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Autore: Zomi    20/01/2012    5 recensioni
Serro gli occhi rabbioso. Cazzo, è il matrimonio della mia mocciosa, e ragionando ora capisco perché sono qui davanti l’altare: sono il suo testimone.
Suo e di quello stronzo, figlio di puttana, carogna, animale che me l’ha rubata. Ringhio sommesso, puntando lo sguardo sui miei piedi. Io, Rufy e Sanji siamo i testimoni maschili di quel bastardo che mi ha preceduto nel conquistare il suo cuore...
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Eccoli, gli ultimi passi che la condurranno da lui. Abbasso lo sguardo, sconfitto, e cerco di non ringhiare troppo forte per la rabbia. La musica si ferma, un gran silenzio ora echeggia nella Chiesa.
Con non so con quale forza, ma alzo lo sguardo. Il fiato mi si spezza in gola.
Nami è davanti a me.
Mi guarda radiosa, incapace di smettere di sorridere. I suoi incantevoli occhi color nocciola brillano e percepisco appieno il suo respiro emozionato e irregolare. È ancora sottobraccio a Genzo, il quale è rapito come me ad osservarla. Un sussulto e si riprende. Mi squadra con quel suo unico occhio sano, e mi prende una mano su cui poi posa quella delicata e fresca della navigatrice. Il contatto è indescrivibile.
Sento perfettamente la liscia pelle di Nami sulla mia ruvida e callosa, ed è come se il ghiaccio riuscisse a toccare il fuoco senza sciogliersi. Lo vedo sorridere, mentre io arrossisco.
-Te l’affido spadaccino… mi raccomando…- sussurra, andandosi poi a seder su un posto libero vicino a Usop.
Cacchio!!!
Sono io? Sono io lo stronzo, figlio di puttana, carogna, animale che sposerà Nami? Io?
Respiro appena comprendendolo. Io. Io. Io.
Non ho alcun ricordo di essermi dichiarato o di averle chiesto di sposarmi. Nessuno. Nada. Nichts. Niente di niente. Eppure, non me ne potrebbe importare di meno.
Sto per sposare la mia Nami, nessuno me l’ha rubata e finalmente posso dire che è MIA e di nessun altro. Le stringo la mano, emozionato, e inizio ad avvicinarmi a lei. Non ho nessun tipo di ricordo di un qualsiasi nostro bacio o carezza, ma ora come ora non desidero altro che poterne creare uno.  Mi accosto ancora di più, per poterla baciare, e noto con soddisfazione che anche lei avvicina il suo volto al mio. Ma una possente e roca voce fa sussultare entrambi, distanziandoci:
-Carissimi… Oggi siamo qui riuniti…-
Orso ha dato inizio alla cerimonia. Sbuffo e cerco di trattenermi dal mandarlo a defecare a gran voce. La mocciosa alza gli occhi al cielo, pensando, come me, che l’intervento di Bartolomew è stato fastidioso quanto tempestivo.
Non ascolto molto di ciò dice quel gigante, sono troppo ammaliato dalla visione della mia futura moglie. È bellissima, con le sue gote arrossate per l’imbarazzo e gli occhi luminosi. I suoi capelli risplendono rossi come fuoco grazie a un raggio del sole che li illumina attraverso una vetrata. Sento singhiozzi e starnuti dietro le mie spalle. Di certo Sanji, Brooke, Chopper e Franky si saranno commossi. Ridacchio e torno a concentrarmi su di lei. Mi sorride e vorrei tanto poterla baciare. Fisso, voglioso, la sua bocca socchiusa e carnosa. Mmh, dev’essere così buona, al sapore di mandarino forse, oppure…
-Ehm… Roronoa…-
Sussulto. –Eh?-
Qualche risatina alle mie spalle, e una dolce e soffice di Nami, succedono il mio verso.
