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Autore: Alice_xD    10/01/2012    4 recensioni
Spalancai subito gli occhi, sgranando le iridi marroni per quanto fossi scocciata. No, il capello non aveva appena detto..Serpeverde! Insomma..io ero la Regina dei Grifoni, nel mio corpo scorreva sangue Grifondoro. Mi voltai a guardare la McGranitt, sperando che mi dicesse che tutto era uno scherzo, ma anche lei era sconvolta come me, se non di più. Sentì il cappello scivolarmi via dalla testa e lentamente mi alzai. Rimasi immobile per parecchi secondi, guardandomi intorno.
Tutto era immobile e quando i miei occhi incontrarono quelli dei due migliori
amici ci trovarono una sfumatura di sorpresa e sì..anche un po’ di disgusto.
Feci un passo, poi un altro, un altro ancora sotto il silenzio della Sala. Mi stavo dirigendo verso il tavolo dei Serpeverde, vidi lo stemma sulla divisa diventare verde e argento con un serpente nel mezzo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 9

La prima settimana di lezioni passò molto velocemente per i nostri Serpeverdi.
Hermione soffriva sempre meno la perdita dei suoi ex migliori amici, anche se qualche volta non poteva fare a meno di pensare a loro e ai vecchi tempi.
Con lei c'erano Blaise, Daphne, Theo e si anche Draco che l'aiutavano.
Con quest'ultimo aveva scoperto di avere alcuni interessi in comune ma, nonostante Draco e Hermione stavano diventando buoni amici, i loro battibecchi erano ancora famosi in tutta la scuola.
"Furetto non mi rompere che sto studiando", la voce minacciosa di Hermione raggiunse ogni persona all'interno della Sala Comune.
"Oh andiamo avrai già studiato quella lezione la settimana scorsa e mo vuoi ancora studiarlo?", le chiese mentre si afflosciava sul divano.
Hermione alzò gli occhi al cielo. “Dai Draco, lo sai com’è la nostra Herm”, disse Daphne scompigliandogli i capelli.
“Ehi!”, protestò cercando di spostare il ciuffo dalla parte giusta.
“Malfoy sarai sempre un furetto platino anche con una diversa acconciatura”, sfotté Hermione facendo ridere gran parte degli studenti.
Draco incenerì con lo sguardo tutti i presenti e poi, voltandosi verso Hermione fece un sorriso diabolico.
“Ti conviene scappare perché appena ti prendo ti butto nel Lago Nero”, disse.
Hermione lo guardò. “Non oseresti”, lo sfidò.
Il sorriso sul volto di Draco si allargò. “Scommettiamo?”, chiese iniziando a contare.
La ragazza fece un salto sulla poltrona e scomparve dietro il ritratto. “ARRIVO!”, urlò Draco inseguendola, sentendo che tutta la Sala Comune rideva.
Le aveva voluto dare qualche secondo di vantaggio prima di prenderla.
Hermione rideva come una pazza mentre correva per il castello. Sentiva i passi di Draco dietro di lei che la stavano per raggiungere, ma con un ultimo sforzo corse verso la sua unica salvezza.

