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Autore: Hiraedd    04/02/2012    4 recensioni
A volte capita che il Capitano Grifondoro si ritrovi tra le mani uno strano enigma chiamato Dorcas Meadowes, che in sei anni gli ha rivolto la parola tre volte al massimo, tutte nel giro dell’ultima settimana.
Può anche capitare che un Serpeverde solitario e innocuo inciampi in una maschera che non nasconde solo un volto, ma un mondo intero. Perchè Benjamin odia Caradoc Dearborn, sia chiaro, e quegli occhi dorati non gli fanno alcun effetto. Forse.
Oppure può succedere che il Caposcuola sia innamorato da anni della sorellina del proprio migliore amico, che ha perso la testa per un Auror di stanza in Polonia, e abbia una fottuta paura che Edgar lo scopra e lo torturi perché no, quelli che fa verso Amelia sono tutto fuorché casti pensieri d’amicizia.
Per fortuna, però, che c’è Hestia Jones, deputato diario segreto degli studenti del settimo anno, che tutto osserva nonostante, a conti fatti, non distolga nemmeno per un secondo lo sguardo dal suo adorato fidanzato, il Prefetto Sturgis Podmore.
*
Siamo ad Hogwarts, è l’autunno 1969 e la guerra è già più vicina di quanto non sembri.
*
Altri personaggi: Gideon Prewett, Kingsley Shacklebolt, Sturgis Podmore, Amelia e Edgar Bones.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Benjy Fenwick, Caradoc Dearborn, Dorcas Meadowes, Fabian Prewett, Hestia Jones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'oltre il fuoco comincia l'amore'
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NOTE DI REVISIONE: questo capitolo è stato betato da Higwaytohell_ a cui va un grazie particolare
 


Capitolo 03




<< Adesso capisco perché non siamo diventati Corvonero >> commentò Fabian sconfitto.
 
Da diversi minuti, in compagnia del fratello e del Caposcuola Shacklebolt, era bloccato davanti all’ingresso alla Sala Comune di Corvonero, intento a risolvere l’indovinello del battente a forma di corvo.
 
<< Come sono presuntuosi, non potevano avere una parola d’ordine come tutti gli altri? Sono proprio come Caradoc, vogliono farti pesare il fatto di essere più intelligenti di te >>.
 
Anche Kingsley rise della frase afflitta di Gideon, che incrociò piuttosto irritato le braccia al petto. Il Caposcuola Grifondoro si sporse per tornare a picchiare il battente alla porta nera.
 
<< Dove finiscono i Corvonero quando servono? >> domandò scocciato Fabian.
 

 
Con esse puoi scrivere e toccare,
dipinger, far di conto e la lana filare.
Con le piume della seconda puoi un cuscino imbottire
Per poter tranquillamente riposare.
Delle mie origini ti puoi nutrire
E nelle mie foglie un profumo esotico inspirare,
or che ti ho aiutato a capire
puoi forse il mio nome enunciare?

 
<< Ci tengo a precisare >> dichiarò sconfitto Fabian con tono saputo verso il battente << Che oggi ho scoperto cosa vuol dire odiare, e quindi per me in un certo posto te ne puoi anche andare, a farti… >>
 
<< Fabian, ti prego, risparmiaci! >> lo interruppe la voce di Kingsley, che dal sorriso in viso stava evidentemente trattenendo una risata.
 
<< Quel maledetto corvo è… >> sbottò irritato rivolto al battente << Maledetto, io…! >>
 
<< Posso aiutarvi? >>.
 
La voce gentile di Dorcas Meadowes li sorprese facendoli sussultare. La ragazza li osservava appoggiata ad una colonna del corridoio, le braccia morbidamente adagiate lungo i fianchi e i capelli lunghi lasciati liberi a cadere sulle spalle e oltre la schiena.
 
<< Dorcas >> la salutò Kingsley con un cenno del capo educato << Sai se Caradoc e Sturgis sono in sala comune? >>.
 
Dorcas si prese qualche secondo per lasciar vagare lo sguardo dal Caposcuola ai suoi fidi compari, prima di scuotere la testa.
 
<< Podmore e la Jones erano in biblioteca, ma non ho visto Dearborn, quindi probabilmente è in sala comune >> disse la Corvonero muovendo qualche passo verso la porta e indicando il battente << Posso? >>.
 
I ragazzi si fecero da parte ben volentieri, senza risparmiare un’occhiata scocciata al corvo.

 
 Con esse puoi scrivere e toccare,
dipinger, far di conto e la lana filare.
Con le piume della seconda puoi un cuscino imbottire
Per poter tranquillamente riposare.
Delle mie origini ti puoi nutrire
E nelle mie foglie un profumo esotico inspirare,
or che ti ho aiutato a capire
puoi forse il mio nome enunciare?
 
 
Le labbra di Dorcas si mossero immediatamente, formulando quella risposta che i ragazzi avevano faticato così tanto a cercare.
 
<< Manioca >> mormorò la ragazza in risposta al battente, sorridendo gentilmente in direzione del corvo quando lo sentì gracchiare un “ottima risposta”.
 
