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Autore: Daisy Pearl    24/02/2012    6 recensioni
Questo è un amore tra due persone diverse ...
… vissute a lungo lontane per poi trovarsi ...
… questo è un amore sincero ed eterno ...
… questo è un amore che sfida tutte le leggi del mondo …
… Un Amore che va oltre il tempo e oltre lo spazio …
… un amore di cui solo le stelle sono testimoni silenziosi …
… un amore così non esiste sulla terra …
… ma solo TRA LE STELLE.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Ringrazio Shadowstar e AlyDragneel per aver messo la mia storia tra i preferiti!
Grazie di cuore, spero di non deludervi. Questo capitolo è tutto per voi :)



 




Lontano, nel tempo e nello spazio …
… non desidero essere da nessun’altra parte se non lì.

 
 
 
Durante le notti successive tornai su quella collina, a riflettere. Non sapevo più cosa fare. Dopo aver accettato repentinamente la proposta di Johannes me ne ero amaramente pentita nel corso di pochissime ore. Ero arrabbiata con me stessa per la mia volubilità, ero furiosa con lui per essere così cinico e così distaccato.
Se una qualsiasi persona non era una stella e non stava lassù in poco tempo perdeva ogni tipo di interesse.
In quelle giornate avevo spesso visitato il suo studio. Si trattava di una stanza molto particolare. Era ricolma di oggetti di ogni genere, carte celesti, la maggior parte delle quali disegnate da mio zio, astrolabi, libri.
Era talmente disordinato che molti di essi si trovavano sul pavimento.
Quando uno di quei giorni vi entrai ne raccolsi uno, il titolo recitava “De revolutionibus orbium coelestium” , feci per aprirlo quando lui spuntò, da non so dove, e mi strappò quasi con violenza il libro dalle mani. Rimasi parecchio sconvolta da quel gesto e dall’espressione di collera che aveva sul viso.
Non devi mai più entrare nel mio ufficio senza il mio permesso!” aveva detto freddamente e con una calcolata calma. Fosse stato per lui, probabilmente mi avrebbe buttata fuori dalla finestra.
Fatto sta che quell’episodio mi aveva parecchio incuriosita, quindi  continuavo incessantemente a rifletterci sopra, incapace di decidere se parlare dell’accaduto con mio zio o meno.
E così passavo le prime ore della notte su quella collina persa nel blu dell’universo a interrogare ininterrottamente Loro, senza tuttavia ricevere mai una risposta.
Una sera senza luna chiusi gli occhi e desiderai, desiderai con tutto il cuore di essere lontana da quel posto, non solo nello spazio, ma anche nel tempo.
 
La mattina seguente decisi di andare dallo zio. Il suo studio era molto più ordinato di quello di Johannes , e lui stava chino su una mappa stellare che esaminava con estrema attenzione.
“Cha fai zio Tycho?” chiesi curiosa, avvicinandomi.
Lui mi sorrise, evidentemente felice di vedermi.
“Mettevo ordine tra queste vecchie carte!”.
“Cosa rappresentano?”. Sorrise amareggiato.
“Siediti Cassidy, voglio raccontarti una storia, una storia che inizia prima che tu nascessi!”
Incuriosita presi posto nella sedia davanti alla sua e lui iniziò a raccontare.
“Trent’anni fa nel cielo accadde una cosa alquanto strana. Improvvisamente nella costellazione di Callisto comparve una stella. Ero convinto che lo fosse perché non si muoveva rispetto alla volta celeste. La studiai per due anni, ininterrottamente. Era diventata la mia ossessione! Non mangiavo il giorno e non dormivo la notte, ogni mia energia era concentrata a risolvere quel mistero, quella stella la chiamai Cassidy!”
Sbarrai gli occhi, stavo per aprire la bocca per porgli una domanda, ma con un cenno della mano mi fece tacere e continuò il suo racconto.
“Poi dopo due anni essa sparì, così come era apparsa, inspiegabilmente, da un momento all’altro! Amareggiato mi chiusi al mondo per molto tempo, studiai a fondo, creai un modello di movimento dei corpi celesti e dei pianeti mai visto prima, né prospettato nelle ipotesi di Tolomeo, né in quelle eretiche di Copernico, tutto per cercare di spiegarel’esistenza di quella dannata stella. Tua madre rimase talmente impressionata da tale storia che decise di darti questo nome. Cassidy!”.
Io, dal canto mio, ascoltavo rapita la storia, impaziente che andasse avanti.
“Queste sono le carte astronomiche prodotte in quegli anni!” precisò porgendomele affinchè io potessi guardarle. Il gesto mi fece sorridere, sapeva che non avrei potuto capirci niente in tutti quegli strani disegni, ma aveva voluto rendermi ugualmente partecipe, a differenza di come si sarebbe comportato Johannes.
“Un’altra stella è apparsa due mesi fa nel cielo, così come aveva fatto Cassidy a suo tempo. Per questo ho chiesto a Johannes, conoscendo la sua buona fama di astrologo, di aiutarmi a comprendere. Altrimenti sarei impazzito. Ma siamo sempre al punto di partenza, ovvero non sappiamo niente. E Johannes mi sembra così assente e poco collaborativo!”.
Per la prima volta vidi io zio in uno stato d’animo che poteva avvicinarsi molto a quello della depressione. Si prese la testa tra le mani e rimase immobile per alcune decine di secondi, approfittai del silenzio per introdurgli il motivo della mia visita.
“Zio nell’ufficio di Johannes ho trovato un libro, De revolutionibus orbium coelestium… lui non voleva farmelo vedere quel libro! Così mi sono incuriosita e ho pensato di chiedertelo!”.
Lo zio tirò su velocemente il capo e notai con dispiacere un’espressione di paura nei suoi occhi blu come i miei.
“Hai detto De revolutionibus orbium coelestium??”.
Annuii senza comprendere quale fosse la ragione del suo orrore a sentire tale libro.
“Ommiodio! Siamo in pericolo. L’inquisizione! Se trovano quel libro in casa nostra ci daranno degli eretici!”.
“Perché zio ? Perché?” chiesi con una leggera punta d’ansia nella voce.
“Perché quello è il libro scritto da Copernico! È stato messo all’indice! Siamo in pericolo!” quasi sudava.
“Zio, sono sicura che Johannes avrà delle buone ragioni per tenere un libro così pericoloso con sé, no?”
“Cassidy…” disse con foga “… i nostri studi si limitano alle stelle che appaiono e scompaiono, se lui possiede quel libro lo fa per degli studi, studi non attinenti al motivo per cui lo pago!”.
La paura stava lasciando il posto alla rabbia per essere stato raggirato. Si alzò di scatto e si precipitò nella stanza di Johannes. Lo sentii poi imprecare, non doveva averlo trovato. Uscii in corridoi per assistere alla scena, ma non appena i due uomini si incontrarono iniziarono a sbraitare l’uno contro l’altro, io ebbi un’idea.
Volevo dare una sbirciatina all’ufficio del signor Johannes Kepler, al quale lo zio aveva offerto un tetto, uno stipendio e una moglie, e che lo stava così meschinamente tradendo.
Quando entrai la stanza si trovava nelle stesse condizioni di alcuni giorni prima. Il libro di Copernico era sparito, nel tentativo di trovarlo, aprii il grosso armadio che si trovava accanto alla finestra. All’interno vi era solo cartaccia e con mia grande sorpresa un bacile di pietra. Al suo interno c’era un liquido denso e argentato, a dir poco bellissimo. Rimasi ancora più affascinata quando vidi che la mia immagine si rifletteva meglio in tale liquido piuttosto che nello specchio logoro che avevo nella mia stanza. Sul bacile vi era la seguente incisione:
L’etere prima di esser nulla.
In quel momento ricordai quello che mi aveva detto mio zio qualche anno prima su tale strana sostanza.
 