-Ehm…- riprende Orso -… Ti ho chiesto se vuoi tu, Roronoa Zoro ex cacciatore di taglie, prendere come tua moglie la qui presente Nami, detta Gatta Ladra… la vuoi si o no?-
Ritorno a fissare Nami. –Eccome…- mi sfugge.
-Cioè… si lo voglio…-
Lei sorride, mentre il mio testimone di gomma ridacchia.
-E vuoi tu, Nami detta Gatta Ladra, prendere come tuo marito, il qui presente Roronoa Zoro ex cacciatore di taglie?-
-Si… lo voglio…- risponde melodiosa.
Sorrido e mi fiondo a baciarla, come rituale vorrebbe. Nami si sporge verso di me, socchiudendo gli occhi, ma nuovamente Orso si intromette.
Una sua gigantesca mano si frappone tra le nostre labbra, e con un brontolio metallico dice: -Prima le fedi e le promesse…-
Sbuffo, mentre ci dividiamo. Nami fulmina con occhi di fuoco il membro della flotta di sette, risistemandosi davanti a me.
-Prego Roronoa…- mi da parola l’uomo.
Io non so che fare. Promesse? E chi le sa? Fino a pochi attimi prima non sapevo nemmeno che mi sposavo!!!
Mi riprendo e mi volto verso Rufy perché mi passi le fedi. Apro una mano in sua direzione, ma lui mi fissa non capendo.
-Che vuoi?- domanda.
-E dai… dammele…- ringhio.
-Ma che?- si infila un dito nel naso. Ora lo strozzo.
Ma il cuoco lo scansa e, rovistando in una tasca del suo completo blu notte, ne estrae un piccolo anellino d’argento. Ghigno e lo ringrazio con un cenno del capo. Torno a voltarmi verso Nami, e le prendo la piccola mano sinistra nelle mie. Prendo un respiro profondo.
-Nami… non so cosa prometterti. Sono uno squattrinato, lo sai, e con me la vita non sarà certamente rosa e fiori. Ma se tu vorrai accettarmi così come sono, io ti prometto tutto me stesso. Dalla punta della mia verde e testarda testa, fino alle punte dei miei callosi e caldi piedi… Ti amo, e il mio cuore è il più gran dono che io possa farti…-
Le infilo all’anulare la delicata fedina, mentre lei sorride raggiante.
-A te Nami…- sussurra Bartolomew.
La rossa si volge verso Robin, e torna verso di me con in mano un anello d’argento maschile.
-Zoro, amore mio… Sei il primo mio pensiero che il mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla, sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, la cosa più incredibile che conosco… Ti amo, ti amo, ti amo…-
Introduce la fede sul mio informe anulare. Sorrido incredulo che tutto ciò sia possibile. Prendo le sue mani tra le mie e muovo il mio volto verso il suo, pronto ad assaggiare quelle belle labbra. Mi fermo, però, guardando di sbieco Orso.
-Oh, si, si… potete baciare la sposa…- si affretta a dire, capendo l’antifona.
Ghigno e finalmente avvicino rapido le mie labbra alle sue. Le vedo carnose e rosee. Vorrei mangiarle. Ormai siamo vicinissimi, pochi soffi ci separano.
Sento il suo respiro scaldarmi il mento. Pochi millimetri e…
 
 
SPLASH!!!!!
Annaspo, svegliandomi di botto. Agito le braccia scosso, e cerco di respirare nonostante l’acqua che mi è entrata nei polmoni. Mi metto seduto tra l’erba del ponte e tossisco mezzo morto.
-Così impari a dormire e a non rispondere quando ti chimo, Morimo del cavolo!!!-
Apro gli occhi e mi ritrovo quel damerino impomatato davanti. Il secchio d’acqua ora vuoto, con cui mi ha svegliato cercando di annegarmi, ancora tra le mani. Lo fisso sbarrando l’occhio. Quello si allontana, brontolando.
Ma che cavolo succede?
