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Autore: Lollo    14/09/2006    29 recensioni
«Hermione, devi essere la mia ragazza per cinque minuti».
Come trasformare un normale pomeriggio ad Hogsmeade in qualcosa di più.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Five-Minutes Girlfriend

 

 

Chi è questa? Chi è questa ragazza che mi sta trascinando via con la ridarella?

Non può essere Hermione. La vera Hermione, prima di tutto, mi avrebbe mandato a quel paese se le avessi chiesto di fingersi la mia ragazza. Primo. Secondo, non avrebbe sputato addosso la Burrobirra a nessuno, neanche se costui fosse stato un presunto alieno verde. Terzo. Dubito che Hermione abbia mai detto nella sua vita una parola come “scappiamo” se non in pericolo di morte.

O forse no?

In fondo, non sono sicuro che la cosa mi dispiaccia.

Mi faccio trascinare da lei per la strada, continuando a correre anche quando ormai siamo lontani dai Tre Manici di Scopa. Alla fine del viale, le case si diradano, lasciando il posto ad un piccolo fazzoletto di prato. Di slancio, ci buttiamo a sedere sull’erba, e Hermione si lascia cadere col fiatone all’indietro, sdraiandosi. Io mi metto con le gambe incrociate, cercando di riprendere il respiro.

«E’ stata una cosa abbastanza assurda» sento dire Hermione ad un certo punto. Mi giro verso di lei, che sorride, continuando a respirare pesantemente.

«Sì, abbastanza» concordo. «Dio, quando mi ha detto che si chiamava Leopold credevo di morire» dico, scuotendo la testa. La sento ridere dietro di me, e d’istinto mi sdraio accanto a lei per poterle parlare meglio.

«Questa è sicuramente una delle cose più idiote che io abbia mai fatto. In senso buono...» specifica, sorridendomi. Io strabuzzo gli occhi. «Questa? Oh, non hai mai sentito parlare di cose idiote, allora!» sentenzio, e Hermione sbuffa con fare scocciato.

«Bè, tu di certo ne hai fatte tante più di me, oh Grande Cretino...».

«Ovviamente. E preferirei Grande Maestro, grazie».

«Sentiamo, voglio che tu mi elenchi tutte le cose idiote che hai fatto, allora, a costo di stare qui fino a domani».

«Possiamo stare solo fino alle quattro e mezza».

«Okay, fino alle quattro e mezza».

«Contenta tu...» prendo un respiro profondo, cominciando ad elencare tutto quello che mi viene in mente. Cioè, non proprio tutto. Certe cose sono davvero troppo idiote per essere raccontate. Troppo, troppo idiote.

Sono nel pieno di un racconto, quando sento dei passi dietro di noi; capovolgo gli occhi verso l’alto, ancora disteso. Un paio di ballerine rosa confetto si stanno pericolosamente avvicinando a noi. Istintivamente scatto a sedere, seguito da Hermione, che ha un’aria decisamente perplessa. Poi la vede, ancora, e spalanca la bocca.

«L... avanda...» sussurra.

Ci guardiamo.

Oddio. Oddio, lo so, che sto per mettermi a ridere.

Tutto è impossibile.

«Siete qui!» strilla Lavanda adirata, puntandoci il dito contro. Più indietro scorgo Leopold trotterellare verso di lei.

Io e Hermione non fiatiamo. Ho paura che se aprirò la bocca l’unica cosa che ne uscirà sarà una risata isterica.

«Siete scappati?».

Silenzio.

«Noi? Cosa? Perchè dovremmo essere scappati?» dice Hemrione, con tono offeso e incredulo. Abbasso la testa in modo da fissarmi il petto, per non far vedere il sorriso che mi si sta formando in viso.

«Bè, ero in bagno, torno e non ci siete più, poi vi trovo qui! Cosa devo pensare?!» protesta Lavanda, lei offesa sul serio. Mi costringo ad alzare il viso e sopprimere quell’accenno di riso.

«Ma no...» balbetta Hermione, e posso quasi vedere gli ingranaggi del suo cervello muoversi per cercare di formulare una balla plausibile. Ma Lavanda si gira verso di me con fare accusatore. Oh, merda.

«Oh—oh, uhm, noi... è venuto... Harry a chiamarci... e abbiamo dovuto seguirlo!».

Tutti e tre mi fissano vacui, aspettando che vada avanti.

«Sì, diceva che doveva farci vedere questa... questa...» l’occhio mi cade su Leopold, «questo ritrovo alieno!».

Qualcuno mi fermi.

 «Solo che... poi... lui...»

«E’ stato rapito dagli alieni?» prova Leopold, incoraggiante.

«Sì! – cioè, no, no, ovvio che no!» mi correggo notando l’espressione di Lavanda e sentendo lo sguardo terrorizzato di Hermione su di me.

«Solo che poi lui stava correndo, quindi l’abbiamo... perso... non siamo più riusciti a raggiungerlo, quindi... ci siamo fermati qui a fare mente locale.» Ma mente locale di cosa? Grazie a Dio nessuno sembra porsi la domanda; c’è di nuovo quel silenzio di tomba che sembra una costante di questo assurdo pomeriggio.

«E perchè poi non siete tornati?!»

Ancora?!

«Noi... ci siamo fermati qui... perchè... siamo stati colti da un... uhm...» attacco di demenza è la risposta esatta. «... da un attacco di... ehm, passione...» scocco un occhiata a Hemrione, chiedendole tacitamente scusa. Ma lei stranamente evita fermamente di guardarmi, rossa in volto.

