UN DISPERATO BISOGNO DI TE
CAPITOLO II: Lacrime ed equivoci
Sono sul divano mentre leggo un romanzo d’amore molto smielato,
che Tonks mi ha regalato per Natale. È un po’ vecchiotto, ma lo adoro, è la
centesima volta, nonostante le sue 3567 pagine, che lo rileggo. Mentre sono
totalmente assorta nella lettura, un leggero ticchettio alla finestra richiama
la mia attenzione. Alzo lo sguardo ed un piccolo gufetto grigio scuro, è lì
sulla soglia della vetrata che aspetta impaziente. Ha con sé una lettera. Spalanco
la finestra e quello plana sul tavolo. Lo raggiungo, gli regalo un biscotto che
mi è capitato sotto mano e quello fa un grugnito di assenso. Credo gli sia
piaciuto. Riconosco subito la grafia sulla busta dove c’è scritto:
“Per Hermione Granger”. È Ginny! Apro la busta e mi trovo in mano
la pergamena contenente:
Cara Hermione,
Ho assolutamente bisogno di vederti…! Dimmi tu dove e quando
possiamo incontrarci, io non ho altri impegni.
P.S. Non iniziare a preoccuparti ora, non è nulla di grave…anzi!
Rispondimi presto!
Tua Ginny
Afferro la prima piuma e la prima pergamena che mi capitano sotto
mano e le rispondo in fretta:
Cara Ginny,
Per oggi non ho impegni di nessun genere. Sono tornata a casa prima dal lavoro perché tuo fratello ha insistito tanto dicendo che non stavo bene. Beh, sì in effetti sono svenuta ma ora sto benissimo, non preoccuparti. Tornando a noi, puoi venire subito a casa mia, così mi spieghi che è successo.
Ti abbraccio,
Hermione
Do un altro biscotto al gufo e gli lego la lettera per Ginny alla
zampa. Continuando a tormentarmi sul motivo del nostro incontro. Ha bisogno di
vedermi…e non è nulla di grave, anzi! Che vorrà dire? Mentre ancora io rimugino
internamente, il gufo di qualche minuto fa è tornato a farmi visita. Slego in fretta
la pergamena di risposta:
Mi precipito!
Ginny
Vedendo che non ho intenzione di rispondere, il piccolo gufo va
via, lasciandomi sola in salotto. Un secondo dopo mi sento chiamare:
«Herm! Ma dove sei?» una voce che riconosco
essere quella della mia migliore amica mi chiama dalla cucina.
«Ginny sono qui! In
salotto!» grido io di risposta. Lei mi raggiunge poco dopo, con un sorriso
raggiante sulle labbra e i capelli rosso fuoco un po’ scompigliati. Se il
aggiusta passandoci le mani una volta e poi viene ad abbracciarmi forte.
«Allora?» dico io una volta
distaccateci.
«Una notizia bomba!» esclama Ginny,
sprizzando felicità da tutti i pori. Non so come faccia ad essere sempre così
entusiasta! Di certo non rientra nelle mie doti.
«Che aspetti allora,
parla!» esclamo mentre la curiosità dentro me cresce sempre di più. Chissà
perché, ma ho il presentimento che c’entri Harry!
«Ecco beh…», mi sorride
timidamente «Non ne sono pienamente sicura…ma sì insomma…credo
di essere incinta!» dice tutto di un fiato.
«Wow!» cerco di enfatizzare
io, «Bisogna festeggiare!» propongo abbracciandola.
«Oh, sì certo che lo
faremo!» dice stringendomi. «Ma per rendere la notizia
pubblica devo prima fare uno di quei test…sai, per essere più sicuri!»
«Va bene, ne hai già
comprato uno?» le chiedo.
«Sì…sono passata
prima da Diagon Alley e sono stata alla Medifarmacia. Mi hanno consigliato due
tipi di test. Questo qui credo sia babbano…mentre l’altro è normale.» Per lei che non è nata
babbana, gli oggetti magici vengono considerati ‘normali’.«Quale
pensi che debba fare per primo?» mi domanda incerta, con una
nota di emozione nella voce. Deve essere bello scoprire di aspettare un
bambino…wow…chissà se a me accadrà mai. Sospiro, prima di riprendermi dai miei
pensieri e chiedere a Ginny di mostrarmi le due scatolette contenenti i test.
