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Autore: Beauty    20/01/2012    3 recensioni
La storia di Remus e Tonks sulla base del classico Disney.
E' la mia prima fic, vi prego, siate clementi...:)!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il tempo passava; giorni, settimane, scivolavano via come acqua tra le dita.

   Dora era al castello da un mese; per Remus, i trenta giorni più belli della sua vita. All’inizio, il licantropo non avrebbe mai pensato che sarebbe potuto accadere davvero; era consapevole di non aver mai amato, prima di allora. Sì, certo, aveva avuto qualche storia – prima di venire trasformato in quella…cosa –, ma non si era mai innamorato veramente di una donna.

   Ma ora, tutto era cambiato.

   Quella ragazza era entrata nella sua vita come un ciclone, un vero e proprio tornado di allegria e vitalità e, man mano che il tempo trascorreva, Remus cominciò a scoprirsi innamorato di lei.

   Dora era diversa da tutte le altre; era bella, simpatica, intelligente…Stare con lei era ogni volta come ricevere un soffio di vita.

   Tuttavia, in cuor suo, Lupin sapeva di avere poche speranze di essere ricambiato.

   Lui era troppo vecchio per lei, troppo povero…troppo pericoloso.

   Lei aveva solo ventidue anni, lui quasi trentacinque – già, quasi trentacinque…mancava davvero poco, ormai… –; poi, lui non aveva un galeone in tasca, non aveva niente da offrirle. Sì, certo, era un principe, ma quello era solo un semplice titolo, ormai, e la sua unica proprietà era quel castello che cadeva a pezzi.

- Ma sei un professore! Hai un M. A. G. O., ricordi?- gli dicevano Harry e Hermione, per

consolarlo.- Potresti insegnare Difesa contro le Arti Oscure…

- E quale preside sarebbe così folle da assumere un lupo mannaro?

   Sì, appunto; come se non bastasse, era anche un lupo mannaro. Una bestia. Un mostro che ogni luna piena rischiava di farle del male, di ucciderla. Quale donna, sapendo questo, avrebbe voluto stare con lui?

 

   Tonks continuava a lanciare occhiate furtive all’orologio. Il sole era tramontato da un pezzo, ma voleva essere sicura che il momento fosse quello giusto.

   Quella sera c’era la luna piena; e lei sapeva cosa doveva fare.

   Raccolse una coperta dal letto, se la mise sottobraccio e uscì dalla stanza.

  

   Era la prima volta che rimetteva piede nella Stanza delle Necessità, dopo quella notte in cui aveva cercato di scappare. Tonks sentì qualcosa muoversi nell’oscurità, poi la udì guaire sommessamente. Infine, ecco spuntare alla fioca luce della luna la figura di un licantropo che cercava disperatamente di nascondersi sotto un tavolo.

- Ciao, Remus - bisbigliò Tonks, avvicinandosi.- Come va stasera? E dai, vieni fuori da lì, guarda che tanto ti vedo lo stesso, sai…- il lupo ubbidì, seppur di malavoglia, mentre la ragazza si accovacciava al suo fianco.

- Sono venuta a farti un po’ di compagnia…- disse, stendendo la coperta.

Il licantropo non poteva parlare, ma non serviva la sfera di cristallo per capire che era contrariato.

- Oh, quante storie!- sbuffò Tonks.- Hermione mi ha detto tutto, sai? Mi ha detto testualmente che

sei un vecchio lupo paranoico che non la smette più di fare scenate se qualcuno si azzarda ad entrare qui dentro quando sei trasformato! Sai che soprannome ti hanno dato? Lunastorta! Beh, un po’ ti si addice, non trovi?

   Il lupo voltò il muso di lato, sempre più corrucciato.

- E domani mattina non provare neanche a dirmi che avresti potuto uccidermi, come ripeti sempre a tutti gli altri! Severus mi ha detto che ti prepara la pozione Antilupo ogni plenilunio. Quindi, fattene una ragione: io resto qui con te. Così, domani mattina, quando sarai ridotto a uno straccio, potrò aiutarti…

Il licantropo si voltò a guardarla, forse aveva capito che sarebbe rimasta sul serio. Tonks lo guardò: scorse sul muso i segni delle cicatrici, e anche gli occhi erano gli stessi di quand’era umano, verdi e penetranti, ma anche buoni e dolci.

