Ciao a tutti!
Mi scuso per l’immenso ritardo, mi
dispiace. Tanto tanto tanto
tanto…
Perdonata? :D
Sì, sono una ruffiana u.u lo so, ne sono consapevole.
Però ho il capitolo! Quindi ho il
DIRITTO di chiedere perdono!!
Ok, basta u.u
Ecco il capitolo :D
Baci!
Dram
Discorso di Peter
La scrivania
era rimasta nello stesso posto del giorno prima.
Unica
differenza, la piccola macchiolina d’inchiostro che aveva lasciato l’indice di
James, che aveva fatto a guerra di penne con Sirius.
No, non era
normale lanciarsi addosso dei barattoli d’inchiostro nero pece.
Remus aveva
passato ore a sgridarli, mentre i due
si facevano più piccoli ogni minuto di urla che passava. Remus era l’unico che
riusciva a farli sentire leggermente in colpa.
QUEGLI
SCIAGURATI GLI AVEVANO MACCHIATO D’INCHIOSTRO IL SUO COMPITO DI
TRASFIGURAZIONE, E QUEL CHE E’ PEGGIO,
Comunque.
James era
dietro alla scrivania, con espressione tirata, come quelli che lavorano
ventitrè ore al giorno. Lui quella mattina aveva dormito fino all’una del
pomeriggio, e non aveva fatto nulla tranne spostare la sedia dal muro a dietro
la scrivania.
Un enorme
sforzo.
Le quattro
sedie a lato erano ordinatamente disposte, solo l’ordine delle persone era
cambiato. Sirius e Frank erano quelli più vicini alla scrivania, Frank composto
e Sirius, al contrario, stravaccato per metà sulla stessa scrivania. Il braccio
sinistro era mollemente appoggiato sul tavolo, e giocherellava col blocchetto
appunti in cui James fingeva di
scrivere appunti, ma in cui in realtà ci faceva disegnini stupidi. Fu quando
l’occhiata fulminante di Potter raggiunse Sirius, che quello con un sorriso
ritirò la mano.
C’era una sola cosa, a cui James Potter teneva
tanto da non farla sfiorare neanche dai Malandrini.
Mai. Toccare
il blocchetto di disegnini stupidi di James Potter.
E neanche le
calze con le renne.
E neanche
E neanche il
cappello con le corna che gli aveva regalato Peter quel natale. Quelle corna
cantavano l’inno di Hogwarts, per la parrucca rosa di Merlino!
Ok. Forse –
forse. - non era proprio una sola cosa.
Remus si era
seduto vicino a Frank, sbuffando quando gli occhi maliziosi di James lo
guardavano.
La sera prima
aveva dovuto barattare il compito di Incantesimi con tre barrette di cioccolato
di Ramoso. Ormai era la “SoluzioneAlPiccoloProblemaPeloso”.
Il ragazzo
aveva cercato la scatola di cioccolatini in TUTTA la camera, senza trovarla.
Ma prima o
poi l’avrebbe scovata, e allora…
Peter era in
piedi, la figura grassoccia davanti al tavolino con i due bicchieri da
champagne e un piatto colmo di dolcett…
- Peter, che
fine hanno fatto i pasticcini?! –
Codaliscia
alzò la testa, rivelando una bocca sporca di briciole e uno sbaffo di
cioccolato.
Fu quella traccia di cioccolato – morbido
cioccolato in un rivestimento di croccante…-
che generò lo sconcerto dei Malandrini più Frank.
- LI HAI
MANGIATI TUTTI? – urlò Sirius, alzandosi di scatto, così che la sedia si
rovesciò. Il fragore non distrasse James, che sorrideva, intento a sognare ad
occhi aperti.
Peter, si
pulì con la mano – Erano allettanti, sapete…-
- CERTO CHE
LO SAPEVAMO, MINUS! – gridò Frank, guardando malissimo il vassoio vuoto.