Mi asciugo qualche goccia d’acqua dal viso con il palmo della mano, e cerco di trovare una spiegazione logica a tutto. Ma io non mi stavo sposando? Dov’è finita la chiesa, gli invitati, la musica, i fiori…
-Ti stava chiamando da un po’… ma tu non rispondevi perché dormivi…-
Un asciugamano mi viene lanciato in faccia. Lo sposto dalla visuale degli occhi, e vedo che Nami mi è vicino e concludo che è stata lei a lanciarmelo. E il suo bel vestito da sposa? Che fine ha fatto?
La guardo confuso.
-Dormivi profondamente… e devi pure aver sognato perché ti agitavi parecchio… almeno all’inizio, poi ti sei calmato…-
Già, all’inizio ero parecchio agitato, ma poi ci sarei rimasto volentieri in quel dannato sogno.
-Che sognavi?- domanda incuriosita, mentre mi sfrego l’asciugamano sul volto per asciugarmi. Ridacchio.
-Uhm… una cosa molto bella…- ghigno divertito, alzandomi da terra.
-Che cosa?- si avvicina e mi fissa ancor più incuriosita.
-Un matrimonio…-
-Dai!!! E di chi?- il suo tono è sempre più interessato.
Sghignazzo, alzando il panno sul capo e fissandola in volto.
-Di noi due…-
Arrossisce imbarazzata. Sbarra gli occhi, per poi infossarli sull’erba del ponte. Incrocia le braccia al petto e si comincia ad arricciare una ciocca di capelli ribelli.
-B-bhè… era, e-era solo un-un sogno in fondo…- balbetta.
Balbetta? Nami che balbetta?
Ridacchio e butto l’asciugamano per terra, circondandole veloce i fianchi con le mie braccia.
-Ma i sogni son desideri, no?-
Alza sorpresa i suoi occhi sui miei e diventa ancor più rossa. Apre bocca per rispondermi, ma poi la richiude bloccata. Sogghigno, portandomi verso il suo orecchio e soffiarle dentro: -E io desidero tanto sposarti…-
La sento tremare tra le mie braccia. –Lo… lo dici solo perché l’hai, l’hai sognato… se avessi sognato di sposarti con Chopper avresti chiesto a lui …-
Il suo ridicolo tentativo di smentirmi mi fa ridere.
-Nah… se avessi sognato Chopper mica glielo avrei chiesto… e poi io lo chiedo a te perché ti amo… ma se tu non vuoi…- la stuzzico, allentando l’abbraccio.
Lei si aggrappa al mio collo e mi trattiene.
-NO!!! FERMO!!!!- mi blocca –Io non ho detto che non voglio. Solo mi sembra strano che tu… che tu mi ami…-
Le prendo il viso tra le mani e cerco di usare il tono più sensuale e peccaminoso che conosco della mia rude voce.
-Sei il primo mio pensiero che il mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla, sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, la cosa più incredibile che conosco… Ti amo…-
Le rubo le parole che ha usato nel mio sogno. Lei sorride, radiosa, e mi bacia di scatto, così, senza lasciarmi il tempo di capire appieno che sta succedendo. Sento le sue morbide labbra sulle mie, e le sue esili e veloci mani da ladra circondarmi il volto. Rispondo al bacio, stringendola a me e mordendole finalmente quelle labbra che per tutta la durata del mio sogno mi sono state negate. Ci stacchiamo, per l’assenza d’aria, ma continuiamo ad abbracciarci. Il suo sorriso è meraviglioso e mi fa arrossire.
Mi lecco le labbra, insaporite del suo spore. Ho una gran voglia di tornare a sfiorare quella rosea bocca.
Robin tossicchia.
–Diglielo…- bofonchia alla Mocciosa. Quella arrossisce voltandosi verso di lei, per poi tornare a guardarmi. Mi sorride.
-Ti amo Zoro…- sussurra, avvicinando nuovamente il suo bel volto al mio. Sghignazzo e aspetto l’arrivo della sua bocca sulla mia.