   Ninfadora si avvolse la coperta intorno alle spalle.

- Hai freddo?- chiese.

Pose l’altra parte della coperta sul dorso del lupo, e si accoccolò al suo fianco. Lui non oppose resistenza, anzi, sembrò quasi contento.

- Che pelo morbido…- commentò ridacchiando Tonks, prima di chiudere gli occhi.

 

- Beh, se non altro, avevo ragione…

- Su che cosa?- chiese Lupin con voce roca, mentre Tonks gli medicava una ferita che si era accidentalmente procurato durante la notte.

- Sul fatto che ti saresti ridotto a uno straccio. Hai l’aspetto di uno che è appena stato investito da una mandria di Centauri imbizzarriti…

- Davvero? Faccio così schif…

- Fermo!- lo interruppe Tonks, tastandogli la fronte.- Come immaginavo, hai la febbre…

- Passerà. Passa sempre.

- Sei anche filosofo, adesso?

- Dora, perché sei rimasta?- chiese Lupin, improvvisamente serio.

- Mi sembrava di averlo messo in chiaro, ieri sera…- fece Tonks, stupita.- So quanto stai male durante la luna piena e volevo starti vicino, tutto qui…

- Ti faccio pena?- insistette Remus.

- No.

- Ti faccio schifo?

- No!

- Hai paura di me?

- No, Rem, l’unico effetto che mi fai con questi discorsi è una sensazione di latte alle ginocchia!- esclamò la ragazza, esasperata.

- Ma non ha alcun senso che tu sia rimasta!- disse Lupin.- Sapevi che avrei potuto ucciderti!

- Balle!- sbuffò Tonks.- Avevi preso la pozione Antilupo, ed eri innocuo. Non mi avresti fatto del male. Ed io resterò con te ogni plenilunio. D’altronde, è il minimo che possa fare…dopo tutto quello che hai fatto per me…dopo che mi hai salvato la vita…

   Remus non rispose; ma sentiva di non aver ancora fatto abbastanza, per lei.

 

- Si può sapere dove mi stai portando?- rise Tonks, mentre Remus la guidava, tenendole le mani sugli occhi.

- Aspetta, ci siamo quasi…- sussurrò lui. La ragazza lo sentì aprire una porta; entrarono.

- Posso aprire gli occhi, ora?- chiese Tonks.

- Solo un attimo…ecco…ora sì, puoi aprirli…

Quello che vide la lasciò a bocca aperta: un’immensa biblioteca, con altissimi scaffali su cui erano sistemati centinaia e centinaia di libri, più libri di quanti ne avesse mai visti in tutta la sua vita.

   Era un vero spettacolo, da mozzare il fiato.

- Mi avevi detto che studiavi per diventare un’Auror - esordì Lupin.- E…hai certamente interrotto gli studi, stando qui…

Fece una pausa, incerto se continuare o meno; ci aveva pensato molto, prima di decidersi a farlo, e ora era tormentato dall’idea che non le piacesse.

- Così…ho pensato di regalarti questa…- e alluse con un gesto all’intera biblioteca.- Ci sono tutti i volumi per Auror, e anche tanti altri libri…- continuò.- Così potrai riprendere a studiare…è tua, è tutta tua…Volevo ringraziarti - ammise.- Perché rimani con me ogni notte di luna piena…Ti piace?- chiese alla fine, trattenendo il respiro.

Tonks si voltò a guardarlo, mentre sul suo viso si apriva un sorriso smagliante.

- Oh, Remus!- esclamò, gettandogli le braccia al collo.- Sì, certo! Certo che mi piace! E’ il regalo più bello che abbia mai ricevuto in vita mia! Grazie, grazie, grazie!- disse, abbracciandolo con tutta l’anima.

   Remus ricambiò l’abbraccio, dolcemente, assaporando fino in fondo quel momento in cui poteva averla tutta per sé, tra le sue braccia.

 

- Mi hai detto di avere un M. A. G. O. in Difesa contro le Arti Oscure, vero?- gli disse un giorno Dora, mentre stavano facendo una passeggiata.

