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Autore: whatashame    02/02/2012    13 recensioni
Hermione sbatté le palpebre. Un gomito maschile era appoggiato sulla sua spalla ed un braccio muscoloso era abbandonato di traverso sul suo torace, mentre una mano dalla lunghe dita pallide e sottili copriva la sua casa di appartenenza, il suo grado e, cosa di non trascurabile rilevanza, il suo seno sinistro.
La ragazza, perplessa, sbatté la palpebre di nuovo, poi voltò leggermente la testa. Il suo naso si scontrò con una dolorosa consapevolezza olfattiva. Odore di maschio, di uomo. Puzza di sudore e di calzini sporchi.
Oh Merlino!!! Urlò interiormente il suo cervello insonnolito.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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S.O.S. - Sos mi vida Hermione Granger





Per una secchiona del calibro di Hermione Granger, restarsene con le mani in mano lasciando che un Corvonero qualsiasi (con un'infima media di Oltre Ogni Previsione) preparasse una pozione sotto il suo naso - pozione che, per inciso, avrebbe dovuto prendere lei, che avrebbe potuto rivoluzionare la sua vita - era un'autentica tortura.

Ma non poteva fare davvero nulla, se non limitarsi a passeggiare su e giù per la stanza in tribolante attesa. Aveva appena trovato, infatti, una disastrosa lacuna nel suo enciclopedico sapere: era totalmente analfabeta in materia di incantesimi elettrizzanti, fatture disinibenti e filtri sballanti. In classe il professor Piton si guardava bene dall'insegnare pozioni di tal sorta e men che meno rimedi del giorno dopo (post sbronza e post-... beh, avete capito) e persino la tanto rinomata biblioteca di Hogwarts era del tutto sprovvista di tale cultura.

Che vergogna... e se fosse venuto fuori ai M.A.G.O.?!?!?!

A sua discolpa, però, avrebbe potuto dire che fino a tre ore prima non avrebbe mai e poi mai pensato di poter avere bisogno di un elisir dell'euforia, tanto più che erano illegali e - cosa di non trascurabile importanza - chi fosse stato sorpreso a trafficarci e a trafficarli rischiava nell'ordine:

  1. di nuocere gravemente alla propria ed altrui salute

  2. specialmente a quella delle donne incinte

  3. un numero imprecisato di malattie mortali (infarto, tumori assortiti e vari, ictus, etc)

  4. impotenza sessuale

  5. finire in prigione

Ma, sopratutto, di essere espulso.


Hermione Granger sbiancò.


- Insomma, che pozione ci hai rifilato, avvelenatore dei miei stivali? - sbottò Draco Malfoy a cui prudevano le mani per la gran voglia di fare a botte. Più nello specifico: di picchiare a sangue Steeval e, se avanzava un po' di tempo, anche Potter. Giusto perché, un giorno sì e l'altro pure, darsele di santa ragione con lo Sfregiato era il suo divertimento preferito. Un hobby innocente.

Ma la Granger, la sua Granger, aveva detto che prima bisognava risolvere quel pasticcio con le pozioni, e se lo diceva la sua Granger...

Draco sapeva solo che dopo, di Steeval sarebbe rimasto appena il nome sul registro di classe.


- Pozione? - domandò il Corvonero stupito e anche un tantino scandalizzato. - Scherzi amico!?!?! Quella roba non vende più! Stupefacenti e pasticche Weasley... ecco cosa chiede il mercato. E se il mercato chiede, Terry risponde. -


- Stai dicendo che praticamente sei un pusher? - s'informò Hermione apprensiva. Anche per lo spaccio c'era l'espulsione.


- Ma come ti permetti!!! - si offese l'altro. - Quello è Neville. Cosa credi che faccia tutto il tempo nelle serre? - sbuffò prima di chinarsi sul calderone e buttarci dentro una manciata di elleboro.


- Che cosa fa? - domandò quell'anima candida di Harry, sbadigliando. Si era appena svegliato da una pennichella ritemprante su un banco di scuola.


- Cosa ti suggerisce la parola “piantine”? - suggerì Terry armeggiando con un grosso libro da cui usciva “Pompo nella Classe” a palla.


- Erba Potty, erba - spiegò un Malfoy fresco di rivelazione divina: Paciock non era rimbambito. Era semplicemente strafatto tutto il tempo.


- Harry... - intervenne Hermione. – Vegan Riot e roba simile -.


- Ahhhhhhhhh - si tranquillizzò immediatamente il Bambino Sopravvissuto.


