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Autore: Katie_Ophe    18/01/2012    2 recensioni
Che dire questa è una FF che tratta di una ragazza un po' incasinata, fra una migliore amica che non dà troppa importanza a ciò che le succede, uno stalker (così dalla protagonista chiamato) e il ragazzo che le piace. Godetevi la lettura. :3 [Attenzione: Mia prima FF]
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ho inserito uno o due asterischi nel testo, troverete i significati delle parole in fondo al testo, buona lettura. <3
 
Mattino.
E’ finalmente arrivato il giorno della festa, e dall’incidente dell’ultima volta non ho più visto Rick, probabilmente il cielo ha voluto offrirmi una grazia, evitando un eventuale incontro con quello. Un altro pensiero passa per la mia mente. Anche se ho sviato la tragedia “incontrare lo stalker”, ho ancora una preoccupazione. Già. Nonostante sia passata una settimana non sono stata in grado di comprare nulla, né un vestito, né niente di possibilmente elegante. Non perché facesse tutto schifo.. Ma perché tutto costa dannatamente troppo. Cioè, un vestito senza brillantini e tasciate* varie costa intorno ai £150, se non di più! Comunque, problema principale, Lilith non sarà clemente, oh, no di certo. Mi concerà come.. Nemmeno il cielo lo sa! Insomma il patto era questo: Io non trovo un vestito, lei  può fare di me quello che vuole. Alquanto masochista come patto, no? Ma pazienza. Guardo annoiata l’orologio in attesa che suoni la campana che segna la fine dell’ora di matematica.
Ore 10:15. Un quarto d’ora e fine della tortura.
Mi  accorgo troppo tardi del mio errore. Vedo la professoressa guardarmi con astio. Il suo sguardo trapassa le lentine spesse 5m e arriva fino al mio banco, fino ai miei poveri occhi ormai impauriti. Sento Lilith darmi una gomitata e sussurrarmi qualcosa come un “Buona fortuna! Pregherò per te..” al cui rispondo con un occhiata più disperata che scoraggiata.
 - Bene, signorina Vick, visto che è così impaziente che la lezione finisca, perché non viene a occupare un po’ del suo prezioso tempo alla lavagna? – Dice, con la sua solita voce stridula, che ti fa venire voglia di strozzarla al solo sentirla. La tentazione di rispondere “Grazie, ma sa, la mia sedia è tanto comoda, e poi il solo seguire la sua lezione occupa il mio tempo..” e di aggiungere di conseguenza un finto sorrisetto era troppo forte, però riesco inaspettatamente a resistere e a dirigermi controvoglia verso la lavagna, che mi aspetta a braccia aperte. O meglio, a disequazioni aperte.

