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Autore: medea nc    30/01/2012    4 recensioni
Non avrebbero mai permesso ai loro brutti caratteri di fare anche un solo tentativo per avvicinarsi l'uno all'altra; il destino sapeva bene che solo con un espediente li avrebbe potuti far incontrare; ma una volta vicini ... sarebbe andato bene anche un giorno di pioggia.
Storia 1° classificata al Contest Dramione Immage Contest
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Sapendo quanto fosse impedita nel volo evitarono le scope; rinunciarono anche ai mezzi babbani; nonché alla smaterializzazione, proibitissima ad Hogwarts.
Giunti a Hogsmeade, avrebbero usato una passaporta.
Si imbarazzò quando lui le prese una mano in un gesto quasi spontaneo, di quelli sui quali non ci pensi nemmeno.
La strinse appena e si dileguarono per ritrovarsi direttamente nel grande giardino del Manor.
Il permesso della McGranitt valeva per entrambi, ma solo fino all’ora di sera; dopo avrebbero dovuto far ritorno alla scuola.
Il brevissimo viaggio non li aveva scombussolati troppo, per cui si sistemarono appena gli abiti.
Vedendolo adesso, così’, il Manor non le faceva troppa paura.
C’era una bella luce che contornava i profili della curatissima villa.
Il ricordo di quello che aveva subito lei, l’ultima volta che c’era stata, sembrava quasi lontano.
Vista adesso, quella casa non pareva come la stessa di mesi e mesi prima, anzi quasi completamente diversa.
Quella era stata nera come la pece, buia; questa invece risplendeva di un po’ di serenità.
Spiò il viso di Draco a poca distanza da lei, camminavano quasi di pari passo, anche se ad Hermione parve che lui faticasse un po’ a mantenere l’andatura lenta della ragazza.
Quando furono all’altezza dell’ampio gazebo chiuso con enormi vetrate, si accorse che i coniugi Malfoy se ne stavano seduti placidi a conversare del più e del meno.
Un elfo domestico fu particolarmente cerimonioso e caloroso con il rampollo di casa.
“Bentornato signorino!”
Signorino!
Ragionò Hermione. Quella schiavitù intrinseca nella natura degli elfi la mandava fuori di testa.
Le si annebbiò la vista ancora di più di fronte al silenzio e all’indifferenza del ragazzo, fu lei a rimediare.
“Buongiorno.” Rispose all’elfo.
Quello allibì, e facendosi rosso in viso, cominciò ad alzare le mani all’altezza della faccia pronunciando cose che per Hermione non avevano alcun senso.
“Oh?! Mi scusi padrone, mi scusi. Punitemi per favore, punitemi come merito!” piagnucolò.
Draco lo guardò con ancora più disinteresse, dicendo appena:
“Vattene!”
E quello sparì.
“Si può sapere che cosa è successo?” mugugnò ancora esterrefatta.
“L’hai salutato quando lui aveva salutato solo me. Se mia madre lo avesse visto, lo avrebbe fatto punire senza troppe difficoltà!”
“E perché tu non l’hai fatto?”
“Per sorbirti poi tutto il tempo con le tue idee strampalate sui diritti degli elfi? No grazie!”
“Tu sai del C.R.E.P.A.?”
“Guarda che frequentiamo ancora la stessa scuola e la Gazzetta del Profeta mi arriva regolarmente ogni giorno!” fu ovvio.
Quando entrarono un silenzio tombale si spanse per la stanza.
I due coniugi avevano smesso di confabulare.
Lucius Malfoy si alzò e con il solito garbo aristocratico salutò prima il figlio con una leggera pacca sulla spalla ed un sorriso di ammirazione, poi si avvicinò alla ragazza e le fece un veloce baciamano.
Hermione rimase assolutamente senza parole, più della scena di prima con l’elfo.
Draco si avvicinò alla madre e a differenza di quanto avesse supposto lei, sulla riverenza che il ragazzo le portava, in realtà tra di loro c’era una genuina e simpatica complicità.
Lui le mise una mano dietro la nuca, infilando le dita tra i capelli biondissimi, e poi le stampò un bacio sulla fronte.
“Draco!” Sorrise la donna affabile.
“Come stai?” le chiese lui.
“Bene, grazie. Hermione!” poi esclamò Narcissa con una punta di entusiasmo, come se fosse stata una vecchia amica di famiglia.
“Sono felice che tu sia qui; mi è arrivata la tua missiva di risposta. Grazie.”
“Si figuri.” Riuscì solo a blaterare.