Blaise tirò un sospiro di sollievo quando la campanella suonò. Prese i libri e, dopo aver ringraziato una studentessa del suo stesso anno, si allontanò dalla biblioteca.
Aveva appena esaurito la sua ora settimanale di ripetizioni e non vedeva l’ora del giorno seguente per riposarsi.
Camminava lentamente quando sentì delle risate davanti a lui e la vide.
Lei che correva mentre rideva. Non servì mettersi in punta di piedi per vedere chi la facesse ridere così perché una chioma bionda era subito dietro quella marrone.
“BLAISE!”, gridò lei facendo segno con le mani. Il ragazzo sorrise mentre Hermione corse fra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto.
“Brutta piccola peste”, disse Draco mentre prendeva respiri profondi.
Lei gli fece la linguaccia e poi alzò la testa per incontrare due occhi blu zaffiri.
“Meno male che ti ho incontrato, Blaise. Il furetto platino qui di fronte voleva buttarmi nel Lago Nero”, disse fingendo di mettere il muso.
Draco alzò gli occhi al cielo. “Non ti preoccupare pulce, quando ti beccherò da sola allora il Lago Nero ti darà il ben venuto”, disse Draco assottigliando gli occhi color ghiaccio.
Nella mente di Blaise si accese una lampadina e guardò ghignando Draco. Lui capì al volo e fece uno dei suoi ghigni Made-Malfoy.
Hermione, ignara di tutto, si allontanò leggermente dal petto di Blaise e lo prese sottobraccio.
“Andiamo ragazzi, ho trascurato anche fin troppo il mio studio”, disse iniziando a camminare con alla destra Blaise e alla sinistra Draco.
Si guardarono, annuirono e fu un attimo: Blaise prese Hermione posizionandola sulla spalla. “BLAISE”, un urlo rabbioso e spaventato uscì dalle labbra di Hermione Granger,
La persona in questione rise iniziando ad avviarsi verso il lago nero.
“Dra vai a chiamare gli altri, ma fai in fretta”, disse.
“Blaise perché mi fai questo?”, si lamentò Hermione tirando calci e pugni sul petto e sulla schiena del moro.
“Dai Hermione!”, disse ridendo mentre la posizionava meglio sulla spalla. Ogni persona che li guardavano sorridevano oppure li guardavano male. Vide Calì e Padma guardarli per poi borbottare sottovoce.
Hermione sbuffò.
“Che hai?”, chiese Blaise preoccupato che la ragazza di sentisse male.
Lei gli lanciò un’occhiataccia. “Padma e Calì ci hanno appena viste e come minimo fra cinque minuti tutta la scuola saprà che tu mi hai portato in spalla e si inventeranno migliaia di motivi per cercare di capire il motivo”, rispose.
Blaise rise. “Oh andiamo, Herm. Ti pare che io sia il tipo di stare a sentire quei pettegolezzi?”, domandò fingendosi offeso.
Se le occhiatacce potessero uccidere, in quel momento Blaise sarebbe morto
stecchito per mano della ragazza.
Il ragazzo camminava tranquillamente quasi si fosse dimenticato di avere su una
spalla Hermione.
La ragazza dal canto suo, ormai si era arresa ma nella sua mente il piano di vendetta
si stava già costruendo.
“Finalmente Blaise! E si che mi hai detto di fare in fretta”, urlò Draco facendo segno a Blaise che li raggiunse.
“Bene Herm, spero che tu sia pronta psicologicamente a fare un bel bagnetto”, disse Blaise ridendo.
“Ah-ah-ah. Ridi adesso Zabini che non appena sarà il momento avrai la mia vendetta”, lo minacciò Hermone.
Theo rise e la ragazza incontro i suoi grandi occhi verdi e una piccola lampadina di speranza si accese. “Theo..vero che tu hai pietà di me?”, chiese.
Il ragazzo la guardò con un’espressione dispiaciuta il volta e alzò leggermente le grosse spalle. “Mi dispiace, Herm. Meglio non mettersi contro loro due”, rispose.
Allora la ragazza spostò lo sguardo su due occhi azzurri. “Daphne?”, chiese.
“Noi siamo ragazze dobbiamo aiutarci in momenti di difficoltà”, aggiunse.
Ma Daphne anziché aiutarla tirò fuori una macchina fotografia  fece uno dei suoi sorrisi simile a quelli di Draco.
“Non oseresti”, urlò con la voce che sembrava un po’ isterica.
“Questa foto andrà nel giornalino, Herm quindi cerca di sorridere”, disse.
“Allora, Herm. Pronta a chiedere pietà?”, domandò Draco.
Lei lo incenerì con lo sguardo e utilizzò la sua ultima carta.
“Blaise ti prego non farlo, tu sei buono e se mi vuoi bene non lo farai”, disse.
Blaise era veramente combattuto: non sapeva se cedere oppure buttarlo nel Lago.
Alla fine vinse la parte più nobile di lui  la depose per terra davanti a lui sotto le proteste dei loro compagni. “Andiamo Blaise non puoi fare questo”, disse Draco.
Lei gli fece un sorriso bellissimo e l’abbraccio. “Grazie”, gli sussurrò ad uno orecchio.
“Mi devi un favore, piccola”, disse sorridendo e il sorriso si allargò quando vide che le gote si Hermione si stavano imporporando sempre più.
“Bene, a questo punto dobbiamo punirvi entrambi”, disse Daphne.
Theo e Draco annuirono. “Tieni pronta la fotocamera, Daph”, sussurrò Draco
all’orecchio della ragazza.
I due ragazzi si guardarono e spinsero Blaise e Hermione nel lago.

