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Autore: Beauty    01/02/2012    3 recensioni
La storia di Remus e Tonks sulla base del classico Disney.
E' la mia prima fic, vi prego, siate clementi...:)!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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   Neville aveva osservato tutta la scena nascosto in casa. Ora si stava lambiccando disperatamente il cervello alla ricerca di un modo per tirare Tonks e suo padre fuori da quella cantina, certo che, se non avesse trovato una soluzione al più presto, Remus sarebbe stato ucciso, e chissà che altro avrebbero fatto quegli uomini a tutti gli abitanti del castello.

   D’un tratto, qualcosa, fuori dalla finestra, attirò la sua attenzione: era il macchinario di Malocchio, che Tonks aveva sganciato da Fierobecco mesi prima e che da allora nessuno si era più curato di spostare dal giardino. Neville rimase per un attimo pensoso, poi sorrise, mentre una luce furbesca gli illuminava gli occhi.

 

- Non c’è più speranza…- sospirò Ron.

- Povero Remus…- aggiunse Fleur.- Ormai non c’è più niente da fare…tra qualche ora sarà mezzanotte…

- Non tornerà - realizzò Hermione.

- Sarebbe stato meglio se non fosse venuta affatto!- sbottò Harry.

Un brusio proveniente dall’esterno li distrasse dai loro funesti pensieri. Si sporsero a guardare il cortile dalla finestra.

- Per le mutande a pois di Merlino!- esclamò Harry, vedendo Draco e i suoi Mangiamorte mentre cercavano di sfondare il portone dì ingresso a colpi di bombardo.

- Ci stanno attaccando!- urlò Ron.

- Hanno lo specchio - disse Hermione, vedendo che il biondo reggeva in mano, oltre alla bacchetta, anche lo specchio magico di Lupin.

- Hermione, va’ ad avvertire Remus - ordinò Ron.- Fleur, raduna le ragazze; Harry, tu avvisa gli altri, se vorranno combattere, allora li affronteremo, dico bene?

   Ron si rese ben presto conto che stava parlando da solo in una stanza vuota; sospirò, fece spallucce, e scese velocemente al piano di sotto.

 

Draco sorrideva beffardo, felice di quel primo successo, essere riuscito ad abbattere la barriera protettiva che circondava il castello ed essere entrato, e ora osservava compiaciuto la scena dei suoi Mangiamorte che stavano per sfondare anche il portone che conduceva all’interno.

   - Portate via tutto quello che volete!- urlò. - Ma ricordatevi: il mannaro è mio!

 

- Allora? Riesci ad uscire?- chiese Malocchio.

- No, è troppo stretta, non ci passo…- fece Tonks, sconsolata, guardando l’unica finestrella della cantina. Poco prima era riuscita a rompere il vetro con un attrezzo di suo padre che aveva trovato nello scantinato, ma quella finestra era talmente piccola e stretta che la ragazza,per quanto fosse poco alta e piuttosto smilza, non riusciva neanche a farci passare la testa.

   Tonks sollevò una spranga di ferro dal pavimento, scaraventandola con violenza contro la porta, che era stata chiusa con un Incantesimo di Protezione da Malfoy, in modo che non potessero uscire sino a che non l’avesse deciso lui.

- Devo tornare al castello…- ansimò, esausta.- Devo avvertire Remus…Papà, che possiamo fare?- concluse con disperazione.

Malocchio le cinse le spalle.

- Non preoccuparti, Dora…- disse, cercando di sembrare convinto.- Stai tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto…

- Come puoi dire che si sistemerà tutto?- gridò la ragazza con frustrazione.

- Noi…penseremo a qualcosa…vedrai che riusciremo ad uscire di qui…

- E come?

- Noi…

Malocchio e Tonks udirono un fischio acuto; si precipitarono alla finestra, e videro che la macchina del mago aveva preso a funzionare. Tonks scorse Neville mentre soffiava sul fuoco della caldaia del marchingegno.

