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Autore: Claire Piece    19/02/2012    2 recensioni
[storia completamente corretta ed epurata da errori grammaticali e sintattici]
"Ma io non voglio un principe e non voglio che tu lo sia… io voglio L e basta! Trovo che sia molto meglio che avere un principe che continua a chiedermi la mano o a dirmi di amarmi… Io voglio che nulla mi sia detto sempre in modo esplicito... voglio i fraintendimenti… amo proprio l’incapacità nel sapermi prendere, l’incostanza dell’ “a volte sì e a volte no”... voglio l’impulsività, la stranezza, la tentazione celata e costante...
Ecco cosa voglio. Sei tu."

La morte le aleggia costantemente intorno... La Wammy's House, geni, killer e l'amore per una persona irraggiungibile, L.
Una giovane donna stringerà tra sue mani tutto questo.
Ciao ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction.
Mi sono cimentata in un campo non mio, ma era molto che ero ispirata e così ho pensato "o la va o la spacca!" Così mi sono messa di buona volontà e ho iniziato a scrivere, da principio da sola e poi facendomi aiutare (purtroppo non sono un'esperta scrittrice e agli inizi non tutti siamo bravissimi) con la correzione degli errori
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La cose non vanno mai come credi
il cuore è pieno di lacrime rotte
il tempo è ladro di cose mai dette
e so che indietro mai più si ritorna
eppure ancora ti resto vicino
stanotte resta su questo cuscino
                                                             

                                            (cit. “Marzo” di Giorgia )




