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Autore: AgnesDayle    12/01/2012    6 recensioni
Un leggero brusio proveniente dalla platea mostrò di riconoscere il celebre passo dell'opera Shakespeariana.
Il giovane, il cui volto era in parte celato da una maschera, si inchinò rigidamente per posare un bacio sulla tremula mano della ragazza che gli stava di fronte.
-Buon pellegrino, non disprezzate...-
Un violento fragore, accompagnato da un abbagliante lampo, impedì all'incerta giovane di proseguire la famosa risposta di Giulietta.
Mentre il pubblico confabulava, cercando di capire l'origine di quello strano fenomeno, si udì distintamente un suono di passi. Un uomo irruppe sul palco. Alto forse più di due metri e dalla corporatura possente, si guardava intorno alla ricerca di qualcosa. Posò lo sguardo sugli attori, i cui volti gli erano nascosti dalle maschere.
-Dove sei Biancaurora?-
[Seconda Classificata al Contest "In sei ore" indetto da Vienne]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Luce 4


















Correva da diversi minuti, ma a lui sembrava un tempo infinito. La ferita al fianco pulsava, trasmettendogli gelidi brividi nelle viscere. Nonostante si dicesse di non rallentare il passo, dovette piegarsi alle esigenze del suo corpo.
Biancaurora, rimasta fino a quel momento immobile, si mosse nervosa.
-Fammi scendere- disse con il familiare tono imperioso.
-Non siamo abbastanza lontani- rispose, rafforzando la presa su quel fragile corpo.
-Neferius, sei ferito e a breve stramazzerai a terra.-
Forse per il tono ragionevole che stavolta aveva usato, forse per la verità delle parole, Neferius la mise giù, proprio davanti a lui.
Gli occhi, arrossati a causa del pianto, sembravano scrutare ogni angolo del suo viso. La vista del suo volto le provocava sollievo, era evidente. Sfortunatamente non era altrettanto chiaro il motivo.
-Non hai più fretta di allontanarti?- domandò ironica.
La guardò duro e poi riprese a camminare, superandola.
Non potè trattenere un sorrisetto quando sentì i suoi piccoli passi affrettarsi per raggiungerlo.
Dopo qualche minuto riconobbe il luogo in cui si trovavano.
-Qui vicino c'è una caverna, nascosta dal fogliame e dalla nebbia. Ci nasconderemo lì fino a quando non mi sarò ripreso. Non posso affrontarli in questo stato.-
Affrettò il passo e, vedendola arrancare in difficoltà, le prese il sottile polso per aiutarla.
Stavano camminando da un po', quando di sfuggita la vide sospirare mentre guardava il polso rimasto libero.
-Cos'hai?-
-Sono quasi le 18:00.-
-E quindi?- domandò impaziente.
-Tra un'ora e mezza inizia lo spettacolo.-
-Non vedo spettacoli da più di vent'anni- considerò a voce alta suo malgrado. -Di che spettacolo si tratta?-
-E' una tragedia: Romeo e Giulietta.-
-Non la conosco.-
-Narra la storia d'amore tra due giovani appartenenti a due famiglie nemiche fra loro- spiegò, lanciandogli una fugace occhiata carica di imbarazzo.
-E tu impersoni questa Giulietta?-
-Oh, no!- disse rattristata, -Sono solo una comparsa, in realtà. Però ci tenevo a vederla.-
-E' così bella questa tragedia?- domandò incuriosito davanti all'espressione rapita della giovane. Questa gli rivolse un sorriso timido e, dopo aver annuito lievemente, tornò a parlare.
-Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo,
così Romeo, se non si chiamasse più Romeo,
conserverebbe quella cara perfezione che possiede
anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome,
e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.-
Aveva pronunciato i versi di quella tragedia con voce chiara, senza mai guardarlo in viso. Arrivata agli ultimi versi, però, si era voltata verso lui e aveva parlato con maggiore decisione.
Getta via il tuo nome...
Se il suo nome non fosse stato Neferius e se quella fanciulla non si fosse chiamata Biancaurora, si sarebbe subito invaghito della sua bellezza e della sua tenacia. Forse l'avrebbe anche amata.
Gli occhi luminosi della giovane lo guardavano interrogativi ma, poiché non seppe trovare una risposta alla domanda che sembravano porgli, interruppe il contatto visivo e continuò a camminare.
-E' davvero bella- si limitò a dire.

