Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: daliakate    20/01/2012    7 recensioni
Dalia decide di passare del tempo con i suoi nonni materni nel paese natale della madre.Non sa che un mistero accomuna gli abitanti del borgo.Chi la ama cerca di proteggerla dalla bestia.
Ma la bestia ha anche un cuore umano,un cuore che ama...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ED ECCOCI ALLA FINE DI QUEST'AVVENTURA MOLTO IMPORTANTE PER ME, GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO, RECENSITO E DATO CONSIGLI IL VOSTRO APPOGGIO è LA BENZINA CHE HA MESSO IN MOTO TUTTO CIò. DA PREMETTERE CHE LA BETATURA è STATA SCARSINA PER CUI PASSATEMI COME AL SOLITO ERRORINI E SVISTE VARIE. iN FINE VI ANTICIPO CHE GIà LAVORO AL SEQUEL.
 
 
 
 
 
DALIA DI LUNA
Mi chiamo Dalia Evelina Mastrangelo e avevo una vita…avevo un lavoro…stupidi problemi sentimentali…ero libera… e ora sono qui sulla Maiella al cospetto del consiglio di Licaone. In pratica il corrispettivo licantropesco della guardian(ho iniziato a chiamare i guardiani così, perché sono lontani anni luce dalle quattro brave persone che sono i miei nonni e i paesani).
Sono intimorita?...Per niente. Cos’altro ho da perdere…
Voglio solo sapere cosa mi sta crescendo dentro, è il tempo di avere una valanga di risposte che magari placheranno la mia sete di sangue.Certo che Irina è stata vaga dicendo che dovevamo andare a roma. Io mi aspettavo già di respirare un po’ di normalità, vedere persone normali, il traffico e invece di nuovo boschi e  ancora boschi. Mi sono allarmata ad un certo punto temendo una trappola, ma lei se n’è accorta e mi ha spiegato che mentre facevo colazione all’agriturismo, ha ricevuto una telefonata del “Signor Riccardo” che le ha dato nuove istruzioni.Così eccoci nel bel mezzo del nulla davanti ad un maniero che sa tanto di fortezza Alte mura antiche e un portone blindato con tanto di telecamere a circuito chiuso.
Irina il signor Riccardo non ti ha spiegato che posto è questo?”
I miei sensi sono di nuovo allertati, anche se non avverto pericolo.
Mi ha detto che saremo al sicuro e che loro saranno qui al più presto. I  guardiani non possono farci nulla, questo è territorio di lupi.”
Una guardia armata sbuca dal nulla e con modi spicci ci dice di girare al largo: Sarà alto almeno due metri e l’uniforme nera stile diabolik gli fascia muscoli gonfi come cocomeri, il suo odore è simile a quello di Laerte e di Riccardo. Irina non sembra intimorita e pronuncia una parola dal suono strano,  la guardia sembra sorpresa ma poi ci lascia entrare, veniamo subito scortate all’interno passando per un cortile all’apparenza deserto. Non ho molto tempo di guardarmi intorno poiché vengo subito separata da Irina e accompagnata da una ragazza che ha tutta l’aria di essere una segretaria. La seguo in silenzio, non è lei che devo tempestare di domande. Ci apprestiamo a prendere un ascensore, che invece di salire scende al  livello – 2.
Di fronte a noi si apre un corridoio con moquette e pareti crema (molto simile a quello che abbiamo attraversato per scappare dalla villa ad Istria), ci sono varie porte aperte e all’interno di esse: scrivanie, computer e impiegati. Sembra di essere in una cavolo di azienda tanto che nel corridoio c’è anche una boccia d’acqua.