                        Fallimento





Non saprei definire per quanto tempo lo guardai negli occhi, sentendomi in trappola.
Era da molto che non mi faceva sentire così, forse perché era da un’eternità che non ci vedevamo in quella maniera.
Solo io ed L senza che niente si frapponesse tra me e Lui. Mi ero quasi scordata di come era finire vittima dei suoi sguardi penetranti, erano un branco di lupi famelici che mi attorniavano ed io dovevo sfuggire loro per non rischiare di essere trangugiata. La sorte era così divertente, perché insieme a questa sensazione di insicurezza che mi incuteva, riusciva a suscitarmi anche incanto. Sarei rimasta per ore in quel modo a guardarlo, per non privarmi di un solo movimento dei suoi occhi, perdendo l’uso della parola e dandogli la possibilità di farmi soccombere.
Cercai comunque di rinsavire, ma fu la sua voce a destarmi definitivamente dal mio stato catatonico. “Allora? Sto aspettando la tua risposta.” Disse voluttuoso di proposito, cercando di convincermi a parlare in maniera pacata e gentile.
Sospirai incerta e sollevai convulsamente le ciocche di capelli che mi finivano davanti agli occhi, portandole indietro con la mano, fu più un gesto nervoso dettato dalla confusione e dal fatto che non sapessi da che parte iniziare.
Decisi quindi di partire spontaneamente senza starci a pensare ulteriormente.
Proferii quella frase che avrei voluto dire in tutte le occasioni precedenti e perse “L, io ho la facoltà di prevedere i fatti prima che accadano.” M’interruppi voltandomi e muovendomi verso il canapè vicino la finestra, per poi sedermi e cercare di continuare. “Si manifestano come sogni oppure come visioni ad occhi aperti. Ricordi quando ho avuto quelle emicranie?” Iniziai a sentirmi più sicura nell’espormi.
“Sì, me lo ricordo. Perché?” Lui iniziò a diventare sempre più curioso e venne a sedersi vicino a me, in un movimento fluido che si trasformò nella sua consueta posizione raccolta.
“Vedi L, erano le mie visioni. Miranda, mi disse che dipendevano dal fatto che mi stavo avvicinando sempre di più a quel qualcosa che sta minacciando qualcuno di molto vicino a me.” Mi voltai a guardarlo e Lui mi osservava paziente, in attesa di sapere, le sue orecchie erano pronte a recepire qualsiasi mia parola senza tralasciare nessun dettaglio. Portai i miei occhi sulle mie mani incrociate e poggiate sulle gambe, mani congiunte come se stessero pregando, come se io stessi pregando inconsciamente che mi capisse e che mi credesse. Pensai poi che Lui non fosse al corrente di chi diavolo fosse Miranda, ma avevo già sospettato tempo addietro, che forse avrebbe controllato le chiamate del mio cellulare anche solo per sapere se io fossi al sicuro. “Immagino che tu già sappia chi sia Miranda.”
L annuì mordicchiandosi il pollice, poi parlò diretto “ Sì, tu sai che per sicurezza mia e tua faccio controllare a Watari ogni cosa. E ho visto quella chiamata che facesti il trenta di Dicembre, ma non potevo approfondire, avevo altro da fare come tu ben sai.” Iniziò a diventare torvo in viso e quasi corrucciato, stava cominciando a smuovere qualche suo ragionamento.
“L, avevo bisogno d’aiuto e non capivo cosa mi stesse succedendo, se stavo impazzendo o cosa. E non potevo trascinarti in modo capriccioso in una faccenda a cui forse nemmeno avresti creduto. Dovevo essere prima sicura che non fosse una mia stupida fisima o fantasia.”
Lui continuava a rimanere scuro e riflessivo, ma non si arrese e domandò ancora “ Da quanto tempo hai queste visioni?” disse l’ultima parola con insofferenza e pensai non riuscisse a credermi, come se io gli avessi presentato qualcosa di ancora meno comprensibile dei misteriosi elementi che erigevano il caso Kira.
“Da quasi un anno, all’inizio erano solo dei sogni. Nel sonno vedevo figure agghiaccianti e poco chiare e quindi non pensavo potessero essere qualcosa di collegato alla realtà, ma più al fatto che il mio inconscio era stato messo a dura prova da Beyond Birthday. Quello che mi ha convinto a spingermi oltre e a comprendere cosa avessi, sono state le percezioni da cosciente, unite poi alla pessima sensazione di negatività che mi lasciavano addosso.” Iniziai a sentire di nuovo quell’opprimente senso di colpa, che mi aveva dato il tormento per tutto quel tempo in cui avevo deciso di starmene zitta nell’attesa di capirci qualcosa.
Ed L non si fece scrupolo a far ingigantire il mio rimorso. “Perché non me ne hai mai parlato? Avevi paura che non ti credessi, vero? E forse in minima parte avevi ragione, non ti avrei creduto…” Lo guardai sentendomi umiliata e le lacrime iniziarono a farsi sentire bruciandomi gli occhi.
“Ma se solo avessi tentato di dirmelo, avrei comunque apprezzato il tuo sfogo e il fatto che tu avessi chiesto aiuto a me e non ad un’estranea.” Mi scrutò duro e pungente, poggiando le mani tremanti sulle ginocchia e stringendole.
“Lo so…” dissi tra le lacrime e addolorata, tornando poi ad affrontare il suo viso “Perdonami L...io non volevo esserti di peso, non volevo darti altri fastidi, io ho paura di questo caso, L. Ho paura di Kira." continuai a parlare con la voce trasformata e rotta dal pianto divenendo un sussurro.
Lo vidi voltarsi e sbarrare gli occhi, trasformando la sua precedente espressione dura in una di totale comprensione. Mi si avvicinò abbracciandomi, scomponendo la sua rigida posa, ed io lo strinsi di rimando.
