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Autore: LuluXI    12/01/2012    5 recensioni
“Terra mitologica? Locus Amenus?” domandò Death Mask, scettico “Ma l’Arcadia non è una regione della Grecia famosa per la sua inospitalità?” domandò il Gold Saint osservando ora il paesaggio ora il cartello.
“Si, ma nella mitologia era un luogo paradisiaco, dove ninfe e pastori vivevano insieme in armonia e senza preoccupazioni.”
“A quanto pare la fantasia supera la realtà…”
(Dal Capitolo 3)

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Alla guerra contro Hades segue un periodo di pace, durante il quale i Saint, riportati in vita, cercano di risvegliare Seiya dall’apparente stato di morte in cui è caduto. Un mattino ritrovano Atena, che era rimasta a vegliare sul Bronze Saint, congelata.
Per dimostrare che gli autori del misfatto non sono Camus e Hyoga e salvare la dea, Milo, Death Mask e Shun partono per la Siberia
Una forza misteriosa li spedisce in quel luogo che nella mitologia è chiamato Arcadia, mentre nell’ombra qualcuno trama per la rovina di Atena e dei suoi Saint. Quali misteri nasconde l’Arcadia? Riusciranno i Saint a fermare la vendetta in atto, mossa da un antico rancore?
[Anche se si cerca di rimanere IC, possibilissimi OOC e l’avvertimento c’è.]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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INFO-BASE (PRIMA DI INIZIARE, LEGGETE QUI):
 
E’ una storia dall’intreccio complesso, in cui molte vicende si incrociano, anche se all’inizio non si nota.
E’ anche complicata, perché l’ambientazione cambia anche due o tre volte in uno stesso capitolo. Ci sono pertanto delle brusche interruzioni della narrazione di un particolare avvenimento (che viene ripreso solo più avanti) per focalizzare l’attenzione su un altro. Inoltre, molte cose non sono chiare, non all’inizio almeno.
E’ una storia contorta, un po’ come lo sono io, quindi può non piacere. Inoltre io ho uno stile tutto mio e anche lui spesso non piace. Pertanto, visto che non è la prima fic che pubblico, se sapete che non vi piace come scrivo, vi consiglio di andare a leggere altre storie. Poi, se vorrete soffermarvi lo stesso, io vi ringrazio con tutto il cuore, ma non mi sentirò in colpa per avervi fatto perdere tempo a leggere un orrore.
 
Dedicata a tutti coloro che amano Saint Seiya, nella speranza di fari perdonare visto che con questa fic ho molte probabilità di disintegrarne i personaggi. Ma è dedicata anche a tutti coloro che, con pazienza, giorno dopo giorno,dedicano un po’ del loro tempo per leggere le mie fic. E la dedico anche a chi, con molta pazienza, recensisce, sia che lasci commenti positivi, che critiche costruttive.
I Saint sono personaggi di Masami Kurumada e questa storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per il puro piacere di scrivere.
 
 
 
“Coraggio Milo, il villaggio non è lontano.” Disse Camus, e il cavaliere dello Scorpione non potè far altro che seguirlo. Cercò di ricordare come mai era finito lì e gli venne in mente Atena che, sorridente, diceva loro che erano liberi di lasciare il Santuario, a turno. Quando Hades era stato sconfitto e la pace regnava sulla terra, per intercessione di Atena, loro erano tornati in vita.
Così erano tornati alla vita, con dei doveri in quanto Saint, ma pur sempre liberi di lasciare il Santuario grazie alla pace che vi regnava. Per questo quando Camus aveva proposto a Milo di accompagnarlo in Siberia, lui aveva accettato di seguirlo.
 
Il Saint dell’Acquario si muoveva rapido nella neve, che gli arrivava alle ginocchia e sembrava che la tempesta che si era scatenata non lo disturbasse minimamente. Milo, invece, meno abituato a quel clima così diverso da quello greco, faticava a muoversi in quel mare bianco ed era rimasto leggermente più indietro rispetto al Gold Saint dell’Acquario.
Ad un certo punto però Milo affondò in un cumulo di neve fresca e perse di vista Camus. A fatica riuscì, facendo perno con le braccia, ad uscire da lì e, dopo essersi stretto maggiormente il cappotto addosso cercò di individuare il suo compagno.
Percepì un debole cosmo alla sua destra e si avviò da quella parte, senza riuscire a vedere niente al di là del suo naso.
“Camus, aspettami!” esclamò, arrancando nella neve: ora riusciva a scorgere i contorni di una figura ferma poco più avanti.
“La prossima volta altro che Siberia: andiamo alle Bahamas!” disse ironico lo Scorpione, per poi zittirsi, rendendosi conto che la figura che aveva davanti  non era Camus.
 
Sbigottito rimase a guardare la ragazza che aveva davanti, imprigionata in una lastra di ghiaccio, simile alla Freezing Coffin di Camus. I suoi capelli erano verdi, con delle sfumature castane e giaceva immobile con un’espressione sofferente dipinta sul viso;  gli occhi, chiusi. Milo posò una mano sulla lastra e una scarica elettrica, per un istante, gli attraversò il braccio, poi più nulla.
Chi era quella ragazza? E cosa ci faceva lì dentro? Milo non lo sapeva, ma avrebbe voluto scoprirlo: sicuramente aveva bisogno di aiuto, e non poteva lasciarla lì dentro, ma il ghiaccio della Siberia non si sarebbe lasciato frantumare così facilmente.
“Milo, che stai facendo?” domandò Camus, comparendo alle sue spalle.
“Dobbiamo liberarla Cam…” disse il Gold Saint guardando il compagno.
“Liberare chi Milo?” domandò perplesso il Saint dell’Acquario.
“Come chi? Questa ragazza!” esclamò Milo, indicando la figura intrappolata nel ghiaccio.
“Milo…” disse Camus scuotendo il capo con aria rassegnata.
“Che c’è? Dovremmo forse lasciarla lì dentro?”
“Milo…non voglio deluderti ma in quella lastra non c’è una ragazza, ma un albero…” disse Camus, indicando il blocco ghiacciato, con un cenno del capo. Milo tornò a guardare la lastra di ghiaccio e rimase senza parole: sbattè le palpebre più di una volta, ma ciò che vedeva non cambiò: nel ghiaccio non c’era una ragazza ma, come diceva Camus, un albero.
 
“Andiamo Milo, altrimenti il freddo oltre a farti venire le allucinazioni ti fa venire anche un raffreddore…” disse Camus, ricominciando a camminare “Non manca molto al villaggio”.
Un po’ riluttante Milo lo seguì. Era sicuro di non essersi sbagliato: lui aveva visto una persona, e non un albero.
E il tempo gli avrebbe dato ragione.
 
 
 
 
NOTE POST LETTURA:
Mentre mi cimentavo nella stesura di un tema, mi è sembrato opportuno fare riferimenti a Boccaccio. Riprendendo in mano il quaderno degli appunti, mi si è aperto su una pagina che recava in grande la scritta ARCADIA. Da lì, il lampo di genio per scrivere questa fic, ambientandola proprio in Arcadia.
Non so se è da considerarsi un’ AU ma nel caso posso sempre aggiungere la dicitura…
Questo è solo l’inizio, il vivo della vicenda arriverà poi. L’aggiornamento sarà molto lento, perché la storia è ancora in fase di stesura ed essendo molto complessa richiede molto tempo.
Tengo molto ad “Arcadia”, non saprei dire perché e spero che appassioni voi che leggete tanto quanto appassiona me scriverla.

   
 
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