I ragazzi, stupiti, osservarono l’anta scura aprirsi e rivelare la luminosa sala comune di Corvonero, il soffitto stellato rischiarato dalla calda luce dell’ultimo sole estivo che penetrava dalle grandi vetrate affacciate sulle montagne.
 
<< Come… manioca? >> balbettò Gideon incuriosito << Come sei riuscita a capirlo? >>.
 
La ragazza si volse con un espressione seria in volto, sollevando lo sguardo e fissandolo negli occhi ora di uno, ora dell’altro gemello.
 
<< è una sciarada >> rispose dopo un attimo di esitazione << Analizzando separatamente i versi e le frasi dell’indovinello si riesce ad estrapolare alcune parole che, messe insieme, formano la risposta >>.
 
L’espressione curiosa prima dipinta solamente sul viso di un fratello, contagiò velocemente anche Fabian e Kingsley, che dischiuse le labbra leggermente interdetto.
 
<< E tu sei arrivata a “manioca” perché… >>
 
Dorcas sorrise gentilmente, tenendo comunque la porta aperta in modo da far passare con lei anche gli altri tre.
 
<< Con esse puoi scrivere e toccare, dipinger, far di conto e la lana filare, sono le mani, ovviamente >> commentò voltandosi verso le finestre e guardando le montagne << Con le piume della seconda puoi un cuscino imbottire, per poter comodamente riposare. Con la seconda ci si riferisce alla seconda parte della risposta, ossia l’oca. Gli ultimi quattro versi si riferiscono alla risposta in generale. La manioca è una pianta che cresce nei paesi tropicali, ci si nutre delle radici, ossia delle origini, e il profumo esotico si riferisce ai paesi lontani da cui questa pianta proviene. Risposta, manioca >>.
 
La risposta di Dorcas lasciò i ragazzi definitivamente a bocca aperta. Capire che quella ragazza, ad un primo sguardo così poco particolare, nascondesse una mente tanto brillante era qualcosa di assolutamente inaspettato.
 
Kingsley Shacklebolt, Gideon Prewett e suo fratello Fabian non avevano mai nemmeno immaginato quanto quella ragazza sapesse destreggiarsi con le parole, abilità che, loro non sapevano, aveva ereditato dal padre. Non avevano idea, quei tre impavidi Grifondoro, di tutte le pagine scritte in una minuscola grafia obliqua ed elegante a cui la ragazza aveva confidato la propria vita, sera dopo sera, lettera dopo lettera, fino a perdersi in racconti inventati eppure terribilmente veri, che erano scaturiti dalla sua penna e dalla sua mente.
 
<< Dearborn è lì, vicino alla libreria dalla finestra >> li riscosse lei indicando il ragazzo in questione, seduto su uno dei comodi divani blu notte. Poi, con un lieve cenno del capo e lo sguardo nuovamente basso, si allontanò senza dire altro.
 
<< Ah, i Corvonero sono troppo intelligenti >> esclamò storcendo il naso Gideon Prewett, semi disgustato, prima di fiondarsi su un Caradoc Dearborn decisamente infastidito all’idea di avere tre piccioni in sala comune.
 

 
*
 

<< Sai che non sono d’accordo, Dor >> mormorò in risposta all’occhiata dell’amica il giovane Serpeverde, puntando il proprio sguardo sul baccello verde e grosso tra le sue mani, nella serra di Erbologia.
 
<< Non ti ho mai chiesto se sei d’accordo, Ben. Ti ho chiesto se mi accompagnerai >>.
 
Se Benjy Fenwick fosse stato qualsiasi altra persona, Dorcas ci si sarebbe giocata una mano, avrebbe sbuffato e alzato gli occhi al cielo, per poi scuotere la testa con aria rassegnata. Cioè, non che Dorcas avesse tutta quest’esperienza in fatto di persone, ma in genere questo era quello che succedeva nei racconti che tanto le piaceva leggere, e di riflesso anche in quelli che tanto le piaceva scrivere.
 
Invece Benjy non fece nulla di tutto questo. Non alzò gli occhi al cielo, non sbuffò o scosse la testa con aria rassegnata. Perché Benjy era Benjy, e fosse anche crollato il cielo, quello non sarebbe mai cambiato. Fenwick, invece di sbuffare, alzare gli occhi al cielo o scuotere la testa con aria rassegnata, alzò lo sguardo per puntarlo in quello dell’amica.
 
<< Sai che lo farò >> rispose solamente, prima di porgere alla Meadowes il proprio coltello con la lama d’argento per schiacciare i baccelli. La ragazza, guardandosi attorno leggermente spaesata, si accorse di aver dimenticato il suo in dormitorio. Sorrise appena, di un sorriso tutto particolare, pensando a come Benjy fosse sempre due passi davanti a lei.
 

 
*
 

Benjy Fenwick non era stato per nulla soddisfatto nel constatare lo stupido modo in cui l’amica aveva deciso di sfogare il proprio dolore. Aveva validi motivi, per non esserne soddisfatto.
 