- Sì, perché?

- Sei un professore. Hai mai pensato di insegnare?

- Devo dire che mi piacerebbe molto, ma temo che ci sia qualche intoppo…

- Che intoppo?

- Sono un lupo mannaro, ricordi? Sai…- aggiunse poi, quasi si trattasse di una battuta.- Quand’ero piccolo sognavo di creare una scuola proprio qui, al castello…- rise, pensando a quanto fosse ridicola quell’idea.

   Tonks invece rimase seria, quasi assorta.

- Non sarebbe male, come idea…- mormorò alla fine.

- Scherzi?- fece Lupin, incredulo.

- Perché no, scusa? Tu che insegni Difesa contro le Arti Oscure…conosco anche un vecchio professore che non se lo farebbe ripetere due volte, se gli chiedessi di diventare preside…- sorrise la ragazza.- Pensaci, Rem: una scuola di magia, qui…proprio come quelle di Durmsdrang e Beaubatônx…ho già in mente anche il nome…

- E sarebbe?

- Hogwarts!

- Hogwarts? Che significa?

- Niente. Però è fico, no?

Entrambi scoppiarono a ridere.

 

Quella notte aveva nevicato senza sosta, e il mattino seguente l’intero giardino del castello era diventato un’immensa distesa di bianco.

   Lupin era seduto al tavolo della colazione, di fronte ad una tazza di caffè che si stava raffreddando. Dora non era ancora scesa. Ormai, stavano sempre insieme anche nell’ora dei pasti e, benché la ragazza non fosse esattamente il massimo della puntualità, a Remus faceva piacere averla con lui, e non gli pesava aspettarla. Però, si disse un po’ preoccupato, quella mattina era più in ritardo del solito.

- Buongiorno, Rem!- sentì all’improvviso. Tonks era in piedi di fronte a lui, con un gran sorriso dipinto sul viso a cuore e i capelli di un vivo rosa cicca. Indossava un paio di pantaloni pesanti, stivali e un giubbotto di lana rosa chiaro, con una cuffia con tanto di pon-pon dello stesso colore.

- Buongiorno…- rispose il mannaro, un po’ perplesso.- Perché sei vestita così?

- E me lo chiedi? Non hai visto fuori?- trillò Dora.- Ho voglia di giocare un po’ con la neve! Dai, vieni con me!

- Ma…non sarebbe meglio se prima mangiassi qualcosa?- propose Lupin.

Tonks arraffò una fetta di pane tostato e le diede un grosso morso.

- Ecco fatto!- esclamò a bocca piena.- Dai, mettiti il cappotto! Io ti aspetto fuori…

 

Lupin, indossato il suo solito vecchio pastrano logoro, uscì in giardino. Vi trovò Dora, intenta a raccogliere la neve tutta in un mucchio.

- Che stai facendo?- chiese Remus.

- Non lo vedi? E’ un pupazzo di neve. Su, dammi una mano…

Lupin sorrise, cominciando ad aiutarla.

- Quand’ero piccola, ogni volta che nevicava, uscivo sempre per farne uno…- disse Dora.

- Davvero?

- Sì. Perché, tu no?

- No, io…no, veramente…- ammise Remus; quand’era stato morso da Greyback, quando Sirius Black gli aveva lanciato quell’incantesimo, lui era poco più che un ragazzo. Da allora, aveva sempre vissuto nella tristezza e nella disperazione, crogiolandosi nel pensiero della sua maledizione. Aveva cominciato a vivere veramente solo da un paio di mesi, da quando quella strana ragazza era entrata nella sua vita.

- Ecco fatto!- esclamò Tonks quando il pupazzo di neve fu completo.

- E ora?- fece Remus.

- Sta’ a vedere…- Dora si tolse il cappello e lo pose sulla testa di neve del pupazzo; estrasse dalla tasca una carota e fece lo stesso con essa.- Ed ecco anche il naso.

- E quella dove l’hai presa?- chiese Lupin.

- L’ho sgraffignata a Piton prima di uscire…

Remus fece una breve risata, pensando che, dopo quel “furto”, come minimo il povero Severus avrebbe proclamato lo sciopero della fame per tutto il castello.