- A-Anche
quelli al cioccolato? – chiese Remus con
un filo di voce.
Peter annuì
lentamente.
- …Avrei
voluto assaggiarne uno al cioccolato…- la tristezza infinita nella voce di
Lunastorta fu una pugnalata al cuore per gli altri ragazzi.
-
Quelli…quelli con
In quel
momento James si svegliò dal suo stato di beatitudine al pensiero di fiori che
incorniciavano la navata e un velo che lui avrebbe scostato delicatamente,
rivelando due occhi verdi e uno sguardo…
- ASSASSINO!
–
- Cosa? –
chiese lui, guardando il vassoio.
- Un momento.
Dove sono le mie crostatine alla marmellata? – chiese.
Poi uno
sguardo di comprensione volò per la stanza, cercando la complicità di Sirius.
La stessa complicità che ora gli diceva il pensiero martellante di Felpato.
Incuscinare
con violenza Peter Minus.
C’era solo una cosa che non bisognava toccare
a James Potter.
Le sue
crostatine alla marmellata.
E il
blocchetto dei disegnini stupidi.
E i calzini
con la renn…Oh, insomma, si era capito!
Lo sguardo di
James si fece di ghiaccio.
Scuotendo la
testa, disegnò sul suo blocchetto un’enorme crostatina in cui Peter cadeva.
- Signor
Minus, sappia che questo oltraggio al Giudice non passerà inosservato. –
- …Ed è per
questo che oggi siamo qui, per questo splendido matrimonio! Auguri, Lily e
James! –
Detto questo
Peter versò lo champagne e lo bevve d’un fiato con un sorriso timido. Poi, dopo
un paio di secondi d’immobilità, si girò ansioso verso il Giudice Supremo e
Assoluto, Nonché Perfetto sotto ogni Aspetto (sì, il nome se l’era scelto da
solo.)
Remus non era
riemerso dal suo baratro di depressione, quindi si era sdraiato sul letto
mangiucchiando una barretta.
Sirius invece
guardava ancora con astio il vassoio vuoto. Frank e James invece avevano
ascoltato con attenzione. Alla fine
Ramoso guardò Peter.
- Il tuo
discorso è Perfetto, Coda…Perfetto, ma classico. Banale. Non è certo un
discorso per James Potter…è più un discorso per…per Frank, ecco –
- E CON
QUESTO CHE VORRESTI DIRE?? –
- Senti, sto
psicologicamente mobilitando il mio testimone al licenziamento, non impicciarti
Paciock – disse Ramoso con sussiego.
- Senza
contare che il testimone non si finisce il buffet! – insinuò Sirius.
Remus,
leggermente meno pallido, lo guardò scettico – Il testimone non si fa il giro
neanche delle ragazze single, ai matrimoni, lo sai vero? –
- …di solito!
Ma quello che vuole il mio Jamie non è un matrimonio classico! Quindi ho già
vinto, Lupin! – disse vivacemente Black,
buttandosi sul letto. Di James.
Di nuovo.
- Fuffi, fuori dal letto. Ora. –
Cera solo una cosa che non bisognava toccare
a James Pott…
*James, dacci
un taglio.*
Comunque.
- Remus, te
la senti di fare il prossimo discorso, domani? –
Il giovane
alzò la testa con orgoglio.
- Il mio
cuore è stato ferito da Coda, che si farà perdonare con una decina di tavolette
al cioccolato, ma ce la farò. Grazie per la premura, Ramoso. Vado in Sala
Comune, a pensare al senso della vita. –
E con passi
cadenzati raggiunse la porta e la richiuse dietro di sé.
Sirius guardò
intensamente la porta, con un’espressione mista tra rispetto e devozione.
Poi si girò
verso Coda e Frank.
- Chi glielo
dice che quello è il bagno? –
Ciao nuovamente a tutti!
Bene, spero di non avervi deluso!
Un bacione
dram