Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Nisi    17/02/2012    6 recensioni
Sono rimasta molto colpita dal numero 47 del manga. E ho deciso che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa su quel che potrebbe succedere quando Maya si reca a Izu. Pericolo melassa, però un po' stemperato da un Masumi che riesce a venire a patti coi suoi sentimenti con un pizzico di autoironia e con una Maya che alla fine perde un po' della sua ingenuità.
Niente spoiler.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I tre volti della Dea'
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“Signor Hayami?”

“Signor Hayami?”
“Ah, Mizuki. Sì, mi ero distratto un attimo. Volevi dirmi qualcosa?”
La mia segretaria storce impercettibilmente la bocca. La mia imperturbabile segretaria Mizuki dall’aplomb leggendario, si é lasciata andare ad una semi espressione di disgusto. “La signorina Shiori…” e si interrompe.
Adesso tocca a me nascondere un’espressione di fastidio nell’udire il nome di colei che nel giro di poche settimane sarà mia moglie, la compagna della mia vita fino a che esalerò il mio ultimo respiro che, vista la situazione, spero arrivi al più presto.
“Sì, Mizuki, Shiori cosa?”
“E’ la terza volta che la chiama per sapere se passerete assieme le vacanze dell’O-bon. Fino ad ora ho temporeggiato e ho inventato delle scuse, ma se lei…” ancora una volta l’autocontrollo leggendario di Mizuki vacilla. “se lei volesse organizzarsi in modo diverso…”
La mia segretaria è mia complice e mi terrà bordone. Ho quasi il sospetto che detesti Shiori con tutto il suo essere.
“Sì, Mizuki. Da’ sfogo alla tua fantasia, inventa la scusa migliore della tua vita e tienimi lontana Shiori” rispondo brusco, senza neanche alzare gli occhi dalla lettera che avevo iniziato a scorrere.
Nemmeno io riesco a mantenere il mio altrettanto leggendario aplomb: dopo tutta la storia dell’assegno, dell’album stracciato e rimandato a Maya, dell’anello e di quel benedetto succo di mirtillo, ho evitato accuratamente di incontrare Shiori pensando nel frattempo a una maniera per rompere il nostro fidanzamento senza mettere a soqquadro la Daito. Shiori è diventata un pensiero fastidioso e costante, irritante come una zanzara. E come tale, sto cercando disperatamente un modo per togliermela di torno una volta per tutte. 
“Rimarrà a Tokyo, signor Hayami?”
“No, Mizuki. Andrò a Izu.”
Prima di inchinarsi profondamente, la mia segretaria si lascia scappare un enigmatico sorriso. Enigmatico ma non troppo. Questa donna ci ha sempre visto lungo, nonostante gli occhiali. Capisce sempre quel che penso senza che io le dica niente. Suppongo che insieme a Hijiri sia la persona che più si avvicina a un amico. Sa benissimo cosa mi stia passando per la testa. E lei sa che io so che lei sa. “Puoi andare Mizuki. Devo fare una telefonata importante.”
“Molto bene” E dopo un ultimo inchino, infila la porta e io rimango solo nel mio ufficio.
E’ da qualche giorno che voglio fare quella telefonata. Ho paura cheMaya abbia cambiato idea, che non voglia più venire da me, che io abbia capito male io e che lei non mi abbia mandato al diavolo – vecchio satiro che non sono altro – per buona educazione, ma questa ipotesi sembra quasi più folle delle altre. Sì, perché Maya Kitajima, mia dolce isola del nord, non si é mai fatta scrupolo di dirmi quello che pensa di me. Solo che… solo che quella crociera inaspettata tutto è cambiato. Mi ha risollevato dal baratro di infelicità nel quale stavo da un po’, da troppi anni, per precipitarmi in un altro baratro, quello delle persone che si rendono idioti per amore e che non si riconoscono più.
E’ perfettamente inutile che aspetti oltre, anche perché non posso pretendere che una ragazza giovane e piena di amici come Maya non abbia impegni per le vacanze e stia lì ad aspettare la mia chiamata.
Come mi sarei annunciato? “Sono Hayami” sembrava l’esordio di una telefonata d’affari. “Sono Masumi” torniamo al vecchio satiro del quale si diceva prima, penso mentre recupero il numero in rubrica e faccio partire la chiamata.
Risponde al secondo squillo.
Non mi rendo quasi conto delle parole che sto pronunciando: “Pronto? Maya? Sono io…”
   
 
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