***

La caverna era immersa nel buio, fatta eccezione per un fievole fascio di luce che penetrava dall'alto. Se fosse stata sola, non vi avrebbe mai messo piede. Ma Neferius le trasmetteva un sorprendente senso di protezione.
Lo guardò mentre a fatica si sedeva contro la parete rocciosa. Le scappò un sorriso amaro. Se avesse saputo cosa provava per lui, si sarebbe offeso e infuriato.
Eppure, pochi minuti prima sembrava smarrito davanti ai versi di Shakespeare. E, cosa ancora più importante, l'aveva salvata dai due guerrieri.
Doveva capirlo e per farlo avrebbe dovuto costringerlo ad aprirsi.
-Neferius.-
-Dimmi.-
-Perché mi hai salvata?-
-Non dovevo farlo?- domandò irritato.
-Perchè l'hai fatto? Immagino che Vicious ti avesse incaricato di mandarmi via da Animata o magari di uccidermi. Perché non hai colto l'occasione?-
-Non pronunciare il suo nome- la interruppe con voce aspra mentre si alzava in piedi e la raggiungeva, rimanendo a pochi passi di distanza.
Erano proprio sotto l'esiguo fascio di luce che illuminava la caverna. Ora Biancaurora poteva vedere l'espressione tirata del suo volto e l'ira lampeggiare negli occhi grigi.
-Perché, Neferius?- sussurrò senza smettere di guardarlo.
-Leva la maschera- le ordinò.
-Perché?- domandò, mentre gli occhi e la voce tradivano la sua incertezza. Ableis le aveva detto che la maschera era il vincolo. Se Neferius l'avesse spezzata, lei sarebbe tornata in esilio.
-Biancaurora, leva la maschera- le ripetè inflessibile.
-Tu non lo farai.-
-Ne sei sicura?- domandò con un sorriso tirato, quasi malvagio.
-Sì. Tu non mi odi- rispose sollevando il mento e guardandolo dritto negli occhi.
-Allora fallo. Leva la maschera e mettila nelle mie mani.-
In quegli occhi grigi non vi era odio, ma dolore e diffidenza. In ogni caso, Biancaurora si disse che vivere ad Animata come sua nemica sarebbe stato troppo doloroso per lei. E così decise di fidarsi.
Con mano tremante fece scivolare la maschera dal suo volto. Si avvicinò lentamente e la lasciò nella grande mano che le porgeva.
Poi fece un passo indietro e alzò il mento con espressione dura, in attesa.
Neferius la scrutò per un tempo che sembrò infinito. Dopo si portò la mano libera alla tempia e tolse la sua maschera.
Con la stessa lentezza esasperante lasciò cadere le due maschere ai suoi piedi e le rivolse un'occhiata indecifrabile, quasi si sentisse vulnerabile ed esposto.
Lei gli sorrise esitante e senza rendersene conto si ritrovò ad accorciare le distanze.
Fu naturale ritrovarsi abbracciati. E altrettanto naturale fu avvicinare le labbra e scambiarsi un bacio, che da lento e appena accennato si fece più profondo ed esigente.
 
