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Autore: Emily27    14/02/2012    2 recensioni
Ian Doyle è tornato e vuole ciò che gli appartiene. Una sfida per la BAU, soprattutto per Emily Prentiss, che dovrà fare di nuovo i conti col suo passato.
(Spoiler sesta stagione)
E' la continuazione della oneshot "Un giorno, a Parigi..." che in questa FF è diventata il prologo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Primo capitolo

 

 

Non ci sono segreti custoditi meglio di quelli che tutti conoscono (George Bernard Shaw)

 
Erin Strauss con un sospiro si levò gli occhiali e li mise sulla scrivania, dove appoggiò le mani incrociandole davanti a sé.
Agente Hotchner, comprendo i suoi sentimenti e quelli della sua squadra, ma serve qualcuno che sostituisca Prentiss, anche lei non lo può negare.”
Aaron guardò la donna ammettendo con se stesso che aveva ragione, aggiungere un membro all'unità sarebbe stata una cosa utile, tuttavia lui stava cercando di impedirlo perchè quel posto apparteneva ad Emily e sperava che un giorno sarebbe tornata ad occuparlo.
Ce la stiamo cavando bene così come siamo” insistette.
Non lo metto in dubbio, ma sono convinta che un agente in più gioverebbe allo svolgimento del lavoro della sua squadra.” Erin Strauss fece una pausa e si appoggiò allo schienale della poltrona. “I primi a crederlo sono le persone che stanno più in alto di me.”
Aaron immaginava che fosse soprattutto quello il motivo.
Perchè non lasciare che Ashley restasse allora?”
Hanno preferito trasferire l'agente Seaver ad un'altra sezione ritenendo che sia più opportuno assegnare alla BAU un profiler più esperto.”
Hotch aveva temuto che quel momento sarebbe arrivato, per tutti l'agente Prentiss era morta ed era normale che prima o poi si sarebbe pensato di sostituirla. L'ultima argomentazione che poteva ancora esporre consisteva nel rivelare alla Strauss la verità, ma era assolutamente impensabile.
Quando ci verrà assegnato?”
E' questione di alcune settimane.”
Non si potrebbe aspettare ancora un po'?”
A che scopo? Per voi non cambierebbe nulla, inoltre non ho intenzione di discutere le decisioni prese dall'alto, già non mi sono opposta in nessun modo quando lei ha fatto pressioni affinchè l'agente Jereau ritornasse nella sua unità e al suo incarico precedente, riuscendo ad ottenerne la riassegnazione, ora non voglio andare contro il volere dei miei superiori, e lei dovrebbe fare altrettanto.”
Qualche settimana, pensò Hotch, ed Emily sarebbe stata sostituita. Non aveva mai avuto notizie di lei, non sapeva se stesse bene, se fosse sulle tracce di Doyle, se si trovasse ancora a Parigi. Erano trascorsi quasi sei mesi da quando era entrata nel programma di protezione e non aveva idea di quanti ne dovessero ancora passare prima del suo ritorno. Era insperabile che avvenisse in quel breve lasso di tempo.
Sarebbe opportuno che iniziasse ad informare i suoi” continuò la caposezione.
Lo farò.”
La donna annuì. “E' tutto.”
Hotch la salutò, quindi si alzò e uscì dall'ufficio incamminandosi lungo il corridoio, con il volto teso e il fardello sempre più pesante che era il suo segreto.