Le esamino un attimo e poi dico:
«Quello babbano è un
sistema più veloce, entro 20 minuti ti da il responso». Lei mi fa un gran
sorriso, io le rispondo allo stesso modo. «Ma il risultato non è
completamente sicuro…» proseguo, «Quello
magico, invece, ci mette di più, qui dice che una notte dovrebbe bastare, ma il
suo risultato è quello definitivo.»
«Bene…allora faccio
prima il test babbano.» mi dice lei interrogativa, quasi a cercare
una conferma in me. Io annuisco sorridendole. Prende la scatola e se la rigira
tra le mani, quasi tremando.
Le faccio un occhiolino di incoraggiamento, e l’accompagno in
bagno. Mentre facciamo le scale le chiedo:
«L’hai detto già ad
Harry?»
«No, non ancora. Lui
non deve scoprire niente, è una sorpresa! Tu sei stata la prima a cui l’ho
detto.»
Le sorrido e lei non può saperlo, ma ora mi sento per la prima
volta di nuovo utile, dopo mesi. Ginny è in bagno da un bel po’, io sono
tornata a divorare il mio libro, di sotto. Sento un CRACK ben definito e mentre
alzo lo sguardo noto che due grandi occhi verdi mi guardano allegri.
«Harry!» dico urlando, in modo
che Ginny mi senta e non esca dal bagno. Se lei vuole mantenere la faccenda
segreta non deve fargli scoprire che è qui.
«Scusa se ti ho spaventata!»
mi
dice, forse insospettito dal mio tono di voce stridulo.
«Oh fa niente!», lo rassicuro io,
stavolta parlando normalmente. «Che ci fai qui?»
«Sono venuto a vedere
come ti sentivi…» mi dice scrutandomi con fare sospetto.
«Ron mi ha detto che
sei svenuta.» continua poi.
Ahia. Ma perché Ron non tiene mai quella boccaccia chiusa?
«Sto benone, ora!
Ah…e grazie di esserti preoccupato per me…Ron mi ha detto che gli hai
consigliato tu di accompagnarmi a casa.» dico con una nota di delusione sulla
voce. Cerco di abbozzare un sorriso, mentre sono ancora seduta sul divano.
Appoggio il libro che stavo leggendo sul comodino affianco a me e lo invito a
sedersi. Lui non fa troppi compimenti e si stravacca sul divano.
Mi guarda sospettoso, con fare da Auror. Cerco di ironizzare:
«Harry, guarda che
non sono un mangiamorte! Non guardarmi così!» dico ridendo.
«Oh sì lo so…» sorride apertamente
«Allora Ron ti ha detto così?» smette di sorridere e mi guarda
con un’espressione indecifrabile sul volto.
«S-sì»
balbetto.
Lui aggrotta le sopracciglia.
«C’è qualcosa che non
va, Harry?», domando incerta.
«No, no, niente.»,
ora mi sorride di nuovo.
Lo guardo perplessa e bofonchio un: «Se lo
dici tu!» e mi alzo sgranchendomi le gambe.
«Ti va una tazza di
the?» propongo in modo da potermi allontanare da lui e avvisare Ginny di
non farsi vedere, anche se credo che abbia già scoperto che lui è qui, dopo il
mio urlo isterico. Harry annuisce e poi si distrae un attimo armeggiando con
alcune chiavi. Perfetto. Salgo le scale in un batter d’occhio e sono in bagno.
Ginny non c’è. Provo ad andare in camera mia e Ginny è seduta sul letto, con in
mano un aggeggio di plastica bianco contenente un liquido blu. La guardo
interrogativa, mentre lei mi mostra meglio il test.
«Secondo questo sono
incinta.» dice raggiante, io corro ad abbracciarla forte e poi mi ricordo
di Harry.
«C’è Harry giù in
salotto…immagino che non debba vederti…»
Lei annuisce convinta: «No, non deve sapere che sono
qui! Sennò addio sorpresa! Mi raccomando tu, non spifferare niente!» io
annuisco divertita, lei si alza dal letto e mi schiocca un bacio sulla guancia.
«Vado a casa allora,
farò anche il test magico e poi ti mando un gufo per farti sapere…se è positivo
lo annuncerò domani a pranzo alla Tana, ci sarai vero? Ti prego dimmi di sì!» dice Ginny
congiungendo le mani a mo di preghiera, inscenando una faccia implorante, che
mi ricorda tanto quella di suo fratello quando mi chiedeva i compiti ad
Hogwarts.
Sospiro lievemente e poi annuisco ancora una volta sorridendole.
«Grazie! Grazie!
