori dai piedi e lei si decide finalmente ad iniziare il disegno.
Disegna quello che vuoi, le é stato detto. Ammazza qualcuno, tanto per essere certi che il giochino funzioni ancora. Ed é allora che l'idea la colpisce; una buona idea, come non ne aveva da tempo.
Quando chiama il vecchio non aspetta di vedere la sua rezione. Tende il disegno come se volesse liberarsene e gira la faccia. Ha scarabocchiato un'auto, completamente nera, e un uomo sospeso a mezz'aria. Attorno all'uomo, vortica una serie di cifre in ordine sparso.
« Cosa diavolo sono questi numeri? »
« Sta contando. Fino a tredici. »
« E dopo che succede? »
Agata storce il naso.
« E' un disegno. Cosa vuoi che succeda? »
Altra carta straccia – questo pensa lui, glielo legge in faccia prima che esca.
Passano due, tre secondi. Dalla stanza accanto arriva una bestemmia.
Agata si lascia cadere sul letto a peso morto. Chiude gli occhi con un sogghigno, cullata dalle imprecazioni del vecchio. Di sicuro ha appena lanciato il disegno nel camino. Di nuovo.
Nota
L'uomo ovviamente é Gabriel e il tredici si riferisce al titolo. Ho immaginato che Agata, dopo aver disegnato tante morti ed essere stata riportata in vita proprio da Gabriel, abbia voluto disegnare qualcosa di speranzoso – la fine dell'uomo dell'auto nera ad opera di Gabriel.