Invece Lavanda mi sta ancora studiando attentamente.

«Tu sai che io non credo neanche una parola a quello che hai detto, vero?» sentenzia alla fine, con sufficienza.

Sì, lo so, ma non so fare di meglio.

«Ma...».

«Non credo affatto che voi stiate assieme, effettivamente. Non più».

«Ma che cosa...».

«Dalle un bacio, allora! Baciatevi!».

La guardo vacua. Io cosa? Io cosa fare cosa cosa? Ma quanti anni ha, dai? Però... non posso fare questa figura. Davanti a Leopold poi, dai. Dopo che ho raccontato tutte queste balle, e poi un bacio che sarà mai. Sempre meglio di scoprire che tutta la scuola sa che ti sei inventato tutta questa situazione, che da idiota potrebbe diventare patet...

Oh, al diavolo. La devo baciare perchè la voglio baciare.

Guardo Hermione, che non ha ancora alzato lo sguardo ed è ancora completamente rossa. Ad un certo punto però si gira a guardarmi, gli occhi allargati in un espressione sorpresa, come se mi avesse letto nel pensiero. E prima che possa anche solo ripensarci qualche attimo, mi sporgo verso di lei e le mie labbra sono sulle sue.

È solo un piccolo bacio, dura un attimo, ma è assolutamente fantastico. È quello che ho sempre voluto, non importa se è solo un casto posarsi di labbra su labbra, è quello che mi scatena dentro... è assolutamente fantastico.

Mi scosto lentamente, e altrettanto piano riapro gli occhi. Hermione li ha ancora chiusi, ma quando li riapre ha un’espressione indecifrabile dipinta sul volto.

Mi giro verso Lavanda; so di per certo che ho il viso arrossato e il cuore mi sta battendo a mille, ma le rivolgo comunque uno sguardo di sfida.

Ce l’ho fatta. L’ho fatto davvero.

Lei sta per ribattere qualcosa di pungente, ma poi scuote la testa con aria rassegnata.

«Non credo comunque che voi stiate assieme. Ma capisco quando c’è qualcosa sotto, quindi diciamo che vi lascerò stare per un po’, perchè so comunque quando devo farmi da parte... il mio pizzico di soddisfazione e di vendetta ce l’ho, adesso». Dice, correndo con lo sguardo dal suo ragazzo a... Hermione, e sorridendo impercettibilmente. Poi fa ciaociao con la mano e se ne va.

«Ma... ma che cosa... cosa intendeva... non ne ho proprio idea.» dico, in totale imbarazzo. Cerco di formulare un’altra frase per negare quello che ha detto Lavanda (qualunque cosa lei intendesse con quelle parole... “Capisco quando c’è qualcosa sotto”, ma dai!) nella confusione che ho in testa. Deglutisco piano.

«Insomma, lei crede che noi... ma andiamo...».

«Ron».

«Perchè, poi? Proprio non ci arrivo, davvero...».

«Ron...».

«... perchè, insomma, ma figurati! Noi!».

«Ron!».

E in un attimo, sento le sue mani afferrarmi per la maglietta, avvicinarmi al suo viso e baciarmi di nuovo.

Ci stacchiamo dopo qualche istante, le sue mani ancora strette alla mia T-shirt. Lentamente mi lascia andare e si ristende sull’erba come prima che arrivasse Lavanda.

Non ho idea di cosa dovrei fare. Mi sento totalmente in subbuglio.

Mi sdraio meccanicamente anche io accanto a lei; inaspettatamente la mia amno si posa sulla sua mentre mi stendo, ma per qualche motivo non mi viene spontaneo toglierla. La lascio lì dov’è.

«Mi è piaciuto essere la tua Ragazza Per Cinque Minuti» dice lei improvvisamente. «Sì?» rispondo in un soffio.

«Sì... è stato divertente».

«Mh-mh».

«Se avessi bisogno di nuovo di una Ragazza per Cinque Minuti, chiamami» conclude sorridendo.

«Sì ne ho bisogno» dico improvvisamente prima che potessi fermarmi. Lei si gira verso di me, perplessa.

Esito un attimo. «Ne ho bisogno... ma non di una qualunque. E non... per soli cinque minuti.» credo di star andando a fuoco.

Lei allarga ancora gli occhi, esattamente come prima. E esattamente come prima, mi avvicino e per la terza volta ci baciamo. Questa volta diventa un bacio serio, non solo un semplice contatto di labbra. Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi i volti accaldati, il respiro leggermente ansante.

«A-allora?» comincio. «Vuoi... vuoi essere la mia... Ragazza Non Solo Per Cinque Minuti?». Nel lasso di tempo in cui lei non dice nulla, facendomi scorrere gli occhi sul viso come se mi vedesse per la prima volta, il cuore mi batte così forte che sento come se potesse uscirmi dal petto. Poi parla.

«Sì... penso che si potrebbe fare». E ci baciamo di nuovo.

 

 

Fine

 

 

Ecco qui il nuovo ed ultimo capitolo! Ci ho messo un po’ di più a scriverlo rispetto ai miei standard, ma la scuola è per sfortuna ricoinciata, e con quello i compiti, senza contare che per me, avendo appena cominciato il liceo classico, si aggiungono nuove materie... bè, ad ogni modo, ecco qui quello nuovo ^__^ Ringrazio tutti quelli che mi hanno commentata – davvero! Grazie, ventitrè recensioni solo per un capitolo! *_*

 

Bacioni! ^_-

 

Lollo

  
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