Per prima cosa, non voleva dover accompagnare l’amica in infermeria ogni settimana dopo ogni singolo incontro con il Club, con braccia o gambe tutte rotte, e magari anche qualche costola incrinata. Non perché avesse qualcosa contro l’infermeria, assolutamente, il problema era più collegato a Dorcas, in infermeria, che non all’infermeria o all’infermiera stessa. Benché fosse assolutamente a conoscenza delle capacità un poco fuori del normale della sua migliore nonché unica amica, era a conoscenza anche dell’insindacabile mancanza di coscienza dei ragazzi più grandi di lei, soprattutto Serpeverde, che non si sarebbero fatti alcun problema nel falciarla nonostante fosse una donna e fosse più piccola.
 
In secondo luogo, odiava assistere impotente ogni qualvolta Dorcas veniva presa di mira da qualcuno. Soprattutto dai suoi compagni, Dolohov in primis, che non si faceva mai sfuggire occasione di insultarla e sbeffeggiarla davanti a tutti, essendo Dolohov un Purosangue.
 
Per ultima cosa, ma non certo per importanza, il ragazzo voleva assolutamente che Dorcas restasse nell’ombra.
 
Lui non era un Grifondoro, impavido e coraggioso, ma sapeva voler bene quanto e più di loro. E Dorcas era l’unica persona, l’unica anima solitaria –forse sulla faccia della terra, ma sicuramente in tutta Hogwarts- su cui si era permesso di riversare tutto il suo affetto e la sua attenzione. Non come avrebbero fatto tutti gli altri ragazzi della scuola con una ragazza. Più come una sorella, a dire la verità, come qualcosa di incredibilmente prezioso da tenere al sicuro. Ed era questo, quello che voleva fare: tenerla al sicuro. Durante l’estate aveva visto più volte il nome Meadowes comparire sulle testate dei giornali, non solo della Gazzetta del Profeta o del settimanale delle streghe, ed ogni volta una stilla di rabbia gli era nata nel cuore, pura come il miglior Distillato della Morte Vivente. Ognuno di quei giornalisti, ogni singola persona, aveva contribuito a mantenere la sua migliore amica al centro del mirino. Scampata una volta ad un assalto in casa sua, di cui l’unica vittima era risultato essere il padre, Benjy temeva che non sarebbe stata così fortunata da sfuggire una seconda volta a quella guerra che stava nascendo dalle ceneri di un odio razziale decisamente fuori luogo, ma pur sempre pericoloso.
 
Benjy non era un Grifondoro, era un Serpeverde. Non era coraggioso, non era impavido. Era spaventato, però, dall’eventualità che all’unica persona –forse sulla faccia della terra, ma sicuramente in tutta Hogwarts- a cui avesse mai tenuto veramente, capitasse qualcosa di irreversibile. Non lo avrebbe sopportato. E sapeva che sfidare fuori dai denti persone come Dolohov, che se ancora non erano “mangiamorte” poco ci mancava, era uno dei modi migliori per catalizzare l’attenzione di tutti su di lei.
 
Benjy Fenwick non era uno stupido, e aveva provato a parlarne a Dorcas in un modo tutto loro, come avevano imparato a fare in quegli anni di particolare amicizia. Ovviamente, non era servito a nulla.
 
Per questo motivo il Serpeverde aveva deciso di tentare il tutto per tutto, ingoiando l’irritazione causata dall’avere un’amica tanto testarda e dal doversi rivolgere, senza possibilità di fuga, alle persone che meno sopportava in tutta Hogwarts.
 
<< Podmore, Shacklebolt >> li richiamò quindi quando, finita un’amichevole a Quidditch in uno degli ultimi dorati pomeriggi estivi, il gruppetto di amici e quei due in primo luogo erano scesi dalle scope con l’intento di dirigersi a cena.
 
Il gruppetto del settimo era formato, niente popò di meno, che da cinque dei più irritanti personaggi di Hogwarts.
 
In prima fila i due gemelli Prewett lo guardavano ad occhi spalancati lanciandosi occhiate stupite e sdegnate a vicenda. Il capo della combricola, Kingsley Shacklebolt, con quella sua flemma tanto particolare e quel seccante sorriso calmo in viso, si era fermato colto dallo stupore solo poco dietro ai due fratelli. Per ultimi, c’erano Sturgis Podmore e la sua simpatia particolarmente snervante insieme a Caradoc Dearborn e il suo ego gigantesco. Insomma, la patria dei bellocci era proprio tutta lì, mancavano solo la Jones con quel suo sorrisetto da primadonna e quei due imbranati dei Bones, Tassorosso.
 
I cinque, esclusa qualche occhiata lievemente disgustata verso il Serpeverde, parevano tranquillamente rilassati, tanto da tenersi i propri commenti sulla sua casa per loro.
 
<< Fenwick >> rispose con un sorriso calmo il Caposcuola Grifondoro, seguito da un cenno del capo del Prefetto Corvonero suo amico. Sturgis Podmore era l’unico di quella combriccola che Benjy non trovasse poi così irritante.
 
<< Vi occupate voi del Club dei duellanti, mi è sembrato di capire >> buttò lì Fenwick, serio e composto come sempre.
 
<< Me ne occupo io >> rispose Sturgis con uno sguardo a metà tra l’incuriosito e il soddisfatto. Aveva scritta a chiare lettere in fronte tutta la soddisfazione per il ruolo a lui assegnato. Benjy vide i gemelli scambiarsi un’occhiata divertita, e Dearborn sogghignare non troppo velatamente << Perché? >>.
 
