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Autore: _DreamerL490_    07/01/2012    0 recensioni
Questa è la seconda parte di "Follow your dreams", tratta della nuova vita di Jared, Renata e la piccola Lilian. Non posso darvi una trama precisa, ma immaginate Jared in veste di padre...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*Renata*

In ogni istante della nostra vita siamo ciò che saremo non meno di ciò che siamo stati.
                                                                                                                                          (Oscar Wilde)


“Vieni!” gridò Jared dal salotto. L’avevo lasciato un attimo da solo con Lilian e aveva già bisogno d’aiuto. Lei riusciva a fargli fare quello che voleva, lui cedeva sempre e poi arrivavo io che dovevo mettere tutto apposto . Ormai Lily aveva due anni, era bella come il sole, proprio come il padre. Per certi aspetti era molto simile a lui, era creativa, adorava la musica e cantava sempre; quando tornava dall’asilo, aveva sempre da raccontare qualche nuova avventura o una canzone da cantare.                                                                                          
“Eccomi, cos’è successo?” domandai con le mani sui fianchi. Mi trovai davanti agli occhi una scena esilarante, Lilian aveva in testa il Kostoweh, un copricapo pieno di piume come quello degli indiani d’America; poi vidi Jared, era seduto per terra, aveva le mani legate: oggi faceva il prigioniero di un'altra tribù. Padre e figlia avevano il viso colorato, forse in questa casa ero io l’unica persona normale.
“Ehm…non mi vuole slegare “ mugugnò Jared.                                                                                                                                                 
“Papà ha pelso, ora è mio prigionielo…e non vuole dalmi i celeali pel planzo” disse la piccola Lily. Mi tirava i pantaloni con la manina e faceva gli occhi da cucciolo per persuadermi a dargliela vinta.                                                                                                   
“ Oh ho capito, ma la tribù vincitrice deve slegare il prigioniero perché se il capo non sa dire la R non posso capire quello che dice…Dai ora dobbiamo andare da zio Shannon. Slega papà”  dissi divertita.  Lily fece il broncio, si avvicinò a Jared, lui le disse qualcosa che riuscì a farla sorridere e finalmente lo lasciò andare.  Aiutai Jared ad alzarsi da terra, lui mi cinse i fianchi e mi baciò delicatamente.        
 “Papi, mami adiamo da zio!!” esclamò Lily.  Era davanti a noi, si era messa la giacca al contrario e stringeva tra le  braccia il suo orsacchiotto preferito.                                                                                                                                                                    
“Mettiti bene la giacca” disse Jared prendendo il giubbotto di pelle, gli occhiali da sole e il Balckberry.                                  
 “Andiamo” dissi dall’ascensore. Arrivò subito Jay, era pronto e aveva in braccio Lily. Anche lei aveva gli occhiali da sole, era evidente che era una Leto. Arrivammo subito al piano terra; come al solito c’era il portiere e i nostri ricchi vicini.   Ci incamminammo verso la casa di Shannon, era vicino alla nostra e siccome a New York è difficile trovare un parcheggio prendemmo la bici. Iniziammo a pedalare, Jared e Lily erano davanti a me; lei cantava Kings and Queens e mi faceva segno di raggiungerli. Detestavo uscire con la bici in autunno, ma se si trattava di una gara, non mi tiravo indietro. Pedalai più velocemente finché non li superai: la sfida era iniziata.                                    
 “Papi veloce!” esclamò Lily.                                                                                                                                                                                    
“Mah siamo arrivati, oggi ha vinto la mamma” disse Jared. Parcheggiammo le bici e presi Lilian dal suo sedile, la misi in piedi e corse subito verso la porta. Suonò il campanello e in punta di piedi si sporse verso la finestra per vedere se arrivavano ad aprire.                    
 “Lilian Leto, quante volte ti ho detto di non fare così!” la rimproverò Jay con tono severo. Lui era un padre normale, non la viziava, a questo serviva lo zio; la sgridava quando ce n’era bisogno e cercava di insegnarle tutto ciò che sapeva, le faceva apprezzare ogni forma d’arte e se voleva qualcosa, gliela dava a patto che non sia un interesse passeggero. Forse era troppo fermo per una bambina di due anni, ma a lei andava bene così.                                                                        
 “Scusa papà” mugugnò la mia piccolina.                                                                                                                                                   
“Ciao!” esclamò Shan. Prese subito Lily in braccio, la fece girare su se stessa e l’abbracciò forte.                                                   
 “Hey Bro, non sgridare così la mia nipotina, certe volte sei troppo severo” continuò lo zio.                                                                                   
 “ Aah quando sarai padre mi capirai” sbottò Jared.                                                                                                                                 
 “Lasciate per dopo le vostre opinioni sull’educazione, ora vorrei entrare” dissi avvicinandomi a Shannon. Entrammo in casa, i tre Leto andarono in salotto, io mi diressi in cucina da Francesca.                                                                                           
 “Booo!” gridai alle sue spalle. Frà sobbalzò e iniziò a ridere.                                                                                                                         
“Non cambi mai te, superi Lily, Jared e Shannon messi insieme!” esclamò divertita.                                                                   
“Che fai?” domandai appoggiandomi sul filo del lavandino.                                                                                                                    
“Sto cercando di cucinare, oggi è il mio turno” disse sfogliando il libro di cucina vegetariana.                                                       
“Oooh! Ti posso aiutare?” chiesi sbirciando la ricetta.                                                                                                                       
 “Mah si, quando eri incinta era più facile cucinare, potevi mangiare la carne vegetariana o quella vera, ora che siamo tutti vegani è difficile!” mugugnò continuando a leggere.                                                                                                                            
“Fai del Tempeh e le verdure che piacciono tanto a Lily, così andiamo sul sicuro” dissi aprendo il frigo.                                 
“Va bene, ma che ne dici del Tofu?” domandò Frà.                                                                                                                                   
“No, non lo mangiano tutti se non è fatto con la ricetta di Constance” dissi.                                                                               
“Allora, mamma mettiti all’opera!” disse.
 