***

Il corpo di Biancaurora si stringeva sempre di più a lui. Ma per Neferius non era mai abbastanza. Gli appariva sempre troppo distante e lontana. Ma, allo stesso tempo, temeva che se l'avesse stretta troppo avrebbe potuto ferirla.
La schiena che accarezzava gli appariva troppo delicata; le braccia che lo stringevano troppo fragili. E quelle labbra morbide e dolci erano il dono più prezioso, qualcosa che sentiva di non meritare davvero.
Aprì gli occhi per spiare l'espressione rapita del volto mentre lo baciava. Inaspettatamente anche lei sollevò le palpebre e la luce dei suoi occhi lo colpì dritto al petto, rubandogli il respiro.
Si separò da lei, senza mai smettere di stringerla.
-Getterò via il mio nome, se è questo che vuoi- le promise sicuro.
Lei scosse la testa.
-Non importa il tuo nome. Ma prendi tutta me stessa- rispose mentre le labbra si dischiudevano in un meraviglioso sorriso.
-Tutta- mormorò poco prima di baciarla.
Stese il suo mantello a terra e vi fece distendere Biancaurora. Si mise accanto a lei e le accarezzò il volto come a volerla rassicurare.
Si chinò a baciarla e lasciò scorrere la mano sul suo corpo.
La spogliò con calma e, a ogni tratto di pelle che scopriva, tratteneva il fiato e la baciava con sempre più trasporto. Quando la sentiva tremare le sorrideva rassicurante, mormorandole parole d'amore. E il sorriso fiducioso che lei gli regalava ogni volta gli dava la forza di proseguire.
La fece sua lentamente e, quando la sentì trattenere il fiato per il dolore, le baciò la guancia e le disse di amarla.
Poi fu inevitabile perdersi nel piacere.

***

Il petto di Neferius si alzava e abbassava secondo il ritmo imposto dal respiro. Biancaurora, con il capo posato su di esso, sentiva i battiti del suo cuore. Un suono che le trasmetteva una tale quiete da farle tenere gli occhi chiusi.
-Sarebbe tutto perfetto se non ci fosse tutta questa luce- mormorò, portandosi un braccio sul viso.
-Biancaurora, apri gli occhi- la esortò lui con voce emozionata.
La ragazza aprì lentamente gli occhi, che tornarnono subito a socchiudersi quando vennero colpiti da un intenso raggio di sole. Si sollevò e sorpresa vide lo splendore in cui erano immersi.
La caverna adesso era attraversata da fasci di luce e le pareti, costellate di minerali dalle forme più varie, catturavano quel bagliore per riflettere luccichii cangianti, che dal rosa si trasformavano in ambra e poi nell'azzurro più intenso.
-E' come se mi fossi perso nei tuoi occhi- mormorò incredulo Neferius.
Biancaurora lo guardò raggiante e, indossato frettolosamente l'abito, si alzò e corse fino all'uscio della caverna.
Lo spettacolo fu stupefacente.
Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi sembravano divorare la nebbia che avvolgeva Animata. Il suolo riacquistava il suo naturale colore rosa; gli alberi e tutta quanta la flora tornavano al loro aspetto rigoglioso e lucente. Ed era sicura che, in quello stesso momento, Ableis e tutti i Clari stavano recuperando le loro antiche sembianze.
Quando sentì le mani di Neferius intorno alla vita, si appoggiò al suo petto e, in silenzio, contemplarono per qualche altro minuto la trasformazione del loro Regno.
Poi Neferius si accostò lentamente al suo viso.
-Animata festeggia il ritorno della sua Luce.-
Biancaurora scosse la testa con dolcezza e si voltò verso di lui.
-No, amore mio. Festeggia l'equilibrio, la pace tra i nostri popoli.-