Grazie!» saltella come una bambina che ha appena ricevuto una caramella e
un attimo dopo si è smaterializzata.
Faccio mente locale e mi ricordo di Harry e del the…il mio amico
dovrà aspettare un altro po’. Mi smaterializzo direttamente in cucina per non
fare le scale e metto un tegame d’acqua sul fuoco. Aspetto che si riscaldi
abbastanza poi lo tiro fuori e verso l’acqua in due tazze, una azzurra e
l’altra rossa con i fiorellini, poi metto il filtro di the. Prendo goffamente
le tazze in mano e mi dirigo in soggiorno. Harry è ancora sul divano e si
rigira tra le mani una scatoletta bianca con le scritte verdi. Il test magico
di Ginny, l’ha dimenticato da me! Oh merda. Devo essere davvero sbiancata, lui
si è accorto della mia presenza.
«E-ecco
il the.» mormoro appoggiando la mia tazza rossa sul tavolo e porgendogli
quella azzurra, ostentando indifferenza per la scatoletta.
Harry mi guarda a bocca aperta e poi prende tra le mani la tazza
fumante. Io prendo posto su una sedia, di fronte a lui. Inizio a trangugiare
the, per non dover parlare, scottandomi la lingua e sputando un po’ di liquido
in una tosse fastidiosa. Harry se ne accorge e ridacchia in sottofondo.
Rimaniamo in silenzio per un altro po’, fino a che mi accorgo che la mia tazza
è vuota. Ora non ho più niente con cui distrarmi per evitare di parlargli.
Sconsolata la riporto in cucina e la metto sul lavello, per poterla lavare
dopo. Anche Harry ha terminato il suo the, prendo la sua tazza e la metto
affianco a quella mia, torno in soggiorno. A quanto pare Harry ha deciso di
rompere il silenzio.
«Hermione non è che
devi dirmi qualcosa?»
Cazzo. Cazzo. Cazzo. Lo so, io Hermione Granger, non sono di certo
una tipa volgare, ma stavolta non riesco a trattenermi.
«No, cosa dovrei
dirti?» Ti prego Harry, non il test, non il test!
«E questo cosa è?» dice riprendendo in
mano la scatoletta. Inizio a sudare freddo. Ginny ha tanto insistito perché non
dicessi niente…ora che mi invento???
«È…È…» provo a dire, ma non
riesco a proseguire sotto il suo sguardo sbalordito.
«Hermione, guarda che
so leggere! È un test di gravidanza!» mi accusa con un tono di rimprovero.
«Beh, lo so cos’è!» ribatto con voce
indispettita dal suo tono.
«E allora?» dice alzandosi e
parandosi davanti a me che sono seduta.
«Allora cosa?» replico fingendo di
non capire.
«Sei incinta?» dice riducendo gli
occhi in due fessure.
«NOOOO! Sei pazzo?» urlo sconvolta e in
preda al panico. In quell’istante dietro le spalle di Harry, fa la sua comparsa
una figura troppo conosciuta per passare inosservata ai miei occhi. Ron! Si
avvicina a me e ad Harry e sentendomi troppo sovrastata da quei due in piedi,
mi alzo anche io, purtroppo il risultato non varia di molto. Ron ha una faccia
che parla da sola: è sconcertato. Deve aver origliato l'ultima parte della
conversazione.
«Che ci fai qui?» dico strabuzzando gli
occhi e deglutendo.
«Ero venuto a vedere
come stavi…ma ora ho capito benissimo qual è il problema» , dice con un tono di
voce poco raccomandabile. Guai in arrivo.
«S-sei
davvero incinta? E non ci dici, non MI dici niente! Non una parola!» mi rimprovera Ron
respirando quasi affannosamente e guardandomi in cagnesco.
«Una buona volta Ron,
NON, e dico NON sono incinta!» urlo come una forsennata.
«Ma credevi di
esserlo!» dice Harry prendendo le parti di Ron.
Sento la furia entrare in circolo nelle mie arterie, come possono
solo pensarlo? Cerco di calmarmi. Decido di essere sincera con loro, anche a
costo di umiliarmi, ma non trovo altra via d’uscita.
Sospiro sentendo i miei occhi lucidi:
«Come potrei? Ecco io…io…sono ancora vergine!»
Ron sembra essersi calmato. Harry sembra non capirci più niente.
Tutti e due, però, continuano a guardarmi a bocca aperta, pieni di stupore.
Stringo i pugni mentre le lacrime premono per uscire e corro in
camera mia sbattendo la porta.