La segretaria si ferma davanti a quello che deve essere l’ufficio del capo, bussa lievemente. Dopo qualche istante arriva l’assenso verbale ad entrare, lei mi fa cenno che devo andare da sola, la guardo torva e con un leggero nodo allo stomaco vengo accolta in una grande stanza che rimane fedele all’antichità del maniero: pareti di roccia nuda, arazzi preziosi con lupi ovunque e poi scaffali ebano con tanti libri. Per ultimo e solo per ultimo la mia attenzione si sofferma sull’uomo dietro l’imponente scrivania che mi osserva bonariamente.
L’aspetto è quello di un sessantenne in buona forma ma solo dio sa quanti anni possa avere. Ha lineamenti aristocratici, anche se  il taglio di capelli è quello di chi ha fatto per troppo vita militare.
Siediti ti prego, devi esseri stanca”.
Tutta la mia foga di sapere si attenua  grazie alla sua voce  calda e rilassante. Un uomo di grande carisma devo ammettere. Per cui da brava mi accoccolo sulla poltrona di pelle, lui però non vuole mantenere distanze formali per cui viene a sedersi sulla poltrona adiacente alla mia e mi prende le mani tra le sue.
Passato il lieve stupore mi crogiolo, le mie dita sono intirizzite dal freddo i suoi palmi invece sono calde oasi.
Hai tutta la mia stima per il coraggio che hai dimostrato , sei davvero una ragazza unica. Ora so che sei confusa e diciamo che la tua storia ci ha lasciati basiti.” Si avvicina di più infondendomi ulteriormente serenità.
Vedi, anni fa ruppi i rapporti con il mio unico figlio, amareggiato dalla sua condotta gli feci credere d’esser morto. Fu una punizione crudele dettata dall’orgoglio. Negli anni poi ebbi modo di conoscere la verità, ma ormai era troppo tardi. Come magra consolazione sono diventato il presidente del consiglio di Licaone, la più alta carica a cui un lupo europeo può aspirare e ciò mi ha permesso di monitorarlo a distanza e conoscere la sua vita. Non puoi immaginare cosa ho provato quando lui si è innamorato della figlia di quel mostro…” Neanche lui riesce a pronunciare il nome d’Isabella.
Avevamo  le mani legate perché quando è stato fatto prigioniero era in territorio della Guardian. Pensa che stavamo per vagliare una rappresaglia militare, ma poi sei arrivata tu e lo hai salvato. Ti sono debitore e ti giuro che nessuno ti farà più del male.”
“Tu sei il padre di Riccardo ?”.
Ancora mille emozione mi sovrastano…mi sento d’impazzire.
Ti prego calmati Dalia”. Fa con voce suadente, ma davvero rischio di sbottare. Ci mancava solo il suocero pentito.
La prego signor Del percio almeno lei non mi chieda nulla ma mi risponda solamente.” Sono diretta e un pizzico aggressiva, in piedi con le mani puntate sui fianchi.
Stamane ho avuto un colloquio telefonico con Riccardo, passato lo shock di sapermi ancora vivo è passato diretto alla tua situazione.”
Ama prenderla per le lunghe con le spiegazioni, ma non devo essere troppo sfrontata. Ho di fronte un’autorità e devo rispettarlo.
Sei stata morsa?”
“Si” Il solo pensiero mi fa rabbrividire. “Ma questo mi sembra di non averlo detto a Riccardo.”
“Se n’è accorto perché hai perso l’odore.”
“Che significa…cioè se un altro lupo ti azzanna non sei più l’anima gemella”.
Cosa mi prende!  dovrebbe farmi piacere non esser più la sua donna ideale e invece sono amareggiata. Forse la rabbia ha ottenebrato i miei veri sentimenti per lui.
Sei stata marcata, che è cosa rara poiché si sopravvive molto difficilmente ad uno scontro con uno di noi. Ma non è tutto.” Deglutisce mostrando i primi segni di nervosismo. “Essendo tu figlia di una donna che ha portato seme di licantropo dentro di sé e che è stata morsa  anche lei.” Si ferma e mi guarda con compassione facendomi intuire che sono nella cacca.
