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Autore: unbound    19/01/2012    6 recensioni
Questa storia a capitoli narra le vicende di una ragazza, Kay York, che insieme a delle amiche frequenta la fantastica Vengeance University, un college dedicato interamente alla VERA musica con dei docenti tutt'altro che stressanti ;)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vengeance University'
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Gli raccontai tutto, per filo e per segno, attenta a non tralasciare nessun dettaglio che potesse importargli; gli dissi del pugno e lui ridacchiò soddisfatto, ma gli confessai anche le intenzioni che quella ragazza aveva nei suoi confronti e non sembrarono piacergli.
Non riuscirei mai a descrivere ogni sensazione che quelle parole scaturirono in lui con tutte le sfumature che trasparivano dai suoi occhi: quest’ultimi si coprirono di un velo di incredibilità, il suo viso si impallidì diventando bianco quanto un lenzuolo. Divenne quasi una statua tanto era immobile e marmoreo. All’incontrare il suo sguardo corrucciato e spento, avrei potuto scommettere un braccio che sembrava più un cadavere che una persona viva.
Avvicinai la mano ad una delle due guance pallide, scuotendolo leggermente; lui, non appena la mia pelle gelida entrò in contatto con la sua, chiuse gli occhi e sospirò un paio di volte, cercando la calma.
Ero spaventata.
Brian..?
Kay,  sono nei guai.” Aveva un tono di voce preoccupante, sembrava estremamente nervoso.
Tranquillo, farò tutto il possibile per fare in modo che non accada..” non mi fece neanche finire la frase interamente, mi piazzò la mano sulle labbra per fermarmi.
Gliela scostai accigliata, lui si limitò a guardarmi e scuotere la testa velocemente, con decisione.
“Hai fatto abbastanza. Kay, credimi, hai fatto troppo per me. Adesso devo sbrigarmela io. ”
Balzò giù dal materasso, ma le fasciature gli impedirono di fare ciò che era nelle sue intenzioni; perciò lo trascinai ancora una volta sul letto, di peso, cercando di convincerlo a non agire, o almeno, non per il momento.
Non volevo che quella troia gli facesse del male, era così vulnerabile.. Se solo gli fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.
“Vado a parlarle io.”
Mi alzai con velocità, sperando di impedirgli di replicare, ma venni bloccata dalle sue dita che mi stringevano debolmente il polso.
“No cazzo, per favore. Porca puttana non voglio che tu faccia qualcosa per me” cercò di implorarmi, aveva gli occhi da cucciolo bastonato, ma ciò che provavo per lui era troppo forte e non potevo non aiutarlo.
“Ti amo, okay?” avvicinai il viso al suo, accarezzandogli la guancia.
Abbozzò un sorriso.
“Oh..” sussurrò, felice.
Non ero una persona che diceva di amare qualcuno spesso, fui sorpresa anche io dalle mie parole.
Brian, sempre sorridente, mi cinse le spalle con un braccio, stringendomi al suo petto nudo; cercai di fargli sentire le mie sensazioni, cercai di convincerlo che ciò che avevo intenzione di compiere non lo stavo facendo per pietà, ma soltanto perché volevo il meglio per lui.
“Senti, ora stai a riposo e non rompi più le balle.” Gli sussurrai, sciogliendo l’abbraccio e avvicinandomi alla porta. Sentii i suoi occhi fissi su di me fino a quando misi la mano sulla maniglia; in quel momento si nascose il viso tra le mani, limitandosi a dire a gran voce:
“Ti prego Kay, non metterti nei guai”
 
 
“Quale onore, miss York! Mi è mancata lo sa?”
Non appena la bionda aprì la porta, cercai con tutte le mie forze di non spaccarle la testa con un calcio, cosa che il mio cervello aveva intenzione di fare. Ero sola, nessuno poteva tenermi, era necessario che facessi molta attenzione a me stessa, più del dovuto; le avevo già quasi rotto il naso e, non appena le studiai il viso, mi accorsi che era ancora piuttosto gonfio e violaceo. Non potevo permettermi un altro colpo basso.
Ero lì per un motivo, avevo poco tempo e dovevo farcela; avrei fatto di tutto per Haner, per salvaguardarlo, persino mettere a repentaglio la mia incolumità.
