Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Ezrebet    10/02/2012    0 recensioni
Uno strano caso coinvolge un tranquillo paese dell'Appennino tosco-emiliano. Il Commissario Giugni si trova sparato dentro qualcosa di inspiegabile.. almeno per le sue categorie mentali.. Dopo Le Notti di Alice, un altro esperimento noir..
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per quanto la scena gli apparisse surreale, sapeva di essere vicino alla soluzione. L’idea che si trattasse di un branco di drogati non lo abbandonava, ma era più che altro un rifugio mentale, una scappatoia, perché questa faccenda, e lo sentiva ormai profondamente nelle viscere, erano molto più complessa. Ma la paura non era razionalizzabile e Giugni la relegava in fondo, perché non poteva certo accettare che le sensazioni scatenate dal riaffiorare vivido dei ricordi d’infanzia avessero il sopravvento impedendogli di agire da poliziotto. Si convinse di essere appostato e pronto ad intervenire.
Roman lo guardò da sopra la spalla “Non intendo lasciare che ammazzino un altro innocente per il loro immondo fine” gli disse, quasi leggendogli nella mente “Ma voglio affrontare il mostro”.
Giugni lo fissò, incapace di dire alcun che. Improvvisamente, un’altra finestra si  era aperta nella sua mente. Si rivide ragazzino, nascosto proprio in questo punto del bosco o forse un altro angolo del parco, acquattato tra le fronde, si vide davanti alla stessa scena, immerso nel buio. Sentì il ribrezzo provato all’udire il grido dell’animale e alla vista del fiotto di sangue che si era levato alla luce della candele.
Per poco non cadde sull’erba, a quella visione, così intensa da sembrare reale.
Roman alzò appena un sopracciglio “Ogni pezzo sta andando a posto, vero, commissario?”.
Non c’era traccia di supponenza o sarcasmo in quel sussurro. I loro sguardi s’incontrarono.
Ritrovando il fiato, Giugni fece “Devo intervenire..”.
Roman gli pose una mano sul braccio, un gesto delicato, che stonava in un uomo della sua stazza e dai suoi atteggiamenti.
“Guardi” e tornò a fissare lo sguardo sul gruppo, che aveva smesso di cantilenare. Erano adesso fermi, mentre due di loro si mossero trasportando qualcosa in un sacco. Guardando meglio, il poliziotto vide che il sacco sembrava avere vita propria.. e un attimo dopo, al centro del cerchio comparve un capriolo. Le zampe erano legate a due a due, il muso stretto in una fascia di pelle, pareva, per impedirgli di emettere suoni.. ma anche da quella distanza, Giugni vide i suoi occhi. Sgranati, fissi, terrificanti. Lesse il terrore negli occhi dell’animale, la muta richiesta d’aiuto al buio. Fece per muoversi, spinto dall’orrore.. ma di nuovo la mano di Roman lo trattenne senza sforzo.
“Il terrore negli occhi della vittima è ciò che cercano. Non è il sangue che vogliono, è quello sguardo. Hanno bisogno del terrore per fare quel che fanno” mormorò.
Giugni tentò di dire “Dobbiamo intervenire..” ma Roman continuò a trattenerlo “L’attesa è importante. Ciò che prova, commissario, è l’essenza della missione. La compassione per le vittime. Agiremo al momento opportuno”.
Improvvisamente, l’aria si fece più fredda. Una corrente gelida scese sulla radura e lambì i due uomini ai limiti di essa, tra gli alberi. Un brivido attraversò Giugni che disse “Congeleremo..”.
Ma Roman scosse la testa “No. Non succederà” lo fissò “Lei sa già cosa sta per succedere. Lo sa. E questa volta lascerà che sia la compassione, e non la paura, ad agire per lei, commissario”.
Quel che seguì trasportò Giugni in un deja’vu incontrollabile. Vide come in un sogno le fiamme che si levarono in mezzo al cerchio umano, la forma apparentemente antropomorfa che il fuoco disegnava e davanti alla quale tutti si inchinarono. Pensò ad uno scherzo dovuto alla luce della candele..lo pensò, ma non ci credette, nemmeno per un istante. Come al rallentatore guardò Roman che si sollevava, trasciandoselo dietro, senza mollargli il braccio. Lo seguì, verso il centro.
Mentre si avvicinavano vide meglio. Un uomo teneva sollevato un coltello da cacciatore sul corpo del capriolo, il cui sguardo sembrava impazzito dal terrore, mentre il fuoco comparso al centro del cerchio continuava a crepitare. Gli occhi di Giugni, pur nella concitazione del momento, saettavano dal capriolo alle fiamme, e la rabbia per quanto avveniva si mescolava in lui al terrore per la forma che intuiva nel fuoco.. Un terrore che si era risvegliato in lui e che non apparteneva al poliziotto, ma ad un ragazzino curioso, che aveva agito sotto la spinta della paura..La paura che esplode di fronte all’inspiegabile. La stesso che provava adesso, guardando la scena sacrificale, perché di questo si trattava, la scena che aveva relegato nei meandri della sua mente rendendola in qualche modo inaccessibile ai ricordi consci.
Non si accorse che Roman gli lasciava il braccio scagliandosi nel bel mezzo di quella teoria assorta, fece quello che l’istinto gli disse di fare. Corse sull’uomo che brandiva il coltello e lo prese per le braccia, cogliendolo di sorpresa. Lo face barcollare, disarmandolo e lo colpì senza nemmeno vederlo, più e più volte, finché non cadde riverso sull’erba, il volto, una maschera di sangue. Poi, si voltò, e guardò il capriolo. Aveva lo sguardo fisso, e per un attimo temette che fosse morto d’infarto. Ma l’animale mosse appena le zampe legate.
E’ vivo,pensò, mentre una incontrollabile sensazione di sollievo lo avvolse. Nonostante la confusione che aveva intorno e le urla che avevano rotto il silenzio della notte, Giugni lo slegò con calma, gli tolse il laccio dal muso e lo sollevò. Non ne sentì il peso, mentre lo trasportava lontano dalla radura, fin dentro il bosco. E camminò ancora, fino alla statale. Una volta lì, si sedette su una pietra, al bordo della strada, l’animale ancora stretto. E come aveva previsto, nel giro di pochi minuti, passò la volante.
Solo alla vista delle luci, si diede il permesso di svenire, cadendo di lato sull’asfalto.
L’auto frenò e ne corsero fuori due agenti, con la pistola spianata. La abbassarono soltanto quando riconobbero che l’uomo sdraiato a terra, incosciente, abbracciato ad un capriolo semi svenuto era il commissario Giugni.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Ezrebet