non
dico altro ma ormai siamo alla frutta
^_^
-frutta?
Si mangia!!!- (Rufy)
-Rufy
vattene, mi stai rovinando lo
spazio- (io)
-ma
io ho fame! Voglio mangiare!!
SANJIIII!!!-
-che
diavolo url babbeo- (Sanji lo
trascina per un orecchio)
-AHI!!
Ho fame voglio mangiare- (Rufy)
-se
hai fame non andartene da tavola
mentre sto portando i piatti- (Sanji)
-ma
aveva detto che c’era da mangiare-
(Rufy)
-era
un modo di dire -.- - (io)
-se
non ti piace la mia cucina BASTA
DIRLO!!!- (Sanji)
-oh
no ma non ho mai detto questo- (Rufy)
-tornando
a noi, stavo dicendo che ormai
siamo quasi alla fr… al termine della nostra storia- (io)
-eppure
sei corso qui per mangiare-
(Sanji)
-ma
la tua cucina è la migliore- (Rufy)
-eheheh
quindi stai dicendo che sono il
cuoco migliore del mondo?!- (Sanji)
-EHI
VOI RAZZA DI STUPIDI VOLETE VENIRE O
NO?! SANJI MUOVITI HO FAME- (Nami)
-i
nostri amici hanno scoperto il segreto
che lega Nami a Rubbis, chissà se riusciranno a dividere i
loro destini e a
riprendersi la loro navigatrice-(io)
-certo
che ci riuscirò, sono il re dei
pirati- (Rufy)
-se
non la smetti ti faccio fare una brutta
fine- (io)
Scusate le interruzioni e
buona lettura
^^
-restate
a dormire, anche perché non
intendo lasciare andare Nami, quindi se volete starle accanto dovrete
restare!-
disse Rubbis afferrando Nami per un braccio allontanandola dal gruppo.
-Rubbis
lasciami!- disse Nami.
-non
toccarla- dissero in coro Zoro e
Rufy che subito dopo si guardarono.
-non
posso lasciarla, Nami ho bisogno di
te, non posso lasciarti andare, cerca di capirmi- disse Rubbis con aria
malinconica.
-va
bene!- disse Nami capendo la
situazione del ragazzo
-come
va bene?! Cosa significa Nami- dise
Rufy perplesso.
-beh
dobbiamo anche capirlo, ha paura che
io scappi, è naturale che mi voglia con lui- disse cercando
di spiegare il suo
comportamento.
-andiamo
in camera Nami!- disse Rubbis
con un sorriso soddisfatto prendendo i braccio della ragazza che senza
ribellarsi lo seguì
-IN
CAMERA?- urlarono rabbiosi Zoro, Rufy
e Sanji
-da
qualche parte dovrà dormire- ammise
Rubbis cercando di sembrare innocente.
-MA
NON IN CAMERA TUA- insistettero i
tre.
-oh
andiamo ragazzi io ho la mia camera-
disse la navigatrice infastidita.
-signori
prego se volete seguirmi- disse
Yuki avviandosi verso una struttura non molto lontana dalla mia camera.
I
ragazzi la seguirono senza replicare mentre Nami si dirigeva con Rbbis
nella
sua camera.
-stai
tranquilla Nami, non sono così
cattivo da farti del male, tutto ciò che ho fatto fino ad
ora è stato solo per
il nostro bene-
-troveremo
una soluzione e ci
riprenderemo le nostre vite- desse Nami con un sorriso di
incoraggiamento.
-l’offerta
di restare al mio fianco è
ancora valida-
-temo
che dorò rifiutare, il mio posto è
con loro- disse sorridendo felice nel pensare che erano tutti salvi e
vicini a
lei.
-buonanotte
Nami- disse Rubbis chiudendo
la porta dietro di se
-buonanotte
Rubbis-
Nami
si mise a letto rannicchiandosi tra
le coperte, sapeva che non avrebbe avuto incubi o almeno lo sperava, ma
almeno
adesso sapeva chi andare a cercare nel caso in cui sarebbe capitato.
Mentre
cominciava a farsi sentire il sonno percepì un lieve rumore
fuori dalla sua
porta e guardando curiosa si accorse di un’ombra sulla sua
porta.
-chi
c’è?- chiese impaurita.
-shh
Nami sono io- disse il ragazzo
-Rufy?
Che ci fai li?!- bisbigliò per non
svegliare nessuno avvicinandosi alla porta per aprirla.
-sono
venuto a vedere come stavi- disse
con sguardo innocente
-vieni
entra-
-come
ti senti? Il braccio ti fa ancora
male?- chiese preoccupato
-no,
il dolore è lieve, credo faccia più
male a Rubbis- disse guardandosi la fasciatura
Il
capitano con uno scatto prese tra le
braccia la ragazza stringendola contro il suo petto
-Rufy
che fai?!- chiese Nami
-ti
abbraccio! Mi sei mancata-
-anche
tu capitano- disse ricambiando l’abbraccio,
un flash le percorse i pensieri, si ricordò di quella volta
nel bosco, quando
stringendola l’aveva fatta
sentire al
sicuro, anche in quel momento si sentiva così. Si
ricordò anche del bacio che
poco prima le aveva dato per farla zittire, “ormai sta
diventando un hobby”,
pensò
-non
abbandonarmi mai, sei la mia
navigatrice, non dimenticartelo!-
-lo
so Rufy, non lo dimenticherò- disse
stringendosi di più a lui
-quando
torneremo sulla Sunny guarderemo
ancora le stelle insieme?-
-se
prometti di guardarle davvero si-
disse sorridendo ricordando quella volta che si beccò uno
schiaffo in pieno
viso per ciò che aveva detto
-mhm
… non lo so, lo deciderò sul momento
se guardare te o le stelle- disse sorridendo. La ragazza arrossii
-ma
cosa dici Rufy- disse timida
-la
verità- ammise con sguardo innocente
-e va
bene adesso va a dormire altrimenti
domani sarai stanco- si staccò dall’abbraccio.