Il ragazzo prese posto di fronte ai suoi, anche lei fece lo stesso, i loro schienali si toccavano appena.
Non azzardò introdurre il discorso per non essere maleducata, ma fremeva all’idea della proposta di Lucius.
“Gli studi procedono bene?” domandò ancora la donna.
“Sì.”
La logorroica Granger, saputella, sapeva dire solo .
Draco la squadrò per un momento, prima di mettere un gomito sullo schienale e con la mano nascondere un lieve sorriso divertito. Lei non vi badò, per fortuna.
L’elfo intanto arrivò con un vassoio pieno di delizie.
Ore 17,00, precisione impeccabile.
Mentre il domestico riempiva le tazze, Lucius osservò l’ospite per qualche istante.
“Credo, Hermione, che tu sappia perché sia qui?!” le chiese.
La ragazza si meravigliò un po’, poi rispose:
“Io e Malfoy …”
Prima gaffe, evvai!!!
Lì erano tutti Malfoy, avrebbe dovuto dire Draco, Draco, accidenti!
Il punto era che Draco non le veniva proprio, nemmeno se ci pensava.
Nessuno la guardò di sbieco però e lasciò correre.
“ … abbiamo discusso a riguardo.”
“Oh, davvero?!” finse di stupirsi l’uomo.
“E siete arrivati già ad una conclusione?” domandò Narcissa.
“Ecco, io ho saputo della nuova legge sui matrimoni misti emessa dal Ministero. Quando mi è arrivato il suo invito signora, ho chiesto spiegazioni a Mal …”
Ancora! Ma allora sei scema?
Si rimproverò mentalmente.
“ … a suo figlio, e lui mi ha giustamente confermato i motivi per cui mi volevate qui, oggi.”
“E cosa ne pensi di questa proposta?”
Cavoli! Si aspettava di avere a che fare con Lucius non con la moglie.
I discorsi da donna a donna sono sempre più pericolosi.
“Beh?! … Credo che lei sappia che io e … suo figlio non siamo mai andati d’accordo e che mi sembra assurdo che tra tante ragazze abbiate pensato proprio a me?!” arrossì.
Lucius prese la palla al balzo, non avrebbe mai accettato un no, su questo Draco aveva ragione; e quello che Hermione stava per dire era proprio un no.
“Il matrimonio tra te e Draco può essere stipulato secondo delle convenzioni più … morbide rispetto a quelle che avvengono tra i purosangue, se volete questo?!”
Nel tentativo di rendere più soffice la richiesta.
Beh?! Lei di certo sbagliava ad usare certi termini, ma anche loro non erano da meno.
A Malfoy senior venne spontaneo dire purosangue anche se la moglie lo guardò come se volesse rimproverarlo.
Insomma l’imbarazzo e la tensione si potevano tagliare con un coltello sotto quel particolare gazebo.
“E cioè?” chiese facendo finta di nulla.
“ Potresti lavorare per esempio, se dovesse essere nei tuoi desideri. Nessuna moglie di mago lo fa. Potresti avere la libertà di frequentare il mondo bab … il tuo mondo senza problemi, ovviamente accompagnata da tuo marito. Inoltre ho saputo che sei particolarmente interessata ad entrare un giorno nel Ministero, io potrei farti da mentore.”
Scaltro!
Lucius Malfoy era l’uomo più scaltro che avesse mai conosciuto. Stava in un covo di serpi e adesso aveva a che fare con una delle peggiori.
Il marpione lo sapeva che non avrebbe mai dovuto utilizzare con lei termini come raccomandarti, mettere una buona parola, spianarti la strada, ma aveva saputo ponderare bene per ricadere su farti da mentore.
Ma lo sapeva che lei non era una stupida?
“Ed infine ho saputo anche che ti occupi di riscattare i diritti degli elfi!” esclamò.
“So che hai istituito un comitato.”
“Il C.R.E.P.A.” lo ragguagliò lei.
“Esatto. Beh?! Potrei aiutarti a far valere la tua organizzazione in Ministero, e convincere anche altre famiglie potenti di maghi a rivedere le loro posizioni sul modo in cui trattano i loro servitori?!”
Questo era un colpo basso.
Insomma, il C.R.E.P.A. era un’utopia, un’idea folle, tanto folle che non ci credeva nessuno, che non aveva nemmeno avuto il placet di Harry e Ron, e parliamo di due eroi buoni; tanto insensata che a volte anche lei la metteva in discussione; ma davvero quell’essere infimo poteva giocare così sporco?