“Evita di fare sarcasmo, ho bisogno di parlarti.” Le dissi, cercando di sembrare calma.
Dopo una manciata di secondi in silenzio, si fece da parte e mi lasciò lo spazio necessario per accomodarmi ancora una volta nella sua stanza, posta alla fine del grande corridoio del dormitorio femminile.
“E se io non volessi parlarti?” mi chiese, con la stessa faccia da schiaffi di poco prima. No Kay, niente violenza. Lo fai per Brian. Brian, Kay, mica fagioli e fichi.
“Cosa posso fare per non farti parlare?” cercai di tagliare corto, raggiungendo subito il punto.
Per prima cosa corrucciò la fronte, come se non capisse, poi scoppiò a ridere.
“Ahahahah bella questa.” Se non la pianti, te li rompo quei denti.
“Sono seria.” Serrai gli occhi, la sua espressione mutò in fretta, fortunatamente per lei.
Si strinse tra le spalle, aspettando una mia reazione violenta che stranamente non arrivò; ecco cosa aveva intenzione di fare, provocarmi all’infinito, in modo da avere qualche altro motivo per mettermi nella merda.
“Cosa sei disposta a fare?” mi chiese, a braccia conserte.
Non le diedi neanche il tempo di finire la frase, mi limitai a rispondere, senza neanche pensarci.
“Ogni cosa.”
“Ogni cosa?” il suo viso era stranito. Forse non sapeva cos’era l’amore? Vedi cara, neanche io lo sapevo fino a poco tempo fa. Ma vedi, quando ti innamori.. Perdi ogni cosa. Io ero e sono tuttora una stronza di prima categoria, non mi ritrovo nelle mie coetanee sentimentali e a volte mi vengono seri dubbi sulla mia natura, ma l’amore ti rende poltiglia. Non avrei mai pensato di implorare un nemico per proteggere qualcuno.. Ma c’è sempre la prima volta, ed io amo Brian, davvero tanto.
“Si.”Annuii, con decisione.
“Tutto tutto?”
“Sì.”
“Posso anche approfittarne?” Eh, grazie al cazzo stronza.
“Se lo fai sei una bastarda puttana.” La guardai male per l’ennesima volta, lei ridacchiò come se non la stessi insultando.
“E se ti facessi una lista?”
“Parleresti con Baker?”
“No.”
“Perfetto,falla pure.” Pensavo scherzasse, ma evidentemente era seria.
Si avvicinò con passo lento alla scrivania, afferrando un biglietto e una penna ed iniziando a scrivere velocemente una serie di cose sicuramente spiacevoli che avrei seriamente dovuto fare.
Oddio, è venuta fuori un po’ lunghetta..
Non appena finì, girò il foglio in modo che potessi vederlo, con un ghigno malefico dipinto sul volto da barbie; c’erano almeno una cinquantina di azioni spiacevoli e piuttosto cattive, ma, a mio malgrado, non potevo non rifiutarmi di farle. Colpivano non solo me, ma anche i miei amici.
Mi limitai a scuotere la testa.
Decidi solo una cosa di queste.” Le puntai l’indice contro, lei rise ancora una volta.
No!
Mi sentivo a disagio, in difficoltà, non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione così delicata; se avesse scelto di darmi seriamente del filo da torcere, avrei dovuto sul serio fare tutte quelle cose screditanti, ricevendo soltanto odio e umiliazioni. Avrei fatto tutto questo per Brian? Avrei messo in gioco me stessa, la mia reputazione e la mia coerenza per lui? Oddio, in quel momento desiderai soltanto scomparire dalla faccia della terra.
Ti prego.
Non so se mossa da un’improvvisa comprensione, Sarah mi fu vicino dopo un attimo, con un biglietto in mano; non appena lo presi e gli diedi un’occhiata, notai con piacere che la lista precedente aveva lasciato spazio ad un solo punto. Prima ne fui entusiasta, perché quel bordello sarebbe a breve finito, poi, quando mi resi conto di cosa era rimasto, abbassai le spalle.
Caratteri cubitali, scrittura elementare da teenager.
Lasciare Haner.
Iniziai a riflettere, perdendo lo sguardo nel vuoto.
Okay, che ero disposta a fare tutto per Brian, e fin qua ci siamo. Ma.. Lasciarlo.
