Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: LadyArtemis    12/01/2012    1 recensioni
Caccia. Prendi uno, perdi un altro. Questo è il debito da saldare
Vendetta. Sottile come la lama di un coltello che trapassa la carne del maledetto. La ricompensa? Il suo sporco sangue.
Orgoglio. Trovare una ragione per vivere ad un’unica condizione: la solitudine.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Derek Morgan, Emily Prentiss, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

Una mattinata fredda, illuminata da un debole raggio di sole, diede inizio a un nuovo giorno.Nuovo giorno, nuovo caso – pensava Morgan mentre aprì la porta di casa e uscì per andare verso Quantico. Poi improvvisamente il suo telefono di casa iniziò a squillare. Così tanto che fece scattare la segreteria telefonica. Era Tamara.

Ciao Derek…sei in casa? A quanto pare no. Volevo sapere come stavi. Non mi hai più richiamata. Allora è davvero finita? Forse non era mai iniziata. Comunque, nonostante quello che è successo, sarò sempre debitrice del tuo supporto e del tuo affetto. Ti auguro con tutto il cuore di trovare la tua pace interiore. Te la meriti. Ora devo andare. Sii felice.

“Papà non mi piace quella cravatta. Mettiti questa!” – disse Jack mentre aiutava suo padre a prepararsi.
“Ma questa cravatta che ho addosso la metto tutti i giorni, Jack!”.
“Ma questa mi piace di più”. Hotch non riuscì a resistere alla voce innocente di Jack e lo fregò.
“Ok, figliolo! Ora tu preparati che tra poco viene zia Jessica che ti accompagna a scuola. Io vado a lavoro”. Prima di uscire di casa, Hotch fu trattenuto per un braccio da Jack.
“Papà distruggi i cattivi!”.
“Certo, piccolo. Il tuo papà ce la metterà tutta!” – sorrise mentre dava un bacio sul capo di Jack.
“Ti voglio tanto bene, papà”.
“Anche io, figliolo”.


FBI Unità Analisi Comportamentale
Quantico, Virginia


“Buongiorno, Prentiss”.
“Buongiorno, Rossi”.
“Brutta nottata?”.
“Non me ne parlare! Ho avuto un mal di stomaco davvero atroce, sarà stata un’indigestione!” – rispose Emily mentre sbadigliava.
“Dovresti prendere un po’ di bicarbonato. Diminuisce il livello di acidità dei succhi gastrici…” – si intromise Reid, che aveva ascoltato la conversazione.
“Ecco il dottor Reid! Ma buongiorno, eh?”
“Non dovresti mangiare troppo la sera in quanto i muscoli dello stomaco esercitano una pressione minore rispetto al giorno e non riescono ad assimilare…”
“Reid, tieni prenditi il mio caffé!” – lo interruppe Emily, mentre si allontanava dai suoi colleghi.
“Ma già l’ho preso…” – rispose Reid confuso.
“Dovresti provare il fumo!” – rise Rossi mentre gli diede un colpetto sulla spalla del giovane dottore e si allontanò, lasciandolo sconvolto.
“Ciao, Garcia!”
“Hey, Emily!”
“Ma JJ dove è? Lei è sempre la prima a venire qui”.
“Credo che si sarà svegliata tardi anche perché Henry, dato che sta mettendo i denti da latte, piange molto di notte” – spiegò Penelope.
“Ah, ora ho capito! Hai chiamato poi a Morgan?”
“Si! Sembrava che stesse bene, ma non ne sono molto convinta”.
“Cosa te lo fa credere?”
“Beh non occorre un profilo per capire quando una persona soffra di solitudine e di sfiducia. Ma sono convinta che riuscirà a trovare quello che tanto cerca. E tu come stai?”
“Si va avanti! Considerando che la mia casa è sommersa di riviste e manuali per single!” – risero entrambe.
“E’ arrivato Hotch! Sbaglio o vedo stampato sul suo volto un sorriso?” – disse Penelope sorpresa.
“E’ vero…”. Il volto di Emily si colorò di un leggero rosso; l’emozione che provava nel vedere quel sorriso era fortissima. Non poteva più negare il fatto che essere una semplice collega per lui non era sufficiente. Il loro rapporto si era evoluto in questi due anni, però senza certezze. Era stanca di aspettare. Voleva stringere il suo cuore per appagare il suo desiderio. "La mia agonia finirà solo quando sentirò le tue braccia sul mio petto, freddo e solo".