- Sì!- esultò la tazzina, mentre il macchinario si metteva in moto, puntando dritto verso lo scantinato.- Sto arrivando!!!!!!!

- Come Merlino ha fatto?- fece Malocchio, incredulo; poi, vide che la macchina si stava avvicinando a tutta velocità.- Ninfadora, sta’ giù!

   Il macchinario sfondò la parete con un sonoro BOOM!. Tonks e Malocchio si fecero strada fra i resti di metallo, scorgendo Neville, visibilmente trasognato, che penzolava a testa in giù attaccato ad una molla.

- Wow…dovreste provarlo anche voi…- fece, con aria beata.

- Grazie, Neville - disse Tonks, mentre suo padre prendeva la tazzina e la infilava in una tasca del cappotto. La ragazza spostò le macerie, uscendo dall’enorme foro nel muro causato dallo scontro.

- Mi devo Smaterializzare, e alla svelta!- disse, impugnando la bacchetta.

- No!- gridò Neville.- No, non puoi! Me l’ha spiegato Hermione. Il castello è protetto da Incantesimi Scudo. Non riusciresti ad entrare, non con la magia.

- Ma allora come…- cominciò Tonks, ma poi ebbe un’illuminazione.- Fierobecco!- chiamò, fischiando con le labbra. A quel suono, l’ippogrifo accorse immediatamente.

   Tonks saltò in sella, e spronò l’animale al galoppo, verso la Foresta Proibita.

 

   Tutti i domestici erano ammassati contro il portone, che stava cominciando a crollare sotto i colpi dei numerosi incantesimi.

- Riusciranno ad entrare!- gemette Ron.

- Oh, Harry - squittì Fleur.- Dobbiamo fare qualcosa!

- Aspettate!- esclamò d’un tratto il candelabro.- Ho un’idea!

 

   Hermione raggiunse trafelata la Stanza delle Necessità, entrando senza troppi complimenti.

   Remus era un licantropo, avrebbe dovuto usare la Legilimanzia, pensò.

   ***Remus, devi venire subito!***

   ***Lasciami in pace, Hermione!***. Il lupo si voltò dall’altra parte, ancora troppo distrutto per la perdita di Dora per aver voglia di ascoltare alcunché.

   ***Ma Remus, ascoltami! Stanno attaccando il castello!***

   Lupin lo sapeva. Li aveva visti dalla finestra; ma non gliene importava nulla.

   ***Non m’importa. Che facciano pure. Lasciateli entrare***

 

   Malfoy sorrise compiaciuto, osservando il portone crollare.

   Si mise alla testa dei Mangiamorte, e tutti quanti entrarono, in silenzio, furtivamente. Il castello era buio, e quello che si riusciva a scorgere era una massa di oggetti sistemati nel salone d’ingresso, tutti insieme, alla rinfusa.

   Peter Minus deglutì, nervoso. Tutti si guardarono intorno, senza profferire parola. Draco avanzò qualche passo, aspettandosi di veder sbucare fuori in ogni momento il licantropo.

- ORA!- s’udì d’un tratto.

I Mangiamorte non fecero in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo che tutte quelle cianfrusaglie piombarono loro addosso, improvvisamente vive e animate, e cominciarono a combattere proprio come persone vere.

   I Mangiamorte, passato il primo momento di sorpresa, tentarono di difendersi, ma era chiaro che erano in notevole imparità numerica.

   Dolohov cercò di arraffare Ron, con l’intento di privarlo di tutti gli ingranaggi, quando sentì una voce dall’alto.

- Ehi!- gridò Hermione.- Guarda qui, razza di cialtrone! Ora!

Hermione e una ventina di tazzine da thé scaricarono addosso a Dolohov dell’acqua bollente, mettendolo in fuga. Poco lontano, Fleur stava gridando di dolore, mentre Rabastan le strappava le piume dello spolverino; quando Harry se ne rese conto, corse in direzione del Mangiamorte, scottandolo con le fiamme. Rabastan lasciò andare Fleur, che cadde dritta fra le braccia del candelabro. Sbatté suadentemente le ciglia in segno di gratitudine, ma Harry non fece in tempo a godersi quel momento di gloria. Peter Minus lo afferrò alla base, ma il candelabro si divincolò, tentando di scappare; ben presto, però, si ritrovò in trappola, bloccato contro al muro.