Seeee, figuriamoci se aveva capito!!! Malfoy ci avrebbe scommesso: faceva solo finta. Lasciando perdere l'insolubile e amletico quesito “Potter è nato scemo o ci è diventato dopo essersi beccato una maledizione in mezzo agli occhi”, si mise a curiosare tutto intorno all'aula del club dei “Pozionisti Anonimi”. Una vera e propria setta i cui accolti passavano il tempo libero a inventare ritrovati più o meno medicinali e a pastrocchiare con gli ingredienti. Praticamente una raffineria, dove, sotto la guida di quella svaporata di Eloise Midgen - Presidentessa in carica per quell'anno - i peggiori spacciatori in erba (non di erba, quelli li trovavi dietro la serra numero tre se avevi bisogno) si procacciavano di che sbarcare il lunario appena fuori da Hogwarts. Ovviamente, una volta su due, i mefitici vapori sprigionatisi dai vari esperimenti facevano finire in infermeria il club al gran completo, ma l'implacabile Presidentessa - che si vociferava non tenesse particolarmente all'associazione ma piuttosto allo scoprire un miracoloso unguento contro la sua celebre acne - riusciva sempre, in un modo o nell'altro, a far sì che il club restasse in piedi e Silente non li sbattesse fuori dal castello in blocco. E a calci.


- Ho quasi fatto - annunciò Terry teatrale. - Certo che è la prima volta che qualcuno si lamenta del risultato di un mio filtro “botta e via” - constatò funereo.

Hermione e Draco gli lanciarono un'occhiata mortifera, ma lui non colse il messaggio.

- Insomma Harry, non ti ho mai visto ridere più contento di così e, lasciatelo dire, di solito alle feste sfoggi una faccia!!! Sembra sempre che ti abbiano trucidato la famiglia a suon di Avada Kedavra... dovresti ringraziarmi. E tu Granger... mentre ti dimenavi su quel divanetto eri una meraviglia. -


Lo aveva detto come se nulla fosse, non realizzando che quello come minimo gli sarebbe costato una ventina di pugni in più, si appuntò mentalmente Draco Malfoy. Tutti sui denti.


- Ecco, è diventata lilla! - esultò Steeval. - Stando al libro, a questo punto dovrebbe essere pronta: bisogna solo lasciarla riposare fino a mezzanotte... credo. Non lo so per certo... sapete com'è, nessuno si cala un filtro per avere il coraggio di fare tutto quello che gli passa per la testa (e che ha anche il vantaggio di far dimenticare quel che ha combinato) e poi il giorno dopo venire da me piagnucolando e pretendere di ricordarlo... tsè - borbottò infastidito, intimamente offeso che quei tre avessero di che lamentarsi.

- Quindi la pozione è pronta? - tagliò corto Malfoy.


- Possiamo berla? - chiese anche Harry preoccupato: non aveva un aspetto rassicurante, gli ricordava vagamente la polisucco che Hermione gli aveva rifilato al secondo anno.


- Se ci riesci Potty, puoi anche fumartela! - sputò Draco. - Quindi tu Steeval non servi più a niente in questo mondo, giusto? - si informò con voce pericolosamente dolce. Poi estrasse la bacchetta e mormorò: - Pietrificus Totalus. -


Nella serra numero tre, Neville Paciock, che dormiva abbracciato ad una curiosa piantina dalle foglie a sette punte, si svegliò di soprassalto. Forse erano gli effetti del fumo, ma avrebbe giurato di aver sentito un grido di pura agonia risuonare nel castello.




***




Hermione ed Harry avevano aspettato che Malfoy terminasse il pestaggio di Steeval e - anche se restare a guardarlo era stata un'autentica soddisfazione - lo avevano interrotto appena prima che quel sadico di un Serpeverde riducesse per sempre Terry a voce bianca.

Hermione poi, con un colpo di bacchetta, aveva legato il Corvonero come un salame e lo aveva lasciato appeso al soffitto a stagionare. Con un po' di fortuna lo avrebbe ritrovato Piton l'indomani e sarebbe stato abbastanza indignato, scoprendo qualcuno a bighellonare per il castello, da lasciarlo lì, a fare l'insaccato almeno fino alla terza ora.


Alla faccia del nobile Godric che sosteneva che la vendetta non risolvesse un bel nulla, la Granger appurò che, se non altro, funzionava benissimo per calmare i nervi. Adesso restava solo un piccolissimo problema: ingannare l'attesa. Cosa avrebbero potuto fare fino a mezzanotte logorati dall'ansia, devastati da mille interrogativi, rosi da dubbi e incertezze?