“Ti vedo in forma oggi!” – commentò Rossi entrando nell’ufficio di Hotch.
“Ciao, David. Anche io ti vedo lo stesso”.
“Si, ma il mio buon umore me lo può dare solo la mia vecchiaia. Invece nel caso tuo, una persona che ti aspetta sempre quando ritorni a casa!”
“Jack mi crede un eroe che sconfigge mostri”.
“Ebbene non lo sei?”
“Però penso che è a causa mia se non ha più sua madre” – il tono di voce cominciò a diventare più cupo.
“Aaron, hai salvato la sua! E’ logico che sei il suo eroe. Non lo devi negare. Tuo figlio è forte e felice di sapere che padre ha. Ora il problema è la tua felicità. Devi trovare la forza di ricominciare a costruirla. Te lo dico perché mi dispiacerebbe vederti smarrito e confuso per il resto della tua vita. Come me” – concluse Rossi.
“Tu non sei solo, David. Qui c’è la tua famiglia” – disse Hotch.
“Lo so, Aaron. Comunque chissà che caso ci toccherà oggi”.
“Già. JJ è in ritardo. Nel frattempo ci riuniamo tutti in sala riunioni”.
“Vado a chiamarli!” – disse Rossi uscendo dall’ufficio.

“Finalmente sei arrivato!” – esclamò Reid appena che vide Morgan arrivare.
“Dannatissima sveglia. Proprio stamattina si doveva rompere” – si giustificò mentre prese il suo caffè. “Ehi ragazzino, perché quella faccia sconvolta? Aspetta non mi dire che Blockbuster ha scambiato il dvd di “Star Trek” per un film porno?”.
“Coooosa? Ma perché oggi mi fate delle richieste così insensate!” – sbuffò Reid sempre più confuso.
“Deduco che sia un no. Peccato!” – continuò a ridere Morgan.
“Ragazzi, Hotch ci aspetta in sala riunioni. La ricreazione è finita!” – rammentò Rossi e i due colleghi lo seguirono.

“Ecco JJ!” – disse Emily, facendolo notare anche a Penelope.
“Scusatemi per il ritardo, ragazze! Dove sono gli altri?” – chiese JJ respirando affannosamente per la fretta.
“Credo che siano tutti in sala riunioni ad aspettarci. E’ successo qualcosa?” – chiese Penelope.
“Dobbiamo partire subito per un nuovo caso. Vado a chiamarli.” – rispose JJ, correndo verso la sala, seguita da Emily e Penelope.
“Buongiorno JJ. Eccoti qui!” - disse Morgan.
“Ragazzi dobbiamo partire subito per un nuovo caso. Ieri sera ho avuto una chiamata dall’agente Thomas Bourne di Boston. Vi spiegherò i dettagli sul jet” – disse JJ.
Boston. Hotch conosceva fin troppo bene quella città. E’ lì che ebbe il suo primo incontro con il suo peggior nemico: il Mietitore. Emily notò la sua espressione smarrita e, nonostante se lo nascondeva sotto la sua impeccabile serietà, capì subito che era difficile per lui rimettere piedi in quella città.
“Siamo pronti JJ, possiamo partire!” – ordinò Hotch e tutti lo seguirono.
Prima di salire sul jet, Emily lo fermò per un attimo, fissando i suoi occhi.
“Stai bene?”
“Si. Ora non ho più paura. Io ho vinto, lui ha perso. Sto bene. Ora pensiamo al caso” – rispose in tono freddo e avanzò il suo passo, lasciandola indietro.
"Lo so che stai soffrendo, ma io non voglio che tu lo nasconda a me. Quando ti deciderai ad aprirti? Sono stanca di vedere che ti allontani da me. Sono stanca di vedere che il tempo allunga la mia speranza di averti al mio fianco. Sono stanca di vedere che non puoi essere felice per ripagare i tuoi errori. Quando tempo devo aspettare, Aaron, per meritarti?".




“Boston. Una settimana fa è stato ritrovato il corpo di Oliver Scott, 38 anni, in una scarpata, alla ventottesima di Cambridge Street. Secondo la scientifica, la macchina è stata bruciata dopo l’impatto per coprire qualche traccia e secondo l’esame del coroner, è stato drogato con della morfina. Ieri una seconda vittima, Victoria Watts, 36 anni. Per ora non sappiamo ancora nulla riguardo l’esame autoptico. Ci aspettano sulla scena del crimine”.
“Se fosse associato al caso del killer della strada?” – pensò Emily.
“Non credo. Il killer della strada investiva le persone che gli ricordavano qualcosa che ha determinato il fattore stress. Il 40% degli incidenti stradali sono legati ai pirati della strada affetti da alcool e droga. Il fatto che abbia drogato la prima vittima significa che l’ipotetico S.I. vuole avere un controllo sulle sue vittime” – spiegò Reid, osservando le foto.
“Ciò che collega le due vittime è il luogo. Per l’S.I. è un simbolo. Qualcosa sarà successo lì nel suo passato. Se lo scopriamo abbiamo trovato il movente” – concluse Hotch.
“Deve nutrire molta rabbia e vendetta. Non si accontenta solo dello schianto, ma brucia anche i loro corpi. Credo che è solo l’inizio del suo progetto” – ipotizzò Morgan.