Ricordai che, affettuoso, mi aveva fatta sedere sulle sue ginocchia e aveva iniziato dicendo “L’etere è il quinto elemento! Lo vedi il sole Cassidy?”.
“Sì!” avevo risposto con vocetta da bambina.
“Come fa la luce a raggiungere la terra? Non può propagarsi nel vuoto!” aveva continuato contento di raccontarmi quella storia.
“Nooo…” avevo fatto eco io.
Sorrise “Infatti! Quindi qualcosa deve riempire lo spazio tra terra e sole, e deve essere un materiale, rigido ed elastico al tempo stesso! L’etere!”.
“Ooooo!” avevo esclamato, senza in realtà aver capito molto.
“Ma c’è anche una leggenda …!” aveva continuato sogghignando, sapendo che così avrebbe attirato di più la mia attenzione.
“Leggenda?” avevo chiesto sempre più affascinata.
“Eh si” mi sorrise “Si dice che l’Etere possa essere sintetizzato dalla polvere di stelle!”.
“Polvere di stelle??” avevo chiesto immaginando quei fantastici puntini luminosi disgregarsi fino a diventare polvere.
“E sai da dove viene?”. Scossi la testa per negare.
Altro sorriso. “Dai figli di stelle!”.
“E chi sono?” avevo domandato curiosa.
“Tutto ciò che viene dal cielo, in realtà. Meteoriti o stelle”.
“Oooo le stelle possono cadere?” dissi iniziando a desiderarne una.
“Ahahah,quando una stella muore, fa cadere la sua essenza, l’Etere che la compone, che una volta qui ha il potere di creare la vita. Nasceranno così esseri umani che avranno dentro di loro l’essenza delle stelle, l’Etere, e da loro si potrà prelevare la polvere di stelle!”. Sorrise felice e mi strinse forte a sé. Mi aveva sempre adorata.
“Uccidendoli?” chiesi rabbrividendo.
“Ahahha nono, non è necessario, più un figlio di stelle ti è vicino e più tiene a te, più hai a disposizione la sua polvere … ma piccina, sono tutte leggende …”
“Ma non c’è un po’ di verità?” avevo chiesto speranzosa. Dopotutto volevo una stella!
“Non lo so!” ammise sincero “Lo sto studiando!”. E così dicendo mi fece vedere quattro grossi tomi che parlavano di questo argomento.
 
Capii all’istante che Johannes ce l’aveva fatta! Aveva sintetizzato l’etere, il quinto elemento che riempiva tutto l’universo, ma non l’aveva detto a mio zio, si era tenuto il segreto per sé.  Aveva utilizzato i risultati degli studi di Tycho Brahe solo per raggiungere lui stesso la conoscenza. Rimpiansi ancora una volta di essergli promessa sposa.
Intanto il dolce liquido argentato sembrava chiamarmi, tirarmi verso di esso, mi voleva con sé. Mossa da questa grande tentazione toccai la magica sostanza con un dito.
In una frazione di secondo percepii il mio corpo che si contraeva esageratamente, e veniva risucchiato.
Poi il buio.
 
Mi risvegliai secoli dopo.

Ecco terminato anche il secondo capitolo! 
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A presto!
Daisy Pearl!

   
 
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