- Sai, ti somiglia…- commentò Tonks ammirando la sua opera.

- Ma che dici!- esclamò Remus, stando al gioco.- Io sono molto più bello.

- Non la facevo così modesto, signor Lunastorta…

- Ma è vero, scusa! Quel nasone non può in alcun modo competere con il mio fascino…

- Ehi! Non insultare il mio fidanzato!- scherzò la ragazza.

Lupin ammutolì di colpo. Ninfadora si gettò a terra, cominciando a fare un angelo di neve con la propria sagoma.

- Dora…- esordì Lupin, per il quale quell’esclamazione senza importanza aveva avuto lo stesso effetto di una coltellata dritta al cuore.- Dora, a questo proposito…non è per impicciarmi, è solo che…- è solo che mi piaci da morire!- Tu hai un ragazzo?

La ragazza si sollevò sui gomiti, guardandolo negli occhi.

- No, io…non ho un ragazzo…anche se…

- Anche se?- incalzò Remus, cercando di far calmare i battiti del suo cuore.

- Beh, prima di venire qui, c’è stato un ragazzo…Draco Malfoy…lui…mi ha chiesto di sposarlo…

- E tu hai accettato?

- Certo che no!- rise Tonks, balzando in piedi.- Non hai idea di come me l’ha chiesto! Pensa che aveva già preparato tutto, festa, prete, invitati…tutti di fronte a casa mia! Ti rendi conto? Ancor prima che gli avessi detto di sì…come se fosse già sicuro della mia risposta…come se fosse stato tutto scontato…

- Sì, ma se non fosse stato per questo…tu gli avresti detto di sì? Insomma, tu lo ricambi?- chiese Lupin, abbassando lo sguardo perché lei non si accorgesse dell’ansia che brillava nei suoi occhi.

- No! No, io non sono innamorata di lui - disse Tonks.- Lui non è il mio tipo, per niente. Draco è solo un ragazzino viziato e presuntuoso, che solo perché è bello e ricco crede di poter avere il mondo ai suoi piedi…Quello che avrei davvero voluto rispondergli quel giorno, è questo…

- Questo cosa?

   Non fece in tempo a terminare la frase che una grossa palla di neve gli colpì una spalla. Tonks rise.

- Ti sfido!- disse.- Battaglia di palle di neve! Ci stai?

- A tuo rischio e pericolo!- rise Remus, ricambiando la cortesia con un’altra palla di neve. Tonks non fu da meno. Uno dei lanci colpì l’uomo in piena fronte.

- Ah, sì?- rise.- Sta’ a vedere!

Cominciò a inseguirla per gioco, lanciandole ogni tanto altre palle di neve.

- No, che fai? Fermo!- supplicava Ninfadora, senza riuscire a smettere di ridere.

- Hai voluto lanciare una sfida a un mannaro, ora ne pagherai le conseguenze!

- No, no, basta! Va bene, hai vinto!

Tonks scivolò; cercò di aggrapparsi al braccio di Remus per sostenersi. La ragazza cadde di schiena nella neve, tirando con sé Lupin, che finì sopra di lei.

- Ti ho presa!- l’uomo cominciò a farle il solletico per gioco.

- No! No, basta! Mi arrendo! Basta!- rise Tonks.- Va bene, va bene, hai vinto!

- Te l’avevo detto - disse Remus.- Mai sfidare un licantropo!

   - Il solletico però non vale!- protestò scherzosamente lei.

   - Sei un’Auror, dovresti sapere che noi lupi mannari siamo terribilmente vendicativi.

   - Ha per caso intenzione di mangiarmi, signor Lunastorta?

   - A dire la verità, ci stavo proprio pensando, signorina Ninfadora. Con l’aiuto di Piton, lei potrebbe diventare un ottimo dessert…

   Tonks rise, avvolgendogli le braccia intorno alle spalle.