 
*Jared*
Finalmente a casa. La giornata con zio Shanimal è passata velocemente, ha portato Lily al parco, poi sul lago e ora è sfinita. Dorme indisturbata nel suo lettino; come ogni sera Renata le racconta una storia e poi io le canto la sua ninna nanna, poi lei cede al potere di Morfeo ed entra nel mondo dei sogni. Ritornai in salotto con il piccolo teddy tra le mani. Sentì Renata parlare la telefono, ma non capì niente, stava parlando in un'altra lingua con il suo produttore, forse era tedesco. Terminò la telefonata e notai un’espressione cupa nel suo volto.                                                                                                              
“Che ha detto?” domandai sedendomi al suo fianco. Le cinsi le spalle e lei appoggiò la testa nell’incavo del mio collo.
“Domani decideremo quando lanciare l’album e quando iniziamo il Tour mondiale, ma…” sussurrò. Nel suo tono c’era della malinconia, non voleva lasciare Lily. In questi ultimi due anni, è stata con lei da quando è nata, ha lavorato e ha svolto il suo ruolo da mamma, ma come succede nel nostro lavoro, arriva il momento in cui bisogna viaggiare e non sai quanto potrai stare via.                                          
 “ Lo so, anch’io inizio il tour tra pochi mesi, non so come faremo” dissi.                                                                                                   
“Anche lei partirà, ma con chi?” domandò con un filo di voce.                                                                                                         
“Ora non preoccuparti” dissi. Presi il suo viso tra le mani, le spostai i capelli e la baciai. Iniziai ad andare oltre, buttai teddy dietro al divano e la condussi in camera senza staccarla da me. Lei si lasciava domare da me ed io comincia a baciarla con più avidità. La stesi sul letto, le mie mani tenevano le sue, le nostre dita si intrecciavano. Lei sciolse la presa e mi stilò la maglietta. Io feci lo stesso con lei e i nostri corpi si fusero. Iniziai a spingere, lei gemeva ed io la domavo con i miei baci. Il suo profumo mi avvolgeva, il suo calore mi sfiorava, in quel momento non desideravo altro che lei. 
 

  
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