-MIE DEEEEE!!!! Che ne dite di un gustoso gelat… ARGH!!! MORIMO CHE CAVOLO STAI FACENDO ALLA MIA SIRENA RAMATA?!? TOGLILE DI DOSSO LE TUE LURIDE MANI DA DEPRAVATO MANIACO!!! TI AMMAZZO ALGA DI MERDA!!!-
Un furioso spostamento d’aria precede l’arrivo di un calcio di quel cuoco di serie C, ma lo evito veloce, prendendo in braccio la mia Nami.
-Mancato…- lo canzono, tirandogli la lingua.
-Ehi, ho sentito pronunciare la parola “Gelato”… si mangia?- compare Rufy da dietro il castello di poppa. Sanji non lo degna di uno sguardo, e mi incendia rabbioso con lo sguardo.
-Posa. La. Mia. Dea. A. Terra.- intima. Apposta la stringo più forte al mio petto, e noto con piacere che pure lei si stringe spasmodica a me, aggrappata al mio collo.
-Ma che succede fratelli?- chiede Franky, uscendo da sotto coperta con Usop.
-Ah, nulla… Io e Nami ci sposiamo, niente di che…- ghigno, sentendo la mia mocciosa strusciare il suo delicato nasino su una mia ganascia. Sanji ringhia, mentre i nostri compagni esultano, ora tutti presenti sul ponte.
-Evviva!!!- grida il capitano –Allora si festeggia!!! E si mangia quindi!!! E poi c’è il ricevimento del matrimonio: antipasti, primi, contorni, carne tra cui arrosti, polli, pesce, misto fritto, cacciagione, cinghiali, cervi, fagiani, elefanti… Sanji me lo prepari l’elefante, vero?-
Il cucchetto lo atterra con un pugno: -TACI POZZO SENZA FONDO!!!-
Ridiamo tutti.
-E dai Sanji…- cerca di addolcirlo Nami -… fallo per me. Prepara i tuoi manicaretti più buoni per il mio matrimonio… rendimi felice…-
Accidenti se è brava a metterlo nel sacco, infatti quel credulone inizia a emanare cuoricini ovunque e a galleggiare nell’aria.
-Oh mia sirena… per te questo e altro… anche se ami quel buzzurro deficiente, continuerò ad amarti e a coccolarti come meriti…-
-Ti consiglio invece di smetterla…- lo minaccio. Un bacio sulla guancia della mia donna però mi raddolcisce, facendo scemare la gelosia.
-Yohohoho-ho… che bello!!!! Un matrimonio… mi batte il cuore per l’emozione, anche se il cuore non ce l’ho più… YOHOHOHOHO-HO!!!!-
I nostri Nakama scendono sotto coperta, eccitati e parlando frenetici dei preparativi. Robin ci supera, attraversando il ponte in cui leggeva, verso le cabine, sorridendoci amichevole. Invece di seguirli però, io mi dirigo verso l’agrumeto della strozzina che ancora reggo tra le mie braccia.
-Dove mi porti?- soffia accattivante nel mio padiglione auricolare, facendo tintinnare tra loro gli orecchini lì appesi. Mi accarezza il mento e struscia la sua fronte contro di me.
-Bhè… nel mio sogno, beato e santo, venivamo sempre interrotti quando volevamo baciarci, cosa che non ho molto gradito…- mi arrampico sul parapetto dove ondeggiano, mossi dal vento leggero, gli alberi di mandarino.
-E quindi?- si abbandona sulle mie gambe sedute lei.
-E quindi è meglio che rimedi, approfittandone a mangiarti di baci visto che ora siamo soli soletti…-
Ridacchia divertita e inizia a baciarmi vogliosa. –Spero…- mormora a fior di labbra -… che tu faccia parecchi di questi sogni, e che poi tu rimedi sempre così ad essi…-
La stringo a me e lascio che le nostre lingue si attorciglino tra di loro, accarezzandosi e scoprendosi a vicenda.
-Contaci…- sussurro piano piano -…contaci amore mio…-
 
 

 

   
 
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