“Dai Hermione, non mettere giù il muso. Stavamo solo scherzando”, disse Daphne vedendo che la compagna di stanza non le rivolgeva la parola.
Hermione starnutì e si soffiò il naso. “Infatti e adesso io e Blaise abbiamo il raffreddore”.
Daphne si strinse nelle spalle. “Non è mica colpa nostra se dopo che vi abbiamo buttato nel Lago anziché andarvi ad asciugare ci avete ricorso per tutto il castello”, si difese.
“E comunque eravate veramente divertenti. Non appena andiamo ad Hogsmeade la faccio sviluppare”, aggiunse.
Vide che la ragazza ancora non ne voleva sapere di perdonarla e così sbuffò.
“Ti stai comportando come una bambina lo sai?”, la riprese.
Hermione sospirò e sorrise. “Va bene scusami”, disse.
Daphne ricambiò il sorriso e l’abbracciò. “Aspettiamo con ansia la vostra vendetta”,
la schernì.
Hermione la fulminò con lo sguardo, ma Daphne fece finta di niente mentre si sistemava la divisa.
Una testa mora sulla porta anticipò l’arrivo di Blaise nella stanza delle ragazza.
“Blaise! Non si bussa? Potevamo essere nude”, lo riprese Hermione.
“Non mi scandalizzo mica”, ribatté sedendosi sul letto della mora.
“Stiamo aspettando Draco per salire”, aggiunse.
Daphne alzò gli occhi al cielo. “Quello ci mette più di mezzora a prepararsi, è peggio di noi ragazze”, commentò.
Blaise si disse d’accordo con la bionda e poi si concentrò su Hermione.
“Cosa stai leggendo?”, chiese avvicinandosi.
Lei gli sorrise e rispose: “I miserabili”.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. “Mai sentito”, commentò.
Hermione rise. “E’ un libro babbano, il mio preferito dopo Romeo e Giulietta”, gli spiegò.
“Umm..qualche volta mi devi raccontare da dove è nata tutta questa passione per i classici”, disse.
Hermione stava per rispondere quando entrò Theo.
La prima cosa che vide Hermione furono i capelli castano chiaro, gli occhi verdi, zigomi alti e dolci, corporatura muscolosa con gambe lunghe e toniche per il Quidditch.
“Draco è pronto”, disse solamente prima di svanire.
“Ha paura di te”, spiegò Daphne ridendo mentre si alzava dal letto.
Hermione aggrottò le sopracciglia. “Perché?”, chiese confusa.
“Ha paura di una tua vendetta”, rispose scuotendo la testa ridacchiando.
Hermione guardò Blaise e risero. “Ma io non mi voglio vendicare su Theo, lui è innocente”, disse. Blaise alzò le spalle e le porse la mano per aiutarla ad alzare.
Hermione sorrise e gli prese la mano, incrociando le dita.
Sembra che sia fatte apposta per me, pensò quando le dita si incrociarono perfettamente.
“Ti ricordi alla stazione quando mi hai salvata da tutte quelle bacchette?”, chiese lei mentre si dirigevano verso la Sala Grande.
Lui annuì. Come faccio a dimenticarlo?, pensò.
“Mi è venuto in mente perché anche lì mi hai preso la mano e beh..non ti ho mai ringraziato”, disse fermandosi davanti alla porta.
“Ma non c’è..”, iniziò, ma fu interrotto da Hermione che si era alzata in punta di piedi, sfiorandogli la guancia con le sue labbra.
Il moro aveva smesso di respirare mentre il cuore accelerava il suo battito ogni secondo.
“Grazie”, sussurrò guardandolo intensamente negli occhi.
Le gote di Blaise si tinsero di un leggero color rosa, ma questo Hermione non lo avrebbe mai saputo perché era già entrata nella Sala Grande.