Hermione fuggì in biblioteca, ricordando improvvisamente di essere appena al quarto ripasso di Aritmanzia, Draco se ne andò a sfogarsi al campo di quidditch ed Harry marciò fino al proprio letto, con tutta l'intenzione di schiacciare un pisolino. Dopotutto, quella sera, gli eventi lo avrebbero tenuto in piedi fino a tardi.


Metà pomeriggio lo trascorsero così, ognuno preso da ciò che gli riusciva meglio: Hermione a studiare, Harry a dormire (in fondo era standosene disteso fra i morbidi guanciali della culla che aveva sconfitto l'Oscuro Signore) e Draco a rompere le scatole alla gente.


Erano ormai le cinque di un umido pomeriggio inglese quando, invece di sorseggiare tè come tutti gli abitanti dell'isola, il rampollo dei Malfoy afferrò con rabbia l'ennesima pluffa scagliandola lontano.

Quella descrisse una parabola nell'aria e poi andò a sbattere contro il metallo di uno degli anelli.


- Palo - constatò incolore il portiere di Serpeverde, stufo di quella manfrina che andava avanti da parecchie ore.


- Merda!!! - gridò Draco indispettito. Si tuffò in picchiata verso la sabbia sotto pali, recuperò la palla e tirò di nuovo. Il portiere, fermo a mezz'aria sulla scopa, nemmeno si mosse, limitandosi ad osservare la sfera che cadeva troppo in là.


- Fuori. - annunciò grattandosi il mento.


- Cazzo!!! - imprecò Draco.


- Malfoy... veramente tu non saresti un cacciatore - gli ricordò debolmente Goyle.

Gregory era un energumeno di tre tonnellate col cervello delle dimensioni di un boccino, ed evidentemente quel giorno nutriva un insano desiderio di morire. Draco lo fissò in cagnesco e gli si scagliò addosso, fregandogli la mazza dalle mani.


- Veramente, Malfoy, tu non saresti nemmeno un battitore... - s'inserì Tiger, altro colosso tutto muscoli e niente materia grigia.


- Silenzio - intimò l'interessato, mettendosi a colpire i bolidi con rabbia.


Maledizione, ci era andato così vicino a mettere l'anello al dito della Granger, e adesso rischiava di farsi sfuggire la felicità dalle mani


Si esibì in un triplo tuffo carpiato seguito da un ardito avvitamento, poi, con tutta la forza di quella manovra, colpì uno dei due bolidi lanciandolo a caso. Quello rimbalzò a tutta velocità verso Tiger e Goyle, pettinando il ciuffo di Gregory e lasciandolo quasi calvo.


Tempo trenta secondi e la squadra di Serpeverde (casa da sempre arcinota per l'abilità di salvare la pellaccia) aveva abbandonato al gran completo il campo di quidditch rifugiandosi al sicuro negli spogliatoi, imperturbando le porte e scagliando incantesimi di difesa nel raggio di dieci metri. Malfoy restò in sella alla sua scopa continuando a sfogare la rabbia in solitudine, lontano da chiunque fosse dotato di un minimo istinto di autoconservazione.


Maledizione a Potter, a Merlino, a Potter, a Morgana, al Mago di Oz, a Potter, al Mago Forest... e a Potter.


Quella testona non voleva proprio capire che ogni giovane strega, invece di perdere tempo ad ammuffire sui libri, doveva - come lo stesso ex-Presidente della Magia aveva consigliato più volte - sposare un mago con un numero di zeri nel conto in banca piuttosto lungo (e lui, modestia a parte, ce lo aveva più lungo di tutti).

Urgevano rimedi drastici: ci aveva provato con la dolcezza, omaggiandola di epiteti confidenziali e nomignoli affettuosi coniati solo per lei (Mezzosague e Zannuta, per esempio), e persino con le cattive, affatturandola e prendendola a schiantesimi, ma non aveva funzionato niente.

Non gli restava che una cosa da fare...

Supplicarla in ginocchio.

E romperle le scatole, ovviamente.


Ancora in arcione sulla Ninbus, i capelli scompigliati dal vento e le ascelle pezzate per il duro allenamento, si precipitò dritto dritto da Hermione Granger, ovvero in biblioteca, alle cinque e mezza di domenica pomeriggio, un posticino intimo e riservato quanto Diagon Alley una settimana prima della riapertura della scuola.

Teatrale come sue solito, entrò da una finestra aperta, volando basso sui tavoli e lasciandosi dietro una nuvola di fogli e appunti che volevano da tutte le parti, nonché una lunga serie di maledizioni da chi si era visto sfuggire il compito di pozioni per il giorno dopo.