- Hai ragione. Sei terribile…

Erano ancora distesi l’uno sopra all’altra. Remus si rese conto solo in quel momento di quanto fossero vicini. Dora, con i capelli più rosa che mai e le guance leggermente arrossate, era bellissima. I loro volti erano vicinissimi, le loro bocche erano separate solo da pochi centimetri. Remus moriva dalla voglia di baciarla, di sentire le sue labbra sulle proprie. Sarebbe bastato così poco…

   Si riscosse immediatamente; non poteva farle questo, lei si fidava di lui! Se avesse tentato di baciarla, avrebbe rovinato tutto.

   Si staccò da lei, aiutandola a rialzarsi.

- Sta ricominciando a nevicare…- osservò.- Che ne dici, torniamo dentro?

Dora annuì; Lupin le passò un braccio intorno alle spalle, stingendola a sé, e rientrarono al castello, mentre la neve riprendeva a cadere.

 

- Ma tu vai proprio matto per il cioccolato, vero?- commentò Tonks, osservando il licantropo posare la tazza di cioccolata calda ormai vuota.

- Sì, beh…il cioccolato mi piace molto…- rispose Remus.

- Benvenuto nel club, allora - disse la ragazza, finendo di sorseggiare la propria cioccolata.

Dora aveva una coperta avvolta intorno alle spalle; quand’erano rientrati, era tutta bagnata a causa della neve, così Remus le aveva proposto di sedersi con lui accanto al fuoco.

- Allora, asciugata?- chiese l’uomo.

Tonks annuì.- Grazie, Remus…- aggiunse poi.

- Per che cosa?

- Per questa mattina…è stato bello…

- Anche per me, Dora…

Lei sorrise, accoccolandosi ancora di più sul divano. Poggiò il capo contro il petto del mannaro, e chiuse gli occhi.

- Si sta bene, qui con te…- mormorò.

Remus le cinse delicatamente la vita; sorrise, osservando il volto tranquillo e sereno di Dora.

Le passò una mano fra i capelli.

Forse, c’era ancora qualche speranza che lei lo ricambiasse…

Ti amo, pensò, prima di chiudere gli occhi.

 

Angolo Autrice: Ehm…lo so, non è il massimo, ma credetemi, ho fatto del mio meglio…chiedo umilmente perdono…

Dunque, come al solito, due paroline su questo settimo capitolo (già il settimo? Wow, non mi sembra vero di essere arrivata fin qui…). Allora, per prima cosa, mi scuso se è venuto un po’ troppo sdolcinato, ma non avevo una base su cui lavorare. Questi da me descritti sono solo episodi che descrivono la loro vita insieme…Nel film non viene mai spiegato come Belle e la Bestia s’innamorino, vengono solo citati gli episodi della biblioteca e della neve, che spero di aver reso al meglio…Per il resto, mi sono vista costretta ad improvvisare…

A questo proposito, l’allusione ad Hogwarts...diciamo che è una piccolissima licenza poetica (so che nel mio caso è un po’ un parolone ma non mi veniva nient’altro in mente…) che ho deciso di prendermi, e che verrà poi meglio esplicitata nell’ultimo capitolo, sperando che non offenda nessuno…

Ergo, vi sarei grata se tutti quei pomodori e quei cavoli che vedo vi siete portati da casa aspettaste di tirarmeli all’ultimo capitolo, grazie…J

Un chiarimento anche sulla faccenda di Draco (anche qui spero di non aver involontariamente provocato un attacco d’ira nelle fan del personaggio). Non si sa se Belle abbia mai parlato alla Bestia di Gaston, ma io ho pensato che, molto probabilmente, Tonks l’avrebbe fatto con Remus…

   Detto ciò, un grazie a tutti coloro che leggono e in particolare a Karen Adnimel per la  

   recensione…e un grazie anche alla sua sorellina, che a quanto pare ha perso la testa per il mio

   Piton-chef!

Dunque, un piccolo avviso: non ho ancora scritto il prossimo capitolo, ma credo che al 99,9% ci sarà un accenno di song-fic…il prossimo parlerà infatti di una delle scene più famose del film, vi lascio immaginare quale…J!

Ciao a tutti!


P. S. So che alla voce "troppo vecchio, troppo povero e troppo pericoloso" avrei dovuto mettere un link chilometrico, data l'originalità della frase, ma non ho saputo resistere dall'usarla...

  
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