“Belle, anche tu hai capito benissimo che questa situazione non ha nulla di normale. Vero? Te lo leggo solo guardandoti in faccia.” Io annuii nell’abbraccio sentendo i suoi capelli accarezzarmi le guance, i suoi capelli che si bagnavano con le mie lacrime. “Belle, dimmi cosa hai visto.”
Strinsi gli occhi e mi scostai piano per guardarlo in viso, volevo che percepisse ogni singola parola, che l’assimilasse anche solo respirando. “L, io ho visto sia Light Yagami che Misa Amane, ancora prima che tu li imprigionassi, ancora prima che tu sospettassi di entrambi. Ho percepito chiaramente attorno a loro qualcosa di non umano, un’entità che nessuno può vedere, forse anche diabolica. E prima quando mi hai detto che non sono più gli stessi che hai fatto rinchiudere, mi hai fatto intendere perfettamente che quel qualcosa ha troncato ogni legame con loro.”
Si voltò, guardò quasi a vuoto, lasciandomi e buttando le mani sopra il morbido cuscino del sofà
“Shinigami…e se quella parola allora non fosse solo un codice… ma no, non è possibile! Probabilmente i tuoi sogni identificano quel qualcosa, come lo chiami tu, come il loro potere omicida. Sì, quasi sicuramente è solo il loro potere.” Era intrappolato nel suo ragionare e nel cercare una logicità in tutto quello che gli avevo detto, dovevo continuare e dirgli che esistevano davvero quelle creature, che io avevo battezzato qualcosa per rendergli tutto il più comprensibile possibile, ma d’un tratto si fece improvvisamente buio.
“L! è…è buio…è buio veramente o è frutto della mia mente? L!” Dissi spaventata muovendomi cieca nell’oscurità. Lo sentii afferrami la mano e avvicinarmi.
“ E’ un blackout, maledizione!” Non finì di imprecare che il suo cellulare squillò e rispondendo riportò una flebile, ma provvisoria luce.
“Sì, Pronto. Sono con Belle in questo momento. Avevi predisposto i generatori d’elettricità? Bene, vuol dire che attenderò qui fino a che non ritornerà la luce. A più tardi.” Chiuse lo sportelletto del cellulare togliendoci l’unica forma luminosa in quella tenebra, poi si mise a riflettere a voce alta “Facendo in questo modo non verranno persi di vista e potranno continuare a controllarli, avevo fatto bene a disporre di mettere dei generatori di corrente, ultimamente avevo sentito che c’erano stati dei blackout anche nelle prefetture vicine, per via del caldo. Non posso permettermi di avere intoppi, soprattutto ora che tu mi hai dato conferma di alcune mie ipotesi. Mi è venuta una mezza idea di cosa dovrò fare appena riprenderò a controllarli.”
Ora i miei occhi si erano abituati all’oscurità, la notte fuori emanava un’aura simile ad un riverbero. Riuscivo a vedere L, il suo viso era vicino, potevo sentire il suo respiro caldo sul mio orecchio, guardai nel complesso la posizione che avevo preso quando mi aveva tirata a sè, ero rannicchiata anch’io e potevo sentire la sua mano destra intorno al collo, che mi sfiorava ogni qual volta Lui si muovesse. Avanzò uno strano silenzio, non impacciato e neanche dovuto al fatto che non avessimo nulla da dirci, era un silenzio parlato. Quella quiete che agli occhi esterni sembra muta, senza suoni, ma che per i due individui che la vivono è un frastuono continuo di chiacchiere e scambi verbali. Poggiai la mia fronte alla sua mascella e quel gesto mi riportò alla mente il mio sogno con L nella stanza d’albergo, tutto era identico, l’unica differenza era che eravamo circondati dall’oscurità e questo aspetto mi diede consolazione, perché il mio sogno con quel particolare dettaglio non combaciò con la realtà.
Chiusi gli occhi sentendo il suo odore, non ha mai avuto un profumo. Lui emanava l’aroma della vaniglia e dello zucchero, che assorbiva dal suo banchettare costante con i dolci, le sue mani a volte mi ricoprivano il viso di una fragranza persistente alla fragola.
Su di me tutto questo aveva un effetto afrodisiaco.
L spezzò quella pace dove mi stavo facendo incantare come in un’ipnosi. “ Belle, che cosa hai trovato in me di così interessante?” Lo disse piano, scandendo le parole e poggiando la sua testa sulla mia.
Sorrisi e risposi “ Io in te ho trovato qualcosa costantemente da scoprire. Ma non solo in te, anche in me. Io forse per nessuno al mondo avrei fatto quello che ho fatto con te. Per te. Tutto questo perché tu mi ispiri autorità, fiducia, sensibilità, amore, arroganza e timore allo stesso tempo. Mi sono avvicinata a te pur sapendo che avresti potuto ferirmi in qualsiasi momento. Tu, L. Sei di un’attrattiva persistente. Cerchi l’attrazione pur sapendo di essere tu pura attrazione. Ecco cosa mi ha portato, mi porta e mi porterà a te, sempre.” Accostai il mio volto al suo collo stringendomi di più a Lui, poi tornò quel silenzio ricco e pieno. Immaginavo già la sua espressione ed il suo volto guardare altrove in cerca di qualcosa con gli occhi, forse in cerca della calma per provare a ribattere a quella cosa così irragionevole che avevo appena detto.