- Granger!!! - chiamò a squarciagola, mentre madama Pince diventava bianca come un lenzuolo: mai, in tanti anni di onorata carriera, il proprio Sacro Tempio era stato violato in quella maniera. Uno studente che gridava, rovinava i libri e per di più volava a cavallo di una scopa. La poverina stramazzò al suolo svenuta.


- Granger, dove diavolo ti sei ficcata? - continuò a schiamazzare Malfoy imperterrito.


- Sono qui... - si udì la voce flebile di Hermione, sepolta sotto una pila di libri che la furia demolitrice di Draco le aveva fatto franare addosso.


- Granger ti ho trovata, finalmente!!! - esultò lui scendendo dalla scopa ed atterrando in cima ad un tavolo - Ti devo parlare!!! - dichiarò scoccandole un sorriso a tremila denti che avrebbe fatto sentire Gilderoy Allock un dilettante.


- Ma davvero Malfoy? Non lo avrei mai detto... - sbuffò una ragazza di Corvonero seccata.


Draco la ignorò bellamente: - Lo so che può giungere inaspettato ma... -


- Ma secondo voi che fa quel cretino? - interloquì un primino di Tassorosso.


Una volta dato il “la”, un coro di insulti si levò dalla platea, che assisteva impotente al Malfoy-show.


- Buffone! -


- Stai zitto! -


- Scendi dal mio compito di rune!!! -


Blaise Zabini nascose la testa sotto il libro di incantesimi, vergognandosi di condividere con Draco una profonda amicizia, una collezione di alcolici introdotti a scuola di straforo e, non ultimo, la stessa aria.


- Vandalo! -


- Distruttore! -


- Malfoy, ma che ti stai dichiarando? -


- Qualcuno ha visto un tema di astronomia? -


- Silenzio!!! - intimò Draco. Madama Pince, che si era appena riavuta dallo svenimento, ebbe un nuovo colpo apoplettico: proprio lui si metteva a intimare il silenzio nella Sua Biblioteca. Inaudito.


- Granger, oggi è stata una giornata assurda, lo so, però ti giuro sull'onore dei Malfoy - (che, beninteso, non è mai esistito n.d.a) - Che ho intenzioni molto serie. Sono innamorato di te dal terzo anno! Dammi una possibilità!!! - .

Cadde un silenzio sepolcrale.

Tutta la biblioteca, e persino la rediviva bibliotecaria, si voltarono a fissare Hermione Granger. Lei, rossa di vergogna, ficcò la testa dentro quell'ammasso intricato di libri da cui aveva fatto tanta fatica ad uscire fino ad un attimo prima. Adesso si augurava soltanto che il pavimento le si aprisse sotto i piedi e la inghiottisse.


Ma Hermione Granger era una donna dotata di bacchetta, una vera strega, checché ne dicessero i purosangue.


Tirò fuori la bacchetta e mormorò - Pietrificus Totalus! -

Quel giorno quell'incantesimo andava di moda.




***




- Dai, Granger, non farti pregare... -

- No. -


Stavano camminando per il corridoio davanti al bagno delle ragazze. Malfoy, dopo che quell'anima pia di Pansy Parkinson - candidata ad una bella fattura orcovolante non appena Hermione l'avesse beccata in un corridoio senza testimoni - lo aveva liberato dal pietrificus, non aveva fatto altro che perseguitarla.


- No? Perché no? Che ti costa? -

- Ho detto di no e basta. -

- Farò il bravo, lo giuro. -

- No. -

- E lascerò in pace Paciock per almeno una settimana... -

- La mia risposta è sempre no. -

- Ma perché??? - si lagnò Draco, con tanto di labbro tremulo e vocina piagnucolosa.


Dunque da dove poteva incominciare? Ah sì:

- Perché sei un cretino! - più chiaro di così... - E poi perché sei un maledetto razzista, perché mi hai trattata malissimo per tutti gli anni di scuola e poi perché... -

- Ok, ok, ho capito. Ma mica ti sto chiedendo di sposarmi!!! - cosa che, ad onor del vero, aveva già fatto - E' solo un appuntamento. Un paio d'ore, niente di più... -

- No! -

- Potremmo andare a cena... -

Hermione nemmeno si prese la briga di rispondergli.


- Hermione? -

- Sì? - evviva!!! Aveva cambiato monosillabo.