   Minus rise di gusto, mentre dalla sua bacchetta spuntavano delle fiamme. L’avrebbe fuso in tutta la sua cera, quel maledetto oggetto!

   Harry cominciò a sudare freddo, incapace perfino di chiedere aiuto.

   In cima allo scalone comparve all’improvviso Ron, esaltato, con in testa un cappello da comandante e delle appuntite forbici in mano. Non appena vide la scena, l’orologio si precipitò giù, scivolando sulla ringhiera, con un grido di battaglia. Punse Minus con le forbici al fondoschiena, e il lecchino cacciò un urlo di dolore, dando il tempo a Harry di scappare.

   Bellatrix Lestrange combatteva come una leonessa, e stava avendo la meglio, quando Molly, dal piano superiore, si gettò in basso con tutta la sua mole, piombandole addosso.

   Nel frattempo, Peter Minus, parzialmente ripresosi, aveva radunato un corposo gruppo di Mangiamorte, e ora stavano inseguendo il povero Gazza, reo di aver sottratto una scarpa al topo. Il cane s’intrufolò in cucina, seguito immediatamente dal gruppo. Gazza guaì, ormai in trappola, mentre i suoi inseguitori ridevano, pronti a fargli la festa. D’un tratto, però, alle sue spalle, Piton ringhiò, inviperito, lanciando contro Minus e gli altri una serie di pentole e coltelli, tra cui una grossa e affilata mannaia fece una mezza rasatura di capelli al topo.

   Questo, per i Mangiamorte, fu la goccia che fece traboccare il vaso, e cominciarono a scappare a perdifiato.

   Tutti gli abitanti del castello esultarono.

- Tornatevene a casa vostra!- urlò Ron.

Harry, che ancora non l’aveva ringraziato per poco prima, lo prese per le spalle e gli schioccò due bacioni sulle guance. Ron si divincolò con aria schifatissima.

   Tutti erano così impegnati a festeggiare la vittoria che nessuno si accorse che uno degli aggressori non era scappato come gli altri, ma anzi era riuscito, non visto, ad intrufolarsi fino ai piani superiori.

 

   Draco Malfoy aprì una porta con un calcio, puntando la bacchetta. Niente. Digrignò i denti, non si sarebbe certo arreso per così poco. Quella bestia gli aveva portato via Tonks, e ora non l’avrebbe passata liscia. Spalancò un’altra porta, ancora nessuna traccia di quel mostro.

   L’avrebbe trovato, pensò, anche se avesse dovuto sfondare tutte le porte di quel dannato castello, avrebbe trovato e ucciso il licantropo.

 

   Tonks sentì che l’aria si era fatta più umida, tra poco avrebbe cominciato a piovere. La luna piena splendeva alta nel cielo. La ragazza incitò ancora di più Fierobecco; mancava poco al castello.

   Sperò solo di essere arrivata in tempo.

 

   Lupin sentì la porta spalancarsi con un colpo secco alle sue spalle; si girò, lentamente, quasi in modo svogliato. Sulla soglia della porta c’era un ragazzo molto giovane, bello e biondo, con due taglienti occhi azzurri e la bacchetta puntata nella sua direzione. Il lupo tornò a fissare fuori dalla finestra; sapeva che quel ragazzo era lì per lui, per ucciderlo, ma non gliene importava niente.

   Fai in fretta.

   Draco Malfoy si sentì morire di rabbia. Avrebbe voluto che quel mostro lo attaccasse, che provasse almeno a combattere, che gli desse la soddisfazione di poter raccontare di averlo ammazzato lottando con ferocia. Invece, sembrava quasi che fosse ansioso si farsi uccidere.