Diventerò anche io un licantropo?”
“No…peggio.”
Sento lacrime pizzicarmi le guance e cado in ginocchio ai piedi di lui, deve parlare…devi finire di torturarmi.
La imploro mi dica subito che fine farò.”
Lui mi abbraccia in maniera paterna e mi sussurra all’orecchio la sentenza.
Sei un caso unico al mondo, hai i sensi e il sistema immunitario di un licantropo ma mantieni la tua umanità. La fusione delle due nature ti renderà: forte, veloce, immune a tutte le malattie conosciute al mondo. In più se decidessi di avere figli  da un licantropo…bhe!... sarebbe l’alba di una nuova stirpe.”
“In pratica un fottuto fenomeno da baraccone.”
Mi siedo a terra incredula per tutto ,incredula di non essere più Dalia la wedding planner… Dalia la stangona…Dalia e basta.
Da bambina ho sempre sognato di esser speciale, una principessa della fate in incognito nel mondo reale. Oggi speciale lo sono per davvero e cosa non darei per poter tornare indietro ma non si può per cui ora alzerò il culo e affronterò di petto ciò che viene. In fondo ho fatto cose nelle ultime 48 ore che mai avrei immaginato di poter fare.
“La Guardian farm e tua madre vogliono usarti come topo da laboratorio per creare farmaci capaci di rivoluzionare la medicina conosciuta. Ovviamente venduti solo ai giusti nababbi. Immagina cure per il cancro e giù di lì.”
“Mi correggo non un fenomeno ma una cavia”. Parlo più a me stessa che a lui.
Mi aiuta a rialzarmi e mi fa una carezza, non somiglia a Riccardo, nei suoi occhi celeste chiarissimo c’è tanta saggezza.
Domani partirai per il borgo, lì starai con i tuoi nonni e noi ti proteggeremo. C’è una scissione tra i guardian e la pharma inc. e poi i tuoi nonni ti daranno un po’ di sostegno.”
“E poi…”
“Ti prometto che riavrai la tua vita”.
Sarò sempre credulona ma quest’uomo riesce a darmi speranza.
Ora gloria ti accompagnerà nella tua stanza così potrai riposare, ti avvertirò appena arriverà mio figlio.”
“Signor del Percio…suo figlio capirà.”
Non so perché gli dico questo. Ma è stato l’unico in questi giorni a preoccuparsi per me, in tutti i sensi e poi il solo fatto di essere la figlia di Isabella mi mette in una posizione di profondo imbarazzo.
 
Così sei vivo.”
Il tono incolore di Riccardo era un pugnalata al cuore per Wolveno, conoscendo il carattere fumentino e orgoglioso del figlio si aspettava una reazione violenta e invece era lì davanti a lui con assoluto distacco.
Riccardo spiegarti il mio atto crudele sarebbe un insulto per la tua intelligenza ma all’epoca ho scelto di tutelare i patti.
“Senti per me vivo o morto non cambia niente, hai fatto la tua scelta e ora se sono al tuo cospetto è solo per chiedere protezione per lei.”
Aveva messo un po’ di furore nelle sue parole ma era terribilmente difficile mantenere la calma in quell’assurda situazione. Era stato ferito dal proprio padre in nome dell’orgoglio, eppure era una bazzecola paragonato alla situazione di Dalia . Si alzò in piedi e si portò alla finestra dello studio del presidente, dava sul bosco e lasciò correre lo sguardo sul verde degli alberi. Wolveno andò alle sue spalle e gli appoggiò una mano sulla spalla.
Sono stato un vigliacco, dovevo chiederti perdono e invece mi sono rintanato nella mia posizione accontentandomi di spiare la tua vita, ma ora abbiamo una possibilità…”
Riccardo fissò il viso del vecchio padre e scorgendo una stanchezza triste negli occhi, non riuscì a ignorare il legame profondo che li univa.