 
Garcia chiuse il fascicolo che poco prima le aveva portato JJ, sfiorandone la copertina con le dita e una luce di felicità negli occhi al pensiero della cara amica finalmente ritornata nel team a tutti gli effetti. L'aveva sperato a lungo, fin dal giorno in cui Jennifer se n'era andata, pur essendo consapevole che le sue speranze difficilmente si sarebbero realizzate, invece era accaduto, per merito di Hotch che si era battuto per riaverla in squadra. Adorava il suo capo, constatò Penelope con un sorriso. La sua gioia e quella di tutti i colleghi era però offuscata dal dolore che ancora pesava sui loro cuori per la perdita di Emily, la loro Emily. A quella non c'era rimedio, non lasciava spazio alla speranza, lei non sarebbe tornata, era qualcosa da accettare e basta ma Garcia non era stata ancora in grado di farlo.
Dopo aver bussato alla porta Derek entrò facendola riscuotere dai suoi pensieri, le posò davanti una tazza di caffè mentre Penelope sollevava su di lui uno sguardo riconoscente.
Il tuo dopo pranzo bambolina.”
Grazie per esaudire ogni mio desiderio.”
Derek si sedette su di una poltroncina girevole accanto a lei e notando nell'amica un'ombra di tristezza le domandò premuroso: “Tutto ok?”
Sì... E' solo che stavo pensando ad Emily...” rispose Penelope con gli occhi bassi.
Morgan avvertì una stretta al cuore e le mise una mano sulla spalla, delicato, accarezzandola per donarle conforto, mentre lei sorseggiava il caffè. Se solo avesse potuto dirle che Emily era viva e stava bene, che sarebbe tornata da loro, ma aveva promesso di non farlo e non voleva mancare alla parola data all'amica, soltanto era difficile tenere racchiusa dentro di se una verità che scalpitava forte per vedere la luce.
Stasera andrò con Kevin a sentire un gruppo rock” disse Garcia ritrovando in parte il sorriso. “Potreste venire anche tu e Monique” propose.
Oh, mi dispiace, ma stasera ho già un impegno... a casa di Melinda” la informò Derek con un'occhiatina eloquente.
Penelope posò la tazza sulla scrivania e sgranò gli occhi con stupore.
Melinda? E Monique che fine ha fatto?”
Chi lo sa... “ rispose lui facendo spallucce. “Sarà di nuovo a Parigi con qualcun altro... che non potrà reggere il confronto col sottoscritto.”
Sei il solito playboy da strapazzo” lo ammonì lei bonariamente.
Hai ragione bambolina” ammise Morgan alzandosi. “Ma lo sai che amo solo te” disse prima di darle un bacio su una guancia.
Lo so... ma mi piace sentirmelo dire... E visto che mi ami fila a consegnare questo ad Hotch” ordinò Penelope allungandogli il fascicolo richiuso poco prima.
Ok capo” fece lui afferrandolo, per poi andarsene e lasciare Garcia di nuovo sorridente.
Derek camminò verso l'ufficio del suo vero capo pensando ad Emily. Era trascorso circa un mese da quando era tornato da Parigi e ancora non gli sembrava vero che l'amica fosse viva, era così felice che avrebbe voluto urlarlo al mondo intero, ma non poteva farlo e ciò gli causava un terribile senso di colpa verso i compagni che ancora non avevano superato il dolore per la sua perdita. Una volta rientrato a Washington aveva appreso con grande gioia la splendida novità del reinserimento in squadra di JJ, se solo avesse potuto rivelare il suo segreto sarebbe stato tutto perfetto.
Bussò brevemente alla porta di Aaron ed entrò.
Da parte di Garcia” disse posando il fascicolo sulla scrivania.
Grazie” fece Hotch mentre Morgan lo salutava e si accingeva ad andarsene. “Aspetta” lo fermò invitandolo con un cenno a sedersi. L'altro lo fece osservando la sua aria più accigliata del solito. Problemi in vista.
Qualcosa non va?” domandò.
Hotch chiuse il portatile su cui stava lavorando e rispose senza preamboli. “Presto qualcuno prenderà il posto di Emily.”
Cosa?!” esclamò Derek.
La Strauss mi ha informato della cosa poco fa.”
E' stata una sua decisione?”
Viene dall'alto, lei non si opporrà, e in fin dei conti non ne avrebbe motivo.”
Non ci serve un membro in più” argomentò Morgan pur riconoscendo che non fosse del tutto vero.
Dobbiamo accettarlo, così come la morte di Prentiss.”
Derek scosse la testa in segno di rifiuto. La morte di Prentiss. Lei era viva, nessuno doveva prendere il suo posto.
Non possono farlo.”
Ragiona Morgan” lo invitò Aaron. “E' normale che sia così, anche Emily era entrata nel team per sostituire Elle.”
Non è la stessa cosa” insistette l'altro. Elle se n'era andata per non tornare, invece Prentiss l'avrebbe fatto prima o poi, era una cosa certa.
So quel che intendi, la perdita di Emily è stata traumatica, Elle ha semplicemente lasciato la squadra.”
No, non è questo che intendo” ribattè Morgan risoluto lasciandosi prendere un po' troppo la mano.
Date le circostanze sarà difficile per tutti, ma in fondo lo sapevamo che un giorno sarebbe successo” spiegò Aaron cercando di essere convincente, quando la pensava esattamente come Derek, anche se in base ad altre ragioni, così lui credeva. In quel momento fu assalito dal senso di colpa, che mai in quei mesi lo aveva abbandonato, e dal tormento che quella situazione gli causava.
Ti capisco, ma questa è la realtà” disse ancora e le sue stesse parole gli fecero male.
Non è così...” mormorò Derek, che serrando la mascella si trattenne dall'andare oltre.
Hotch fece per dire qualcosa, ma venne interrotto da un leggero bussare alla porta, da cui entrò JJ.
Disturbo?” volle assicurarsi la donna.
No, me ne stavo andando” rispose Morgan tirandosi in piedi scrutato dall'agente Jereau, istantaneamente accortasi che qualcosa non andava.
Derek si congedò scuro in volto e il suo capo lo seguì con lo sguardo mentre se ne andava.
JJ si sedette sulla sedia prima occupata dal collega.
Ti devo parlare” esordì, e la sua espressione seria unitamente al tono grave della sua voce fecero intendere ad Aaron che doveva trattarsi di qualcosa di grave, o per lo meno di molto importante.
Dimmi.”
Mi ha chiamato Steve Messer dal Pentagono.”
Quelle parole catalizzarono tutta l'attenzione di Hotch.

 

 

 

 

  
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