La foresta proibita
I ragazzi si trovarono catapultati in un luogo strano, buoi come la un cielo senza luna.
Profumava di muschio, un odore famigliare per i due maghi.
Si notavano le ombre lontane di alti alberi e il canto affannato di alcuni gufi e barbagianni.
Ron era spavento, in quel momento avrebbe preferito starsene nel suo letto caldo.
Trascorsero i minuti, forse le ore, i due ragazzi si muovevano brancolando nel buio quando improvvisamente Harry disse –Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Siamo nella foresta proibita!-
Ma l’altro, tutto eccitato lo interruppe –Guarda laggiù, c’è una luce-.
Il cuore del ragazzo dai capelli rosso fuoco riprese a battere, o almeno così gli parve, -In quei momenti di terrore aveva smesso la sua normale funzione per non creare nessun rumore- pensò il Weasly.
I due, in preda all’euforia e alla voglia di scappare da quel luogo così tetro, iniziarono a correre verso quella luce, quella che pensavano la loro fonte di salvezza.
Ma purtroppo così non fu.
Era troppo tardi quando si accorsero che quella luce non era fonte di salvezza ma di morte quasi certa.
Quel chiarore mano a mano che i due si avvicinarono si fece sempre più intenso, rivelando degli occhi, sei occhi, degli occhi terribili.
A Ron venne l’idea di scappare ma il suo buon senso lo fermò, cercò, almeno per una volta di essere coraggioso almeno un po’.
Cercò di scrutare le orbite gialle ma urlò con tutto il suo fiato –Harry, Harry, questo è Fuffi, il cane a tre teste di Hagrid-
L’animale nel sentir nominare il suo nome aprì le grandi fauci e cercò di afferrare il rosso ragazzo che era girato di spalle.
Il ragazzo, fu però salvato da Harry che, con balzo felino lo spostò dandogli uno spintone.
Harry cercò di mantenere la calma, cosa molto difficile da fare in un momento come quello, estrasse dalla tasca dei pantaloni di velluto neri un piccolo oggetto che assomigliava lontanamente a un flauto babbano.
Il gesto di Potter fu però fermato dall’amico che, ancora più impaurito, disse –Harry, ma sei matto, noi stiamo davanti alla morte e tu ti metti a tirare fuori quel “coso”, ti rendi conto della situazione in cui ci troviamo?- e a quel punto Harry le tappò la bocca con la mano replicando –Ron, ti prego, sta’ calmo, non sto giocando. Hai la memoria corta vero? Ti ricordi quando abbiamo incontrato per la prima volta Fuffi? Nella stanza al terzo piano? Hagrid ci aveva detto che Fuffi si calma solo con la musica- e iniziò a suonare lo strumento.
Un suono straziato e stridulo uscì dallo strumento ma bastò a far addormentare l’animale che cadde in un sonno profondo come un angioletto.
Nota dell’autrice:Grazie per le vostre recensioni e, vista la vostra impazienza, ho deciso di pubblicare anche il secondo…
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