Gli avrei soltanto fatto del male mettendo la parola fine a tutto quello che ci eravamo duramente costruiti, ma gli avrei procurato ancora più guai se non l’avessi fatto; essere licenziati è più grave che essere lasciati, soprattutto con uno come lui. Mi avrebbe dimenticata molto in fretta, avrebbe continuato a fare ciò che amava fare ed essere lo stronzo che era solito impersonare; non era così disastroso, in realtà.
Io probabilmente mi sarei abituata a quella situazione in una settimana, o un mese.. Magari in un anno, o due. Kay,mettiti in testa che lo stai facendo per il suo bene.
Sospirai, distrutta.
Che fare?
Le opzioni erano due:
O essere egoista, rifiutarmi di lasciarlo e fare in modo che quella puttana dicesse quella bufala a Baker.
O lasciarlo, farlo stare bene, zittire la bionda e magari, poi, cercare di mantenere buoni rapporti con lui.
Bhè, voi che avreste fatto?
Sarà fatto.
Non appena lo lasci, avvisami, così faccio in modo di non dire nulla al preside.
Abbassai lo sguardo e lasciai la stanza, in silenzio.
Okay, adesso mi si poneva un altro grande e piuttosto insormontabile problema davanti agli occhi. Come?
Mi si sarebbe spezzato il cuore, ma non m’importava; non dovevo pensare a me, bensì a lui e al suo bene. Non potevo essere la solita Kay “la mia felicità sopra quella di tutti gli altri”, non potevo pensare più a me che alla sua situazione.
Gli avrei fatto del male, ma avrei contemporaneamente salvaguardato la sua carriera e di conseguenza la sua vita. Cos’ero io in confronto a tutto quello che aveva messo in gioco? Era un po’ come una partita a carte, capite? Da una parte c’erano la sua carriera non solo da professore ma anche da chitarrista, c’era l’amicizia con i suoi “colleghi” , la sua fama e la sua immensa reputazione. Dall’altra c’ero io.
E’ ovvio cosa era più importante dell’altro.
A mio malgrado, nonostante il mio passo fosse lento, arrivai presto davanti alla porta della casa dei docenti, dalla quale ero uscita meno di mezz’ora prima. Prima di bussare, la testa iniziò a pesare una ventina di kili in più e lo stomaco si strozzava in preda ai dolori improvvisi, le farfalle erano diventate pipistrelli e mi stavano sbranando dall’interno; mi massaggiai le tempie, stringendo i denti, per poi poggiare la fronte sulla porta dell’edificio. Dopo una decina di minuti di meditazione, bussai.
Non Haner, non Haner, non Haner...
Kay! Cerchi Brian? E’ di sopra..” Grazie per avermi aperto tu, non finirò mai di essertene grata.
 E se.. E se lo avessi confessato a lui? Magari avrei lasciato Brian senza lasciarlo sul serio. Le speranze iniziarono a moltiplicarsi entusiaste, io sorrisi.
Seward sei la mia salvezza.” Lo spinsi in avanti e mi chiusi la porta alle spalle, con lo stesso sorriso rimbecillito che m’illuminava il volto smorto. Lui era confuso, molto confuso; non riusciva neanche ad aprire bocca per paura di iniziare un discorso che non c’entrasse niente con la situazione. Mentre lui era intento a costruirsi teorie mentali sulle mie azioni inspiegabili, lo trascinai in soggiorno, accertandomi che nessuno stesse sentendo.
Kay che ti prende?” mi urlò, non appena mi calmai. Lo zittii con l’indice.
Devo dirti una cosa.
Lo feci sedere, e mi accomodai accanto a lui; cercai di rimanere accovacciata, sperando che nessuno, a parte lui, si accorgesse della mia presenza in quella casa.
Spara.” Mi sussurrò, abbassandosi anche lui.
Bang!
Non sei divertente.” Serrò gli occhi, io sorrisi ancora una volta. Dopo un ennesimo accertamento, mi avvicinai al suo orecchio ed iniziai a raccontare.
Hai presente Sarah, quella nuova?” 
La bionda?” aggrottò le sopracciglia.
Esattamente.” Annuii. Seward si limitò a guardarmi fisso, come se fosse in attesa.
S’e’ scopata Haner.