Non chiedermi ora di perdonarti se mai lo farò sarà a tempo debito, in questo momento conta solo Dalia e voglio la verità.”
Il genitore sentì un improvviso raggio di sole nel petto d’innanzi quello spiraglio lasciatogli dal figlio..
 Dalia aveva i capelli umidi pettinati all’indietro che le mettevano in risalto il viso smagrito; sembrava una bambina smarrita dagli occhi indecifrabili. Riccardo era spaventato da lei, da quello che avrebbe potuto dire, rimase vigliaccamente immobile aspettando una reazione che non attardò ad arrivare. Si scagliò contro di lui con furia cieca, tempestandolo di pugni e schiaffi. La lasciò sfogare per qualche minuto poi le bloccò i polsi e la spinse contro il muro immobilizzandola.
Mi hai rovinato la vita, perché cazzo sei tornato a roma. Perché…perché …perché!!!”
Si dibatteva all’inizio come una tigre ma le forze le stavano venendo meno.
Perché ti amo Dalia.” Disse bruscamente.
Perché ami il mio fottuto odore che ora non ho più, quindi puoi andartene a fanculo.”
Credi che abbia passato l’inferno e rischiato la pelle per un odore, sono meno bestia di quello che pensi.”
La lasciò andare frustrato non riusciva a credere che  sminuisse tanto il suo amore.
All’inizio è stato l’odore a farmi avvicinare a te e ti giuro che volevo starti alla larga conoscendo la tua identità ma poi è cambiato tutto, mi hai reso umano. E’ un amore umano quello che mi ha permesso di resistere. Mi hanno picchiato, costretto a combattere, usato come carne da macello.”
Solo alla fine si era reso conto della violenza delle sue parole, lei era rimasta contro il muro e stava piangendo sommessamente.
L’unica cosa che veramente ci ha divisi è Isabella, io ti ho cercato e messo in discussione la mia pelle e tutto per te, ma credimi io non ce la faccio. Pensarvi come amanti mi strazia. Avete concepito un bambino. Lei era mia madre…”
Farò tutto quello che posso per fartelo dimenticare”. Lo disse esausto e addolorato intenerendola al punto che lasciò il muro e lo sorprese ancora abbracciandolo.
Riccardo è troppo, sono stanca e per di più ho perso la mia libertà”. Questa volta era lei che gli parlava all’orecchio per addolcire la tristezza.
Ti prego non chiedermi altro. Va via da me. Per favore amore vattene via.”
Riccardo sciolse l’abbraccio e le prese il viso tra le mani.
“Puoi cacciarmi quanto vuoi, lo sai che torno vero?”
“Devo dire che come cane da riporto non sei male”.
Riuscì a strappargli il sorriso, era davvero unica e questo suo aspetto gli dava nuova energie.
Mi cacci per preparare un nuove repertorio  di battutacce.”
Ora ridevano di gusto entrambi e tutto il male sembrava svanito, almeno per pochi istanti.
Dalia”. Fece lui di nuovo serio. “Mentre starò via ci sarà Laerte  e arriveranno anche altri lupi a proteggerti al borgo, giurami solo che non farai stronzate. Conosci il pericolo che corri, quindi sta buona e goditi un po’ di vacanze dai tuoi nonni. Tornerò solo quando avrò risolto tutti i pasticci.”
“Farò del mio meglio”. Fece sorniona.
Ora riposati, domani parti all’alba.”
Gli tese una mano e lo attirò a sé baciandolo. Fu una tortura per lui ma anche delizia, si staccò prima che fosse troppo tardi e le sorrise ancora prima di lasciare la stanza.
Mentalmente i due si salutarono con la certezza che la prossima volta che si fossero riuniti sarebbe stato per sempre…
Il borgo non era in festa e i suoi nonni avevano il viso preoccupato, però lei si sentiva in pace. Era a casa finalmente.
 
 
 
TO BE CONTINUED
 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: daliakate