Dopo essersi sfogato abbastanza con Marco, pugno di fuoco si diresse nella cabina che gli era stata assegnata.
Era più piccola della sua, ma erano ugualmente riusciti a farci entrare la scrivania e tutte le scartoffie. Si aspettava di trovarle sparse tutte per terra, invece erano ordinatamente appoggiate sulla scrivania. Gli costò abbastanza fatica ammettere a se stesso che la stanza era molto più ordinata di quella che aveva lasciato. Non ci volle molto a capire la “responsabile”.
Lucia stava guardando il mare da una delle botole della nave: aveva cambiato nave, ma il suo atteggiamento era rimasto lo stesso.
“Sei stata tu a combinare questo macello?”
“Ma di cosa stai parlando?”
“Insomma, la stanza è un disastro”
La ragazza lo guardò perplessa: “Ma se è più ordinata della tua!”
“E' qui che ti sbagli! Io quello che tu chiami disordine lo chiamo ordine e quello che tu chiami ordine io lo chiamo disordine”
“Ah si?”
“Già,
probabilmente adesso io dovrò stare chino su queste pagine
per
ore”
“E perchè prima quanto ci stavi?”
Il ragazzo si mise un dito sulle labbra e assunse un'aria pensosa, ma che di serio non aveva neanche l'ombra. “In effetti, non ci sono mai stato”
“Quindi non cambia niente”
“Si
che cambia”
“Che cosa?”
“Cambia che...”
Non lo sapremo mai, perchè proprio in quel momento a Ace venne un attacco di narcolessia, che lo fece addormentare li dov'era, in piedi e con ancora le mani in tasca.
Lucia guardava la scena con occhi sbarrati: non aveva idea di quello che stava succedendo.
Passarono dieci minuti buoni in cui non accadde niente, il silenzio ne faceva da padrone.
----E ora cosa diavolo faccio, sembra morto. O signore, non è mica normale? Dovrei chiamare qualcuno? No, potrebbero pensare che sono pazza, questa storia è troppo assurda e poi..----
“ Ei bella addormentata, ci sei?”
La ragazza alzò velocemente lo sguardo: due grandi occhi neri la guardavano con attenzione. Gli era talmente vicino che poteva sentire il suo respiro entrargli nelle ossa, i loro nasi sfiorarsi appena.
Rimase imbambolata per un istante che a lei parve infinito e..
“AHHHHHHHHHHHHHHHHHH”
Cadde di sedere, rotolò su se stessa, sbatté violentemente la testa contro la scrivania, i fogli le caddero addosso, ricoprendola dalla testa ai piedi.
“Ma cosa combini, baka!”
“Cosa
combino....COSA COMBINO??” Lucia uscì da qual mare
di foglietti,
più infuriata che mai “mi hai fatto spaventare a
morte e tu chiedi
cosa combino?”
“Spaventare? E di cosa?”
Ok, se prima gli era rimasto in corpo un minimo di autocontrollo, ora era evaporato del tutto.
“MI SEI SVENUTO DAVANTI!! Stavamo parlando e tu sei svenuto nel pieno della conversazione”
“Oh, quello. Io soffro di narcolessia! Non ti dovevi preoccupare per me”
“E' normale che mi preoccupi invece”
“Perchè ti sei innamorata di me?” Lo aveva pronunciato con un tono che di casto e puro non aveva manco l'apparenza.
“Chissà?” Lei, invece, era solo incazzata nera.
Un leggero scricchiolio decise le fine di quel match di sguardi. L'urto abbastanza forte di prima aveva aperto la serratura del cassetto chiuso a chiave. Quest'ultimo era lentamente scivolato giù, fino a cadere sul legno della nave.
Ace, di colpo bianco, si era tuffato in direzione del fogliettino che stava svolazzando per l'aria, ma venne anticipato dalla principessa.
“DAMMELO!”
“Insomma Ace non sei un bambino”
“DAMMELO!”
“E'
solo un foglio di carta, cosa c'è di male?”
“DAMMELO!!” Il
ragazzo si scagliò con furore sulla ragazza, ma lei, da
brava
testarda che era, lo girò, non curandosi delle minacce che
le
venivano lanciate.
Quello che vide, era l'ultima cosa che si aspettava.
Sul foglio c'era il volto di Gol D Roger, il re dei pirati. Era uno di quei fogli che si usano per le taglie, infatti una cifra stratosferica ornava il foglietto.
Era completamente scarabocchiato: frasi offensive erano scritte ovunque in modo confusionario, ma deciso. Inoltre in un angolino del foglio una piccola parola, appena scarabocchiata e scritta con una grafia più minuta faceva capolino in quel putiferio di inchiostro.
“DAMMELO!”
Ace si buttò con vigore sulla principessa che, impreparata, cadde sotto il peso del ragazzo.
Il comandante le strappò violentemente di mano il fogliettino, lo accartocciò e se lo mise in tasca. C'era qualcosa di studiato in quei movimenti: da una parte erano impetuosi e iracondi, dall'altra rispettosi e precisi.
“Ace” Lucia aveva pronunciato il nome con voce flebile e appena udibile
“Cosa
c'è?”
“Po...potresti alzarti”
“Cosa?” Solo in quel momento si accorse di tutto: nella foga le era andata letteralmente addosso.
Poteva sentire il corpo della ragazza aderire perfettamente al suo.
Si alzò di scatto, rosso in viso e uscì dalla stanza, in silenzio.
A entrambi batteva il cuore a mille.
Lucia era sicura di quello che provava, mentre il ragazzo era confuso. Sapeva che sentiva qualcosa per quella ragazza, ma aveva paura.
Aveva paura di deluderla, proprio come suo padre aveva fatto con lui. Aveva paura di anteporre i suoi desideri all'amore che provava per lei.
Decise di chiedere consiglio all'unica persona di cui si fidasse davvero: il suo babbo.
Scusate il ritardo, ma ho un raffreddore terribile e questa settimana ho avuto due verifiche ( mi è venuto un istinto omicida verso il prof -.- visto che le ha messe lui entrambe)Spero vi piaccia e non chiedetemi la taglia di Roger, perchè credo sia una taglia che non possiamo nemmeno immaginarci
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, mi rendete davvero felice!! ;)
Ciao! Probabilemnte aggiornerò mercoledì, poichè il chappy l'avevo già scritto un po' di tempo fa, lo devo solo mettere a posto.