Certo che le avrebbe dato una mano, era sicura su questo. Magari davvero avrebbe debellato la schiavitù degli elfi domestici, davvero sarebbe arrivata, grazie a lui a coronare una pazzia; ma poteva svendersi per questo?
Il mago capì di aver toccato un tasto dolente, debole, molto debole.
“Signorina Granger. Hermione, io sono certo che tu sia una ragazza molto intelligente. Forse con qualche idea balzana, alquanto discutibile, ma comunque una strega notevole. La tua presenza in un organo dello Stato così potente, dovrebbe essere quasi un passaggio obbligato, una mente come la tua davvero potrebbe rivoluzionare il pensiero di tutto il mondo magico, ed anche la messa in opera del … C.R.E.P.A. potrebbe essere un buon passo in avanti, perciò sarebbe un piacere per me aiutarti ed un dovere per te farti aiutare.”
“Dovere?” sibilò acerba.
“Sposando Draco diventeresti una Malfoy a tutti gli effetti, titoli, ricchezze, prestigio, e soprattutto un futuro assicurato per i vostri figli. Con la tua preparazione, le mura del Ministero non solo ti si aprirebbero ma si sfonderebbero al tuo passare!” esultò quasi in un ghigno di piacere.
Lucius Malfoy era uno a cui piaceva ascoltare la sua voce, i discorsi ammaliatori che riusciva a fare.
Hermione rimase immobile, inchiodata al sedile della poltroncina in vimini.
“Non è necessario che rivoluzioni il mondo con grandi imprese quando per arrivare a questi scopi dovrò costringere me stessa e suo figlio ad un matrimonio architettato da altri.”
Le sue parole gelarono ognuno di loro e le parve che per un secondo la tazza non le stesse dando più lo stesso calore di prima. Si sentiva raggelata essa stessa.
“ Entrambi ci siamo sempre detestati.”
Questa volta aveva saputo schivare magistralmente il nome del ragazzo.
“Granger.” Blaterò senza senso Draco, quasi come se volesse ricordarle di non sottolineare certi rancori fin troppo evidenti; ma lei non lo sentì.
“E non credo che insieme potremmo mai essere felici. Vorrei dirvi di più, vorrei assicurarvi che anche vostro figlio sia libero di sposare la donna che ami, e credetemi quando vi dico che avete tutta la mia solidarietà contro una legge che trovo semplicemente ingiusta; ma non posso accettare di diventare sua moglie.
Ho combattuto per la libertà, sarebbe un paradosso finire immischiata in un matrimonio che sembra più un baratto, che tiene in considerazione tutto tranne i nostri sentimenti.”
A quelle due ultime parole, a Draco gli venne istintivo girarsi a guardala e per un momento pensò che forse la Granger fosse riuscita a convincere quella testa dura ed irremovibile del padre.
Ma fu solo un momento.
Ora passerà alle minacce!
Pensò.
“Mio figlio è costretto a sposare una mezzosangue …” questa volta lo disse fermamente convinto, senza educazione.  
“O tu o un’altra non farà alcuna differenza; ma dovendo scegliere, noi preferiremmo fossi tu.”
“Ma non lo preferisco io, non lo preferisce lui!” Indicando il ragazzo, quasi con disperazione.
Insomma poteva anche fingere di aiutarla un po’, infondo stava facendo un piacere anche a lui?!
Draco rimase immobile invece.
“Se non vi sposerete alla fine del vostro ultimo anno scolastico, miss Granger, lei non si sposerà affatto.” Decretò Malfoy senior.
Adesso le dava il lei?!
“Lucius.” Affermò Narcissa con una leggera preoccupazione negli occhi.
“Me lo impedirebbe?” chiese la ragazza.
“Ovviamente. Farò in modo che qualsiasi uomo dovesse scegliere, questi la rifiuterebbe. Inoltre sa … io sono un grande esperto della … Magia Oscura e non vorrei che …”
E si fermò. Non sentiva il bisogno di aggiungere altro.
Un esperto di Magia Oscura, serpeverde incallito, Malfoy di cognome, aveva bisogno di aggiungere altro?
Era evidente l’allusione a chiare minacce non solo verso di lei, verso i suoi amici, ma anche verso … i suoi genitori.
Già, i suoi genitori!
Abbassò la testa e quando Draco la sbirciò da sotto la sua tazza capì che la forte Gryffindor era giunta alla resa.
Da una parte ne fu quasi dispiaciuto; dall’altra … beh?! Dall’altra non sapeva nemmeno lui che cosa pensare.
