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Autore: Lightheaded    13/02/2012    3 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Non sapevo assolutamente che cosa stesse succedendo. Il tempo, che prima era un concetto relativo, sembrava aver perso consistenza ed essersi fuso insieme al caos che pareva regnare sovrano.
Non avevo punti di riferimento, solo il nulla. Ma che cos'era il nulla?
A cosa mi avevano ridotta?
Sentivo di fluttuare, ma grazie a cosa?
Non esisteva aria.
Non c'era niente.
Nemmeno io sentivo di esistere, pareva fossi solo un'essenza di pensieri denudata di ogni legame terreno, estirpata dalla propria materia.
Improvvisamente davanti a me si materializzò un muro. I colori si pararono davanti a me nella loro brillantezza accecante e mi ci ritrovai avvolta.
Un turbinìo sembrò rendermi prigioniera, eppure mi sentivo meglio di prima. Rincuorata.
Come facevo a VEDERE senza un corpo?
"Shaila" fu il richiamo flebile che mi giunse.
Come facevo a SENTIRE senza un corpo?
"Shaila" venne pronunciato un pochino più forte.
Cercai di dirigermi verso di esso e il turbinìo sembrò rallentare.
Una piccola stanza scura dai contorni poco definiti si delineò lentamente davanti ai miei occhi.
Il camino davanti a me era acceso e scoppietava allegramente, il legno scuro e i tendaggi porpora gli davano un tocco di eleganza e gli conferivano una tiepida unicità.
Era accogliente e mi dava la sensazione di un luogo straordinariamente privato, intimo.
"Finalmente, Shaila" disse ancora la voce, ora chiara e suadente. Era così maledettamente famigliare.
"Chi sei?" gli chiesi aggressiva. Ero così stanca di tutte quelle bugie, di tutta quella confusione nella mente e di tutte quelle domande a cui non sapevo trovare una risposta.
"Il mio nome è Alaish e forse ti sembrerà assurdo, ma siamo nella stessa posizione. Solo che io ci sono da più tempo" mi rispose con tristezza.
"Alaish?Vieni fuori, per favore. Io..ho la sensazione di conoscerti." gli dissi con una punta di imbarazzo.
Uscì da una porta, scura anch'essa. Il ragazzo era una figura indefinita, ma il viso era perfettamente visibile..
"Il ragazzo del sogno!" esclamai con più entusiasmo e sorpresa di quanto probabilmente si aspettasse.
"..sogno?" chiese lui stupito senza smettere di fissarmi con interesse. Gli occhi rossi come rubini brillavano con un'intensità inconcepibile; la gemma incastonata nel petto sembrava un faro abbagliante che puntava il suo fascio di luce proprio su di me. Non c'era modo di confonderlo non poteva essere nessun'altro. Era troppo strano e rincuorante al tempo stesso per essere vero.
"Si, io.. ho sognato.. ho visto il tuo occhio riflesso nel bicchiere di quella cella. E poi ho sognato la tua fuga, mentre cercavi quel ciondolo verde..poi sei entrato nella mia abitazione e io mi sono vista sul letto con quella clessidra sul ventre e.. ero così confusa.." spiegai mentre i ricordi apparivano davanti a me con nitidezza, ma ad una velocità incontrollabile.
"Non era un sogno, nemmeno questo lo è." mi disse avvicinandosi di un passo.
"Vedi Shaila, quella notte Kanish ti ha drogata, mentre io sono finito preda di Kvaén per colpa di quel maledetto elfo: Konrein." disse mentre un velo di tristezza lo avvolse.
"E ora ne sono preda anche io, vero?" chiesi ben sapendo la risposta. Lui annuì fissandomi negli occhi.
"Dove siamo?" gli domandai curiosa. Mi sentivo sempre più tranquilla in sua presenza, ma non avevo idea del perchè.
"Questa stanza è solo la rappresentazione che ho scelto per accoglierti nella mia mente. Almeno sono certo che qui non potranno entrare." rispose senza distogliere lo sguardo dal mio viso.
Sembrava guardare oltre ciò che si poteva vedere dal viso, o dai miei occhi bianchi. Ma sinceramente non riuscivo a capire che cosa potesse vedere.
Mi sentivo arrabbiata, delusa e frustrata per essere finita in gabbia come un animale senza via di fuga.
"Quindi sono nella tua mente.." sussurrai più a me stessa che a lui. Che cosa assurda.
"Chi sei?" gli chiesi nella speranza che, alla fine, sapesse dirmi anche qualcosa su di me.
"Io sono un "incarnato" e tu sei l'unica creatura come me su tutta Ryel." spiegò con un lieve sorriso.
"Incarnato?"
"Si, noi siamo incarnazioni fisiche della natura."
mi rispose piatto, poi rise piano vedendo la mia faccia assolutamente incredula.
"Mi rendo conto che la definizione elfica sia un po' troppo criptica, forse è meglio provare con l'esempio con cui la veggente.."
"La veggente?"
chiesi ancora interrompendolo.
"Ne parleremo dopo, una cosa alla volta." disse paziente. Annuii curiosa di sapere.
"Dicevo, immagina che la natura, madre di ogni cosa, sia un albero. Tutte le sue creature sono come foglie: nascono, vivono e muoiono, per poi decomporsi e tornare all'origine sotto un'altra forma.
Noi incarnati invece siamo come rami: legati alla corteccia in maniera salda e indissolubile. Rimaniamo immutati e siamo legati alla natura in un modo diverso dalle altre creature."
affermò con dolcezza.