“Voglio avere la vostra attenzione un momento”, la Mcgrannit richiamò tutti all’ordine alzandosi dalla poltrona oro.
Attese che la Sala fosse completamente in silenzio per continuare a parlare.
“Voglio ricordarvi che da lunedì inizieranno gli allenamenti di Quidditch, quindi chiedo ai capitani delle Case di prenotare il campo informando i Capo Case. Inoltre le uscite per Hogsmeade inizieranno il primo sabato di ottobre. Per i ragazzi del Primo e Secondo anno sono proibite, gli studenti del Terzo, Quarto e Quinto anno dovranno avere il permesso firmato dei genitori che lo consegneranno a Gazza alla prima uscita, mentre gli studenti del Sesto e Settimo anno potranno andare liberamente. Tornate pure a mangiare, grazie”, il discorso finì con delle voce eccitate di ragazze, che non vedevano l’ora dell’uscita a Hogsmeade mentre voci eccitate per i ragazzi per gli allenamenti.
In quel momento Draco tornò con un sorriso a trentadue denti. “Fatto ho prenotato per Lunedì, Mercoledì e Venerdì”, disse.
Blaise annuì sorridendo. “Questa volta porteremo noi a casa la Coppa”, disse sicuro.
“Herm vero che verrai a vederci agli allenamenti?”, chiese alla ragazza che per tutta la sera non aveva ancora aperto bocca.
Ripensava al bacio sulla guancia che aveva dato al moretto prima di entrare nella Sala Grande: ripensava a come il cuore le era scoppiato quando si era avvicinata, del respiro trattenuto e di quando se ne era andata velocemente per non far vedere a Blaise il rossore sulle guancie.
Una mano abbronzata le passò davanti alla faccia e la ragazza fece un salto sulla panca.
“Mi hai spaventato”, disse cercando di calmare i battiti del cuore.
Lui aggrottò le sopracciglia. “Scusa era quattro volte che ti chiamavo e non rispondevi”, disse guardandola negli occhi.
Lei distolse subito lo sguardo, cercando di nascondere le guancie rosse.
Daphne la scrutò attentamente, come gli altri due maschi.
“Cosa stavi dicendo?”, chiese.
“Ah sì, ti stavo chiedendo se volevi venire a vederci agli allenamenti”, rispose.
“Devo vedere se non ho tanto da studiare”, disse e a quelle parole Draco alzò gli occhi al cielo. “Herm tu hai sempre da studiare”, contraddisse.
Hermione stava per ribattere, ma Blaise fu più veloce. “Dai, Herm fallo per me”, disse.
La ragazza sbuffò. “E va bene, se la mettiamo su questo punto”, disse.
Blaise l’abbracciò di slancio appoggiando il mento sulla sua testa. “Grazie”, le sussurrò.

“Ok, Herm sputa il rospo”, disse Daphne guardandola negli occhi.
Erano nella loro stanza già da mezzora: la bionda si stava pettinando i suoi lunghi capelli lisci e guardava Hermione dallo specchio, mentre la bruna era intenta a leggere un libro.
Alzò gli occhi per incontrare quelli azzurri di Daphne. “Non so di cosa stai parlando”, disse sinceramente.
“Andiamo. Allora tu e Blaise arrivate il ritardo, come al solito del resto, però tu sei rossa come i capelli dei Weasly mentre lui aveva un sorriso da ebete stampato sulle labbra. Poi tu con presti attenzione neanche un secondo a tutta la cena perché sei immersa nei tuoi pensieri e posso scommetterci che stavi pensando a Blaise e ho tutta la ragione del mondo a pensarlo perché non appena hai incrociato gli occhi di Blaise sei arrossita, quindi ora sputa il rospo o ti torturo”, disse riducendo gli occhi a due fessure.
Hermione la guardò sbigottita, cercando di sviare il discorso.
Ma cosa vuoi sviare? Insomma è solo un bacio..UN BACIO SULLA GUANCIA! Ed è anche comune fra gli amici, quindi perché ti vergogni?.
Mentre nella mente di Hermione si svolgeva un dialogo per dire o meno la verità, Daphne era sempre più convita di quello che diceva, bastava solamente guardare le guancie della ragazza che diventavano sempre più rosse.
Finalmente Hermione prese una decisione. “Oh mi sta chiamando Blaise, devo andare”, disse correndo fuori dalla porta per arrivare nella Sala Comune.
Vide Draco seduto su una poltrona, intento a fissare il fuoco.
Si avvicinò di soppiatto per spaventarlo.
“Ti avevo già visto, Herm”, disse con un sorriso.
Hermione alzò gli occhi al cielo. “Cosa fai qui tutto solo?”, chiese.
Lui alzò leggermente le spalle. “Pensavo”, rispose.
“Ah allora anche i furetti pensano? Non lo sapevo”, disse cercando di farlo ridere, riuscendoci.
“Sai dov’è Blaise?”, chiese. Lui indicò la porta del dormitorio e lei annuì.
Stava già per andarsene quando ritornò indietro, sfiorando la guancia di Draco.
Lui sorrise continuando a guardare il fuoco.