“Immagino che non sia nemmeno necessario doverci riflettere?! Sarebbe una proroga inutile.” Decretò palesemente sconfitta.
Insomma chi è quello che ti da il tempo per dare una risposta quando la devi fornire sotto minaccia? E infondo, a che ti serve il tempo?
“Beh?! La penso come te!” sentenziò l’uomo ridandole un tono più confidenziale, mentre sorseggiava soddisfatto il suo tè.
Tacquero tutti, nessuna congratulazione, non era necessaria tutto sommato.
 
*
 
Quando finirono, Hermione sperò con tutto il cuore di ritornare subito ad Hogwarts, anche se in quel momento avrebbe preferito un luogo remoto dove non essere trovata.
Narcissa Malfoy la prese per un braccio, invitandola a passeggiare con lei verso le aiuole che curava con tanta dedizione.
“Dovrei congratularmi, ma capisco che non sarebbe un augurio gradito.”
Non era tenera, non la teneva nemmeno con affetto, come si fa tra persone normali.
Era affabile, elegante, ma non palesava amore, nemmeno con il marito; solo con Draco.
“Se fosse dipeso da me, non sarei arrivata ai mezzi, diciamo alquanto eterodossi di Lucius.”
“Diciamo pure parecchio eterodossi.” Precisò la ragazza.
“ Il fatto è che lui aspira sempre al meglio per Draco.” Tentò di farle capire la donna.
“Ma il meglio per suo figlio non sono io, né chi sceglierà suo marito per lui. Il meglio sarebbe che potesse scegliere chi gli pare e piace.” L’affrontò Hermione.
“Ma Draco detesta … le persone …” tentò di farle capire la strega.
“Come me? Lo so!” finì per lei, la grifondoro.
“E quella legge gli impedisce di sposarsi liberamente in ogni caso.” Disse la donna.
“Sì, ma quella legge non lo impedisce a me!” decretò esasperata.
“Perché io dovrei dividere la medesima cella con lui? Perché proprio io dovrei pagare questo sacrificio insieme a voi, quando sono una delle poche che davvero non ha commesso certi errori?!” palesò con orgoglio.
Narcissa la squadrò per la prima volta con  severità; a lei non importava nulla della guerra o degli errori che lei e la sua famiglia avevano fatto, o del giudizio della gente.
A lei importava solo di Draco e quella ragazzina non amava suo figlio.
Astoria sì, li aveva visti insieme, e se non fosse stata per quella ridicola legge, la piccola Greengrass sarebbe stata la persona perfetta accanto a suo figlio; di certo molto più di quella impudente altezzosa che aveva davanti.
Ma le cose non erano andate come lei sperava.
“Faremo un patto noi due.” Parlò dopo tanto disprezzo che Hermione lesse nei suoi occhi.
“Il matrimonio non avverrà prima della fine della scuola. Pensate a diplomarvi e continuate a frequentarvi come fidanzati.
Alla scadenza dell’ultimo giorno ad Hogwarts, dopo i vostri esami, entrambi mi darete una risposta definitiva.
Questo discorso vale per te come per Draco; glielo dirò io stessa.
Se per quel momento le vostre scelte saranno le stesse decisioni di oggi, allora non potrò che esserne contenta e ti accoglierò in casa mia non come una nuora ma come figlia.
Se invece entrambi o uno dei due dovesse aver cambiato idea, e deciso di non essere pronto a questo matrimonio, allora è pregato di dirmelo. Nessuna ripercussione, nessuna vendetta, parlerò io con mio marito, sarà un problema mio annullare tutto.”
Si accorse che la ragazza la guardava stupita e fraintese.
“Non credere che perché siamo modeste e parliamo poco in pubblico, non comandiamo nulla nella nostra famiglia. Le donne Black e Malfoy hanno sempre avuto una stimata considerazione e mio marito più di altri mi ama tanto da comprendere i miei consigli.
Ti ripeto, se anche uno solo dei due non dovesse essere convinto di volere l’altro, io annullerò tutto. La tua famiglia ed i tuoi amici potranno stare tranquilli e tu potrai sposare chi più desideri.”
Quest’ultima frase la disse con una punta di cattiveria.
A Narcissa Malfoy non importava niente di nessuno, tranne che del figlio, a maggior ragione se era una nata babbana che lo rifiutava su due piedi come se fosse stato il peggiore scarto del mondo.
 
*
 
Se ne rimase nel giardino mentre seguiva la figura alta e aggraziata di Narcissa.