- Hai smesso di rispondermi? -

- Sì. -

- Ti sto dando fastidio? -

- Sì. -

- Vuoi che la smetta? -

- Sì. -

- Esci con me? -

- Sì... O cazzo!!! -


Draco strabuzzò gli occhi: la Granger aveva detto di sì al suo appuntamento (cosa che non si sentiva tutti i giorni) e aveva anche pronunciato una parolaccia (evento ancora più raro). Il tutto nello spazio di una sola frase.


- Evviva!!! Hai detto di sì!!! - gongolò.

- Ma io... veramente... non volevo... -

- Eh no carina, che fai ti rimangi la parola data? E poi saremmo noi Serpeverde quelli che non mantengono fede alle promesse!?!? -

- Oh e va bene Malfoy, come vuoi. Basta che la smetti!!! - acconsentì alla fine Hermione. Tutto pur di farlo tacere.


Draco Malfoy sorrise. Implorare funzionava sempre, sopratutto per cinque ore di fila.

Se non altro aveva un bel sorriso, pensò Hermione, dandosi della scema l'attimo dopo.


- Bene adesso possiamo andare a raccattare Potter! - dichiarò Malfoy giulivo.

- In effetti dovrebbe già essere qui, dobbiamo prendere la pozione tutti insieme... - tornò coi piedi per terra la Granger. Meglio non indulgere in pensieri pericolosi...


Draco non poteva essere meno interessato alla pozione, semplicemente non vedeva l'ora di comunicare a Potter la lieta novella dell'appuntamento con la Mezzosangue. Se era abbastanza fortunato ci sarebbe rimasto secco. Gioia e sommo gaudio.


- Avevamo appuntamento con lui più di mezz'ora fa, - considerò Hermione guardando l'orologio. - Dove si sarà cacciato? -


Harry Potter era in ritardo. Ovviamente si era appisolato. Restare sveglio fino a tardi per chi era abituato a coricarsi con le galline era un'impresa improba. Arrivò di corsa, quando l'orologio della torre iniziò a suonare la mezzanotte.


Hermione e Draco lo precedettero nel bagno di Mirtilla Malcontenta (che stranamente non stava sguazzando in nessuna delle toilettes) portandosi avanti ciascuno col proprio lavoro. La Granger servendo la pozione di Steeval in tre bicchierini trasparenti, Draco tentando di palpeggiarla e beccandosi una sonora cinquina dritta in faccia.


Harry, trafelato, si accasciò sul pavimento, mentre la sua migliore amica gli piazzava il bicchiere in mano.


- Pronti? - chiese la ragazza mentre la voce le si rompeva sull'ultima sillaba - Al mio tre... -


Sentì la mano di Draco scivolare nella sua e stringerla forte. Stranamente non trovò nessun motivo per protestare. - Uno... -


Draco, Hermione ed Harry strinsero ciascuno il proprio bicchiere.


- Due... -


Lo portarono alle labbra.


- E tre. -




***




La stanza delle necessità era avvolta da un tripudio di luci colorate. Qualcuno aveva incantato le pareti ed il pavimento, che brillavano come cosparsi da minuscole stelle. Dalla bacchetta di Padma Patil usciva a tutto volume la discografia completa di Celestina Warback e in mezzo alla pista Ginny Weasley piroettava abbracciata a Lavanda Brown, entrambe troppo ubriache per ricordare che - da sobrie - si detestavano.


Daphne Greengrass, con un vestito decisamente succinto, era sdraiata su un tavolino, dove un più che felice gruppetto di Tassorosso ingollava litri di tequila solo per leccare il sale cosparso sulla sua pancia e prendere la fetta di limone che qualche anima misericordiosa le aveva adagiato fra i seni.

Ronald Weasley si era tolto la maglietta, rivelando un addome scolpito quanto quello di Lumacorno, e aveva fatto scappare almeno una mezza dozzina di impressionabili matricole. Il vello rosso che gli ricopriva il petto e le goccioline di sudore non aiutavano la causa.

Addossato ad una parete c'era un bancone improvvisato dietro cui si affaccendavano, a turno, un paio di Corvonero che si divertivano a mischiare - a caso - il contenuto di diverse bottigliette colorate.

Ridendo come una iena, Pansy Parkinson incantava i bicchieri di chiunque le capitasse a tiro affinché si riempissero autonomamente, mentre Blaise Zabini conversava amabilmente con un secchio pieno del suo vomito.


Neville Paciock, tanto per cambiare, fumava in un angolo.