“Blaise?”.
Hermione entrò piano nella sua stanza. Bussava già da un po’, ma dato che il moro non le rispondeva aveva deciso di entrare.
Vide che la camera di Blaise era identica alla sua tranne per gli oggetti sui mobili e sulla scrivania. Si avvicinò alla scrivania di Blaise e sorrise nel vedere un fato di lui, Draco e Theo che sorridevano davanti all’obbiettivo.
Curiosò nella libreria e vide molti libri che lei aveva già precedentemente letto, tirò fuori un libro completamente nero senza titolo, ma non fece in tempo ad aprirlo che la porta del bagno si aprì, facendo uscire un bellissimo Serpeverde con solo un asciugamano a coprirgli il basso ventre.
Entrambi sobbalzarono dalla paura quando videro l’altro.
Hermione lasciò cadere il libro e si girò imbarazzatissima. “Oh dio Blaise, mi dispiace. Draco aveva detto che eri qui ma dato che non mi rispondevi sono entrata per vedere se ti era successo qualcosa, ma poi non ti ho visto e così ho deciso di aspettarti qui”, disse veloce.
Blaise rise per sdrammatizzare la situazione. “Non c’è problema, Herm. Prendo il pigiama e sono da te”, disse chiudendosi di nuovo nel bagno.
Hermione cadde sul letto portandosi una mano sul cuore per sentire i suoi battiti furiosi.

Quando Blaise uscì dal bagno non si aspettava di certo trovare in camera sua Hermione con addosso dei pantaloni della tuta e una canottiera che di certo non copriva le sue forme più nascoste.
Mise una mano sul cuore sentendo il suo cuore battere più forte che mai.
Si tolse l’asciugamano, indosso i boxer e il pantalone e uscì.
Vide la ragazza sdraiata sul suo letto intenta ad osservare il soffitto.
I capelli erano in disordine, le guancie arrossate e indossava dei pantaloni un po’ bucherellati, ma non era mai stata più bella.
Quando si accorse che Blaise era intenta a fissarla si sedette e fece un’espressione dispiaciuta. “Veramente Blaise mi dispiace”, disse.
Lui le sorrise e disse: “Non ti preoccupare. Eri venuta per qualcosa?”, chiese.
Hermione scosse la testa. “Daphne e io stavamo parlando di..”. Di quanto tu mi stai piacendo. “..qualcosa di imbarazzante e sei stato la prima scusa che mi sei venuto in mente. Così sono venuta qui così sembrava veramente una cosa casuale e non voluta”, rispose.
“Beh quando hai bisogno di modo per evadere da quella impicciona ci sono io”, disse ridendo.
Si sdraiò sul letto vicino a lei e iniziarono a parlare fino a notte fonda.
“Mmm..forse è meglio che vada”, sussurrò Hermione con la voce impasta dal sonno.
Blaise sentì il suo cuore perdere un battito. “Sei troppo stanca, non voglio averti sulla coscienza se ti dovessi fare male”, disse.
Hermione annuì e appoggiò la testa sul petto di Blaise, mentre lui passava un braccio sul suo fianco per tenerla vicino a sé e respirare il suo profumo di vaniglia.
“Te l’ho mai detto che sei più comodo di un cuscino?”, ironizzò Hermione sorridendo appena.
“Ah, quindi mi stai usando non solo come scusa, ma anche come cuscino? Devo farmi pagare di più”, si finse offeso.
Hermione accennò ad un risata. “Buonanotte Blaise”, sussurrò prima di cedere al sonno.
“Buonanotte..Hermione”, sussurrò lui chiudendo gli occhi.

Daphne raggiunse la Sala Comune di corsa e si avvicinò a Draco e Theo che sorseggiavano Whisky Incendiario. “Ragazzi avete visto Hermione? Non è tornata in stanza”, disse preoccupata.
Draco e Theo ghignarono. “Nella stanza di Blaise”, dissero in coro.
Le labbra di Daphne sfoggiarono un ghigno molto simile a quello dei due.
  
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