 - Lilith.. Perché non capisci?! Quella è l’inferno! Puro inferno! Ma poi, quella ha qualcosa contro di me, sicuramente!  - Okay, era già da cinque minuti buoni che mi lamentavo, ma degnarmi di un’occhiata no? Una sola occhiata, o almeno un orecchio!
- Oh, tesoro, è solo una tua impressione, e te lo dico sempre.. Sei solo un po’ troppo vittimista, tutto qua. - Dice lei, troppo impegnata ad osservare la sua figura nello specchio.
- Okay, potrebbe anche essere un po’ vittimismo il mio, ma.. - -Fidati, lo sei, da sempre. - - Ma ascoltami! Di tutte le persone che guardavano l’orologio, di tutte le persone, che scrivevano, disegnavano, messaggiavano, chi va a incocciare*? ME! Questo. Non puoi. Negarlo. – Dico evidenziando con convinzione assoluta ogni pausa della mia frase.
- Umh.. Forse su questo hai ragione.. Forse. - Dice sottolineando il forse finale con il suo solito tono da discorso finito, niente più lamentele. Riconoscendo la mia parziale sconfitta, gonfio le guance mettendo su il broncio, che tengo per tutto il percorso bagno-classe.
All’improvviso sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla destra, così mi giro verso quella direzione notando che non c’era nessuno. Me lo sarò immaginato? Sarà forse la vecchiaia? Penso ironica, mentre mi sfioro istintivamente il volto, come in cerca di rughe o qualcosa di simile. Tutto ok, pelle liscia come sempre. Vado per tornare sulla mia strada sorridendo, accanto a Lilith, quando mi ritrovo, con grande sorpresa e felicità, devo ammettere, Alex. Butto automaticamente le mie braccia sul suo collo, come mio solito, gesto che viene ricambiato con la stessa intensità. Al termine dell’abbraccio prende la mia mano e mi fa girare su me stessa, per poi farmi ricadere all’indietro, fra le sue braccia. Per un momento posso sentire il suo respiro su di me, mentre lui, ancora fermo in quella posizione, guarda i miei occhi, come se li stesse scrutando. A quel gesto, scoppio a ridere, notando lo stupore nei suoi occhi. - Ma come, io cerco di fare qualcosa di carino e romantico, e tu mi scoppi a ridere in faccia? - Dice, mettendo su un finto broncio.  - Sc.. Scusa! Ahah, non ho potuto.. Fare a meno.. Di ridere! Ahah, eri troppo buffo con quella faccia seria! - Ormai non si riuscivano più a distinguere le parole, che erano un misto di risate e sillabe. Probabilmente dovevo risultare molto contagiosa perché sia Alex che Lilith, che ci avevi osservati da lontano, avevano cominciato a ridere.
 
Dopo aver spiegato l’intero programma della serata, incluso il piano diabolico di Lilith riguardante la mia vita, ci lascia andare, anche se sottointeso mi arriva il messaggio di riferirgli tutto quello che sarebbe successo alla festa.
Arriviamo a casa, o meglio, villa di Lilith, che ogni giorno che passa sembra sempre più grande. Appena scese dalla macchina vengo circondate da cameriere che mi portano su e cominciano a.. Spogliarmi?! Fra le lamentela e le grida varie, scappa un “Che cazz..?!” Quando mi buttano dentro alla mega vasca di lusso e cominciano a lavarmi. Sarà pure comodo, ma non ho più due anni! Dopo il bagno segue l’arricciamento del capelli e il trucco. Finito con la parte superiore, e impedendomi di guardarmi per anche un solo minuto allo specchio, mi trascinano in una stanza piena di abiti vittoriani, che comincio a guardare con disgusto. Prima ancora di girarmi verso Lilith per avere delle spiegazioni, sento la sua voce insinuarsi nel mio orecchio. – Ops.. Mi ero dimenticata a dirti che il tema del ballo era il periodo vittoriano, quindi anche se avessi comprato un vestitino non sarebbe servito a molto.. – Dice ridacchiando notando la mia espressione sconcertata. Lei aveva intenzione di conciarmi così sin dall’inizio!  Che.. Stronza.
 
Circa due ore dopo l’arrivo a casa della stronza, mi è finalmente concesso di guardarmi allo specchio. Quasi come liberata, mi fiondo davanti alla parete immensa ricoperta di specchi e per poco non mi prende un colpo. Notai lo sguardo soddisfatto delle cameriere, e quello di Lilith che mi fissava come se fossi il suo nuovo manichino, perfetto nei particolari, e beh effettivamente.. Ero uno schianto. Cioè, non per vantarmi, ma.. Wow!  Il vestito era nero e senza spalline, la grande gonna che cadeva morbida a terra  era ornata da semplici pizzi bianchi che scendevano dalla vita verso terra con un movimento circolare in tutto il perimetro della gonna. Il corpetto stretto abbastanza, ma neanche troppo che risaltava quel poco di seno che avevo, con i bordini ornati dallo stesso pizzo bianco di prima. I capelli scendevano soffici e delicati su una spalla, quasi come se fluttuassero, e il trucco era davvero semplice, giusto per coprire qualche imperfezione, e per dare colore alle mie labbra, che adesso erano di un bel rosso vivo.
Beh, in fondo le cameriere della stronza non avevano fatto un brutto lavoro.
  
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