Quando Hermione Granger - che ovviamente pattugliava i corridoi - insospettita da un'insolita animazione nei quadri, dove una grassa signora di epoca vittoriana ed un vecchio mago in frac avevano preso a cantare “il ballo del cavallo, e hop hop hop”, aveva aperto la porta ritrovandosi davanti un tale spettacolo, il suo primo impulso era stato pregare che qualcuno le scagliasse un Oblivion. Quando poi aveva scorto il suo migliore amico, Harry Potter, dimenare il bacino a ritmo di musica, strusciandosi contro il palo da lap dance al centro della sala, aveva optato, invece, per correre a rifugiarsi dalla McGranitt in lacrime, gridando allo scandalo.


Draco Malfoy - che per amore l'aveva seguita durante la ronda, non riuscendo ad estorcerle nulla di più romantico di un “C.R.E.P.A!!!” - la afferrò prima che potesse far espellere la scuola in blocco e la spinse dentro la stanza, sigillandosi la porta alle spalle.


La Tupin e Goldstain, da bravi padroni di casa, si erano precipitati ad accogliere i nuovi venuti, salvo poi rischiare l'infarto non appena accortisi che si trattava nientepopodimeno che dell'inflessibile Caposcuola Granger, come amava definirsi lei, la sfigata secchiona e spiona, come la chiamavano tutti gli altri.

Corner, decisamente brillo, si era ritrovata a passare lì davanti proprio in quel momento, con un vassoio di cocktail in mano. Guardando la faccia sconvolta che Hermione sfoggiava per l'occasione e quella da scemo che Malfoy invece si portava appresso quasi sempre, aveva afferrato due calici pieni di un liquido scuro, denso e che mandava un gradevole aroma di frutta. Molto democraticamente glieli aveva piazzati in mano, urlando sopra alla musica qualcosa tipo “bevi che ti passa sorella” e “Draco, tanto peggio di così...”.



Michael Corner, si appuntò mentalmente Hermione.

La prima vittima delle sua ira funesta.



Il Serpeverde non se lo era fatto ripetere due volte e la Granger, per qualche strana congiunzione astrale, si era ingollata il contenuto del bicchiere tutto d'un fiato, sperando che almeno quello potesse aiutare a farle dimenticare il penoso balletto di Harry, ancora abbarbicato al palo senza camicia. Qualcuno gli aveva procurato un boa di piume di struzzo fucsia e dalla platea Colin Canon gli soffiava dei bacini con tanto di schiocco e risucchio.



A Draco Malfoy sorse un dubbio.

Ma Potter, la pozione, l'aveva bevuta?



Poi Harry scomparve dai suoi ricordi: c'erano solo lui ed Hermione, fino ad una attimo prima fermi come salami a contemplare lo striptease di Potter, gli intestini in subbuglio. Poi, nel giro di tre minuti, la pozione aveva fatto effetto ed erano finiti spalmati su un divanetto, con lui che cercava di arrivare all'intestino della Granger con la lingua, ficcandogliela in gola con la stessa delicatezza del Ronald Weasley dei tempi d'oro.



Accidenti se Malfoy ci sapeva fare!!!

La Granger arrossì di vergogna... e anche un po' di piacere al ricordo.



Improvvisamente il silenzio scese sulla sala (considerando che la bacchetta di Padma continuava a cantare a tutto volume, era davvero una cosa incredibile) mentre tutti, ma proprio tutti - persino i Tassorosso incantati dalle curve della Greengrass - si giravano a guardare lo spettacolino hard che Draco ed Hermione stavano improvvisando, strusciandosi l'uno contro l'altra.

La ragazza si era seduta in grembo a Malfoy e gli aveva infilato le dita fra i capelli; quelle di lui, invece, erano sparite da qualche parte sotto la sua camicetta, mentre la sua celebre Lingua Lunga era – finalmente!!! - impegnata in qualcosa di utile e non molesto per il suo prossimo.



Sono un grande!!!

Gioì Draco aprendo un sacchettino di pop corn.



- AAAAAAAAAAAAAAAARGH!!! - l'urlo delle grandi calamità. Quello tradizionalmente associato all'assalto dei Mangiamorte, quello che Ron riservava alle acromantule di Hagrid, quello che Paciock associava al compito di pozioni sin dal primo anno. Questa volta lo aveva lanciato Harry James Potter.



E vorrei ben vedere!!!

Considerò quest'ultimo.



Tutta la scuola stava osservano la sua migliore amica ed il suo peggior nemico limonare appassionatamente, sbottonandosi reciprocamente la camicia.


Cioè insomma, possibile che tutti ritenessero la loro performance più interessante del suo balletto??? Harry era offesissimo, e da “offeso” ci mise poco tempo a diventare “oltraggiato” e poi “furioso”, notando che il suo piccolo auditorium di allegri beoni non lo stava calcolando nemmeno di striscio.