***

-Vuoi ancora tornare al tuo spettacolo?-
Si erano distesi di nuovo sul mantello di Neferius e ora lui la teneva stretta a sé. A quella domanda, lei sollevò il capo e lo guardò stranita.
-No.-
-Allora perché continui a guardare l'ora?-
-Pensavo che in poco meno di cinque ore la mia vita è cambiata per sempre.-
-Ti mancherà quel luogo?-
Biancaurora scosse la testa convinta.
-Io non appartengo a quel mondo. Lì è tutto così duro, aspro- cercò di spiegargli in evidente difficoltà. -Ogni cosa mi feriva, persino l'aria mi risultava spigolosa. La gente andava e veniva, piena di impegni e doveri. Io, invece, me ne stavo sempre ferma, in ombra. Nulla di quel luogo mi era familiare.-
-Eppure quando hai pronunciato quei versi eri radiosa.-
Gli rivolse un sorriso carico di tristezza, trasmettendogli tutta la solitudine che doveva aver provato in quegli anni di esilio.
-Quello era il mio rifugio, la via di fuga. I versi, la lettura...-
Neferius non potè più sopportare quell'espressione malinconica e la strinse a sè nella speranza che questo fosse sufficiente a cancellarla.
-Non mi hai detto come finisce quella tragedia.-
Le ricordò mentre la scioglieva dal suo abbraccio e tornava a guardarla.
Avvenne tutto molto rapidamente.
Neferius vide il terrore negli occhi di Biancaurora. Cogliendo il pericolo si mise all'in piedi e, presa la spada, ne cercò la fonte.
Erano in cinque e non avevano più le sembianze di ombre. La Guardia Reale dei Clari li aveva circondati.
Quando lo attaccarono, non si fece trovare impreparato. Da subito cercò di sfruttare la sua potenza fisica per compensare l'evidente inferiorità numerica. A renderlo più combattivo, poi, c'era quel barlume di felicità che Biancaurora aveva acceso in lui.
Non ora. Si ripeteva mentre combatteva. Non ora.
-Fermatevi- sentì singhiozzare Biancaurora.
-Ho detto di fermarvi- gridò infuriata e minacciosa.
Miracolosamente i suoi sudditi la ascoltarono e, benché continuassero a circondarlo e a puntargli contro la spada, rimasero fermi.
-Neferius è il vostro Rajil e non lo attaccherete- ordinò mentre la sua voce tremava per il pianto e la rabbia.
I soldati sgranarono gli occhi sorpresi, ma non impiegarono molto tempo prima di capire il significato di quelle parole.
Stavano tutti abbassando le spade per rendere onore al nuovo Rajil, quando il loro capo li fermò con un gesto.
-Come avete potuto, Rajilica?- domandò con voce carica di disprezzo. -Ci avete traditi. Mi avete tradito-
-Io non ti devo nulla, Envier. Tu, invece, devi rispetto ai tuoi sovrani- disse più imperiosa che mai. -Abbassate le spade, soldati-
I soldati ubbidirono, permettendo così a Biancaurora di avvicinarsi a lui.
-Amore mio, come stai?- domandò carezzandogli il petto e il volto con mani tremanti.
Neferius stava per risponderle, quando vide Envier chinarsi e prendere un oggetto tra le mani.
Trattenne il respiro mentre, scostando repentinamente Biancaurora, cercò di raggiungere il suo nemico per impedirgli quel terribile atto.
Ma era troppo tardi. Envier spezzò la maschera di Biancaurora con un gesto secco.
Neferius fermò la sua corsa. Si voltò indietro e raggelato vide il corpo di Biancaurora cedere e scivolare lentamente su se stesso.
La Luce di Animata, la sua luce, era andata perduta.