Stazione di Polizia
Boston, Massachusetts


“West, ma Devine ancora deve arrivare?” – chiese agitato l’agente Bourne a uno dei suoi uomini.
“No, signore, mi dispiace”.
“Porca miseria. Provo a chiamarla sul suo telefono. Tu avvertimi se la vedi arrivare” – ordinò. Fece il suo numero. Lei rispose.
“Pronto?”
“Devine! Che diavolo hai fatto? Muoviti stanno arrivando la BAU!”
“Ehi, abbassa la voce, Bourne. Quella che deve urlare dovrei essere io. Ma perchè li hai chiamati?”
“Non perdiamo tempo con queste cazzate! Alza il culo e portalo qui alla stazione di polizia” – ordinò e riattaccò.
“Ma che cazzo gli prende? Sembra che questi tizi tra poco ci fucilano!” – pensò Arwen, mentre si stava preparando.
La squadra arrivò alla stazione.
“Salve, sono l’agente Thomas Bourne, capo dell’unità di Polizia di Boston”.
“Lieto di conoscerla, agente Bourne. Io sono l’agente Hotchner, capo dell’unità analisi comportamentale. Loro sono gli agenti Morgan, Prentiss, Rossi, Jareau, il dottor Reid e il tecnico informatico Garcia. Siamo pronti per visitare la scena del crimine”.
“Si, agente Hotchner. Però dovremmo aspettare un’altra persona. La detective Devine, mia collaboratrice, che purtroppo è in ritardo. Se volete vi posso offrire un caffè nell’attesa”.
“Grazie mille, agente” – rispose Rossi.
Poi Reid vide Morgan uscire.
“Ehi Morgan dove stai andando?”
“Faccio un giro qui fuori per aspettare” – rispose.
“Sei incorreggibile! Bella la scusa del giretto: non trovi mai occasione per andare a rimorchiare!” – scherzò Emily.
“Dolcezza te la devi prendere con mia madre se hai di fronte a te questo bel fusto!” – rispose maliziosamente – “Comunque vado a prendere delle ciambelle al bar, così sarò generoso anche con voi!”.
“Bravo Derek! Mi raccomando non troppo zuccherate!” – sorrise JJ.

“Ehi non si saluta più?” – commentò offeso Greg, mentre incontrò la sua amica correre come una pazza.
“Non rompere le palle, Greg. Bourne mi ha fatto una bella sgridata per il mio ritardo. Quindi ora devo andare” – rispose Arwen dando un bacio sulla guancia al suo amico per farsi perdonare.
“La prossima volta non sarò più così magnanimo!”.
“Ma sei troppo idiota per essere cattivo. Ci sentiamo stasera!” – rispose mentre si allontanava.

Morgan, mentre camminava, ripensò al caso del Mietitore. Se fossi stato da solo, avrei perso la vita. Ma perché mi ostino a continuare a percorrere la via della mia vita con il mio orgoglio, unico mio compagno?
Arrivò al bar, che era molto affollato.
“Cosa desideri, bel straniero?” – chiese la bizzarra commessa.
“Allora vorrei quattro ciambelle e…quel pancake al cioccolato!”. Quando Morgan chiese quello, la commessa rimase titubante. So che appartiene alla mia cliente preferita, ma è così bello da dirgli di no.
“Voilà! Pronti e belli caldi!” – disse sorridendogli.
“Grazie mille! Mi hai reso la giornata più dolce” – scherzò Morgan, con il suo fascino.
Nel frattempo Arwen arrivò anche lei al bar. Prima di lavorare, era solita fare la sua deliziosa colazione.
“Buongiorno, Sally!” – disse.
“Ciao Arwen” – rispose agitata, sapendo che aveva fatto un grosso guaio.
“Ti vedo strana: è successo qualcosa? Comunque vado un po’ di fretta perché devo correre alla stazione da Bourne: è pronto il mio pancake?”.
“Beh…ecco Arwen. Non so come dirtelo…ma…non c’è il tuo pancake!” – disse come se avesse sputato un grosso rospo dalla bocca.
“Cosa? Che stai dicendo, Sally? Non può sparire un pancake, soprattutto se è il mio! Dimmi la verità chi è l’idiota?”
“Perdonami, Arwen. Ma era troppo bello e la carne è debole, scusa! Comunque è quel ragazzo seduto laggiù di colore che sta bevendo il caffè!”.
“Ok! Grazie dell’informazione. Ora ci penserò io…” – disse Arwen mentre gli andò incontro. Morgan la vide. Rimase immobile quando vide i suoi occhi azzurri, fissi sui suoi.
La misteriosa donna allontanò improvvisamente dalla sua mano il bicchiere di caffè e lo sorseggiò. Quando lo ebbe finito, si allontanò lasciandogli solamente il profumo dei suoi lunghi capelli neri.
“Ora siamo pari” – disse con sorriso ironico mentre usciva dal bar.
“Ma..cosa…” – rimase scioccato Morgan. Bevve quell’ultima goccia che era rimasta sul suo bicchiere. Era quella che preferiva di più. Potè sentire il sapore di quelle sconosciute labbra, così morbide e rosse. Fu pietrificato dal suo sguardo così profondo e arcano, come l’oceano. Quel profumo gli fece mancare il respiro per un attimo. Una sensazione che non aveva mai provato fin d’ora. Chi sarà mai quella?

  

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: LadyArtemis