-dopo
che tutto sarà finito potrò
abbracciarti tutte le volte che lo vorrò- disse felice.
-certo,
ma adesso andiamo a dormire-
disse senza dare molto peso alle parole del capitano
i due
si divisero e lei tornò nel suo
letto cercando di riprendere sonno, questa volta con un sorriso sulle
labbra.
Le ore passarono e Nami ormai era caduta nel sonno profondo quando ad
un tratto
si sentii toccare i capelli e poi il viso e ancora il braccio fino a
percepire
che con lei c’era qualcuno. Aprii gli occhi per istinto e
fissò la figura che
giaceva accanto a lei.
-non
volevo svegliarti, perdonami-
-Zoro!-
disse la ragazza felice per la
sorpresa.
-non
stavi facendo brutti sogni vero? Dormivi
così beata- disse sorridendo
-sei
venuto a controllare che non avessi
gli incubi?-
-in
un certo senso si, ma il motivo
principale era che mi mancava troppo il tuo viso sereno che hai mentre
dormi-
disse accarezzandola dolcemente
La
ragazza si accoccolò allo spadaccino
poggiando la testa sul suo petto.
-da
ciò deduco di esserti mancato anche
io- disse sorridendo soddisfatto
-nah,
è che sei caldo e io ho freddo-
voleva prendersi la rivincita per quella volta nel bosco quando aveva
osato
dirle di averla baciata per azzittirla.
-ah
è così eh- disse cominciando a
stropicciarle i capelli e a farle il solletico, lei iniziò a
scuotersi fino a
trovarsi a pochi centimetri dal viso del ragazzo.
(Nami)
Non
sapevo descrivere la gioia di quel
momento, non avevo preoccupazioni, il mio spadaccino era li accanto a
me,
giunto per portarmi in salvo ancora una volta con tutti i miei
compagni. Mi
trovai senza volerlo il suo viso a pochi centimetri, sentivo il suo
respiro
sulla mia faccia, aveva smesso di farmi il solletico, mi guardava, non
faceva
altro, riuscivo a sentire il mio cuore battere fortissimo e temevo lo
sentisse
anche lui, il mio respiro era affannato un po’ per i
movimenti di prima e un po’
per l’agitazione
-dillo-
disse guardandomi negli occhi
-ti
voglio- dissi arrossendo per quelle
parole che uscirono a mia insaputa dalle mie labbra inviate dal mio
cuore.
Rise
soddisfatto e buttandomi la testa
sul letto salì sopra di me baciandomi. Si staccò
quasi subito per tornare a
fissarmi cercando forse conferma per ciò che stavamo per
fare.
-ti
amo- gli dissi passando la mano tra i
suoi capelli per spingerlo verso di me e baciarlo, lo sentii muoversi
più
sicuro, baciarmi con passione. Le sue mani iniziarono a spogliarmi
tirandomi
via la maglietta dalle braccia e sfilandomi i pantaloni del pigiama. Io
accarezzandogli il torace gli tolsi la maglietta per scendere verso i
pantaloni, prima che riuscissi a sfilarglieli si accasciò
sul mio corpo
iniziando a baciarmi il collo per poi scendere fino al seno con il
quale giocò
con la lingua, a quel tocco non riuscii a trattenere i gemiti di
piacere che
cercavo in tutti i modi di soffocare, presa dall’attimo non
mi accorsi della
mano che scendeva lungo i miei fianchi fino a quando non percepii le
sue dita
toccarmi fino a entrare dentro, il piacere mi pervase, ne volevo di
più, volevo
di più, volevo lui. Riuscendo a tornare un po’ in
me gli sfilai i pantaloni e
afferrai il suo membro, lui mi guardò, il suo sguardo era
eccitato, eccitante,
divino, il suo corpo era perfetto sotto di me, mi diede un bacio sulla
fronte e
poco dopo lo sentii entrare dentro, un fuoco di piacere mi pervase il
corpo ad
ogni nuovo movimento, i nostri corpi si muovevano insieme, sembrando
uno solo,
il sudore sembrava acqua fresca sul fuoco, stavo bruciando e lui con
me, ad
ogni suo movimento corrispondeva un mio gemito, per evitare di
svegliare gli
altri mi tappò la bocca con la mano, cosa che
riuscì a farmi eccitare ancora di
più. Lo sentivo aumentare il ritmo fino a quando un calore
ancora più forte e
diverso mi pervase il basso ventre, capii che entrambi avevamo
raggiunto l’apice.
Si rilassò sopra di me asciandosi andare con tutto il peso e
poggiando la testa
sul mio seno.
-ti
amo- mi disse non appena riprese
fiato.