***

Quando recuperò coscienza, non ebbe bisogno di aprire gli occhi per capire che era tornata. Lo avvertiva dall'aria che pungeva la sua pelle, dagli odori troppo aspri e dalla luce troppo forte che penetrava attraverso le palpebre.
Sapeva di non aver sognato. Sapeva di non appartenere a quel luogo. Ma sapeva anche che non sarebbe più tornata ad Animata.
Strinse gli occhi per impedirsi di piangere e, aprendoli, si ritrovò davanti la sua immagine riflessa.
Non c'era più alcuna luce in lei. Era tornata ad essere un'ombra.
Qualcuno bussò alla porta.
-Chi c'è qui dentro? Lo spettacolo sta per iniziare.-
Si alzò a fatica e aprì la porta dello stanzino.
-Ah, Aurora,- la salutò una sua compagna. -La professoressa ci vuole parlare-
Biancaurora la seguì ancora stordita. Colse le parole della professoressa solo di sfuggita.
-...Quindi le comparse del ballo si mettano tutte qui di lato.-
Come un automa si mosse insieme agli altri.
-Biancaurora dov'è la tua maschera?- domandò irritata la professoressa.
-Perduta- mormorò desolata.
-Vi avevo detto di fare attenzione- la rimproverò spazientita.
-Comunque, ora non abbiamo tempo. Ti metterai dietro ai tuoi compagni e non ti si noterà nemmeno.-
Lo spettacolo iniziò secondo l'orario previsto. Biancaurora colse in maniera distratta la presentazione della professoressa e la voce monotona del compagno che introduceva la vicenda.
Stava immobile in un angolo, circondata dalle voci eccitate delle sue compagne.
Conclusa la terza scena, arrivò il momento per Romeo e Mercuzio di fare il loro ingresso alla festa da ballo dei Capuleti, seguiti da alcune Maschere. Tra queste anche Biancaurora.
Si posizionò sul palco e rimase immobile, mentre i compagni recitavano le loro parti.
Quando un violento fragore scosse l'attenzione di tutti, Biancaurora rimase ferma al suo posto. Nemmeno quando udì dei pesanti passi e vide un'ombra gigantesca oscurare i suoi compagni, osò sperare.
-Dove sei Biancaurora?-
Le lacrime iniziarono a scendere lungo il volto nell'istante stesso in cui riconobbe la sua voce calda e rauca.
Fece qualche passo per superare i suoi compagni e gli andò davanti senza smettere di tremare.
Non lo credeva possibile. Ma lui era lì, proprio davanti a lei.
-Neferius-
-Non ho trovato altro modo, amore mio. Mi sono stati concessi pochi minuti per salutarti.-
Il significato di quelle parole le tolse il respiro.
-Resta con me. Almeno tu, resta con me.-
Neferius scosse la testa lentamente.
-Siamo così egoisti da lasciare il nostro regno senza una guida?-
Biancaurora si coprì il volto continuando a piangere.
-Qui non c'è spazio per me.-
Sentì le mani di Neferius posarsi sulle sue spalle e stringerla a sé, contro il suo petto.
-Stavolta non dev'essere un esilio. Devi vivere davvero questa vita che ti è stata concessa. Non sarai una pallida ombra nè un flebile ricordo della donna che ho conosciuto. Sii tenace, amore mio. Ricorda chi sei, quanto vali. Porta Animata qui in questo mondo.
Splendi per me, mia Luce-
Trattenendo le lacrime sollevò il capo verso Neferius.
-Te lo prometto- disse decisa, nonostante il tremore alle labbra.
Neferius la strinse ancora di più a sè e si chinò a baciarla.
Fu un bacio brusco, rapido. O forse durò un'eternità, solo che a lei sembrò comunque troppo poco.
Con un sospiro Neferius si separò da lei e indietreggiò lentamente.
Mentre con la maschera si copriva il volto, Biancaurora vide qualche lacrima percorrergli le guance.
-A presto, amore mio.-
E scomparve in un lampo di luce.





Fine.




Ed eccoci arrivati alla fine di questo racconto. Spero che vi sia piaciuto e non vi abbia lasciate deluse. Normalmente preferisco lasciare ciò che scrivo alla libera interpretazione di chi ha voglia di leggere. In questo caso però tengo molto a parlarvi de La Luce di Animata e del significato che ho voluto dare alle Sei Ore narrate.
Con La Luce di Animata ho tentato di elaborare un racconto allegorico, caratterizzato da due livelli narrativi.
Il primo livello è un racconto fantasy vagamente ispirato al Romeo e Giulietta. Oltre alle vere e proprie citazioni ci sono diversi richiami all'opera shakespeariana. Mi riferisco soprattutto ai sentimenti di Neferius per Biancaurora( Più volte si riferisce a lei come una sacra reliquia e poi utilizza la metafora della luce e dell'aurora che vorrebbe essere un rinvio alla scena del balcone).
Il secondo livello esprime il significato profondo del racconto. La storia di Biancaurora narra il disagio e il senso di estraneazione che questa ragazza così sensibile vive nella realtà quotidiana, così da cercare riparo nella lettura.
Animata, quindi, rappresenta proprio il mondo dell'interiorità. Se nel mondo reale Biancaurora è una ragazza anonima che passa inosservata, ad Animata è una figura splendente. Anche per questo c'è il continuo contrasto tra Luce e Ombra/Nebbia.
Il viaggio ad Animata rappresenta l'occasione per una riflessione su se stessa e per la sua crescita. Così assistiamo al progressivo recupero dei ricordi e cioè alla presa di coscienza del suo effettivo valore. Per riprendere le parole finali di Neferius, Biancaurora deve imparare a portare Animata, ovvero la sua interiorità, nel mondo reale.
Grazie di nuovo a tutti coloro che hanno dedicato del tempo a me, a Biancaurora e a Neferius.
A presto(?!),
Agnes.





   
 
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