Questa era una spiegazione, diamine!
Sorrisi.
"Che c'è?" mi chiese sorridendo a sua volta.
"Finalmente una risposta chiara e precisa." confessai senza smettere di sorridere.
Scoppiò a ridere con mia grande sorpresa.
"Gli elfi sono straordinariamente evasivi. Molto antipatici, in effetti." affermò ridendo.
"Anche i vampiri.." aggiunsi diventando seria.
"A chi ti riferisci?" chiese curioso.
"Narilion" risposi lapidaria.
Scosse la testa.
"Ha fregato anche me quel maledetto lunatico" affermò con rancore.
Annuii lievemente, guardando per l'ennesima volta la sua gemma. C'era qualcosa che non quadrava.
Fissando la sua gemma, che sembrava lambita dalle fiamme mi vennero in mente le parole di Sayna, poche ore prima.
Il "ciondolo rosso fuoco che sembrava ardere di vita propria" era la gemma.. ?
"Sei stato tu.. " dissi con voce strozzata ricordando i corpi dilaniati dei due vampiri.
"Hai aggredito tu Sevyol e Sayna" affermai senza il minimo dubbio.
Lui rimase bloccato, come scioccato dalla mia affermazione.
"Io sono qui dal tuo 'sogno' " mi fece presente cupo.
"Allora ci stano usando per farsi del male a vicenda" spiegai ad Alaish con ovvietà.
Lui scosse la testa.
"Elfi e vampiri sono segretamente alleati da secoli. Essendo rinchiusi nella loro enorme foresta, nella parte più remota dell'est di Ryel, nessuno osa andarli a disturbare. Quell'aggressione doveva essere premeditata. Oppure un atto di forza. Il tuo arrivo ha sconvolto gli equilibri precari di questo maledetto mondo. Prima volevano solo me, ora vogliono entrambi" fu la spiegazione laconica del ragazzo.
Io sospirai.
"Ci siamo solo noi due?" chiesi incredula.
Lui annuì con decisione. "E' l'unica cosa di cui sono certo. La Veggente ti spiegherà ogni cosa, sicuramente saprà dirti di più, ma prima dobbiamo liberarci da qui" rispose pensieroso.
"Chi è la veggente?" chiesi ricordando, avendola nominata nuovamente, che doveva spiegarmi chi era questa enigmatica figura.
"Oh, giusto. Lei è uno spirito, incarnato nel corpo di una giovane Affael, sai cosa sono?" chiese come folgorato. Scossi la testa.
"Magnifico, non ti hanno spiegato assolutamente nulla." sbottò alzando gli occhi.
"Gli elfi sono veramente scaltri. Gli Affael comunque, sono la prima razza su Ryel come numero. Sono una razza piuttosto atipica: guerrieri brutali che hanno a disposizione una corazza naturale molto forte con cui si proteggono durante le battaglie. Hanno lineamenti vagamente simili ai vampiri e fisicamente sono molto più imponenti." spiegò avvicinandosi di un altro passo, era ormai a mezzo metro da me.
"La veggente, comunque, è una creatura che ha preso il corpo di un Affael solo per poter riuscire a girare per Ryel senza troppi problemi. Ha visioni su di noi e sul mondo: lei ci dirà che cosa dobbiamo fare.
Quando l'ho vista la prima e unica volta mi spiegò chi ero e mi disse che avrei dovuto aspettare il tuo arrivo prima di sapere che cosa avrei dovuto fare qui a Ryel. Quando ti ho visto con Talee sul petto sono rimasto basito nel vedere che eri arrivata.. ed eri.. Tu"
terminò guardandosi i piedi.
Un po' imbarazzata e lusingata da quell'affermazione, ripensai a quella clessidra verde.
"Dov'è adesso Talee?" domandai curiosa.
"E' un manufatto della Veggente, non lo possono avere gli elfi, tranquilla. E' come se vivesse di vita propria e per noi è un segno, quasi ci indicasse dove andare, o cosa fare." spiegò con naturalezza sorridendo appena.
"Voglio uscire." dissi con determinazione, pensando che dovevo assolutamente parlare con la Veggente.
La rabbia e la delusione verso i vampiri e gli elfi mi stavano dando un'energia mostruosa.
Guardai Alaish negli occhi, con un'intensità senza eguali: sarei uscita e avrei liberato anche lui.
"Insieme ce la possiamo fare. Come quando mi hai liberato dalla gabbia elfica. Pensa solo a seguire il percorso verso il tuo corpo." asserì lui chiudendo gli occhi.
Una mostruosa spinta mi riportò nel buio. Mi concentrai su ciò che mi aveva detto, ma non riuscivo a capire il significato delle sue parole.
Improvvisamente sentii una corrente di vento e mi concentrai sul seguirla.
"Sono qui, rimani concentrata." fu il flebile sussurrò che sentii alle mie spalle. Non mi voltai, sforzandomi di mantenere la concentrazione sul vento che mi attraversava portandomi verso la libertà. Attraverso il buio percepii dei lievi cambiamenti, ma non volevo in nessun modo farmi distrarre. Il vento diventava ogni istante più flebile, quindi dovevo sforzarmi ancor di più per capire dove andare.
Improvvisamente la presenza alle mie spalle svanì, sentii una sensazione di pesantezza stranissima e aprii gli occhi
.

Spazio Autrice

Chiedo venia per il ritardo immenso e vi lascio ad eventuali commenti nella speranza che il capitolo sia di vostro gradimento, ovviamente potete commentare anche se non vi è piaciuta. Anzi fatelo soprattutto se non vi è piaciuta!:)
Intanto grazie per essere arrivati fino qui!

  
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