<< Si tratta di Dorcas. Se te ne occupi tu, ti prego di escluderla dal Club >>.
 
Se i cinque ragazzi si erano dimostrati stupiti dall’essere avvicinati da un Serpeverde –da quel Serpeverde più di tutti- lo stupore non potè che aumentare davanti a quella che, a tutti gli effetti, pareva una preghiera.
 
<< Emh, io… emh >> Sturgis, avendo amici come Caradoc Dearborn, credeva di averle già viste tutte, ma evidentemente questa gli mancava << Non capisco perché… >>
 
<< Non credo che si possa fare, Benjy >> si intromise Kingsley, vedendo l’amico a corto di parole. Si volse quindi verso il Serpeverde, un sorriso gentile appena accennato e, negli occhi, la consapevolezza di cosa esattamente spingesse il ragazzo a fare una richiesta, se non una preghiera, del genere << Anche se potrei essere d’accordo con te, non sarebbe corretto da parte nostra impedire a Dorcas di partecipare >>
 
<< Ah, correttezza, lealtà! >> lo interruppe agitatamente il Serpeverde scuotendo la testa  << è tutto così pateticamente Grifondoro, per voi?>>.
 
Quella reazione così veemente fu così poco da Benjy Fenwick che i ragazzi impiegarono qualche istante a rispondere, sbigottiti.
 
<< Fenwick, se per te è così importante che la Meadowes non partecipi al Club, perché non ne discuti con lei? >>
 
Benjy tornò ad essere mortalmente serio, qualsiasi traccia di irritazione e scocciatura scomparve dal suo volto.
 
<< Non vuole ascoltarmi >> ammise controvoglia << Perlomeno, non farla entrare nel gruppo esperti >>.
 
Benché nessuno dei cinque conoscesse così bene Benjy Fenwick, tutti i ragazzi intuirono la frustrazione dietro a quelle parole dette con tono depresso.
 
<< Magari lei vuole soltanto… >> tentò Podmore.
 
<< Lei vuole soltanto un motivo per  umiliare davanti a quante più persone possibili Dolohov e la sua banda, ma loro non sono come voi, quando li batterà… >>.
 
<< Senti, Fenwick, non vedo dove sia tutto questo problema. Secondo King e, a quanto pare, secondo te, la Meadowes è in cerca di una vendetta che, comunque, non troverebbe nel Club dei duellanti. Insomma, lei è un sesto anno Corvonero, e, onestamente, Dolohov è un settimo anno Serpeverde, se permetti non so quanto possa sperare di batterlo o umiliarlo. Non che questo mi piaccia, ma… >> lo interruppe un Fabian Prewett con tanto di sorriso canzonatorio.
 
Benjy Fenwick non si arrabbiava mai con grande furia, così come non mostrava mai una passione incontenibile. Più semplicemente, si raffreddava fino a raggiungere la temperatura di una nottata invernale scozzese, e perfino gli occhi blu diventavano gelidi come pezzi di ghiaccio. Fu quello che successe in quel momento quando, con un sorriso derisorio, Benjy Fenwick puntò il suo sguardo in quello più sereno di Fabian Prewett.
 
<< Sai, Prewett, io conosco Dorcas Meadowes molto meglio di quanto tu conosca il tuo stesso fratello, e puoi credermi se ti dico che, se i tuoi amici permetteranno a Dorcas di partecipare al Club, lei batterà Dolohov o chi per lui. Perfino te, se ti ci metterai >>.
 
Nessuno, guardando la posa sicura di Fenwick, si sentì di mettere in discussione le sue parole.
 
<< Non ho mai visto la Meadowes come una creatura tanto agguerrita >> rispose dopo un po’ Gideon Prewett, forse in un maldestro tentativo di spalleggiare il fratello.
 
<< Tu non hai mai visto la Meadowes, Prewett >> gli concesse Benjy con un sorriso che tutto era fuorché amichevole.
 
<< Comunque, se come dici Dorcas batterà Dolohov o uno della sua banda, tutto si sistemerà, allora >> fece Dearborn ragionevole.
 
A Benjamin occorse tutto l’autocontrollo che possedeva per non storcere il naso.
 
<< In effetti, i Serpeverde sono famosi per lasciare impunita un’umiliazione >> rispose a tono.
 
<< Tu temi non tanto quello che le potrebbe succedere durante le riunioni del club, allora >> capì Kingsley incrociando le braccia al petto.
 
<< Faccia a faccia con uno studente avversario, Dor ha tutte le carte in regola per fargli mangiare la polvere. Ma, suvvia, passate la vostra vita a prendervela con noi Serpeverde per la vigliaccheria e la slealtà che dimostriamo, e adesso vi devo spiegare cosa accadrebbe magari in un corridoio, o nel parco, o nella strada per Hogsmeade?- ribatté alla fine mostrando un lieve fastidio –non è un mistero che fuori di qua, Dolohov miri ad unirsi alla causa di Riddle*. Non avrebbe il minimo scrupolo ad attaccarla alle spalle con qualche maledizione, soprattutto visto il suo stato di nata babbana. E io non posso seguirla ovunque, facendolo insulterei l’intelligenza di Dorcas e, comunque, me lo impedirebbe-.
 
