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Autore: tikki    21/01/2012    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Hermione avesse deciso di andare a recuperare il corpo di Piton nella Stamberga Strillante, dopo la battaglia? E se, incredula, l'avesse trovato ancora vivo e avesse deciso di salvarlo?
Forse Hermione avrebbe potuto rivalutare Severus, il suo coraggio, il suo valore, ma anche la sua dolcezza.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Un boato si diffonde per la sala grande.
“E’ finita”.
Ed è finita davvero. Voldemort è stato sconfitto.
Un milione di emozioni contrastanti mi attraversano. Gioia, euforia, dolore, incredulità. Le vedo riflesse nei volti che  mi circondano, le vedo centuplicate. Ognuno è estasiato per la fine di una guerra che sembrava destinata a durare per sempre. Ognuno è dilaniato dal dolore per le vittime, per gli amici, i parenti, i conoscenti e anche gli sconosciuti che non vivranno mai la gioia di una vittoria per la quale hanno combattuto fino alla fine.
Ho baciato il mio migliore amico. La consapevolezza dell’enormità di ciò che ho fatto mi coglie impreparata. L’ho baciato, ma lo volevo davvero? Forse l’ho fatto solo perché credevo di non avere più tempo, forse l’ho fatto perché sentivo di doverlo fare.
Non voglio affrontare Ron, non so cosa potrei dirgli.
Prima o poi ci sarà tempo di parlare, ma non adesso.
Voglio silenzio, voglio solitudine.

Mi torna in mente che tra i corpi distesi in Sala Grande ne manca uno. Manca il cadavere dell’uomo che ci ha salvati tutti, che ha sacrificato la sua vita per noi. Severus giace ancora nella stamberga strillante. E’ stato solo per tutta la vita, non voglio che sia solo anche nella morte. Decido di andare a recuperare il corpo, da sola.

Il passaggio segreto è buio e stretto, cammino per un tempo che mi sembra infinito, e poi sento un rumore. Non riesco ad identificarlo, mi fa paura. Sembra il rantolo di un animale ferito.
Accelero il passo, dopo pochi metri sbuco nella Stamberga.
Ciò che vedo mi lascia senza fiato, incapace di agire, incapace di parlare.

Severus respira.

Ecco cos’era qual rumore. Non è morto, respira. E’ svenuto, è senza sensi, ma è inequivocabilmente vivo. Non so come, non me lo chiedo nemmeno.
Mi tuffo per terra e cerco nella mia borsa una boccetta di sciroppo rimpolpa-sangue, insieme all’unguento per le ferite. Spargo l’unguento sul collo e mi accorgo che la ferita è già quasi sanata. Solo alora scorgo una boccetta per terra. Piton non era uno sprevveduto, aveva previsto che il suo Signore avrebbe tentato di ucciderlo e con le ultime forze era riuscito a richiudere la ferita.
Gli verso lo sciroppo rimpolpa-sangue direttamente in gola, sperando che funzioni.

Funziona.

Il respiro torna regolare, gli occhi si aprono.Non posso fare  meno dipensare che, per quanto velati dal dolore, quegli occhi siano meravigliosi.


“Granger” mormora. “Portami via di qui. Ti prego”.
E io lo faccio. L’unica cosa che voglio è che torni a stare bene. Voglio che l’eroe di questa guerra sia celebrato come merita. Faccio levitare il corpo e lo trasporto fino all’infermieria. Madama Chips lo sottopone immediatamente a tutte le cure possibili. “Guarirà” mi dice, notando l’apprensione nel mio sguardo.
Decido di andare a riposarmi, ne ho bisogno. La consapevolezza che Severus starà bene mi infonde una strana calma, una strana pace. Ho fatto ciò che dovevo, l’ho salvato. Accenno ad un sorriso mentre mi domando come reagirà quando lo saprà. Non gli piacerà affatto l’idea di dover essere riconoscente ad una mezzosangue.

Mi sveglio dopo un sonno insolitamente tranquillo e vago per il castello. E’ l’alba, e la luce del sole rende ancora più evidenti i danni che la battaglia ha causato, alcuni cortili sono crollati, c’è sangue ovunque e, con immenso orrore, mi rendo conto che ci sono cadaveri che non sono ancora stati trovati. Ricaccio un conato di vomito. Devo allontanarmi da qui.
Scappo. Corro, salgo una rampa di scale, poi un’altra. Non so nemmeno dove stia andando.
Mi ritrovo davanti all’ufficio del Preside. E’ buffo, l’ho subito riconosciuto come “l’ufficio di Silente” quando in realtà è l’ufficio di Piton. Entro. Noto il pensatoio. Improvvisamente capisco che i ricordi che Piton ha donato ad Harry devono essere ancora lì. Agisco d’impulso e tuffo la testa nel pensatoio.
  
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