- TUUUUUUU!!! - urlò saltando giù dal cubo e lanciando il boa come un lazo attorno al collo di Malfoy. - Leva subito le tua manacce da Hermione!!! - gli intimò - Come hai osato, maledetto? Vuoi sempre stare al centro dell'attenzione, eh? -



Ok, questo era un po' ipocrita da parte sua,

doveva riconoscerlo, decise Harry.



Draco, cianotico ma ben intenzionato a non mollare le labbra della Granger nemmeno sotto Cruciatus, iniziò a smanettare nelle tasche dei pantaloni alla ricerca della bacchetta.

- Ma dove tocchi pervertito!!! - si scandalizzò Potter, saltando sulla poltrona e rifilando a Malfoy un bel pugno sul naso. Draco perse la presa su Hermione e la ragazza si ritrovò distesa a gambe all'aria sul pavimento, arrabbiatissima per l'interruzione.

Si tirò in piedi veloce saltando sulle spalle dell'amico per placcarlo, mentre lui e Draco prendevano a darsele di santa ragione.


Il pubblico sbuffò annoiato.

Vedere Potter improvvisare uno spogliarello non era evento di tutti i giorni, vedere Malfoy e la Granger baciarsi men che meno, ma vedere Serpeverde e Grifondoro scatenare la solita rissa era qualcosa di visto e rivisto. Non faceva più audience.

A colpi di bacchetta li buttarono tutti e tre fuori dalla stanza e poi ripresero tranquillamente a bere, fumare e quant'altro stavano facendo prima.


Harry e Draco nemmeno se ne accorsero, continuando a picchiarsi in corridoio e poi per le scale, mentre Hermione li inseguiva pregandoli di fermarsi o almeno di pestarsi in silenzio, giusto nel caso in cui mastro Gazza fosse stato nei paraggi. Gli studenti fuori dai dormitori oltre il coprifuoco, che per di più facevano a botte, rischiavano l'espulsione.


A suon di calci e pugni - e di Silencio e di Mufflilato - si ritrovarono nell'aula di Incantesimi, imperturbata dalla Granger, che per l'occasione aveva anche lanciato un potentissimo Repello Insegnanti, giusto per sottolineare che grossa perdita fosse per gli organizzatori delle feste clandestine non poterla includere nello staff.


- Adesso basta!!! - strillò - Siete due maghi adulti, mica dei bambini! -


Quella fu davvero una pessima uscita: improvvisamente ricordatisi di essere due esseri dotati di bacchetta (il doppio senso è solo un impressione), Potter e Malfoy decisero che, se volevano davvero finalmente mandare il proprio storico nemico al Creatore, era a quella che dovevano ricorrere.


- Dieci pollici di durissimo biancospino e crine di unicorno. Sufficientemente elastica - si vantò Malfoy sguainando la propria.

- Boo-hoo!!! Al massimo salice piangente! - lo derise Potter. - Agrifoglio e piuma di fenice, undici pollici! - gongolò tirando fuori la becchetta.

- E sai dove te la puoi mettere? - gracchiò Draco furioso.



In tasca? Nel mantello?

In effetti la Row non pensava mai che portarsela in giro fosse un tantino scomodo.

Rifletté Harry grattandosi il mento.



- E dove andrebbe messa? - chiese perplesso.

- In un posto Potter dove quegli undici pollici... - iniziò a spiegare Malfoy.

- Ah-ah!!! - trillò Potter, che ci aveva messo un po' di tempo ma ci era arrivato - La mia bacchetta è più lunga della tua - si vantò.

- Scommettiamo di no? - lo sfidò Draco ferito nell'orgoglio maschile.


Hermione non avrebbe saputo dire bene come, ma all'improvviso la gara era diventata quella più vecchia del mondo, quella in cui ogni singolo maschio cercava di dimostrarsi superiore al proprio vicino (e dire che il vicino di Malfoy era Zabini, che come tutti quelli del suo colore...).


Draco portò velocemente le mani alla zip e la slacciò, tirando fuori l'altra sua bacchetta.


Accidenti!!!

Ad entrambe le Hermione Granger, quella del ricordo e quella reale,

cadde la mascella sul pavimento per la sorpresa.

Malfoy di smisurato non aveva solo l'ego!!!



Harry ed Hermione presero a fissare il Serpeverde fra le gambe, con accademico interesse.

- E pensare che qui fa anche piuttosto freddo - si gloriò lui.

- Accidenti... ma come... cioè, come si fa ad avere un coso così, così... - iniziò a tartagliare la Caposcuola.

