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Autore: mikilily    28/02/2012    11 recensioni
ispirata dalla canzone di Arisa a sanremo, eccovi la mia nuova One-shot.
la fine di un amore, le sofferenze di una donna, il poco coraggio di un uomo che si lascia manipolare dal padre, rinunciando a combattere per l'amore.
spero vi piaccia nonostante il finale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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L’abbandono.

**

La scuola era finalmente finita da quasi due settimane e con lei si chiudeva una parte importante della mia vita.

La parte più importante.

Quella che avrei conservato nel profondo del mio cuore per sempre.

L’insperato amore, che ti lacera l’anima, che ti fa sospirare, che ti annienta il cervello.

L’amore, un sentimento inaspettato per uno che porta il mio cognome.

Amore, era quello il sentimento che mi legava a lei, l’unica donna del aveva scalfito il mio cuore.

Lei lo possedeva.

L’avrei dovuta proteggere, amare, consolare per tutta la vita e invece, l’avevo lasciata per il bene della mia famiglia.

Codardo.

Un inetto, un debole, un vile bugiardo, un serpeverde figlio di papà, queste erano state le ultime parole che mi aveva rivolto quasi due mesi fa’.

Il giorno che tutto finì.

Sbagliavo, dovevo ancora viverlo il giorno più brutto della mia vita.

Mancava poco. Mancavano solo due ore e alcuni minuti, poi si sarebbe potuto celebrare anche il mio funerale, perché da quel momento la mia vita sarebbe cessata.

Avrei vissuto una vita che non volevo che non m’apparteneva, una vita non mia.

Quella mattina d’inizio Luglio, si sarebbe celebrata: la fine di un uomo e non il suo matrimonio.

Distrutto all’interno, una maschera inespressiva all’esterno.

Così mi mostravo freddo, come solo io riuscivo a essere.

Come solo i Malfoy sanno essere: freddi, calcolatori e bastardi da generazioni.

 

**

Tutto era pronto al Manor dei Malfoy, la funzione si sarebbe svolta nel grande giardino esterno, che si trovava dietro alla casa in cui ero cresciuto, quello era stato un altro desiderio di mio padre, cui non seppi dire no; Come sempre.

Gli invitati erano già seduti sulle bancate rivestite di seta rosa pallido, in tutti i banchi era appuntata una rosa e due spighe di grano, come segno di prosperità. Tutto attorno era un trionfo di sfarzo e ricercatezza, opera della donna più elegante di tutto il mondo magico: Narcissa Black in Malfoy, mia madre.

L’unica, oltre al mio amico Blaise, a sapere delle mie pene d’amore, l’unica che riusciva ancora a confortarmi, donandomi un semplice sorriso e una timida carezza.

Respirai affondo, abbottonando uno dei gemelli d’oro con incise sopra le mie iniziali alla candida camicia e mi girai appena sentii bussare alla porta.

-posso- disse il mio testimone avanzando lentamente verso di me perfetto nel suo abito scuro.

-sei già dentro, Bla- risposi infilandomi la giacca.

-sono tutti pronti- disse serio. – ho visto Astoria...-

-risparmiami i particolari- dissi freddo e lui non continuò.

-andiamo- conclusi girandomi di scatto e uscendo infine dalla mia stanza. Ora andavo incontro alla morte, me l’ero cercata.

**

La guardavo avanzare lentamente mentre una bambina, che non avevo mai visto, lanciava da un piccolo cesto di vimini dei petali di rosa che poco dopo, lei avrebbe calpestato.

Avrei dovuto sorridere, emozionarmi, ma non riuscii a fare nulla.

Guardavo i suoi capelli neri, diversi dai ricci morbidi e profumati che per messi, mi avevano svegliato inebriando il mio cuore di felicità per quei magici momenti che ora avrei perso per sempre.

Guardavo i suoi occhi azzurri, limpidi, diversi da quelli grandi e caldi che mi scaldavano il cuore, quegli occhi che mi guardavano dentro nel profondo, quegli occhi che non avrei più incontrato.

Guardavo Astoria, avvolta in un abito di seta bianco, ricco, sfarzoso, esagerato e volevo Hermione al suo posto, delicata, semplice, dolce, perfetta.

La vidi arrivare, sorridermi felice per essere arrivata finalmente al mio fianco davanti all’officiante che avrebbe celebrato il matrimonio. 

Aveva raggiunto il suo scopo, sposare un purosangue, ricco, con un cognome importante e potente alle spalle.

Solo questo importava ad Astoria, solo questo importava nelle antiche famiglie magiche. Solo a lei non importavano questi giochi  di potere, a lei importava di me, di Draco.

Ricambiai il suo sorriso con uno dei mie soliti ghigni ed aspettai che l’uomo davanti a noi prendesse la parola. 

Vedevo le sue labbra muoversi e guardarci, decantando un amore che non esisteva.

Parole senza senso, pensai, mentre il celebrante si fermò a guardarmi serio invitando a pronunciare le parole dell’antico rito che avrebbe legato me e Astoria nel sacro e magico vincolo del matrimonio.

Fissai gli occhi neri dell’uomo e in quel nero vidi ciò che mi aspettava.

Una vita vuota, fatta di tristezza, odio, abbandono.

Stavo uccideno il mio cuore, la mia anima.

-No-urlai, girandomi di scatto.

-Mi dispiace madre- aggiunsi, ed infine mi smaterializzai lontano da tutti alla ricerca di lei.

L’unica che volevo.

 L’unica donna che amavo, l’unica degna di diventare la signora Malfoy. 

Ora, però l’avrei dovuta convincere.

   
 
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