Fu quello, più che qualsiasi altra cosa, che convinse Kingsley Shacklebolt che Serpeverde non voleva dire per forza nemico. Il tono assolutamente innocuo, per non dire benevolo, con cui un Purosangue Serpeverde come Benjy Fenwick disse le parole “Nata Babbana”. Non sanguesporco, non mezzosangue. Nata babbana, un termine che, nonostante la modernità dei tempi, la maggior parte dei maghi faticava ad inserire nel proprio vocabolario.
 
Il Caposcuola sorrise preso da una sincera simpatia.
 
<< Ascoltami, Benjy, hai assolutamente ragione >> gli disse poi annuendo << Ma questo non cambia che non si può proibire a Dorcas di partecipare. Non sarebbe giusto, anche facendo così insulteresti la sua intelligenza. L’unico modo è starle vicini, e sperare che sia abbastanza >>.
 
Fu nel momento in cui Benjy incontrò gli occhi di Kingsley Shacklebolt che il Serpeverde decise che forse, e solo forse, almeno il capo del gruppo dei bellocci poteva essere degno di stima. Nonostante tutto, sembrava avere a cuore veramente il bene di Dorcas.
 

 
*
 
 
<< Vi ringrazio per essere venuti tutti qui, voi interessati al Club dei Duellanti >> dichiarò Sturgis Podmore in qualità di Prefetto-Ufficialmente-Intortato-Sul-Club-Dei-Duellanti, nomina che gli era stata gentilmente assegnata da Kingsley Shacklebolt.
 
Quest’ultimo poteva anche sembrare ad una prima occhiata uno di quei ragazzi tutti posati e puntigliosi, sempre entusiasti di assumersi incarichi di comando, ma in realtà poco aveva voglia, durante l’anno dei M.A.G.O., di passare le proprie giornate a discutere con studentelli attaccabrighe contestatori dell’arbitro; aveva quindi sbolognato, in qualità di Caposcuola, il compito a qualcun altro. Sturgis Podmore, per l’appunto.
 
Nella sala degli insegnanti una piccola folla di circa venticinque persone attendeva carica d’aspettativa lo svolgersi degli eventi, seminata alla rinfusa attorno alla pedana da duello, montata per l’occasione dai Prefetti e dai Caposcuola.
 
<< Come abbiamo già provveduto ad informarvi, io e i Prefetti delle vostre case, quest’anno abbiamo deciso di provare a separare in tre diversi gruppi tutti i partecipanti al Club. Per il primo anno è obbligatoria l’adesione al gruppo “principianti”, il secondo e il terzo anno possono invece provare la selezione per il gruppo “capaci”. Dal quarto anno in su, si può provare ad entrare nel gruppo degli esperti. Le selezioni si svolgeranno così: dopo esservi divisi nei tre gruppi, due Prefetti faranno da arbitri, vi divideranno in coppie e proverete a duellare. Per il gruppo dei principianti, la selezione non escluderà nessuno, sarà solo un modo per capire i livelli di ognuno di voi. Per il gruppo dei capaci, è vietato salire oltre la soglia degli incantesimi di ostacolo, chiunque sarà beccato a formulare schiantesimi o quant’altro verrà automaticamente retrocesso a Principiante. Per gli “esperti”, invece, tutto è lecito escluse le maledizioni. Chiunque formulasse una maledizione ai danni del proprio o di un altro avversario, verrà accompagnato nell’ufficio del preside >>.
 
Dal fondo della stanza, un Caradoc Dearborn sommamente divertito diede di gomito a Fabian Prewett.
 
<< Ehi, dì >> esclamò indicando con un cenno del capo il Prefetto sulla pedana, intento a spiegare le regole del Club << Sembra proprio che gli piaccia, dettare le regole. King dovrebbe lasciarcelo un po’ più spesso >>.
 
Prewett rise in risposta.
 
<< Per carità divina, ti ricordi cosa ha combinato quando gli abbiamo lasciato l’organizzazione della festa dopo i G.U.F.O.? Mi sorprende anzi che King gli abbia lasciato tanto potere in mano dopo quella catastrofe! >>.
 
<< Sono passati due anni ormai! >> s’intromise il Caposcuola, lì accanto, con aria rassegnata.
 
<< Appunto, solo due anni. Io ne avrei fatto passare come minimo trenta >>.
 
Il piccolo gruppetto scoppiò a ridere. Lo scoppio d’ilarità sul fondo della sala coincise con la fine del discorso del Prefetto Corvonero, che sommamente soddisfatto diede a tutti il via libera dirigendosi verso i suoi amici. Scoccò loro un’occhiata a metà tra l’irritazione e il divertimento intuendo, da come lo guardavano, di essere l’oggetto di tante risate. Vide Kingsley aprire la bocca per parlare, ma lo precedette.
 
<< Nah, non voglio saperne niente, sono già discretamente impegnato senza dover anche assumermi il compito di cruciarvi per essere dei pessimi amici. Se voleste degnarvi ora di alzare quegli splendidi deretani pesanti che vi ritrovate, e voleste così partecipare anche voi allo scopo di questo Club, vi pregherei di unirvi a noi senza fare complimenti >>.
 
Fabian sogghignò divertito.
 