Harry, invece, dopo aver contemplato il ragazzo nudo, incerto se terminare quello che l'alcol aveva iniziato mettendosi a vomitare - perché, diavolo, era sempre di Malfoy tutta quella roba - iniziò a perdere sangue dal naso...



Ecco perché Harry era tanto felice di avere un bambino,

compresero finalmente Draco ed Hermione:

con buona pace di Ginny Weasley, non sarebbe mai diventato papà.




- Potter ma che schifo, ti sei eccitato? - ragliò il Serpeverde mandandolo a stendere dall'altro lato della stanza con uno Stupeficium, dritto dritto sopra i cuscini che il professore usava per gli incantesimi di appello e di esilio.


- Malfoy che diavolo fai?!?! - stillò la Granger arrabbiata, riavendosi dallo stato catatonico in cui la visione del novello Draco di Michelangelo l'aveva fatta precipitare. Il suo migliore amico aveva appena fatto outing e Malfoy si comportava come il solito insensibile.

Corse velocissima verso Harry lanciando Epismendo a destra e a manca e togliendosi una scarpa e un calzino.

- Aguamenti - mormorò, in mancanza d'altro, contro il 100% misto cotone. Poi lo schiaffò sotto il naso del Bambino Sopravvissuto (che forse non sarebbe sopravvissuto all'odore).


Visto che Potter era momentaneamente fuori combattimento tra lo schiantesimo e i miasmi del calzino, Malfoy ne approfittò per tornare alla carica con la sua adorata Granger e le si lanciò addosso, riprendendo a baciarla proprio sopra i cuscini affianco a Potter, che, come al solito, aveva trovato una scusa per dormire un po' .




***




Il ricordo si interruppe lì, segno che probabilmente Draco ed Hermione avevano continuato a pomiciare fino a quando il sonno non li aveva fatti smettere. La dormita aveva dato loro il tempo di smaltire l'effetto del filtro e, quando si erano risvegliati, come previsto negli effetti collaterali, non ricordavano più nulla.

Perché anche Harry non ricordasse niente non era difficile da immaginare: in fondo era Harry Potter, e come se questo non fosse stato abbastanza esplicativo, era un Harry Potter addormentato (in tanti sensi), per di più dopo uno stupeficium e con un fetido calzino sotto il naso.


- Tutto è bene quel che finisce bene - trillò la Granger che, tutto sommato, poteva dire di essersela cavata davvero a buon mercato: non era incinta, non rischiava l'espulsione né malattie veneree e aveva pure rimediato una bella sessione di sbaciucchiamenti. Adesso poteva andarsene tranquilla e serena a fare il sesto ripasso di Rune Antiche.


Potter si rannuvolò. Nemmeno questa volta poteva farsi una famiglia.

Decise di sfogare la delusione andandosene a letto. Magari dormendoci su le cose sarebbero migliorate.


Draco Malfoy, ringalluzzito all'idea che la Granger lo avesse baciato sì sotto l'effetto di un filtro, ma comunque non contro la propria volontà, si apprestò a fare quella che era, appunto, la sua attività di elezione: romperle le scatole.

- Beh, a questo punto potremmo metterci insieme, no? Tanto già mi hai visto nudo e conosci... una grossa parte di me!!! - prese a dire seguendola verso la biblioteca.


A Potter non lo aveva detto, ma lo sapevano tutti che gli uomini sono sessualmente attivi fino a settant'anni. Aveva un bel po' di tempo per lavorarsi la sua famigliola felice.




***


.






E i miei deliri finiscolo qui!!! Mi dispiace moltissimo per i miei tempi biblici e se qualcuno nel primo capitolo immaginava una Draco-Hermione-Harry “seria”, ma questo breve racconto è nato dal mio desiderio di scrivere qualcosa che facesse sorridere, che sfatasse i cliché più diffusi in questo fandom (in particolare in quello inglese) e andasse “contro” le aspettative dei lettori. La storia parte come semi-seria per poi passare a demente in crescendo: non è per nulla casuale, infatti, far parlare prima Hermione, poi Draco e in fine Harry... è un'escalation di follia pura!!!


ps. Per chi me lo ha chiesto: io adoro Harry, ma per una volta ho scelto di far fare a lui la parte del fessacchiotto di turno... che cavolo, mica è giusto che tocchi sempre a Ron!!!


A presto, con altre storie.


Come sempre grazie a Valengel (versione sexy in rosso) e anche a chi mi ha mandato messaggi privati (e minacce di morte) pur di farmi aggiornare.

   
 
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