I suoi occhi si spalancarono, la sua mano si coprì la bocca con fare da diva; sembrava una ragazza di fronte ad un colpo di scena in qualche soap opera.
Brian ti ha tradito?!” chiese sconvolto poco dopo, passandosi una mano sulla fronte.
No! Quando io ero via.. Comunque, vuole dire a Baker che Brian l’ha violentata.”  Ripropose la sua posa da teenager scandalizzata. Io lo guardai rassegnata, era davvero uno spettacolo poco virile.
Cosa?! Ma è Vero?! Brutto figlio di..” Fece per alzarsi, ma gli afferrai il colletto della camicia e lo ritrascinai sul divano.
No, rincoglionito! E’ una bufala! Ma Zacky potrebbe crederci..
Eh.. Baker è piuttosto permaloso in queste cose...
L’ho implorata di non dirglielo..”mi morsi le labbra, lui ricercò il mio sguardo.
Wow.. E lei?” Era piuttosto preso dalla discussione, per fortuna.
Mi ha detto che solo una cosa può bloccarla dal parlare al preside.
Ovvero?
Devo lasciare Haner.
In quel momento, il viso del nanerottolo fu un mosaico di emozioni; prima sembrava confuso, poi arrabbiato e infine un misto tra deluso e nervoso.
Vuoi lasciare Syn?!” mi chiese, alzando le sopracciglia, con tono severo e incredibilmente alto. Mi piazzai l’indice sulle labbra.
Abbassa il volume!”
Si nascose il viso tra le mani, in preda alla disperazione. Dopo un po’ se le scrollò di dosso e fissò il vuoto.
“Vuoi lasciarlo?! Sul serio?!” mi guardò male, serrando i pugni e i denti.
Non sapevo che rispondergli, avrei voluto urlargli “NO” ma non dovevo mentire, non dovevo mentire a nessuno, soprattutto a lui.
“Lo faccio per il suo bene...” abbassai la testa, distrutta.
Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, io feci di tutto per non tirarle giù e, per fortuna, ci riuscii; Seward mi guardò sospirando.
“E se io glielo dicessi..?”
“Sarah lo verrebbe a sapere, e lo direbbe a Baker.”
“Potrei parlare a Zacky e mettergli una buona parola.” Cercava di aiutarmi, era grandioso. Stimavo quell’uomo in una maniera inspiegabile.
“No, ti prego. Non dirgli niente, tutto ciò puzzerebbe soltanto di bruciato.”
Annuì sconfitto, per poi lasciare la stanza con un viso distrutto.
Decisi, quindi, di salire al piano di sopra e comunicare la cattiva notizia ad Haner, nonostante il mio cuore mi teneva giù, cercando di impedirmelo. Avrei pianto, senza alcun dubbio, pianto come una fontana. Dubitavo delle mie capacità da attrice, ma erano le uniche cose su cui dovevo contare in quel momento; mi servivano come nient’altra cosa, dovevo riuscirci.  Era un ordine che davo a me stessa.
Cercai di trovare le parole meno dolorose, ma ogni frase,ogni periodo mi sembrava sempre più orrendo e crudele; non ero un mago delle relazioni, non avevo mai lasciato qualcuno, e farlo controvoglia mi appariva così dannatamente difficile.
Non appena entrai in camera sua, Brian mi venne incontro in un battito di ciglia; mi strinse forte a sé ma notò quasi subito che non ricambiai il suo caloroso abbraccio con l’entusiasmo di sempre.
Sciogliendolo, mi guardò accigliato come non mai.
Non sapevo da dove iniziare.
Devo parlarti.
Tutto ok? Così mi fai spaventare.. Non hai una bella cera.
Farei tremila giri di parole, ma non basterebbero. Mi dispiace ok? ” Era ancora più confuso di prima.
Ad un certo punto, gli afferrai le guance e gli diedi un bacio, un bacio amaro e privo di sentimenti, di cui mi sorpresi persino io.
E’ finita.



Angolo dell'autrice.
Salve a tutti :D sarò breve, non spaventatevi della scritta "Completa" su questa FF u.u preeeesto arriverà Life in Vengeance University 2. Dato che questa storia ha fatto tanto successo, voglio trasformarla in una vera e propria serie! Mi piacerebbe sapere che ne pensate,perciò recensite in tanti u.u ciao! 
-Kay
   
 
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