<< Certamente Messere, vi faremo questo incredibile onore >>.
 

 
*
 
 
Quando Podmore finì di parlare Dorcas sfoderò la bacchetta e si diresse verso il punto d’incontro del gruppo “esperti”, lasciando Benjy a sostenere il muro, fingendo di non notare la rigidità con cui le labbra di Ben erano tirate.
 
<< Dorcas, che piacere vederti >> la sorprese alle spalle la voce di Kingsley Shacklebolt.
 
La Corvonero, stupita, si voltò per rivolgere al bel ragazzo dalla pelle scura un sorriso appena accennato, chiedendosi perché mai, con tutte le persone lì vicine, dovesse rivolgere la parola proprio a lei, la ragazza con cui, probabilmente, aveva parlato meno in tutta la scuola.
 
<< Alla fine hai deciso di prender parte al gruppo degli esperti! >> esclamò Sturgis con un sorrisetto.
 
La ragazza annuì.
 
<< Molto bene, adesso che siamo tutti qui e che… >>
 
<< Taglia, Podmore, e vedi di muoverti >> lo interruppe la Carrow, una piccoletta sesto anno Serpeverde che più che a una persona assomigliava ad una botte.
 
<< Carrow, hai sbagliato gruppo, quello dei principianti e più in là >> ribatté allegramente una bella ragazza alta e mora, con i capelli raccolti in una treccia laterale lunga oltre il gomito e le guance rosee  << Strano che tu non lo abbia riconosciuto, sono tutti alti come te >>.
 
Un paio di risate fece seguito alle sue parole, e anche Dorcas si lasciò sfuggire un sorriso divertito, che subito si spense quando i suoi occhi incrociarono quelli castani e caldi della ragazza che aveva appena parlato.
 
<< Hestia >> la riprese con un sorrisetto divertito Sturgis, che poi riprese a parlare << Bene. Ora che siamo tutti qui io e King vi divideremo a coppie, ogni coppia duellerà quando sarà il suo turno sotto lo sguardo mio o di Kingsley, che arbitreremo il duello. Il vincitore rimarrà nel gruppo degli esperti, se vincerà senza trucchi sleali, per quanto riguarda il perdente, invece, sarà a discrezione mia e di King. Qualcuno ha qualcosa da dire? >>.
 
<< Sei un cretino, Podmore >> la Carrow, a quanto pareva, non aveva intenzione di scoraggiarsi.
 
<< Detto da te, Alecto, è un complimento. Qualcuno ha qualcosa da dire di sensato e pertinente? >> riprese Podmore senza lasciarsi abbattere e, anzi, con un sorriso appena accennato sulle labbra.
 
Tutto tacque. Con un sorriso più largo Kingsley Shacklebolt si fece avanti e prese la parola.
 
<< Dunque, le coppie sono queste: Prewett uno in coppia con la Carrow, Prewett due, in coppia con la Meadowes. Jones e Rosier, Peakes e Carrow maschio, Scabior e Malfoy, Dearborn e Dolohov, McMillan e Bones, McLaggen e Coote. Tutti quelli che ho nominato fino a Carrow maschio duelleranno sotto lo sguardo di Stur, gli altri con me >>.
 
Appoggiato al muro, Benjy Fenwick storse le labbra in un sorriso malcelato. Ora gli toccava solo sperare ardentemente che Dorcas non passasse la selezione. Non appena la vide uscire dalla stanza dietro a Podmore, la bacchetta ben salda in mano, capì che era una speranza vana.
 

 
*
 
 
<< Prewett, Carrow, inizierete voi. Tutti gli altri, appoggiati al muro >>.
 
I duellanti si misero l’uno di fronte all’altro non appena Sturgis si fece da parte.
 
La ragazza aveva un sorrisetto in volto e le mani sui fianchi; Una posa che chiaramente intendeva essere minacciosa senza però riuscirci pienamente. Il ragazzo aveva un’espressione seria e la mano destra stretta a pugno, unico segno d’ansia.
 
<< Bene, inchinatevi >> dichiarò Podmore alzando la bacchetta.
 
Prewett e la Carrow si inchinarono leggermente, il primo rigidamente con un veloce movimento del collo, la seconda con decisione tenendo gli occhi ben puntati sul ragazzo.
 
<< Al mio tre si inizia. Uno… >>
 
Entrambi i duellanti sguainarono le bacchette, portandole rigidamente davanti al volto.
 
<< Due >>.
 
Come prima di ogni evento degno di nota, tutto il pubblico trattenne il fiato.
 
<< Tre >>.
 
La Carrow assunse la posizione di attacco, Prewett quella di difesa.
 
<< Petrificus totalus >>
 
<< Protego >>
 
Alecto Carrow sibilò irritata quando vide il proprio incantesimo rimbalzare sullo scudo e svanire sulla parete al suo fianco.
 
<< Rictusempra >>
 
Il colpo di Prewett costrinse la Serpeverde a qualche fare qualche passo indietro per schivare l’incantesimo.
 
Dorcas Meadowes, che assisteva al duello dal fondo della sala, sorrise appena notando con quanta facilità Alecto cedette terreno all’avversario.
 