   Beh, poco male, si disse con rabbia, meno fatica sprecata.

- Sectumsempra!

L’incantesimo colpì Lupin sul dorso, aprendo una ferita che prese a sanguinare. Remus guaì di dolore, ma uno Schiantesimo lo raggiunse, scaraventandolo fuori dalla finestra. Il vetro si ruppe e Remus crollò sui cocci sparsi disordinatamente sul tetto piatto del castello.

   Draco rise trionfante, raggiungendolo. Il licantropo, un po’ per il dolore della ferita, un po’ per quello dell’anima, si limitò a guardarlo con i suoi penetranti occhi verdi, senza nemmeno provare a reagire. Questo non fece altro che far imbestialire Malfoy ancora di più.

- Alzati!- urlò. - Alzati!

Diede un calcio al lupo in pieno stomaco, facendolo rotolare fino al bordo del tetto; Remus guardò in basso, la voragine nera che si apriva sotto di lui, ma continuò a rimanere inerte.

- Che ti prende, mostro?- lo beffeggiò Draco.- Cosa c’è? Non vuoi combattere? Oppure sei troppo buono e gentile per farlo?

Sfoderò nuovamente la bacchetta, pronto a pronunciare una Maledizione Cruciatus.

- No, Draco, fermati!- si sentì urlare dal cortile.

Remus guardò di sotto; era lei, Ninfadora, in sella a Fierobecco, mentre guardava la scena angosciata.

   Il mannaro non poté credere ai propri occhi. Era tornata! Era tornata da lui.

   Dora…

   Una nuova forza s’impadronì di lui; si sollevò sulle zampe posteriori, mentre con braccio artigliato afferrava quello di Draco. Il biondo rimase per un momento inebetito, spaventato da tutta la furia dell’animale, il quale lanciò un ululato di battaglia. Ora che la sua Dora era tornata, non poteva morire.

   Un fulmine squarciò il cielo; cominciò a piovere.  

   Draco cercò di divincolarsi, ma Remus lo scaraventò contro un muro. Il biondo non si diede per vinto e si rialzò immediatamente.

- Stupeficium!

L’incantesimo scaraventò Lupin giù lungo il tetto; il mannaro scivolò fino ad una nuova parte piana, mentre alcune tegole si staccavano sotto il suo peso.
 

   Tonks, di sotto, decise che non poteva più permettersi di aspettare.

- Andiamo, Becco!

L’ippogrifo aprì il portone con un potente colpo di zoccoli; la ragazza smontò, cominciando a salire di corsa le scale.

 

   Lupin si rialzò, sferrando una zampata a Draco, la cui guancia prese a sanguinare; Malfoy lanciò uno Schiantesimo, che Remus schivò. Il mannaro indietreggiò, per poi spiccare un balzo e finire su un terrazzo al di sopra della testa del biondo. Ringhiò, colpendo Malfoy con una zampata tale da scaraventarlo a terra.

   Quando Draco si rialzò, tutto dolorante, il licantropo era sparito. Di fronte a lui c’era solo un corridoio pieno di statue di creature mostruose.

   Tutto bagnato e fremente di rabbia e gelosia, Malfoy cominciò a rompere le statue ad una ad una a colpi di sectumsempra.

- Vieni fuori e combatti!- urlò, mentre un’altra creatura di pietra andava in frantumi.

Draco avanzò, lentamente.

- Sei innamorato di lei, mostro?- disse.- Pensavi davvero che Tonks avrebbe voluto te, quando poteva avere uno come me?

   A quelle parole, Remus uscì dal propri nascondiglio, avventandosi contro Draco. Il biondo non aspettava altro. Lanciò l’ennesimo sectumsempra, che però mancò il mannaro. Lupin gli fu addosso in un attimo e gli afferrò la gola con una zampa artigliata, sollevando Draco da terra e lasciandolo sospeso nel vuoto. La bacchetta gli sfuggì di mano, cadendo in un angolo del tetto.