Nonostante un velo di inclemenza palesava il suo viso, non si poteva nascondere la beltà dei suoi gesti, la soavità di certi atteggiamenti che aveva visto anche nelle sorelle Greengrass, specie in Astoria.
Lei non sarebbe mai arrivata a quel grado di finezza.
Certe cose non ti vengono solo insegnate, certe cose sono innate.
Si sentiva così scoperta in quel momento, così fuori luogo.
Erano rientrati tutti in casa, forse avrebbe dovuto seguirli, forse si aspettavano questo, ma avevano dimenticato che aveva paura delle mura del Manor; avevano dimenticato che lì dentro, lei era stata torturata?
Fece un paio di passi verso l’interno e ringraziò Merlino che dopo il piccolo ingresso c’era uno studio da cui provenivano delle voci.
Costatò che fossero di Narcissa e Draco; chissà Lucius dov’era?!
Non sarebbe stata costretta ad andare oltre, per finire poi in quell’ enorme sala dove era stata brutalizzata da Lestrange.
La porta era chiusa, toni bassi e ovattati, appena sibilati rendevano la conversazione assolutamente incomprensibile.
Fece per bussare, ma s’impalò.
Draco aveva notevolmente alzato i toni della voce.
“Apprezzo le tue intenzioni madre, ma non mi presterò a farle cambiare idea facendo il carino con lei!” disse secco.
“Draco, tesoro, abbi più fiducia nelle tue doti; sono certa che appena Hermione le vedrà, si renderà conto di che bella persona sei?!”
“Non capisci, lei mi disprezza, ed il bello è che la disprezzo anch’io. Abbiamo assodato che ha già detto di e che se vuole, a fine anno può mandare tutto a monte?”
“Sì. Questo è ciò che le ho proposto all’insaputa di tuo padre, perché se non ti ama o tu non ami lei, preferirei che un’altra donna ti fosse accanto. Un matrimonio è un passo importante. Però, tu sai quanto è complicato tuo padre, andremo incontro ad uno scandalo certo, e dovremmo fare buon’ opera di convincimento perché Lucius ripieghi su qualcun’altra, … quando tu …”
“ … Io cosa, madre? Ma l’hai vista che toni usa?” ci scherzò sopra teatralmente sarcastico.
“Non farò il fidanzatino che vorrai tu, tipo sedermi nello stesso banco e cavolate del genere. Non ti prometto nulla, e non mi sforzerò più di tanto, per un semplice motivo, che se mi vorrà, dovrà accettare quello che sono!”
“Ma tu non sei solo quello che ha visto, tu sai essere …”
“Madre, quella donna ha la brillante virtù di farmi uscire fuori dai gangheri! Letteralmente; perciò ti prego, per ora lasciami un po’ in pace; poi magari ne riparleremo.” Concluse affabile.
Si stupì che Draco parlasse in quel modo con la madre, ma d’altra parte era stato pure sciocco pensare che non sapesse dire altro sì mammina, come vuoi tu, mammina!
Draco era Draco, un po’ di quel caratteraccio era congenito, gli doveva uscire spontaneo!
La donna sospirò.
“E sia! Potreste almeno evitare di chiamarvi per cognome?”
A quella richiesta ad Hermione venne da sorridere, forse lo fece anche il ragazzo al di là della porta.
“Credimi, è meglio che ci chiamiamo così che in altri modi.” Lo sentì rispondere.
 
*
 
Quando bussò e la fecero entrare, fu seguita alcuni minuti dopo da Lucius.
Il pomeriggio era finito, sarebbero ritornati ad Hogwarts.
Si salutarono affabilmente, promettendosi un prossimo incontro per un fine settimana.
Cosa che, fu proposta, ma forse non piaceva a nessuno.
Anche nello studio c’era una passaporta nei pressi della grande libreria, usarono quella.
Con la solita mano della ragazza nella sua, Draco sentì lasciare l’aria del Manor per ritrovarsi di nuovo ad Hogsmeade.
Durante il tragitto non si dissero una parola.
Lei aveva accettato la proposta/ricatto di Lucius; lui non aveva detto di apertamente ma pareva come se l’avesse fatto; tutti e due si erano aggrappati al piano di Narcissa; e sempre insieme sperarono che presto avrebbero fatto una nuova legge.
In definitiva, non avevano nulla da dirsi.
 

Voglio ringraziare le numerose persone che hanno apprezzato questa storia, mi scuso per il ritardo nel postare i capitoli, ma è stata una settimana campale. Grazie ancora. medea
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