<< Scommesse su chi vincerà? >> la voce divertita dell’altro Prewett la fece trasalire. Assorbita com’era dal duello appena iniziato non lo aveva notato, ma il ragazzo stava appoggiato al muro a pochi passi da lei, con un sorriso calcolatore sulle labbra e le braccia incrociate sul petto.
 
Dorcas si chiese a chi stesse parlando: sembrava rivolto a lei, poiché attorno non c’era nessuno di abbastanza vicino da sentirlo, eppure loro non avevano così tanta confidenza da scambiare chiacchiere da soli nel bel mezzo del silenzio.
 
<< Sai, per lealtà familiare sarei costretto a puntare su mio fratello vincente… >> continuò il ragazzo eliminando completamente tutti i dubbi di Dorcas con un’occhiata divertita indirizzata proprio a lei.
 
<< Faresti bene, allora >> gli rispose la ragazza, muovendo appena le labbra, l’attenzione completamente rivolta ai duellanti << Vincerà lui >>.
 
<< Everte Statim >>
 
Abbaiando l’incantesimo la Carrow roteò il polso in direzione di Prewett.
  
<< Tarantallegra >> esclamò il duellante in risposta, velocemente, senza lasciarsi scoraggiare e anzi, riprendendo velocemente l’equilibrio e il territorio perso.
 
 Dorcas vide la Carrow fare un salto indietro, sfuggendo l’incantesimo, per poi vedere lo stesso il lampo colorato rimbalzare sul pavimento e colpirle una caviglia. L’incantesimo, in parte diminuito della sua energia, fece poco effetto limitandosi a far danzare quelle caviglie particolarmente tarchiate per due o tre secondi, un tempo di cui Prewett non seppe o non volle approfittare. Con un sorrisetto, Dorcas si disse che era più probabile la seconda opzione.
 
<< Pietrificus >>
 
<< Protego >>.

 I duellanti si squadrarono da una parte all’altra della sala.
 
 
*
 
 
Dorcas sentì per l’ennesima volta Prewett, accanto a lei, tendersi e agitarsi.
 
<< Stai tranquillo >> gli disse allora << Se Gideon Prewett è solo la metà furbo quanto lo descrivono, riuscirà a batterla nel giro di tre o quattro colpi >>.
 
Fabian si mosse, forse a disagio per essere stato colto in ansia per suo fratello.
 
<< Si, beh, non… >>
 
<< Lei si muove troppo, lui è molto più bravo e padrone di se stesso. Lui ha riacquistato subito il terreno perso dopo il primo colpo, lei invece non è tornata avanti dei due passi che ha perso per la tarantallegra. E poi lui ha più fantasia, usa incantesimi che non sono in molti a lanciare durante i duelli. È più difficile pensare ad una strategia di difesa, così >>.
 
Dorcas Meadowes non aveva la minima idea del perché stesse parlando così tanto al solo scopo di rassicurare Fabian Prewett, ossia qualcuno con cui aveva scambiato si e no tre parole in sei anni di scuola, e tutte nel giro delle due settimane precedenti.
 
Comunque vide il ragazzo rilassarsi e, quando le rivolse un sorriso ingentilito dai limpidi occhi azzurri, capì di essere riuscita nel suo intento e tornò a rivolgere completamente la sua attenzione al duello.
 
Fabian Prewett distese le spalle e si appoggiò più comodamente al muro.
 
Qualsiasi cosa volesse fare, quella strana ragazza, rivolgendogli la parola con tanta decisione, pareva credere veramente alle sue stesse parole. Ci credeva, in effetti, con così tanta convinzione da obbligare pure lui, in un certo senso, a sentirsene rassicurato. Quando la Meadowes gli fece presente il fatto del terreno perso e mai riacquistato, effettivamente, lui si disse che avrebbe dovuto pensarci prima, perché era talmente evidente, questa pecca nella difesa della Carrow, che non poteva che essere notata con facilità. Quando Dorcas gli disse che suo fratello, con la sua fantasia, creava una propria tattica di attacco, anche Fabian dovette convenire che, anche se probabilmente Gideon lo faceva solo per divertirsi e senza un ragionamento impostato dietro, era un’ottima idea. Si chiese se far notare l’ovvio fosse la dote nascosta di quella ragazza dallo sguardo basso e la voce dimessa eppure sicura. Spalancò gli occhi quando si rese conto che, probabilmente, era proprio così.
 
Dorcas si vide costretta a rivolgere di nuovo la propria attenzione al ragazzo affianco a lei quando, vedendolo spalancare gli occhi di scatto, si rese conto che era tornato ad irrigidirsi nuovamente.
 
<< Come hai… >>
 
Dorcas, sempre più interdetta, inarcò un sopracciglio fine e biondo scuro.
 
<< Cosa? >>.
 
<< Come fai a sapere che lui è Gideon? >>.
 
Alla ragazza scappò, involontariamente, un sorriso divertito, che ben presto si mutò in una risata sommessa.
 
Dorcas Meadowes che ride è uno di quegli spettacoli che non ci si aspetterebbe mai di vedere, e per cui, quindi, si è sempre totalmente impreparati. Fabian guardò la ragazza dapprima con sguardo sconcertato e poi, via via che la risata si distendeva, non poté fare a meno di unirsi ad essa. Rideva come fosse l’ultima cosa da fare, nella vita: prendendosi tutto il tempo del mondo e con un gusto ed un suono talmente limpido per quanto sommesso da far credere che nulla del genere sarebbe mai uscito dalle labbra di una ragazza così poco particolare.
 