   - Lasciami andare!- implorò Draco.- Lasciami andare! Ti prego…farò qualunque cosa…qualunque!

   Remus l’avrebbe ucciso; era talmente furioso che l’avrebbe lasciato precipitare nel vuoto, senza avere alcun rimorso. Poi, però, cominciò a capire. Aveva di fronte un ragazzino, un uomo violento e sicuro di sé, ma allo stesso tempo smidollato e mediocre. Non valeva la pena ucciderlo. E poi, Remus sapeva di essere un mostro, ma aveva sempre cercato di non essere anche un assassino. Non avrebbe saputo vivere con quei due fardelli, la licantropia e la vita di una persona – per quanto mediocre e insignificante come quel biondo che ancora lo stava implorando di risparmiarlo – sulla coscienza. Non l’avrebbe sopportato. E poi, che avrebbe pensato Dora, la sua Dora?

   L’avrebbe voluto ancora, sapendo che aveva ucciso un uomo?

   Lupin tirò di nuovo Draco sul tetto, lasciandolo cadere al suolo. Malfoy lo guardò stupito e impaurito.

   ***Vattene!***, ringhiò il mannaro, leggendogli nella mente.

- Remus!- si sentì d’un tratto.

Il licantropo si voltò; Ninfadora si stava sporgendo a guardarlo, preoccupata e allo stesso tempo sollevata nel vederlo sano e salvo. Remus voltò le spalle a Draco, arrampicandosi fino al terrazzo dove stava la ragazza.

   Tonks sorrise, quando il mannaro avvicinò il muso al suo viso. Remus sollevò una zampa e le accarezzò una guancia, dolcemente, attento a non farle male,passandole delicatamente gli artigli fra le ciocche rosa.

   - Avada Kedavra!

   Il licantropo scostò la zampa, lanciando un ululato straziante. Tonks vide Malfoy alle spalle di Remus, mentre ghignava di perfidia trionfante; era riuscito a riprendere la bacchetta, e aveva scagliato al mannaro un Anatema che Uccide. Ninfadora gridò. Lupin guaì, cominciando a perdere l’equilibrio; colpì involontariamente Draco, il quale lasciò scivolare le mani. Il biondo incespicò, cercò di mantenersi in equilibrio, ma non servì a nulla.

   Draco Malfoy urlò, e cadde nel vuoto.

   Tonks ansimò. Il licantropo era ancora vivo, aggrappato alla ringhiera del terrazzo. D’un tratto, il lupo cominciò a tornare uomo.

   Remus stava soffrendo, era chiaro.

   Ninfadora, con le lacrime agli occhi, lo aiutò a risalire sulla terrazza, mentre stava cominciando a capire cos’era successo. L’Avada Kedavra di Draco aveva ucciso il lupo. Ora, presto, avrebbe ucciso anche l’uomo.

 

   Angolo Autrice: Bene, come avrete ben notato, non sono per niente brava a descrivere le scene di lotta o combattimento…J. Nel caso non si fosse capito, le frasi tra i segni ***_*** sono pronunciate con la legilimanzia, altra mia "piccola" licenza poetia. Dunque, Draco Malfoy è morto, e lo so che l’Avada Kedavra uccide istantaneamente, ma quest’ultimo fatto non mi andava bene per la storia, così ho fatto una piccola modifica. Ora, il lupo è morto…e Remus? Come farà la povera Dora senza il suo lupacchiotto? (Ecco che ricomincia con la sfilza di domande retoriche…Nd Voi). Eheheh…comunque, se volete sapere se anche Rem morirà oppure accadrà qualche fatto straordinario che lo salverà, non vi resta che sopportarmi ancora un po’ e leggere il prossimo capitolo.

Dunque, ringrazio _Pandina_76 per aver aggiunto la mia storia alle seguite, e MoonyPhoenix e Karen Adnimel per le loro recensioni.

Come sempre, vi chiedo di farmi sapere che ne pensate, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!

Ciao a tutti!

  
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