Allora domandai io per toglierlo dall’impaccio “ Tu, L. Cosa hai trovato in me?” Sembrò non voler rispondere, ma la verità è che stava meditando su cosa dire “Sai, ti vedevo passare sempre davanti alla cancellata della Wammy’s House, niente mi aveva mai spinto o incuriosito a guardare fuori. Si alternavano il sole, le nubi, le stagioni, gli anni, ma non so quale impulso mi guidò a mettermi davanti quella finestra, ogni santo giorno alla stessa ora dopo averti intravista la prima volta. Non avevo la risposta fino a un minuto fa, ora ce l’ho.” Si interruppe e riprese“ Quando tu eri dietro quel cancello, ho visto una parte di me che era rimasta là fuori per diciassette anni. Ora l’ho riavuta indietro.”
Mi attaccai ancora più forte a Lui e osservai l’oscurità che avevo davanti “L, che succederà adesso?” il mio tono era impensierito.
“Ora, credo che giocherò una carta per costringere quei due a parlare, se non lo faranno sarà palese che il loro potere si è spostato e che è in mano a qualcun’altro. Ed io dovrò catturare questo altro nuovo Kira.” A quelle parole ebbi i brividi.
“ Cosa? Hai intenzione di avvicinarti anche all’individuo che ha ereditato questo assurdo potere assassino?” Ero incredula, credevo che, raccontandogli delle mie visioni, avesse minimamente percepito la pericolosità della situazione, invece era più irremovibile che mai e aveva interpretato il mio racconto e i miei sogni come banali segni o coincidenze.
“Belle, non che io non ti creda, ma ti ripeto per l’ennesima volta che ho bisogno di prove, vere, concrete e non posso basarmi sul tuo talento nell’avere visioni per dare fondamento alla mia indagine.” Il suo tono suonava come una presa i giro, ma non era quello che stava facendo, la verità era che avrebbe fatto comunque di testa sua basandosi sulle sue di certezze tenendo comunque conto, lì accantonate in un angolo, anche delle nozioni che gli avevo fornito io. Per di più si era ostinato a voler continuare ad andare a fondo in quella storia, essendo cosciente della pericolosa capacità omicida che lo avrebbe potuto travolgere, da un momento all’altro, quando meno se lo sarebbe aspettato.
Lui non poteva prevedere le mosse di un Dio.
Con un fare rabbioso mi scrollai di dosso il suo abbraccio e mi alzai di scatto dal divano dirigendomi, senza pensare al buio, nella mia camera.
Respiravo violentemente, poi percepii arrivare anche Lui, mi scatenò una reazione ancora più forte. Mi voltai e quasi urlando dissi “ Io li vedo! Li ho visti!! Tu non sai cosa sia sentire l’orrore! Sentirlo entrare nelle vene e mescolarsi alla propria persona. Sentire ombre deformi che mi intimano la morte, la mia e di chi ho attorno. L, questo non è qualcosa che può essere alla tua portata!”
Lo vidi passare dall’apatia a qualcosa di somigliante all’alterigia, avevo colpito un punto dolente, gli avevo detto che Lui non sarebbe stato capace di risolvere qualcosa.
“ E sentiamo! Tu ne saresti in grado? Cosa vorresti fare? Farmi desistere. Lasciar perdere! Mi vuoi far intendere che è qualcosa di ultraterreno a fare tutto questo. Belle!” Era sadico e senza freni, avrebbe continuato se non mi avesse guardato bene in faccia, ero logorata dal dolore e cosciente che quello che sapevo e volevo era la cosa giusta per Lui.
Io lo volevo vivo, sano e salvo, lontano da quella storia.
Lontano da Kira.
“Sì…io desidero che tu rinunci per questo…” Dissi tremante e singhiozzando, dando sfogo al pianto disperato. Lui mi si avvicinò, sembrava avere timore che toccandomi lo avrei scacciato, ma non lo feci, non avrei mai potuto farlo.
“Belle, tu lo sai che non posso.” Ricurvo mi avvolse di nuovo prendendomi tra le sue braccia.“ Belle, ti prego non costringermi a lasciarti così in malo modo…” asserì calmo e sensuale, ma io delle sue parole udii solo lasciarti.
“La…lasciarmi?!” Iniziò a mettermi paura più di quanta non ne avessi già. “Che…intendi dire…mi…” stavo annaspando.
“No, non ti sto lasciando, Belle. Tranquilla.” Mi prese la testa tra le mani per costringermi a guardarlo negli occhi” …un’altra parte del mio piano consiste nello stare giorno e notte con Light Yagami, non potremo vederci per molto. Capisci. Forse anche meno di adesso, anzi per niente.”
La sua voce era una melodia tentatrice bassa e addolcita, ma che scaricava bossoli di puro dolore sulla parte fragile del mio petto, che ora pulsava facendomi sentire un peso mescolato alla leggerezza dell’avere L ancora lì con me.
Non potevo più oppormi, avrei dovuto fare come diceva Lui.
E a L non importò nulla, mi prese, ogni suo bacio suonava come un saluto sottointeso, ogni tocco era uno stampo che serviva a ricordargli come io fossi, ogni avvicinamento serviva a ricordargli come era stato stare vicino a me tutti i giorni.

Quel blackout durò tutta la notte e il giorno seguente io ed L ci congedammo con un semplice e lancinante sguardo ed uno dei più amari baci che la sua bocca di zucchero potesse lasciarmi.
Distinsi chiaramente che la luce era andata via anche dal mio cuore e nella mia testa un unico pensiero mi assalì, facendomi sentire quasi in lutto.
Le cose non vanno mai come credi.




Rigraziamenti dell'autrice (matta) :D


Grazie a chi mi segue di tutto cuore.... e spero di non avervi annoiato ulteriormente con i miei continui ringraziamenti.
Ma ho sempre paura di non rendere benissimo l'idea di quanto io vi sia grata. 
Grazie a chi mi ha messo nelle preferite.
Grazie chi mi ha messo nelle ricordate.
Grazie a chi mi ha messo nelle seguite.
Ma ancora un enorme e gigantesco grazie a chi mi recensisce, siete la mia più grande gioia.
 
Baci baci Amaterasu82 

   
 
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