<< Stupeficium! >> gridò Gideon.
 
L’urlo del ragazzo li costrinse immediatamente a smettere di ridere.
 
L'incantesimo colpì l'avversaria in pieno petto e la fece crollare a terra, svenuta. Subito i suoi compagni di Casa accorsero per rianimarla, mentre la sala echeggiava delle urla di vittoria dei Grifondoro.
 
Sturgis Podmore impiegò ben più di qualche minuto per richiamare l’attenzione di tutti.

<< Prewett, passi di diritto nel gruppo degli esperti. Anche tu Carrow, ti sei battuta bene e piuttosto lealmente, per essere una serpe. I prossimi sono Hestia Jones e Cinthia Rosier, sulla pedana prego >>.
 
Le due ragazze, una Corvonero e una Serpeverde, si fecero avanti entrambe serie in volto.
 
Hestia Jones era una bella ragazza, secondo l’opinione di Dorcas Meadowes, ma abbastanza irritante a causa dell’ostinato orgoglio che avrebbe forse dovuto condurla più sulle scogliere dei Grifoni che non nelle brughiere con i Corvi. Girava sempre in compagnia di Podmore e Dearborn, ma qualche volta la si poteva incrociare anche con Edgar e Amelia Bones. Era una delle ragazze più intelligenti di Corvonero, a detta di molti.
 
Cinthia  Rosier era la più bella ragazza di Hogwarts, a parere di Dorcas Meadowes e anche di tutti gli altri. Aveva lunghissimi capelli biondo miele, grandi occhi di un azzurro intenso e un sorrisetto sempre in viso, accompagnato da quel nasino alla francese perennemente troppo in alto. Non parlava mai, quasi a nessuno, se non con la Carrow, sua fida compare.
 
Le due ragazze, l’una davanti all’altra, si guardarono negli occhi fino a quando Sturgis Podmore non riprese la parola.
 
<< Inchinatevi, al mio tre di inizia >>.
 
Il rituale dell’inchino si ripeté, anche se questa volta i movimenti erano più sciolti e disinvolti.

<< Uno, due… tre! >>.
 
La Jones in posizione di attacco, la Rosier in quella di difesa.
 
<< Dismundo >>.
 
La Rosier, presa in contro piede, venne centrata in pieno dall’incantesimo senza alcuna possibilità di difesa. Il suo Densaugeo, lanciato in risposta all’incantesimo precedente, rimbalzò sul muro e si dissolse nell’aria.
 
<< Exculcero >>
 
<< Protego >>.
 
Riacquistata la concentrazione, la Rosier bloccò la fattura pungente rispedendola al mittente. Quando fu chiaro che la fattura rilanciata aveva centrato al braccio il proprio obbiettivo, un boato vittorioso scaturì dai Serpeverde.
 
<< Incendio >>
 
Con un movimento veloce del braccio ferito la Jones rispose con quello che doveva essere un incantesimo non verbale, proprio mentre la pietra attorno a lei si illuminava di fiamme color campanula. L’incantesimo Freddifiamma mutò il colore del fuoco generato dalla Rosier in un caldo giallo aranciato.
 
<< Aguamenti >>.
 
Il getto d’acqua investì prepotentemente la Serpeverde e tutti i suoi compagni poco distanti da lei. Un urlo vittorioso si alzò questa volta da alcuni ragazzi e, soprattutto, dai due gemelli accanto a Dorcas Meadowes.
 
Un colpo non verbale venne respinto dalla Jones.
 
<< Dimmi, Dorcas >> pretese l’attenzione uno dei due gemelli << Sai dire anche questa volta chi vincerà? Prima hai indovinato >>.
 
Dorcas distolse lo sguardo dalle due ragazze prese dal loro duello per puntarlo sulle due figure identiche accanto a se.


<< La Rosier >> annuì in risposta la Corvonero << Anche se sono molto brave entrambe, vincerà la Rosier >>.
 
Le due ragazze al centro dell’attenzione non parevano intenzionate a darla vinta all’avversaria tanto facilmente. Dorcas Meadowes si accorse quasi con sorpresa che il duello, tra le due, pareva aver oltrepassato i confini di semplice sfida per diventare una lotta vera e propria: si squadravano l’un l’altra quasi con disprezzo.
 
<< Glacius >>
 
<< Fuocondro >>.

L’orlo della gonna di Hestia Jones prese fuoco e all’urlo disperato della ragazza Sturgis Podmore accorse talmente preoccupato da dimenticarsi di decretare la fine del duello. L’urlo estatico dei Serpeverde, comunque, fu un annuncio decisamente sufficiente.
 
Il panico tra i Corvonero si spense velocemente assieme al fuoco, che venne messo a tacere da un aguamenti brillantemente eseguito.
 
<< Rosier, passi di diritto nel gruppo degli esperti. Jones, ti sei battuta bene, anche tu negli esperti. I prossimi sono Dorcas Meadowes e Fabian Prewett >>.





 
   
 
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